giovedì, ottobre 13, 2022

scuola economica francescana?



 

Normalmente non mi occupo mai, e non parlo neppure dal vero, di religione e chiesa.
Il mio percorso personale non solo e' complesso, quindi  non condivisibile, ma capisco che per chi e' immerso nell'ortodossia puo' sembrare persino offensivo.
Uno dei motivi che mi hanno allontanato dalla religione e' l'assolutismo, quando vedo l’assolutismo sai che vi e' la fregatura.

Però qualcuno dovrebbe arginare le stoltaggini fatte nel nome della fede, altrimenti la chiesa diviene semplicemente un gruppo di scalzacani con gli stessi diritti della chiesa del 4K, gli avventisti del SUV o i verdosky del settimo pannello, e, per il mio percorso, mi dispiacerebbe.

Da un discorso allucinante del papa riportato da un TG vengo a sapere che qualcuno (poi scoprirò che è il papa stesso) ha fondato, non ridete, una  scuola economica francescana.
Ripetere con me senza ridere:
una  scuola economica francescana.

Ricordiamo un attimo chi era S. Francesco:

La negazione dell'economia, Francesco, infatti, vuole essere il «minore tra i minori» (umile tra gli umili).

Secondo la regola dettata da Francesco, la  rinuncia a possedere qualsiasi bene condividendo tutto ciò che ci è dato con tutti i fratelli, partendo dai più bisognosi.

Siamo nello anno 1200 circa (muore nel 26 a 44 anni) e bisogna dire che l'economia non si conosceva, del resto la gente crepava come mosche e le merci non viaggiavano.

-Ricchezza era possedere la terra, un economia della terra, e la popolazione era sparsa.
-Lo scambio era il baratto e quasi nessuno sapeva cose fosse un "lavoro".
-Il mercato non era quello azionario, ma la piazza del paese dove portavi il farro o il farro, a seconda della stagione, ma piu' spesso... il farro o una gallina) in cambio di qualcosa come una pagnotta di qualche incerto cereale o il necessario per un aratro.
-le patate, il fagiolo, il peperone, la zucca e lo zucchino pomodori, il mais,  la melanzana e tutte le cose oggi normali erano ancora sconosciuti come del resto l’Italia, Assisi era una citta' che veniva presa da questo e quello a seconda dell'umore del potentato in zona o meno in zona.

La scuola economica francescana capite bene che e' un ossimoro gia' in partenza, sia per le radici ad un periodo troppo diverso (come gli idioti che si rifanno a Marx e "il capitale"), sia proprio perché Francesco si teneva fuori da considerazioni che oggi definiremmo mercatiste.

Ovviamente alla "scuola economica francescana" fanno riunioni e forum che sono ecoloGGici perché calcolano la CO2 e piantano alberi per consumarne ancora di più... ovviamente dell’inquinamento chissene: oggi va di moda la CO2.

Comunque il papa, che e' anche fondatore di questo ossimoro, all'apertura dei "lavori" fa un discorsetto.
Caro padre, capisco la voglia e le intenzioni, ma chieda a qualcuno di spiegarle le cose, eviterà di fare discorsi che la mettono in ridicolo.

"Oggi si parla di finanza, e la finanza è una cosa acquosa, una cosa gassosa, non la si può prendere"

verrebbe da chiedersi cosa intenda.
Del resto alcune cose in economia sono chiare, altre dipendono dalla fede delle persone come gli hodler. L'economia dipende dai comportamenti delle persone e come tale non prevedibile sul lungo.
L'economia, per esempio, non prevede le guerre e di conseguenza non puo' prevedere i prezzi del greggio.
E' uno strumento di ANALISI  piu' che una palla di cristallo.

Quando voi sentite che i pescatori di San Benedetto del Tronto in un anno hanno tirato fuori dal mare 12 tonnellate di sporcizia e plastiche e cose così, vedete come non sappiamo custodire l’ambiente.

se la gente è animale...
Si chiama EDUCAZIONE, non ECONOMIA.

