lunedì, aprile 05, 2021

figli

 

Mentre infuriava il coviddo nei primi del 2020, cosa che ha occupato con notizie e contro-notizie e i virologi da "ho studiato su YT cosa vuoi che ne sappia un virologo ricercatore" tutti i media, nessuno ha notato una notiziola che e' passata decisamente in secondo piano: le nascite italiane hanno un novo picco negativo e, con il rapporto successivo, grazie ai morti del covid, nel rapporto nati-deceduti siamo al livello record precedente del 1919.
Manco fossimo in guerra.

Se togliessimo i nati degli extra ci sarebbe da ridere.

 Spesso mi imbatto a disquisire con certa gente vecchia dentro, oggi, come avete intuito, non vi parlo del latino :-)

La domanda e' perche', e la cosa diventente e' che tutti hanno piu' o meno la stessa idea da vecchi (io saltavo i fossi per il lungo mentre declamavo il latinico duce e voi siete delle mozzarelle).

La leggenda spesso ribadita parla della eroica propensione al sacrificio dei nostri padri, mancante in noi, che sarebbe il motivo per il quale oggi non si fanno piu' figli:

Una volta erano fighi ed eroi che soffrivano per i loro figli, oggi col caxxo che sopportano la fatica dei figli perche nessuno si sacrifica.

e' un'immensa
enorme
colossale
gigantesca
castroneria di prima grandezza.

Partiamo dall'attuale.

Prendiamo la vita media dell'italiano:

Se guadagni abbastanza bene, non sei preoccupato dal riuscire a mantenere bene un figlio, vuol dire che hai studiato molto, poi sei riuscito dopo molta gavetta sbattendoti a nastro ad avere 2 palanche misere.

Salvo fortuna, l'iter e' questo.

Vuol dire che non sei piu' tanto giovane, hai almeno 32-35 anni, inoltre, per via dell'enorme pressione fiscale, i tuoi 2500E sono lo stipendio che all'estero sarebbero 4000E.
(Voglio ricordare che per Biden un povero e' quello che prende meno di 110K$ annui.)

Non stai certo navigando nell'oro ma sei provato.
Soprattutto se hai contratto la malattia nazionale disfunzionale del mutuo (ricordiamo che siamo l'unico paese al mondo in cui abbiamo cosi' tanti proprietari di casa?).
Vuol dire, in soldoni, che hai un foxxuto cumulo di responsabilità e, se la tua morosa e' sulla stessa barca, non e' che muori dalla voglia di disintegrare tutto cio' che ci hai messo anni a costruire immediatamente.
Solo a prendere un po di fiato vuol dire che passano anni e peggiori le cose.

Inoltre non hai fatto assicurazioni, ti hanno detto che avevi la sanità gratis (buahahah) e se ti arriva un malanno sai che devi picchiare sul tavolo tanti, tantissimi, soldi. Se poi hai gia' avuto qualche malanno sei alla frutta.

In tutto il mondo "occidentale" la fascia medioalta e' in condizioni simili, per quanto meno estreme (e infatti fanno piu' figli degli italici) e in alcuni stati sono pesino a rialzare la curva.

Solo che in italia la fascia media sono persone che vengono disintegrate, in pratica quasi poveri.

Se sei un operaio e sei sotto la media, quella parte che prima si sfondava di bimbi, hai difficolta' logistiche.

Ormai il nido e l'asilo comunale e' territorio dell'extra che ufficialmente, stando alla carta, si trova in Africa (grazie Bindi).

Devi pagare. Tanto.

Non sembra ma per chi prende 1300E netti pagare una retta dell'asilo di 800E non e' il massimo. Anche se sei riuscito ad imbucarti in quello comunale, lavorando entrambi per sbarcare il lunario, un 200-400E devi cacciali, non essendo un extra che guadagna zero sei ultimo in classifica e non hai diritto a premi o fischietti. L'ultima analisi sulla Lombardia parlava da un minimo di 268 a 814 a seconda della comune con una media sulla regione intera di 480, ovviamente con la fascia bassa, comunale, completamente occupata dagli extra.

