Nella mia esperienza di utente capita
ogni tanto di essere bannato.
È una situazione che mi colpisce non
poco per ottimi motivi:
innanzitutto non penso di meritare
cio'. (chi lo pensa?)
Certo ogni tanto faccio le mie sparate,
ma più o meno sono le stesse che trovate scritte su questo blog.
Poi un pochino di ironia o di eccesso
ci può anche stare.
In mezzo a tutti i troll e le cazzate
che girano mi sembra di essere una mosca bianca.
In secondo luogo nei primi tempi che
esisteva una qualche connessione io ero dalla parte di quelli (pochi) con la
scure e sebbene l'abbia usata poco, preferivo mostrare il potere
minacciando, ti fa pensare di essere sopra le parti e quando qualcuno
dall'alto lancia la scure su di te ti rendi conto di non essere più
nessuno.
Qualcuno sta ridendo visto che
normalmente prendo in giro anche in maniera cattiva chi avendo un
minimo di potere si atteggia a grande.
Però è altrettanto vero che se pensi
di avere un potere che ti fa sentire sopra le parti alla fine pensi
di esserlo.
E' umano.
Poi dipende quanto pensi di essere
superiore, dipende cosa fai fattivamente come comportamento rispetto
agli altri, ma un angolo del tuo cervello in cui essendo
amministratore di sistema per molte aziende e possessore d'ascia nei
gloriosi tempi di FidoNet pensi di essere “migliore”.
Certamente non arrivo all'aiuto vice
portavoce (aka caposcala) del condominio di nessunopoli che si
atteggia a presidente della repubblica ma nel nostro cervello
scimmiesco esiste almeno un singolo neurone che dice qualcosa:
Seeeeiii figoooooo.... Seiii er meeeiioooo...
Avendo solo 2 neuroni potrebbe essere
un problema. Gia' con 4 la cosa si mitiga.
Questa bizzarra introduzione è per
spiegarvi il mio nuovo ban che si basa sui preconcetti.
Dopotutto penso di averli raccontati
tutti e tre, i ban, non i preconcetti che ne ho una valanga, in
questa sede.
Attenzione se siete orientati
politicamente o stupidi (che poi e' lo stesso) non continuate
non continuate neppure se siete facilmente offendibili, parlero' liberamente di molte categorie che rappresentano il 90% dell'italia. Queste categorie per alcuni sono offensive per il fatto stesso di esistere.
non continuate neppure se siete facilmente offendibili, parlero' liberamente di molte categorie che rappresentano il 90% dell'italia. Queste categorie per alcuni sono offensive per il fatto stesso di esistere.
Si avvisa inoltre che e' un luuuungo e
noioso pippone.
Lettore avvisato mezzo....
Lettore avvisato mezzo....
Leggo una notizia che parla del fatto
che un'azienda che quando vende un braccialetto d'oro da 10.000 euro
in caso venga restituito ha una procedura speciale per controllare
che nessuno abbia dato una grattatina con la carta vetro prima di
restituire l'oggettino in riparazione.
Dopotutto un bracciale con dentro un
orologio che dura sì e no mezza giornata quando è nuovo figuriamoci
se non può guastarsi.
Così Apple lo fa pesare e leccare
insieme a una busta francobollo in maniera che ci sia una custodia
coerente dell'oggettino.
"Quando
un Edition viene portato in negozio per essere restituito, l'orologio
sarà prima ispezionato visivamente da un membro dello staff per
assicurare che il dispositivo di lusso sia in condizioni idonee e non
sia né rotto, né graffiato. Poi, un membro specializzato del Genius
Bar controllerà il Watch con tool specifici, fra cui microscopi e
una bilancia di precisione per oreficeria, per assicurare che non
siano state rimosse parti in oro"
Ovviamente chi non è stato nel
commercio commenta sui vari forum e notiziari Web che la cosa e'
assurda, scomoda, pazzesca se odia la marca, bellissima procedura se
è un adoratore del marchio.
Il fattaccio:
Io faccio un'affermazione
Al sud italia mi fregavano le parti dei
tv telefunken, mi pare normale che controllino che uno non si fumi l'oro.
Vengo sommerso dalle accuse di
razzismo, la redazione intera è d'accordo sul fatto che io abbia
fatto una affermazione maledettamente razzista. E in quanto razzista,
bannato a vita.