 E di conseguenza non custodiamo neppure la pace

non so se e' veramente collegato, certo la gente che ha poca cultura ed e' ancora allo stato animalesco potrebbe essere guerrafondaia, ma di fatto non mi sembra che chi ha dato inizio alla guerra in ucraina sia proprio un ignorante completo come chi butta la plastica.

Una nuova economia, ispirata a Francesco d’Assisi, oggi può e deve essere un’economia amica della terra, un’economia di pace. Si tratta di trasformare un’economia che uccide  in un’economia della vita, in tutte le sue dimensioni. Arrivare a quel “buon vivere”, che non è la dolce vita o passarla bene, no.
Il buon vivere è quella mistica che i popoli aborigeni ci insegnano di avere in rapporto con la terra.

Quindi per papa Francesco deve esserci un ritorno alla terra, a quell’economia in cui il signore faceva la guerra ogni 5-10 anni, come del resto era l'epoca del Santo.
E poi basta con questa idea che i primitivi erano buoni: il fatto che non scrivessero libri sulle loro gesta della tribu' di 20 animali che sfondavano la testa ad altri 10 rapendo donne e bambini non diventano buoni perché non si conoscono i misfatti.
Il selvaggio felice, il buon selvaggio, e' un'invenzione dei primi del 700-800 dai pensatori  come Jean-Jacques Rousseau («Ogni cosa è buona mentre lascia le mani del Creatore delle cose; ogni cosa degenera nelle mani dell'uomo») e come conseguenza una critica della civiltà, della scienza, del mercato come causa di tutti i mali e le infelicità della vita dell'uomo, ovviamente con il contraltare elogio della natura, del preesistente, come origine di tutte le cose BBuone e fighe.

 In effetti, quando alla comunità civile e alle imprese mancano le capacità dei giovani è tutta la società che appassisce, si spegne la vita di tutti.
Manca creatività, manca ottimismo, manca entusiasmo, manca il coraggio per rischiare.
Una società e un’economia senza giovani sono tristi, pessimiste, ciniche. 

 La società effervescente e' una società dotata di un economia in crescita e possibilista.
Andate a NY e vedrete i giovani, vedrete effervescenza.
Andate in Congo, poi ne riparliamo, se tornate.
Andate in Algeria a far vacanza, un posto straordinariamente bello, peccato per le tristi e ciniche pallottole.
Gli anni 60-80 sono stati, con alcuni inciampi, in occidente il periodo di maggior entusiasmo in tutti i settori con tutti i movimenti spinti dai giovani che erano ottimisti e rischiavano confidando nella riuscita.
La società e' cambiata, e' stata plasmata da chi era giovane all'epoca.

Oggi abbiamo un problema di concorrenza da chi vorrebbe parte di quel ottimismo come i cinesi e gli indiani e, contemporaneamente, abbiamo un costo energetico diverso: in occidente non e' piu' l'epoca swing dove se non eri un tarlucco ed eri un pochino fortunato eri uno che se la viveva benone.

Oggi l'economia e' lenta, con crescite non piu' a 2 cifre, ma la previsione per la zone EU 2023 e' 1.4% prevalentemente di rimbalzo (ovvero un meno), con paesi (italia?) che probabilmente vedranno 0.9-1.1% se non peggio, con aziende che stanno chiudendo a manetta.
un economia del risparmio, dove si e'  tristi, pessimisti, cinici sul futuro

Quindi il Santo Padre cosa vuole fare?
Iniettare i soldi dello IOR nel mercato?
Formare nuovi giovani con lauree prestanti?

no pare che se critichi solo.