Ma non basta: molti asili fanno orario di 5 ore.

Immagino il genitore che debba chiedere il part-time per far coincidere i bisogni dell'asilo con il lavoro.

I 1300E divengono un ricordo.

In pratica, apparentemente, ad uno dei genitori conviene smettere di lavorare, il bilancio famigliare e' meno massacrato. Questo spiega la ridicola partecipazione delle donne al lavoro rispetto alla media EU

Tutto cio' se l'asilo esiste, ci sono una parte consistente di comuni senza asili, sia privati che pubblici.

Aggiungi che per una strana storia lo stato spinge a comprar casa regalando danari e la frittata e' fatta: altri soldi che i possibili genitori buttano.

Hai il mutuo che ti obbliga a correre in avanti, il comune ti dice che sei un ricco possidente con 2 stipendi da 1200E netti (2400 lordi) e il povero extra prende il tuo posto all'asilo e anche se molli uno dei lavori, mettendo sul tavolo un rischio in tempi di magra dove la ripresa non si e' vista (grazie stato!), comunque la situazione diventa complessa fra mutopirla rateauto, bollette eccetera.
Piu', ovviamente, ai costi dell'infante (pannolini, cibo, eccetera) che non e' certo gratis, ma nell'ottica non certo il problema maggiore

In pratica fai figli solo se hai la “fortuna” di avere rare strutture economiche a portata di mano o parenti che si impegnino oltre la norma e magari (visto le coorti di ricchezza) paghino parte di quello che e' un problema, una malattia, chiamata figlio.

Ho avuto una dipendente che, pensandoci prima, ha scoperto che l'unico asilo “accessibile” era a 1 ora di viaggio essendo materialmente opposto al posto di lavoro (in pratica allungava a 1h il tragitto, 2h al di'). Eggia', il traffico lombardo da 10Kmph e zero mezzi pubblici efficaci (grazie stato).

Secondo voi e' normale pensare all'asilo in maniera cosi' estrema prima di concepire?

Concretizziamo che stiamo parlando di PAURA?

Capiamo che ridurre il proprio stipendio, passare la parte di “lavoro” in auto (con le spese derivate) con spese costanti della casa importanti, non e' FARE SACRIFICI.

Si chiama “rischiare forte” o “fare la fame”. O sei un eroe o sei un incosciente.

E stiamo parlando solo dell'asilo.
Una singola voce, giusto la prima presa per esemplificare.
Tralasciamo il resto dei costi di un figlio, andremmo sul ridicolo.

Infatti ci sono stati che hanno rialzato la fertilita' attuando appoggi alle famiglia (appoggi, non regalando soldi alla maniera del sud o come volevano fare un paio di anni fa) importanti.
In ItaGlia sarebbe piu' difficile perché la cosa si e' incancrenita.

Vediamo invece i nostri eroi che secondo la vulgata di vetero latinisti del verbo duceo,  nel passato perche' avevano un figlio, 2,3,4 e pure 5.

Fino agli anni 60 avere un figlio voleva dire avere un aiuto nei campi.

A 6 anni cominciavano a fare le faccende e a 10 erano in pista con i lavori leggeri. A 14 anni erano ormai un menbro pienamente produttivo della famiglia che nel frattempo era in crescita.
Non e' un caso che l'analfabetismo imperava e fino a pochi anni prima le 5 elementari non erano certo un traguardo per tutti.
L'eroica propensione al sacrificio che narrano era, di fatto, un aumento del reddito famigliare e della capacita' lavorativa famigliare.
Non quindi sacrificio, ma investimento a medio termine.

Proletari in quanto la ricchezza era rappresentata dalla prole. In particolare maschile (il famoso figlio maschio tanto anelato dalle popolazioni arretrate). Non a caso Marx invento la parola prima che si capisse cosa fosse la prima rivoluzione industriale, ovvero e' assolutamente idoneo alla situazione rurale che ho descritto.

Mia nonna lavorava in fabbrica gia' da giovinetta, 12 anni mi pare di aver capito, molte dell'eta' di mia madre non hanno visto le medie.
Eroico sacrificio avere figli, certo.
Io lo chiamerei investimento per avere un bracciante gratis.

