giovedì, marzo 06, 2025

macchina da scrivere?

 

Photo: splash screen di marzo 2025 di latinisti che progettano un futuro passato. Fra 6 mesi l'evento di 19 mesi prima.

 

E' evidente che alcuni retrogradi* siano sempre abbarbicati al mito con dita strette allo spasimo, sanguinanti dal dolore, per non far sfuggire il passato ed evitare che il presente invada dolorosamente la vita del latinista costringendolo ad atterrare nella realta'.
Realta' che il retrogrado non riesce a comprendere perche' non riesce a comprendere il mondo di cui fa parte e causa disperazione.
La disperazione porta a mitizzare le cose dalla gioventu', "ai miei tempi era tutto piu' bello" dove eri un incapace comunque, MA almeno eri GGiovane e spensierato, oggi e' tutto piu' difficile!
Difficile perche' non ti hanno mai insegnato che roba morta, morente e, sostanzialmente inutile.

Ovvio che insegnanti del genere, attaccati al passato, altro non possono che "consigliare" come fuga mentale il passato reiterando il passato nelle nuove generazioni che porteranno nuovamente la sofferenza del desiderio del passato, la paura del futuro e l'odio di un presente incompreso.

* Retrogradi: quelli che chiamo latinisti, perche' la sQuola orientata al passato ha spesso con iniezioni di lingue morte che rendono semplice l'identificazione al passato porta a questi spaventosi risultati.

 In italia per ovvie ragioni il "copiuter" e' arrivato tardissimo.
Quando oramai era ineluttabile, tanto che si stavano chiudendo le aziende che facevano macchine da scrivere, panasonic tenno in vita le proprie scoprendo che l'italia aveva appena scoperto, con un boom di vendite, le macchie da scrivere con la margherita.
La cosa era alquanto ridicola con i negozi che facevano incetta da tutta europa di questi affari (alcune venivano vendute con gli adesivi sopra la tastiera).


 la richiesta feroce di questa "modernità" da parte delle sQuole creava bagarinaggio e per assicurarsi un blocco di almeno 20 pezzi i regali non si contavano.

Ma la cosa divertente e' che all'epoca non costava molto meno di un PC. 

Questo, per esempio, costava praticamente come la versione di olivetti o quella che poteva cancellare la riga.


 era un PC Z80 CP/M con una suite di programmi da ufficio preinstallati in ROM e floppy Hitachi 3" (diversi dai sony 3.5" piu' diffusi) e stampante dedicata, tutto di serie, tutto per costare un nulla rispetto ad un GEM/windoze/DR.DOS...
Da noi non ebbe molto successo mancando i giochi.

Poi, di colpo, intorno al 1992-4 chisseloriorda, dopo 4-5 anni a passare giornate alla ricerca del prodotto arcaico la richiesta cesso'. Come una ghigliottina, come mai fosse  stato interessato qualcuno.

La macchina da scrivere, finalmente, poteva morire anche in italia.
Certo qualche disadattato sui giornali cantava i miti della lettera 32, una macchina per scrivere portatile ancora meccanica prodotta dalla Olivetti firmata da Marcello Nizzoli nel 1962 che introduceva di rilevante il colore del mobiletto, che evidentemente ricordava la propria gioventu' quando i giornali non usavano i "compiuteri" e Ventura pro non aveva coperto di ridicolo i retrogradi.

 La storia delle macchine da scrivere, direte, puo' chiudersi qui, lasciando a qualche ZTLlino sotto canne i rimembri come qualche folle usa le fotocamere folding 6x6 basic di epoche lontane.

Ma la SQuola fatta di professori latininici disadattati  decide che non e' finita ancora: bisogna tornare ai "bei tempi" 

I.C. Principe Amedeo - Gaeta (LT)
https://www.icpagaeta.edu.it
Via Calegna, 20, 04024 Gaeta (LT) Tel - 0771 471 392 ltic82300d@istruzione.it ltic82300d@pec.istruzione.it C.F. - 90027990598 Cod. Minist. - LTIC82300D.