Se voi volete vedere questo, andate in queste università ultra-specializzate in economia liberale, e guardate la faccia dei giovani e delle giovani che studiano lì.

io sono andato su big-G e ho cercato
"università ultra-specializzata in economia liberale"
per capire cosa puo' essere.
Nessun risultato.
ho provato
"università specializzata in economia liberale"
nada.
Persino
"università liberale"
da dei risultati strambi, come università che dovrebbero servirsi di testi liberi o avere la libertà di insegnare liberalmente.
Pero' se penso a come i sinistri poco preparati chiamano certe correnti economiche come il liberismo (che non e' libertario, liberale ecc), il neo-liberismo e qualunque cosa non sia di stampo marxista l'unica universita' che mi sovviene possa essere tacciata di "liberismo" in Italia e' la Bocconi.
Spero di azzeccarla.

Innanzi tutto nessuno e' piu' convinto del liberismo puro (Sistema economico fondato sull'assoluta libertà di produzione e di commercio e per il quale l'intervento dello Stato è assolutamente marginale), ma, invece,  ricordiamo che in Bocconi una bella fetta di proffi sono veterocomunisti.
Quindi ne specializzata, ne, tanto meno, MK ultra.

La Bocconi, ricordo, e' una uni molto chiusa, spesso frequentata da figli di persone abbienti e, difatti, quelli che ho conosciuto, spesso, sono gioviali.
Certo, e' una uni piu' dura di altre, richiede piu' impegno, ma chi la frequenta non ha una faccia particolare e sono rilassati,  ottimisti ed entusiastici rispetto a chi ha fatto le medie e poi in fonderia.

Non riesco a capire cosa vuole il papa?
Che siano tutti spaventati dal futuro?

Un’economia che si lascia ispirare dalla dimensione profetica si esprime oggi in una visione nuova dell’ambiente e della terra. 

 capisco la crisi della chiesa, ma sparare castronerie grilline... come fa l’economia, che e' banalmente uno strumento di indagine.
Gli economisti propongono delle domande come se sia meglio fare cosi' o cosà e ne vengono fuori teorie.
Alcune teorie hanno un senso nel presente, altre non lo hanno.
Non e' la fisica dove se un fotone si spetascia causa un cambiamento fisico o chimico ben definito e verificabile.
Anche se ci sono delle ovvietà su alcune cose come non si generano soldi dal niente come vorrebbero i coiners o quelli dalla MMT, l'economia si appresta sempre piu' a divenire una specie di scienza sociale oltre che mera quantificazione di prezzi e scambi.

Dobbiamo andare a questa armonia con l’ambiente, con la terra. 

Che e' un revival anni 60?
"Memory of a Free Festival" di Bowie?
e dopo The savior machine dell'uomo che vendette il mondo?


Sono tante le persone, le imprese e le istituzioni che stanno operando una conversione ecologica

non direi proprio, anzi, ci sono segnali che sempre piu' persone, a milioni al mese, si distaccano dalle terra e da un mondo rurale e profondamente agricolo arrivando alla modernita' fatta di tutte quelle cose che non sono ecologiche come macchinari, auto, moto, TV...
Non vedo tutta questa ecologia, sembrano gli ecologisti di sinistra che arrivano con il macchinone a Capalbio discutendo che durante l'inverno sono indecisi fra Maldive o Seychelles

Bisogna andare avanti su questa strada, e fare di più.

la strada del greenwash?

voi avete lavorato sull’economia delle piante, un tema innovativo.
Avete visto che il paradigma vegetale contiene un diverso approccio alla terra e all’ambiente.
Le piante sanno cooperare con tutto l’ambiente circostante, e anche quando competono, in realtà stanno cooperando per il bene dell’ecosistema. 

 Penso che un botanico possa dissentire.
Salvo voler considerare buono qualunque biomassa.
Le piante sterminano letteralmente qualunque oppositore, con una violenza non dissimile dagli animali.
Il fatto che lo facciano lentamente, per il nostro sistema di riferimento, non cambia la questione.
Non lo fanno neppure in silenzio, se uno e' stato in un bosco di notte.
Il fatto che come animali consideriamo la maggior parte di piante inermi.
Fatti un pisolino sotto una macinella e poi ne riparliamo.

Impariamo dalla mitezza delle piante: la loro umiltà e il loro silenzio possono offrirci uno stile diverso di cui abbiamo urgente bisogno. 

insomma, lo stile di vita e' quello di un pino?