Il problema spesso è di preconcetti
infatti se smontiamo la frase io ho detto solamente due cose:
“mi pare normale che controllino che
uno non si fumi l'oro.”
e mi pare che qui non ci sia niente di
razzista.
“al sud italia mi fregavano le parti
dei tv telefunken”
in questa frase esiste solo un'entità:
dei televisori Telefunken che quando transitavano in sud Italia
perdevano dei pezzi grassie a persone non bene identificate ma
localizzate in una specifica area.
E' un banale fatto assodato dalla mia
esperienza.
Somma della frasi: se mi capitava una roba cosi' a me figurati cosa succede se spari roba del genere nel mondo OVUNQUE, devi stare attentissimo...
ed e' banalita'
ed e' banalita'
Il fatto che non sia razzista dovrebbe
apparire dal fatto della specificità della frase: non ho detto che
tutti gli abitanti del sud Italia rubano.
Non ho neppure detto che ruberebbero
qualunque cosa.
Anche se sarebbe logico pensarle come
conseguenza se uno la tira un poco dritta.
Evidentemente, visto il dettaglio, è
una mia esperienza personale e che quindi è un dato di fatto non una
banale affermazione con un secondo scopo come infangare la
popolazione (non certo razza) residente.
In sud Italia si fregavano le parti dei
tv Telefunken è esattamente quello che mi succedeva quando dovevo
inviare un televisore in un paio di regioni in sud Italia: tornavano
con dei pezzi al loro interno che addirittura non erano della marca
specificata. Almeno la meta' della volte. 10 spedizioni 5 problemi.
Su 400 spedizioni che feci per quella promozione furono gli unici
intoppi da sommarsi solo alla telecamera partita nuova di marca sony e
arrivata jvc usata di 5 anni a Napoli. Napoli brilla sempre.
Dalla mia esperienza personale fare
transitare degli oggetti verso dei privati senza un accurato
controllo in certe parti d'Italia è semplicemente rischioso.
Non si parla di razze ma di zone meno
sicure.
Ora, se questo è razzismo allora lo
sono anche le statistiche dell'assicurazione.
E di brutto!
Se e' razzismo quello
dell'assicurazione allora una buona metà delle notizie dei giornali
sono razziste nei confronti di qualcuno.
QUANTO RAZZISMO!
RAZZISMO GROSSO!
RAZZISMO a MANCIATE e a SACCHI!
Perché se è vero che le automobili le
le rubano anche in Tirolo ma e' vero che l'eccellenza del ladrocinio
generale e' localizzata nel mezzogiorno e onesti cittadini locali,
purtroppo per loro, non possono che confermare.
Mi sembra un po' come quando si parla
dei gay che bisogna fare i salti mortali per dire che un gay è uno
stronzo senza far si che sembri uno stronzo perché è gay.
E' un umano stronzo. Fine!
Che sia un gay sono caxxi suoi.
Razzismo contro i gay? ma se non e' neppure una razza!
Razzismo contro i gay? ma se non e' neppure una razza!
Come in realtà probabilmente la maggior
parte di persone PENSANO che la parola napoletano
identifica uno stronzo.
Perche?
I napoletani è una vita che ci
raccontano di essere diversi dagli altri e nel loro racconto fanno
intendere che sono migliori degli “altri”: in genere si
raccontano come geniali nel truffare, svicolare, ghermire e
infrangere la legge cavandosela sempre. A scapito degli "altri" che saremmo tutti noi, i non napoletani, gli idioti.
Come se fossero di una tipologia
diversa, piu' elevata, a cui e' permesso altro, forse una razza a
parte?
Quindi sono loro i razzisti: i
napoletani!
Tutto questo turpiloquio per dire una
cosa banalissima: se in una determinata zona esiste una percentuale
sensibile della popolazione che si comporta in una maniera diversa da
quello che è considerato lo standard civile automaticamente tutti
gli abitanti della zona verranno percepiti con la stessa deviazione.
Questo fa parte del modo in cui il
nostro cervello perché non può, per evitare di esplodere, fare
delle discriminazioni molto precise.
Noi vediamo la realtà attraverso una
rappresentazione SEMPLIFICATA della stessa che fornisce il nostro
organo pensante e quindi automaticamente andiamo per semplificazioni:
i napoletani sono tutti ladri.