Negli anni 60-70 l'Italia sperimenta un boom economico, milioni di persone arrivano ad avere una qualita' di vita mai vista prima, una quantità di danari che e', per alcuni, persino difficile spendere.

Infatti spendono, prima la casa, non piu' i ricchi possiedono la casa, poi l'auto ed infine il televisore.
Un boom di consumismo sfrenato che preoccupava i ben pensanti dell'epoca.

Un benessere mai visto prima in italia.
Si sperimenta la certezza del censo, nessuno e' lasciato indietro e tutti i mesi, cadesse il cielo, arrivava la busta ricca.
Altro che la vita di campagna!

Spiegatemi l'eroica propensione al sacrificio di chi sta sperimentando una ricchezza ma vista prima da generazioni con una certezza del reddito granitica ed in ascesa.

Aggiungiamo per chi era appena arrivato dai campi, l'inerzia a fare prole, perche' i modi di fare, la cultura, non cambiano cosi' in fretta, il figlio (masculo) e' ancora ambito in quantità.

Aggiungiamo l'ignoranza incredibile di molti sui contraccettivi che era evidente.

Risultato?

Un boom di nascite, non a caso e' la generazione baby boomer.

Dove sta il sacrificio?

Tutto migliorava, tutto diventava piu' ricco eccetera.

Durante il baby boom la ricchezza relativa era si minore di quella attuale, ma erano minori le spese famigliari.

Negli anni 60 l'unica spesa famigliare era la casa (che comunque era meno costosa), anche al nord le auto (quelle invece erano piu' costose) erano una cosa abbastanza rara per un operaio che, rammento, con un singolo stipendio, sosteneva tutta la famiglia.
Questo riduceva di molto i costi famigliari.

Si lavorava vicino a casa, non a caso interi quartieri sono nati vicino a fermate dei mezzi o interi, enormi, comuni attorno ad una singola fabbrica (breda, marelli...) dove il lavoratore andava a piedi o poco piu'.

Oggi ci sono spese obbligatorie, se dovessi andare al mio ufficio da dove abitavo prima con i mezzi e/o a piedi ci avrei messo 3 ore e altre 4 a tornare nel migliore dei casi.
In auto 40 minuti nel feroce traffico lombardo.

Per 2 persone vuol dire 2 auto, solo bollo e assicurazione sono almeno un millino x2. Non parliamo poi dei costi di sostituzione del veicolo, soprattutto se parliamo di gasolio (per quelli che pensano di risparmiare con la salute come soldo) che ormai ha un tasso di sostituzione di 5 anni.

Sono decine di migliaia di euri obbligatori per molti.

Oggi se non hai una connessione dati sei tagliato fuori.

Idem per molte altre cose.

In piu' i servizi, che al nord rimanevano ancora, oggi sono scomparsi. PAGHI.

Prima il costo era “LA bolletta”, anche se in realta' erano 2, che divenne con il telefono, spesso in duplex, “le bollette” oggi ci sono, per un nucleo famigliare con 2 figli, almeno 8 bollette.

Il mondo e' cambiato, non si va in fabbrica a 10 minuti a piedi dal quartiere operaio costruito apposta, ci sono milioni di persone che passano ore in auto per raggiungere il posto di lavoro e persino Milano e Torino non sono certo attrezzate per il flusso di pendolari, nonostante il crollo del lavoro.

Gia' il crollo del lavoro.

Nei famosi anni dei “tanti figli” il futuro operaio era una certezza: potevi persino pisciare sui TV sulla linea di montaggio condannando l'azienda e l'intero settore, tanto il lavoro lo trovavi ed era abbastanza da sostenere la moglie e la famiglia.

Oggi trovare lavoro, devastato dalla pipi', e' una chimera e DEVI essere in 2 per chiudere il bilancio famigliare.

Giusto per avere un idea, usando i parametri DE in percentuale, in italia mancano 10 milioni di occupati e se teniamo conto che ci sono luoghi come la Calabria in cui il 70% del lavoro e' a qualche titolo statale... diciamo che mancano almeno 15/20 milioni di posti di lavoro.
Cominciamo a vedere il problema?