"Noi uomini, in questi ultimi due secoli, siamo cresciuti a scapito della terra.
È stata lei a pagare il conto!
L’abbiamo spesso saccheggiata per aumentare il nostro benessere, e neanche il benessere di tutti, ma di un gruppetto."

 certo, l'occidente ha capito come distribuire i compiti e le risorse, altrove sono rimasti all'economia del baratto dove si era piu' vicini alla terra e meno alla conoscenza.
La domanda al massimo e' COME.
Una domanda senza risposta da secoli.


 È questo il tempo di un nuovo coraggio nell’abbandono delle fonti fossili d’energia, di accelerare lo sviluppo di fonti a impatto zero o positivo.

Le fonti ad impatto zero non esisteranno MAI.
Figuriamoci positivo.
Perché qualunque cosa ha un impatto, anche solo il sale nell'acqua della pasta.
L'abbandono delle fonti fossili non e' possibile e non si puo' chiedere lo sviluppo di fonti ad impatto zero nella stessa maniera che non si puo' chiedere al santo padre di creare un secondo Dio migliore del primo perché possa lavorare nei WE.
Non ha senso così come non ha senso la frase sopra.

Se siamo cresciuti abusando del pianeta e dell’atmosfera, oggi dobbiamo imparare a fare anche sacrifici negli stili di vita ancora insostenibili.

potrei essere d'accodo sulla questione dei sacrifici: se sei un ecologista ricordati che non puoi possedere un'auto o andare in vacanza.
Forse andava spiegata meglio, perché in molti pensano che il "sacrificio" sia comprare un auto piu' costosa e veloce.

Non tutte le soluzioni ambientali hanno gli stessi effetti sui poveri, e quindi vanno preferite quelle che riducono la miseria e le diseguaglianze. 

 Tutte le soluzioni ambientali hanno effetti più alti  sui poveri.
Mi dispiace, ma quando si taglia o si incrementano i costi i poveri sono quelli che subiscono.
Quando si smettono di produrre auto euro zero, si deve montare roba che fa costare il motore il doppio.
Pensiamo solo all'evoluzione dei consumi di olio per evitare di uccidere i catalizzatori.
Con i macchinari attuali una vettura della qualita' di una vecchia panda 30  potrebbe costare 3-4000E al massimo al pubblico, grossomodo il prezzo del metallo.
Se oggi una panda costa 12K e' solo perché deve rispettare delle norme.
Chiaro che questo influisce piu' su una vettura da poco che su di una Bentley.

 L’inquinamento che uccide non è solo quello dell’anidride carbonica, anche la diseguaglianza inquina mortalmente il nostro pianeta.
Non possiamo permettere che le nuove calamità ambientali cancellino dall’opinione pubblica le antiche e sempre attuali calamità dell’ingiustizia sociale, anche delle ingiustizie politiche

quindi?
Da domani tutti amiconi?
Telefonato Putin?

"Il consumismo attuale cerca di riempire il vuoto dei rapporti umani con merci sempre più sofisticate – le solitudini sono un grande affare nel nostro tempo!"

Conseguenza delle richieste della persone...

"Pensate all’inverno demografico, per esempio, come è in rapporto con tutto questo.
L’inverno demografico dove tutti i Paesi stanno diminuendo grandemente, perché non si fanno figli, ma conta più avere un rapporto affettivo con i cagnolini, con i gatti....
Bisogna riprendere a procreare."

Calma, quella e' una dimensione complessa che non si puo' licenziare in 2 righe dicendo che e' colpa di un ente astratto chiamato economia.
Anzi in Italia parte della bassa procreazione e' stata data da un eccesso di aiuti ad "amici".