"Per i giovani la macchina per scrivere è come un tapis roulant della mente. Stiamo verificando sul campo che si può arrivare a un corretto equilibrio fra contenuti analogici e digitali, di cui fruiscono i ragazzi in fase di sviluppo, attraverso un’attività che sul piano formativo si sta rivelando efficace e anche molto divertente»

 Enrico Sbandi,  che ha ideato e promosso le lezioni. 

follia.

Del resto il rifiuto del PC a scuola e' potente e PERICOLOSO

e poi conoscere un Sistema Operativo vuol dire "non so usarlo" 

Partiamo toccandola piano.

Cosa vuol dire " Per i giovani la macchina per scrivere è come un tapis roulant della mente"?
Niente, e' come
la galvanoplastica del sorriso
Il guardare la nuova alba del sentire
Il sentire il vento del mistero

Non ha significato, roba divertente, anche se preferisco i calembour.
I poveri di mente usano queste figure pompose per cercare di incantare altri scarsi come i vecchi prelati con la magia delle formule in latino.
E visto che il destinatario sono menti giovani, non ancora attrezzate, facile dare l'idea che la propria ignoranza sia virtu'.
Insomma sono le frasi del razzo cercando i imitare un razzaro come

Le stronzate non finiscono qui.
La parte piu' ossimorica e' "contenuti analogici e digitali"
Vorrei fare notare che il tizio non ha capito un ciuffolo e bisogna spiegarglielo.
Cosa e' un "contenuto digitale"?
un CONTENUTO come una lettera non diventa digitale o analogico se e' riprodotto da un macchinario diverso.
"operazione sottoveste" (1959) posso riprodurlo con:
A Pellicola
A VHS
D DVD
D PC
D sreaming
A videodisco
A betacam
...
Ma non cambia se lo vedo con un media A o D.
Idem se guardo un cartone.
Certo che oggi sono PRODOTTI in digitale, dal 2D al 3D, ma agli effetti pratici non direi che e' un contenuto digitale.
Stiamo usando mezzi o media digitali per produrre o far transitare un campionamento, ovvero una cosa analogica.

Diventa un CONTENUTO digitale solo se uso un ORIGINE digitale, ad esempio un videogame, ma anche quello, spesso, ha parti analogiche per quanto e' tipicamente digitale.
Programmare e' digitale.
Scrivere e' analogico.

Probabilmente da bravo fanboy dei tempi andati, dove il digitale non esisteva perché molto vecchio o perche' i suoi pari lo hanno rallentato fino a ieri, oggi odia la modernita' e definisce digitale tutto quello che non gli va a genio.
Si arrivano a casi gravi in cui escono con frasi come "odio i compiuteri" e poi in tasca ha una workstation che ovviamente non capisce, ma ama sventolarne il possesso ai passanti.

Capito che per lui "digitale" e' "dopo il 1970 e quello che non capisco o non mi piace" le cose cominciano ad avere un senso. 

" si può arrivare a un corretto equilibrio fra contenuti analogici e digitali, di cui fruiscono i ragazzi in fase di sviluppo "

Ecco che diventa
"stiamo cercando di limitare l'uso di strumenti avanzati, cercando di allontanarli dalla modernità che non comprendiamo

 Altra affermazione:
"attraverso un’attività che sul piano formativo si sta rivelando efficace"

TRAD:
"crediamo", d'obbligo perché questi non verificano un ciuffolo,  "di riuscire a limitare la loro creativita' facendoli rimanere nella palta dell’ignoranza"

Il problema della sQuola italiana non e' solo il media arcaico, del resto scrivere a penna o con il PC e' solo una questione di velocita' e integrazione che ci permette di integrare media, come le foto nel testo.
La cara vecchia macchina da scrivere MECCANICA e' solo un dolore ai polpastrelli se non sono abbastanza allenati, oltretutto puo' causare (come li ha causati a me che ero obbligato in un'azienda retrograda) problemi con la tastiera visto che la disposizione delle lettere e numeri e' assi diversa.