Al supermercato più caro del pianeta
pensiamo di risparmiare perché una volta abbiamo trovato il salame a
meno (ma ben reclamizzato!).
Tutti i tirolesi portano tutti gli zoccoli
La determinata marca e' sempre
migliore.
eccetera
è una semplificazione e ovviamente una
volta che siete dentro in una di queste categorie è difficile
uscirne.
Io ad esempio soffro molto di essere
nella categoria “italiani”.
Quando vado all'estero faccio parte di
una categoria di gente
che non si lava mai,
sporca ma ben vestita,
sono sempre sbracati,
spesso “stonati”,
canterina
che urla in continuazione in tutti i
luoghi pubblici
ed è irrispettosa del vicino.
Questa è la percezione che l'italiano
offre quando va all'estero.
Eppure io conosco tantissimi italiani,
la maggior parte, che non fanno parte della categoria “italiani”.
Perché questo succede perché quando
molti italiani vanno all'estero si comportano in quella maniera.
Non tutti ma UNA PERCENTUALE
SIGNIFICATIVA.
La domanda è da chiedersi se gli
altri, il resto del pianeta, sono razzisti nei confronti degli
italiani oppure molti italiani hanno dato modo, in percentuale
significativa, di pensare che gli abitanti del bel paese siano una
massa di cafoni un poco stronxi.
Non più tardi di 10 mesi fa una
famiglia di spagnoli continuava a guardarci mentre eravamo ristorante
e commentava il fatto che, sebbene sembrassimo italiani dalla parlata,
non potevamo esserlo: dovevamo arrivare da un altro paese che però
non riuscivano ad identificare.
A loro sembrava molto strano che degli
italiani parlassero con voce sommessa sedendo compostamente ma
soprattutto usando coltelli e forchette.
Situazione come questa mi capitano
regolarmente da sempre:
albergatori che rimangono stupiti,
indigeni che si chiedono come mai siamo
diversi dagli italiani.
La fregatura è ovviamente che fino a
quando non ci conoscono non abbiamo la possibilità di accedere a
determinate risorse locali che invece un abitante di altri Stati non
trova problematico avere.
Mi offendo?
No, capisco, ma lo trovo una enorme
seccatura che mi nega anche delle possibilità.
È razzismo oppure è un'esperienza?
Bisogna farne una colpa alla cameriera
del ristorante?
Quando ho trovato scritto in turchia di non fregarsi gli asciugamani solo in italiano capiamo alcuni perche'. Per l'albergatore Turco tutti gli italiani sono ladri i tedeschi che erano il 90% dei clienti, no.
Forse io direi che semplicemente di tutta l'erba un fascio e se nel fascio un 10% delle erbe e' marcia il fascio viene considerato marcio.
Forse io direi che semplicemente di tutta l'erba un fascio e se nel fascio un 10% delle erbe e' marcia il fascio viene considerato marcio.
Per le stesse ragioni che fa parte del
fascio, oh Dio detta così sembra un'altra cosa, soffre della
semplificazione poiché sa già che quando si dirà “italiani” si
intenderà molte cose anche poco piacevoli ma purtroppo, troppo
spesso, vere.
Quando si dice ad esempio che “al sud
rubano” da un lato sembrerebbe razzismo ma dall'altro è una
statistica cruenta che fatta la quantità di popolazione rispetto a
determinati tipi di ruberia non si può dire che non rubino e
comunque rubano di più che in altre parti d'Italia.
Pensiamo solo ai Biliardi (si, i
miliardi non bastano) di euro rovesciati nella cassa del mezzogiorno
che avrebbero potuto rendere la zona una produttiva e netta come la svizzera e invece
nulla e' capitato. Terra dei fuochi e alberi umani che guardano altri alberi.
Ovviamente chi e' del sud appartiene
due categorie quelli che rubano (che possono essere anche una
quantità relativamente modesta ma incidono negativamente sulla
percezione) e quelli che ingiustamente vengono regolarmente
incolpati.
Entrambi questi soggetti hanno
interesse a non farsi identificare come ladri ma soprattutto sanno
perfettamente se abitano alcune delle zone calde che verranno
immediatamente definiti ladri.
Questo ovviamente non è bello per gli
onesti.