"Ma anche in questa linea dell’inverno demografico c’è la schiavitù della donna: una donna che non può essere madre perché appena incomincia a salire la pancia, la licenziano; alle donne incinte non è sempre consentito lavorare."

le donne incinte non vogliono lavorare, un pochino diverso, mi consenta santità.
Nel mondo occidentale e' da sottolinearsi che procreano le donne che hanno una certezza di lavoro, quindi con una preparazione, e  con una societa' che le sostiene.
E capisco che in fonderia non e' il caso di essere incinte, ma se parliamo dell'italia e degli uffici possono andare tranquillamente al lavoro fino ad una settimana prima e tornare poco dopo.
Poi che spariscano in massa per 3 anni e' un altro tipo di problematica, mi si consenta.

"Fino a quando il nostro sistema produrrà scarti e noi opereremo secondo questo sistema, saremo complici di un’economia che uccide. .... Non si tratta di dare pennellate di vernice, no: bisogna cambiare la struttura.
Forse la risposta non è in quanto noi possiamo fare, ma in come riusciamo ad aprire cammini nuovi perché gli stessi poveri possano diventare i protagonisti del cambiamento.
In questo senso ci sono esperienze molto grandi, molto sviluppate in India e nelle Filippine."

Filippine

 


nota: Le rimesse dei filippini d'oltremare contribuiscono in modo significativo all'economia filippina, fino al 10%. Un'enormità, ricorda El salvador?
Eppure identica a simili.

India

non capisco, parlano forse di fertilita'?

Per fortuna che stanno rallentando, altrimenti non sapevano dove metterli.

 

Rimangono nei parametri previsti, "emergenti".


San Francesco ha amato non solo i poveri, ha amato anche la povertà....
voleva diventare povero come loro.
Seguendo Gesù Cristo, si spogliò di tutto per essere povero con i poveri.....
Quella economia creava ricchezza, certo, ma non disprezzava la povertà.
Creare ricchezza senza disprezzare la povertà. 

nessuno disprezza la poverta', intesa come poveri, salvo di essere di coxioni (che e' un'altro tipo avere il terrore di diventare/rimanere poveri e' un altro pianeta.


Il nostro capitalismo, invece, vuole aiutare i poveri ma non li stima, non capisce la beatitudine paradossale: “beati i poveri”
Noi non dobbiamo amare la miseria, anzi dobbiamo combatterla, anzitutto creando lavoro, lavoro degno.

 uno che ha un lavoro degno... non e' piu' povero.
Salvo che qui ho sbagliato tutto e non si sta parlando di POVERI, ma si sta parlando di "non nababbi".

Diamo una notizia incredibile: fra uno che muore di fame e Berlusconi ci sono diverse intensità.
Il povero, ovvero quello che è "scarso o privo  dei mezzi economici necessari per le fondamentali esigenze di vita" e' una cosa.
la persona che ha un lavoro degno, magari non sarà un ricco o un benestante, ma certamente non e' piu' un povero.
Quindi, se non ho capito male il messaggio, abbiamo:
il capitalismo che e' brutto perché vuole AIUTARE i poveri.
Il papa che vuole che i poveri lavorino pur rimanendo poveri perché... non li vuole aiutare (perché povero e' bello) ad uscire dalla povertà?

magari non ho capito un caxxo, provate a spiegarmelo.

Comunque sia io capisco il voler fare qualcosa, ma mettersi a fare una tale sceneggiata non ha senso.
Ci si copre di ridicolo.

E questo non lo trovo bello santo padre...



7 commenti:

wappy ha detto...

Sul finale mi sembra il pensiero di quell'altra faccia da xulo di madre Teresa di Calcutta, amare il dolore delle persone non per farle stare meglio ma per continuare a far si che provino dolore, perché il dolore è bello (quello degli altri non il suo) se sei anche povero, meglio ancora.

camu ha detto...

Un'analisi chiara e puntuale. Il Papa, ahimè, non è molto diverso dagli altri politici chiacchieroni che ne sparano una al minuto. Con l'aggravante che usa quel concetto impalpabile chiamato fede per raggranellare proseliti che lo seguono senza fiatare. Comunque, leggendo questo post mi è venuto in mente di chiederti cosa ne pensi del movimento ispirato a Latouche, della cosiddetta Decrescita Felice - https://it.wikipedia.org/wiki/Decrescita Mi piacerebbe conoscere il tuo parere in merito.