Fare un figlio in tali condizioni di precarieta' non vuol dire “fare sacrifici”, ma “essere idioti”.

Perdere OGGI il lavoro con un figlio a carico e' ben diverso che perdere il lavoro e stop.

Non e' una questione di rinunce, salvo che con rinuncia intendi “darlo in adozione” o andare a vivere in un cascinale il luoghi sperduti facendo la vita degli amish. Non puoi vivere a Milano o Torino.

Certamente molti avrebbero paracadute pagato da altri lavoratori (che vedono cosi' ridursi la capacita' di spesa), ma avvicinarsi cosi' tanto all'astina non e' per cuori deboli.

Ed infine, certo, uno che si e' dannato per 2200E raggiunti ad oltre 35 anni, al limite della fecondita' e con alte probabilita' di un figlio down, se non ha la sfortuna di essere gia' in pausa, non e' che proprio muoia dalla voglia di perdere la posizione e ricominciare da capo.

In passato si raggiungeva la stabilita' economica prima dei 25.
Uno stop lo accettavi perché recuperabile prima dei 30.
Sono situazioni diverse, per la 23enne e' sacrificio, per la 35 enne e' massacrarsi la vita.

Non a caso in EU (dati 2014) l'eta' in cui una donna ha un figlio e' 30 anni.
In italia 32, cominciate a vedere il problema?,
nel 1980 era 27,
prima ancora 25.

tasso di natalita' italico 2017 1.2 (ricordo che a 2.2 circa vi e' crescita 0) nel 1960 2.7.

Si noti che vengono conteggiati anche i figli degli extra regolari che hanno tassi NETTAMENTE diversi, come 3 figli, e sfornano sotto i 23 (dati di un piccolo comune lombardo in cui le elementari sono ormai black ediSCion).

Se ci atteniamo agli italiani figli di italiani probabilmente i dati sarebbero assai diversi.
Io non conosco neomamme sotto i 36, non so voi. Inoltre gli extra con il loro tasso di crescita saranno di fatto l'italia entro 30 anni e trovare un italiano minorenne con i nonni lombardi sara' come oggi trovare un giapponese a Bernareggio.

Ricordiamoci pure che le coorti anagrafiche piu' ricche in italia sono i pensionati, sempre lo stato che non ha favorito il lavoro e conservato i privilegi, fa capire molto di tante cose visto che non producono.

Ricapitolando:

Per chi ha una visione chiara del futuro e/o un reddito abbastanza elevato fare un figlio e' un problema (lo e' sempre!), ma non ti distrugge la vita.

Per chi e' gia' tiratissimo e/o il suo futuro e' molto incerto sono caxxi

una cosa e' del sacrificio

Un'altra e' rischiare tutto, figlio compreso.

OGGI fare un figlio e' un vero sacrificio, ieri non lo era.


Non a caso nell'occidente dove non ci sono crolli cosi' evidenti, e' chiaro che cosa porta a fare figli:

Piu' occupazione, in particolare femminile, 

meno tasse,

grande supporto dallo stato (non soldi, ma opere funzionali).

servizi funzionanti.


8 commenti:

Stefano ha detto...

Ah, ecco... allora non sembrava solo a me una impresa al limite dell'impossibile campare con due figli anche se con due stipendi normali... pensavo di essere l'unico stupido al mondo, quando vedo famiglie con 2 figli con 1 solo stipendio...

Anonimo ha detto...

OGGI fare un figlio e' un vero sacrificio, ieri non lo era.
Non sono d'accordo di questa affermazione.

Oggi fare un figlio non è un sacrificio, ma è un suicidio.

Zoo Station ha detto...

In tutta l'analisi secondo me sopravvalutati i costi dell'avere figli: se ci si adatta recuperando vestiti e accessori di seconda (o anche terza!) mano da amici e parenti i costi vengono abbattuti drasticamente. Le spese sanitarie sono quasi zero, sullo stipendio medio di un dipendente le detrazioni per figli a carico non sono irrilevanti e con ISEE basso un sacco di servizi si ricevono gratuitamente o a basso costo.