Ma esiste un problema, si voleva
integrare culture e modi di fare molto diversi: prima i napoletani
con i bergamaschi e poi i negri con i bianchi che vista la diversa
pigmentazione e' persino piu' appariscente come differenza.
Cosi' hanno insegnato che chi
grezzamente cataloga e' razzista!
Così che quando io dico al sud si
fregano i televisori della Telefunken automaticamente a queste
persone viene immediatamente in mente un indice puntato che urla
“ladri terroni” dall'altro lato della testa una sirena spiegata
urla
“razzista razzista razzista razzista...“
come e' stato
insegnato a riconoscere.
Ovviamente per dire seriamente “Ladri
terroni” bisogna essere in piedi sul tavolo, indossare una tunica,
reggersi con un lungo bastone e urlare a squarciagola per ottenere
l'effetto migliore.
Oppure chiamarsi Bossi e avercelo sempre duro.
A riprova del fatto che era una cosa di
pancia notiamo il tentativo di affibbiare a quelli del Nord
l'appellativo di polentoni in quanto mangiatori di polenta
dimenticando però gli abitanti delle città come il sottoscritto
nella sua vita la polenta è una cosa relativamente rara ma molto più
comune ad esempio la pizza.
Pizzaloni?
Ok quelli del nord sono pizzaloni.
A casa mia si chiama ipersensibilità.
O razzismo al contrario.
Poi esiste bisogno di appartenenza
sommato al bisogno di una patria.
L'italiano non si riconosce come tale e
non sappiamo quindi è necessaria una patria un pochino più
ristretta, tipicamente il paese-citta' dal quale proveniamo.
Questo giustifica tutta quella serie di
campanilismi anche di città vicine.
Tempo fa parlai con dei napoletani
erano molto arrabbiati sul fatto che la loro città venisse
considerata quello che è.
Io affermai molto semplicemente che se
non volevano che Napoli venisse considerata male sarebbe bastato che
tutti loro cominciassero ad alzare le mani e darsi da fare per
contrastare la situazione.
Per esempio fare la raccolta
differenziata e pagare regolarmente il biglietto dell'autobus.
Costoro non solo mi dissero che
l'autobus deve rimanere gratuito, e intanto il gasolio lo pagano gli
ALTRI, ma dopo lo svicolo sulla questione spazzatura cominciarono a
dire che la loro città era bellissima e non l'avrebbero mai cambiata
con nessun'altra.
A questo punto appare ovvio che la
situazione non cambierà mai per il percepito della città partenopea
poiché dunque la situazione in essere per un indigeno medio e'
comunque bellissima.
Tanto da traslocare a Torino.
Dare dello schifo alla propria citta
equivale ad ammettere un fallimento PERSONALE.
Perche' si e' napoletani, torinesi, al
massimo toscani ma MAI italiani.
Bellissimo quindi essere considerati
LADRI pur di non perdere l'appartenenza.
Uno sforzo collettivo per contrastare i
peggiori in maniera da dare, col passare degli anni, una luce diversa
è fuori questione.
Troppa fatica.
È lo stesso degli italiani all'estero
tutti presi a dire che l'Italia è il paese dove si mangia meglio,
dove si sta meglio e continuare a comportarsi come dei cafoni
ovunque.
Il problema è che molti di questi
cafoni fino a quando sono tra di loro, ovvero in Italia dove è
normale che i bambini urlino in mezzo ai tavoli di un ristorante e il
ristoratore non può cacciarli perché viene considerato uno strano e
addirittura se redarguisce i genitori viene considerato, ancora
peggio, come uno che deve farsi gli affari propri, sembra che stiano
nella normalità.
La normalità del cafone.
Tutti i ristoranti italiani soffrono di
questa roba, se andate oltre confine si puo' dialogare senza alzare
la voce nei ristoranti che non costino come un fastfood. Salvo che sia frequentato da italiani, russi e qualche altro paese simile. Ma se il ristoratore e' serio, salvo che siate molto ricchi e spendaccioni, la prossima volta non ci sono tavoli per voi.
Ovviamente il marketing e la politica
continuano a spiegare queste persone che sono speciali, che sanno
scegliere bene e che qualcuno li aiuterà sempre anche se sono
ignoranti e cafoni.
Però basta che passino pochi kilometri
e vadano in uno degli Stati un attimino più civili perché si
scontrano con la dura realtà che non basta urlare più forte per
farsi capire da un receptionist che parla quattro lingue ma non
l'italiano.
scena vista almeno una decina di volte.