Stefano ha detto...

Per obbligare un Paese fortemente industrializzato e finanziarizzato a "decrescere", a favore di Paesi terzi, (presumibilmente) meno industrializzati e permettere loro di "crescere" c'e' solo un modo.

La guerra.

Sostituire il Paese fortemente industrializzato con l'Europa e quello meno industrializzato (o in forte crisi economica e finanziaria) con gli USA.

Non esiste "decrescita felice", solo crisi drammatiche, shock finanziari, emergenze umanitarie, rivoluzioni geopolitiche e sostituzione dei "ricchi" precedenti con i "nuovi ricchi" ("ricchi" intesi come ceto medio, i "veri ricchi", i nababbi, gli speculatori e i farabutti mangeranno sempre e comunque in testa a tutti gli altri, chiunque siano)

CeboCappucino ha detto...

Oggi le persone spacciano competenze che non hanno poca/alcuna conoscenza. Ovviamente è anche giusto che un filosofo parli, per esempio, di virologia, ma deve essere limitatamente alle sue conoscenze acquisite, senza proporre silver bullet assurdi (perché non riesci a tenere conto della complessità del problema). L'esempio sbagliato più eclatante è Greta Thunberg che parla di chiudere tutte le fabbriche.

Danilo ha detto...

Il papa potrebbe dare il buon esempio e vendere parte dell'immenso patrimonio immobiliare, donando i proventi ai poveri.
E magari accontentarsi di una sede un pizzico meno faraonica.

Anonimo ha detto...

Sarebbe stato interessante chiedere al Papa in quale categorua economica inquadrerebbe il grosso affare svolto dal Vaticano con l'acquisto del famigerato immobile di Londra che sembra abbia portato a una minusvalenza per il Vaticano di almeno 150 milioni di euro. I soldi per l'operazione provenivano dalle elemosine dei fedeli.

veneto89 ha detto...

bluflame, fai bene a non parlare di religione: ti ho conosciuto per le macchine fotografiche e poi per i televisori, bene o male quelli sono gli argomenti per cui leggo il tuo blog.

Spesso quando si parla di religione si finisce per litigare: io sono un credente abbastanza tradizionalista e nelle aziende dove ho lavorato sviluppatori e sistemisti tendono a non essere grandi mistici e ad avere mediamente una moderata avversione per tutte le religioni, quindi ho imparato a tenermi in disparte e a farmi gli affari miei.

Vado al sodo: dal mio punto di vista di cattolico, quando sento l'attuale Pontefice parlare di economia, ecologia e altre materie tecniche mi si alza la pressione. Il problema è che le cose che dice non sono in contrasto con il Vangelo nè con il Magistero della Chiesa (a volte al limite). Ma sono cose che non hanno nulla a che fare con la religione, quindi perchè farle passare per cristiane? Al massimo sono cose moralmente buone (non rubare, paga il salario agli operai, ecc...) ma che non sono lo scopo della vita cristiana. Quindi a che serve che il capo della Chiesa Cattolica si metta a fare prescrizioni su cose che non riguardano direttamente la Chiesa? Un non cattolico legge quello che prescrive il Papa su come fare investimenti moralmenti buoni? Penso proprio di no, almeno io non mi informo dall'Arcivescovo di Westminster o dal Dalai Lama su quale auto comprare, chiedo un parere al mio amico meccanico.
E il problema più grande è che questa cosa te la posso dire su internet, ma quelle poche volte che ne ho discusso con "credenti impegnati" o con sacerdoti mi sono sentito dire che oggi sono queste le priorità, e che parlare di Messa e di Gesù è una cosa superata.
Quando sento parlare di scuole economiche francescane penso a S.Francesco che ha lasciato i vestiti e i beni di suo padre per cercare di vivere come Cristo.
Non per organizzare meeting e convegni con buffet e megaschermi.