Ricordo infatti che la tastiera italiana, presente anche sugli M20/24, non ne' la tastiera che oggi usiamo sui PC per evitare conflitti grossi con quella inglese/US  


Oltre a delle lettere spostate, i numeri invertiti, il back altrove e parecchi tasti di punteggiatura e accentate sparse ai 4 venti la tastiera italiana e quella italianizzata per il PC sono due bestie diverse.
Fare dattilografia su di una tastiera caduta in disuso fa gia' ridere, e' di fatto un esercizio inutile.

Quando faccio i corsi di fotografia porto magari una folding anni 50, ma mai mi verrebbe da far fare delle foto con quella roba. Puo' essere curioso, ma ha poco senso.
Come puo' essere curioso guidare un velocipede (non a caso i giuristi, latinisti, lo confondono con la bicicletta).

Ma la cosa divertente  e' oramai il giornalismo italiano che e' ridotto a buca delle lettere.
Arriva un volantino, un comunicato, una notiziola e il "giornale" la pubblica con un commento gioioso e festante.
Ci manca poco che in caso di malfattori essi vengano portati a guisa di eroi.

Anche in questo caso, soprattutto per il fatto che il giornalista medio ha fatto scuole latiniche con latino e latino, e' facile vedere yes man.
Oggi, per fortuna, stanno cambiando anche le scuole di giornalismo, ma non abbastanza e dovrebbero partire dalle superiori vista l'ampiezza del trattabile.

Rimane il fatto che con cotanti inutili latinisti riciclati giornalisti (o pubblicisti) e' normale che non facciano i giornalisti, ma, se va bene, un banale C&P con 2 parole cambiate per evitare che l'articolo sia identico alla cartella stampa.
Oppure scopiazzano da altri giornali o, peggio, inventano da zero storie (R dice nulla?) spacciandole per notizie e non narrativa.

Cosi' nessuno si strappa i capelli per un'iniziativa demenziale, fantoziana.
Del resto e' tutto normale, come e' normale leggere notizie di gente che racconta di superare la fisica o l'economia.
Nessuno dice nulla.
Ovvio che il giornalismo vada a morire, per diffondere le cartella stampa bastano i social.
Rimarranno 10 giornali in tutto il mondo, come al solito americani, che faranno notizie e gli altri puro feed automatizzato.

Qualche titolo da follia.

Gaeta, addio pc: ora a scuola si usa la vecchia macchina da scrivere Olivetti
Clarida Salvatori, corriere della sera

i benefici cognitivi e didattici dell'approccio analogico

La macchina da scrivere torna in classe, a Gaeta in una scuola un progetto innovativo che guarda al passato: i benefici cognitivi e didattici dell’approccio analogico

La Macchina da Scrivere come Strumento Educativo 

Addio al PC in una scuola di Gaeta, ritorno al passato con la macchina da scrivere: i benefici

 

 Il giornalismo e' morto, ma non e' colpa dei lettori.
E' colpa di giornalisti latinisti.

Direi che una riforma, da zero, della sQuola e' d'obbligo per ieri al massimo.

3 commenti:

Gate-All-Around ha detto...

Io avrei una curiosità: quanto costava negli anni '80 un computer basato su Z80 come quello illustrato nel post?

blu-flame ha detto...

quel computer venne presentato in italia a 799.000 lirette e alla fine della sua vita era sceso a 499.000 di listino.
Per la cronaca la panasonic si vendeva dai 399K, per la versione ultrabase, in avanti fino a 599. infatti era regina del mercato costatando la olivetti il doppio secco.
Pero' il prezzo era mutevole, andava da 299 ai 450K a seconda della disponibilita', alle richieste e alle volte le versioni piu' ciccie (con la cancellazione di riga) costavano meno "ma io voglio quella" tuonavano i volponi.
Posso garantire che il PCW era una gran macchina veloce e stabile, che in italia e' stata un flop perche' era troppo PC e i latiniti dicevano che a loro non serviva, "ci ho gia la maccana da scrive".

Gate-ALL-Around ha detto...

Grazie!