Non basta urlare più forte per
apparire migliori.
E il fatto di lasciare una camera
distrutta sicuramente pagherà la necessità di sentirsi superiori
alla cameriera ma quest'ultima inquadrerà gli sfigati come tali
visto che in genere la gente di alto livello la camera la lascia
decisamente meglio.
Tanti anni fa andando ad Ortisei, posto
rispetto al quale sono terrone, l'affittacamere non sapeva se noi
fossimo la comitiva di Milano o di Palermo perché erano entrambe
gestite da un'agenzia che ne avrebbe mandata una da lei e una da una
sua conoscenza.
Quando gli comunicammo di essere quelli
di Milano lei tranquilla tranquilla Sbuffo' dicendo
“meno male”
senza pensare che a Milano di palermitani ce ne sono più che di
milanesi.
A questo punto, visto che
l'affittacamere fa lo stesso mestiere da decine di anni, è razzismo
quello che è appena scaturito dalla scenetta pure è semplicemente
un
“meno male l'ultima volta è stato un disastro con dei
palermitani”?
Magari su 100 palermitani e' andata male solo una volta, ma lei si ricorda di quella. Perche ci si ricorda sempre del peggio.
Ancora ricordiamoci una cosa, la
xenofobia fa parte dell'essere umano: se uno dice che assolutamente
non è razzista o non ha paura del nuovo io lo prendo mazzate perché
comunque nostro cervello si fa delle strane idee.
Poi sta a noi, esseri senzienti, capire
quando la si semplicemente una questione di pancia oppure
effettivamente è una banale statistica.
Il problema che queste due forze, la
pancia e la statistica, collaborano per fare una bomba esplosiva che
poi identifica in maniera marchiante le persone, le categorie
eccetera.
Altra riflessione che mi è scaturita
in questi giorni perché qualcuno ovviamente deve a tutti i costi
incrementare quei 10.000.000 di residenti che provengono da paesi
extracomunitari, o giù di lì, riguarda le parole extracomunitario e
terrone quando dette da me o da mio nonno.
Una pubblicita' che mi ha causato un
cortocircuito.
Quando parlavo con i nonni che hanno
vissuto la prima immigrazione pesante nella zona parlavano dei
terroni in una maniera molto potente e se vogliamo cattiva.
Ho sentito da coetanei dei nonni, tenetevi
forte, che si comportavano cosi' perche', poverini, nascevano (o uscivano, non
ricordo) dal vulcano come belzebu'. Evidentemente le anime ignoranti
dovevano trovare una spiegazione a certi comportamenti a loro incomprensibili come il linguaggio usato.
Io sinceramente ho sempre pensato che
fossero balle perché avevo in classe tanti terroni, il 70%, ma
sebbene molti fossero un po' sopra le righe la descrizione non
corrispondeva con la mia realta'.
Per me e per mio nonno la parola
terrone sono due cose diverse.
Per me era solamente una serie di
comportamenti che vivevo di tanto in tanto come ad esempio il fatto
che alcune famiglie di quell'origine si comportassero “da terroni”
come ad esempio arrivare con tutto il necessario per preparare la
pasta in mezzo alle aiuole curate della Versailles italiana.
(In altri paesi una situazione del
genere avrebbe dato scandalo e la forza pubblica sarebbe giunta
armata ma da noi era una cosa normale perche' si doveva fare
l'integrazione.)
Normalmente la parola terrone per me è
un epiteto non particolarmente pesante, alle volte simpatico, da
allungare ai miei amici di origini lontane.
Per me terroni assomiglia più a
grezzoni perché quello che notavo di più era che erano grezzi:
molti impugnavano la forchetta come se fosse
venuto il momento di uccidere qualcuno,
i maglioni infeltriti non eran rari
perché probabilmente dalle loro parti non s'usavano le lavatrici (o
i maglioni pesanti) e avevano tutta una serie di
comportamenti che a “noi”, fighetti del nord, parevano strani.
Pero'
Una persona che viaggia su di un ciao
colorato con la bomboletta, tenuto insieme con lo spago, ma che monta
una marmitta Proma che costa più del ciao nuovo ed e' tanto rumorosa
che si sente fino a Reggio Calabria è, per il mio cervello, un
terrone.