La situazione degli asili varia molto di zona in zona, in Liguria asili nido rari come l'oro, dai 3 anni in su invece nessun problema. Dire che siano colonizzati dagli immigrati mi pare anch'essa un'esagerazione, certo è che se sono molto più prolifici della popolazione locale la cosa si rispecchierà nella popolazione più giovane.

Per il resto condivido in larga parte l'analisi, soprattutto per quanto riguarda le conclusioni: per fare figli servono stabilità e servizi.

_Jack_ ha detto...

Certo che in Lombardia state messi proprio male... Qui in Emilia Romagna i servizi funzionano un po' meglio. Se non riesci a sistemarti nel nido dietro casa, ti infili in quello successivo.
Quanto agli "extra", noto che nella stragrande maggioranza lavora solo il padre mentre i figli stanno a casa con la madre. Questi, non li vedi a nido e materna.
Per i restanti, ben vengano le famiglie ben integrate con entrambi i genitori che lavorano e che non pesano sulla assistenza sociale!

Comunque per il resto, il ragionamento fila.

blu-flame ha detto...

Voglio ricordare che, grazie alla bindona testa di rapa, che ovviamente nessuno puo' prendere in giro, per LEGGE vanno messi nelle graduatorie degli asili comunali anche i figli di persone che RISIEDONO nel Gabon.

Ora mi verrebbe da chiedere come fa un bambino dell'asilo a venire a milano tutte le mattine con l'aereo supersonico (un comodo concorde privato?, un F-XX?) per andare all'asilo.

Ovviamente il piccolo extra essedo di famiglia senza nulla in ita avrebbe la caratteristica di silurare tutti i "ricchi" residenti dotati di una qualche forma di reddito.
poi la cosa e' stata impugnata da alcuni comuni (es milano) e adesso e' molto fluida

"le detrazioni per figli a carico non sono irrilevanti e con ISEE basso"
Visto che per stranezze le tasse sono a carico del datore con basso ISEE non puoi detrarre tanto. In piu' se i servizi che nei paesi sono comprese nelle tasse (quando cosi' voraci) te li devi pagari non e' che hai tutto sto agio

maas75 ha detto...

A tutte le sacrosante motivazioni di carattere economico, che fanno davvero paura, aggiungerei la particolare simpatia delle signorine italiane (in particolare le brianzole visto che sono nato qui) che non hanno nulla da invidiare all'acido citrico nei modi e nella femminilità. Con molte di queste manco un caffè, figuriamoci fare figli.

erfiaschi ha detto...

Mi trovo d'accordo praticamente su tutto su questo blog. Lo reputo una manna dal cielo! Però stavolta vorrei dissentire. Perchè aumentano a dismisura i cani? Anche questo era stato affrontato, ma in modo scollegato.
Se si trattasse di mera convenienza economica, il non fare figli non sarebbe soppiantato dall'adottare cani.
I cani costano quanto i figli. Intendo dire che tra il tenore di vita altissimo dei cani e quello di milioni di umani sono direttamente comparabili e pressochè equivalenti, quando non a favore dei cani.
Quindi la situazione è più complessa.
Vi prego di argomentare, sarebbe interessantissimo!
Grazie mille e complimenti per il blog!

Cullà ha detto...

@erfiaschi

L'unica persona che conosco che spenda per i cani una cifra comparabile a quello che si spende per un figlio, i cani li alleva per lavoro.

Un figlio costa circa un ordine di grandezza in più, è a tuo carico per un tempo 4 volte più lungo, non puoi nutrirlo con sacconi di mangime da 2€ al kilo, non puoi lasciarlo in giardino a pascolare tutto il giorno mentre sei in giro.

Se sta male e l'intervento o la terapia costano troppo o sono troppo impegnative, non puoi farlo abbattere. Se rompe troppo, non puoi mollarlo al canile.

Poi è vero che gli orfani brasiliani vivono peggio dei cani italiani, ma i bambini italiani no. E non puoi crescere tuo figlio con il tenore di vita di un orfano nelle favelas, perché ti mettono in galera.