lunedì, aprile 03, 2023

la moda estrema 3

 


 

Molte persone pensano che "matto come un cappellaio" si riferisca solo ad un personaggio reso famoso da un romanzo fantasy adattato da un cartone Disney
In realta' si riferisce ad una combo fra gli effetti collaterali mentali e fisici che i cappellai hanno subito dall'uso del mercurio nel loro mestiere e il fatto che erano MOLTO ricchi per essere operai senza istruzione alcuna.  

Il feltro per i cappelli, quello serio, non quello in lanaccia, e' fatto in pelo di coniglio o, meglio, lepre.
Per far infeltrire bene il pelo e staccarlo dalla pelle  si passava alla fase detta di carotatura, cioè si immergeva la pelliccia in una soluzione arancione di nitrato di mercurio. 

il Mercurio veniva assorbito tramite la pelle e i polmoni ed entrava in circolo nel sistema vascolare, da cui riusciva facilmente a raggiungere il cervello.
Qui si accumulava, causando ingenti danni alle cellule nervose.

Gli effetti del mercurio  variano di grado.
Chi ne soffre sperimenta un'ampia varietà di sintomi:
prurito doloroso,
bruciore o desquamazione della pelle,
perdita di capelli e denti,
gonfiore,
sudorazione
e asma.
Spesso, e erroneamente, si riteneva che l'ubriachezza fosse la causa dei discorsi confusi, vertigini, confusione mentale e tremori alle mani tipiche di questi operai ben pagati (che ovviamente essendo ricchi operai  ignoranti si bevevano di tutto mascherando il killer).

L'esposizione influisce anche sullo stato emotivo:
irritabilità,
eccitabilità,
timidezza e
difficoltà ad andare d'accordo con le persone.

L'avvelenamento da mercurio dei lavoratori fu notato per la prima volta nella letteratura medica nel 1860  nelle fabbriche di cappelli di Danbury e negli anni 1880 e 1890 la cosa divenne certa, ma, ovviamente, non esistevano gli standard attuali.
La cosa e' continuata fino nel 1960, e in alcuni paesi europei (Portogallo...) fino alle soglie del 2000.

 




2 commenti:

Eugenio ha detto...

si, ok, come non detto.. quando ho parlato dei corsetti (per carità, dannonissimi..) non pensavo ci avresti sorpreso con questa sfilza di tentativi di suicidio di massa..

direi che per quanto spesso faccia caccare la moda di adesso (mettendoci dentro pure le cineserie tossiche) è mille volte più salutare di quella di quesi tempi!

blu-flame ha detto...

Giusto per capire l'entita' del problema fai conto che solo nella citta' italiana del cappello, Monza, negli anni intorno al 900 meta' della popolazione della citta' (circa 80K) e limitrofi lavorava nel cappello, parliamo di decine di migliaia di esposti.

Aggiungi le zone di bassa qualita' come la toscana che scimmiottavano (e scimmiottano tutt'ora se si parla di moda) e i distretti di pre lavorazione e arriviamo a definire migliaia di colpiti, milioni in Europa.

La zona di Londra, da sempre amante del cappello e citta' indiscussa del, in una societa' ricca dove si poteva avere molti cappelli (ricordiamo che il cappello era il capo piu' costoso!) era sostanzialmente una malattia locale.
Non a caso in Inghilterra si sapeva quanto erano fuori di zucca i cappellai, Alice nel paese delle meraviglie non a caso e' inglese.

in un parola?
una strage.