Anche se si chiama Giacobazzi, vive da
15 generazioni a Curno e sono diretti discendenti di Agilulfo.
Evidentemente per il mio cervello
Terroni non e' simbolo di razza ma di comportamento.
Arriviamo al cortocircuito promesso.
La campagna di marketing per far
sembrare gli extracomunitari come noi, come eravamo noi, piu' di noi, sempre noi, nient'altro che noi
e' molto subdola: cercando di far leva sulla nostra pancia cerca di
spiegarci che noi e loro, in fondo, siamo identici.
Non è vero.
Siamo persone che sono cresciute in
ambienti diversi e quindi ci comportiamo diversamente.
Ci comportiamo diversamente perché le
caratteristiche del luogo spesso lo richiedono.
Ad uno che abita un posto dove un cesso
come una casa è una cosa rara farà i suoi bisogni dove capita.
Giunto nel milanese dal deserto del
Negev quando gli scappa lascerà il suo ricordo sul mio portone,
sulla casa di lato,
dietro palo della luce,
sulla saracinesca della scuola guida
e cercherà persino di fare quella
grossa nella bussola antivento nel negozio a lato.
Conosco extracomunitari migliori di
molti italiani ma molti di loro sono dei disperati senza cultura che
provengono da terre molto diverse di una metropoli.
Ovvio pisciare in mezzo alla strada.
Cosi' per esempio pompano su inet e sui
social robe come questa a dimostrazione che
"noi come loro".
Per
cercare di intortare, di non far notare le enormi differenze.
È bene talvolta non dimenticare...
Generalmente sono di piccola statura e
di pelle scura.
Non amano l’acqua, molti di loro
puzzano perché tengono lo stesso vestito per molte settimane.
….
Quando riescono ad avvicinarsi al
centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti.
Si presentano di solito in due e
cercano una stanza con uso di cucina. Dopo pochi giorni diventano
quattro, sei, dieci.
Tra loro parlano lingue a noi
incomprensibili, probabilmente antichi dialetti.
….
Fanno molti figli che faticano a
mantenere e sono assai uniti tra di loro.
Dicono che siano dediti al furto e, se
ostacolati, violenti.
….si è diffusa la voce di alcuni
stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne
tornano dal lavoro.
I nostri governanti hanno aperto troppo
gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo
selezionare tra coloro che entrano nel nostro paese per lavorare e
quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, attività
criminali…
…….Si privilegino i veneti e i
lombardi, tardi di comprendonio e ignoranti ma disposti più di altri
a lavorare.
Si adattano ad abitazioni che gli
americani rifiutano purché le famiglie rimangano unite e non
contestano il salario.
Gli altri, quelli ai quali è riferita
gran parte di questa prima relazione, provengono dal sud dell’Italia.
Vi invito a controllare i documenti di
provenienza e a rimpatriare i più.
La nostra sicurezza deve essere la
prima preoccupazione.
OTTOBRE 1912: relazione
dell’Ispettorato per l’Immigrazione al Congresso Americano sugli
immigrati italiani negli Stati Uniti
A fronte di questo, sono fatto per
l'ennesima volta alla rovescia, mi ricordano molto le cose che
diceva mio nonno.
In più non solo dice degli italiani in
genere quello che diceva mio nonno ma in pratica l'ispettorato per
l'immigrazione divideva gli italiani fra quelli del nord e i terroni.
Come mio nonno.
O era pazzo mio nonno e di conseguenza
lo era anche l'ispettorato del congresso oppure qualcosa di vero alla
fine c'è. Magari ha a che fare con il 10% o il 5% della massa ma evidentemente qualcosa ci deve essere.
Quello che di vero secondo me è che le
persone che emigrano sono persone che a casa generalmente non stanno
bene.
Certo,
esiste l'avventuroso,
esiste l'avventuroso,
la persona che cerca nuove sfide
all'interno dei mercati globali
e tutte quelle belle frasi portentose.
Ma alla fine la maggior parte di
emigrazione di massa e' perché in un determinato luogo si fa la fame.
E quelli che partono sono solitamente
quelli che non hanno molto da perdere ovvero la fascia più bassa
della popolazione.
Perché una cosa è attrarre i cervelli
attraverso università o occupazioni prestigiose e allora se mi
dessero una cattedra di “pensiero incazzoso” al MIT con uno
stipendio favoloso è ovvio che ci penserei.(dove! dove! eccomi!)
Ma per partire sulla motonave e
attraversare l'oceano o comunque spostarmi di un migliaio di
kilometri senza garanzie come hanno fatto i lavoratori del sud quando sono andati al
Nord vuol dire che da dove provenivano per loro non c'erano sbocchi.
Solo la fame.
Sempre mio nonno diceva cose
raccapriccianti a cui io non ho mai creduto e questo testo mi ha
fatto fare un cortocircuito mica da ridere.
Quello che diceva mio nonno degli
immigrati del sud erano le stesse cose che io vedo oggi con alcuni
extracomunitari.
O sono diventato come mio nonno e contemporaneamente
assai razzista, oppure mio nonno aveva visto altre cose rispetto ai miei occhi.
A chiusura del cerchio gli extra si mettono a
cucinare vicino alle aiuole e per evitare che si siedano sopra queste
ultime, nuovamente, anziché cacciarli gli hanno disposto quei
tavoloni con integrata panca poco distante (300m) per evitare che, di
nuovo, si siedano sulle aiuole (NB da 2 anni hanno sgombrato, attendiamo la prossima ondata nel 2085 magari dal congo o dalla mongolia)...
Questo e' un enorme volo pindarico che
e' partito da un ban di gente ipersensibile al “razzismo” perche'
oggi si insegna a scovarlo e colpirlo per permettere di accettare
cose come il piscio sul portone e perche' il razzismo esiste e
soprattutto ha delle origini.
Si deve evitare che il residente prenda
la pistola e accoppi il lurido che lo ha costretto molte volte a
ramazzare il portone pulendo puzzolenti lasciti altrui.
Si, il razzismo e' figlio della parte
scimmiesca che e' in noi ed e' acceso dai comportamenti “diversi”
come ad esempio il tipo di vestiario.
Il PRECONCETTO e' un'altra cosa che
spesso va a braccetto con la prima ed e' dato dal passaparola o da
fatti. Che poi trasformi tutta l'erba in un fascio e' altro.
Ovvio che se non vedete aldila' del
vostro naso dire che in sud italia mi fregavano i tv sembra chissa'
cosa.
Ma
forse oggi esiste il “razzismo” al contrario: se qualcuno dice
che bisogna fermare gli extra che pisciano sui portoni
automaticamente diviene razzista.
Se li becchi mentre "operano" si mettono a ridere e ti
dicono “chiama carabinieri” perche' tanto le forze di polizia in
italia non possono toccare neri, black block, extra.... altrimenti e'
un casino.
Finiscono in galera le forze
dell'ordine.
Il “razzismo” al contrario.
I cattivi sono i "nostri" concittadini e gli "altri" sono da rispettare.
I cattivi sono i "nostri" concittadini e gli "altri" sono da rispettare.
Per la cronaca gli italiani che bevono
nella stessa bettola degli extra non arrivano al portone: sembra che oltre a non
saper mettersi il berretto (non riescono neppure a calcarlo fino in
fondo) si mettano a pisciare senza aver aperto la serranda a due
metri dall'obbiettivo.
Evidentemente non e' un problema di
pelle ma di testa.
Ci hanno insegnato con tutte quella
immaginette che negro, bianco giallo sono uguali e BISOGNA gridare
allo scandalo se qualcuno dice cose come “negro”, per carita',
“non bianco”, “diversamente pigmentato” (insomma piu'
razzista ancora, un DIVERSO diventa).
Pero' non bisogna offendersi per cose
come “le bionde sono stupide”.
Non e' razzismo anche quello??
Google identifica un viso del primate
scuro con peli scomposti sula testa, occhi grandi, e mascella scura
come GORILLA.
Ovvio che se avete un amico nero, siete
cosi' stupidi da usare un cellulare come macchina fotografica, con un
illuminazione che sconsiglia di usare persino uno zeiss noctilux e
pretendete che il tag sia giusto siete dei fessi.
Google riesce nel miracolo:
Trova che e' un animale
Scopre che e' un primate.
Indovina pure che e' di grosse
dimensioni, non e' una catarrina insomma.
Giunto al 99% del riconoscimento, ha
beccato pure che e' un hominidae, sbaglia razza.
Per me e' un semplice miracolo delle
reti neurali tenuto conto che in alcune foto la qualita' e' oscena.
Qualche idiota urla al razzismo.
Il computer di google e' razzista, quelli di G sono dei razzisti!
Il computer di google e' razzista, quelli di G sono dei razzisti!
Cioe' fammi capire, un sofware che
azzecca il 98% della razza e quindi il 99.999% del contenuto della
foto (distinguendo che non e' un sasso, un auto, un fiore o una
tazza) in caso di errore dello 0,0001% e' razzismo?
Ma sei un idiota!
Il fatto che se un negro non cambia che sei un idiota. Fossi bianco o blu saresti comunque un azzurro idiota di merda.
Il fatto che se un negro non cambia che sei un idiota. Fossi bianco o blu saresti comunque un azzurro idiota di merda.
Comunque per me esser chiamato razzista e' un bel ribaltamento.
Uno che e' stato piu' volte ringraziato
da extra di varia origine
“perche' non mi hai trattato diversamente come hanno fatto altri”.
“perche' non mi hai trattato diversamente come hanno fatto altri”.
Eggia', che scoperta.
Un punto vendita “serio” non fa
differenza di colore, origine, religione ma solo di CENSO.
Un punto vendita e' razzista con i portafogli, non per il colore della pelle.
Hai il grano? Ecco il prodotto!
Un punto vendita e' razzista con i portafogli, non per il colore della pelle.
Hai il grano? Ecco il prodotto!
Al limite di pulizia: se entri che
puzzi come una vacca che si e' rotolata all'alpeggio nel posto
sbagliato e' ovvio che non ti trattero' bene, no?
E mi dispiace dirlo, molti extra avevano difficolta' con la doccia maggiormente che gli italiani.
Pero', ad esempio, anche i vecchi non scherzano.Provate a prendere in mano certi telecomandi e il ribrezzo prendera' la vostra anima. Sono razzista contro i vecchi?
A dire il vero, scrivendo questo testo,
ho scoperto di essere MOLTO razzista, probabilmente e' l'eta': mi
danno sui nervi gli idioti e gli ignoranti che pensano di essere
informati (li chiamiamo grillini?).
Ecco io farei una legge contro gli
stupidi, li raccoglierei in un punto e gli darei fuoco.
Ma non sono l'unico. Cyril Michael
Kornbluth ha scritto un racconto che a leggerlo fa pensare che
soffrisse della mio stesso razzismo.
Un discorso senza ne capo ne coda, non
trovate?
Ma quanto sono razzista?
tantissimo.
tantissimo.
Piu' di CMK di certo.
Cosa ne pensate?
Cosa ne pensate?
3 commenti:
il COSO dell'ispettorato del congresso... non ti sei ancora accorto che è una bufala?
il resto è nulla più di sbrodolio da bar, nulla di nuovo, nulla di sensazionale
non e' importante poi che sia una bufala ma e' esemplificante.
Al solito le fonti che ho letto in italiano (4) si copiano l'un l'altra
Probabilmente e' un collage di varia roBBa
ne parla anche attivissimo ed e' come al solito preciso.
https://www.cicap.org/new/stampa.php?id=273933
Ma ripeto e' importante?
E' importante che ci dicano che noi SIAMO i disperati del 1912.
Sorry,il passo dopo e' considerarci spagnoli o francesi.
sbrodolio da bar?
un luuuungo e noioso pippone cosa e' secondo te?
:-P
Su una cosa ti sbagli.
Quelli che emigrano non sono i più disperati: sono una via di mezzo, sono i meno disperati tra i più disperati.
Sono quelli che si sono presi una laurea nel loro paese, magari, e dopo aver constatato che rischiano comunque di fare la fame, se ne vanno verso un posto migliore (i disperati non se ne vanno perchè non ne hanno la capacità o la volontà).
Sono quelli che hanno aspirazioni migliori, i più intraprendenti, i più determinati (i disperati sono rassegnati, non hanno mezzi di sussistenza e non possono sprecare quello che hanno per pagarsi un viaggio di sola andata verso il nulla).
In fondo è quello che è successo al Sud in Italia: i più intraprendenti se ne sono andati al Nord a lavorare e hanno lasciato a casa quelli che non avevano la capacità / la forza / la voglia di lavorare di più per migliorare la loro condizione.
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