non ha mai preso neppure un raffreddore.
La scuola si basa sui professori, sulla scuola e sul programma (e la sua gestione).
sono 3 cose da capire singolarmente (al solito non esiste un silver bullet) e a sua volta la sQuola fa parte di un sistema, che oggi non ci interessa.
La prima cosa che vediamo è come
partirei con l'ultimo, che e' piu' difficile, ma piu' facile come descrizione.
Come procederei?
Tirerei una bomba a mano.
Ma andiamo a noi.
In Italia quando andavo a scuola si
voleva introdurre la solita parolaccia del decennio, all'epoca si
chiamava interdisciplinarità.
Mi si accartoccia la lingua solo a
dirlo.
L'idea era buona, ma l'applicazione
pessima: era un qualcosa da AGGIUNGERE.
Sorry, non e' una cosa che
si puo' aggiungere.
Più studi, più ti rendi conto che tutto lo scibile e' interconnesso.
Lo diceva già Pascal nel 600, non e' certo una cavolo di novità... salvo che siate fermi ai romani e quindi pensate che lo scibile derivi dal latino.
Le discipline sono interconnesse, tutto, persino il foxxuto latino alla lontana, ma fare un paio di lezioni che aggiungono il tema non e' che evidenzi la cosa.
Non e' che tu fai gli stessi programmi
e poi aggiungi un paio di castronerie, in realtà devi cambiare i
programmi o la stessa scuola se e' rigidamente compartimentata come la nostra.
Provate ancora oggi a dire ad un prof di italiano o musica di
usare un computer a lezione: invocare satana e' meno scioccante per
alcuni di loro... eppure ci sono tante cose sulla lingua e sulla musica che non puoi
vedere altrimenti.
Ormai la musica e' fatta a computer, che piaccia o meno, nella stessa maniera che nessuno scrive un libro scrivendo con la piuma e il calamaio.
Ovviamente, come spinta contraria, più lo scibile diventa
“tanto” più e' difficile diventare eclettico e DEVI
specializzarti su qualcosa.
Oggi le conoscenze sono tali che ogni
minima branca collaterale della conoscenza e' ormai una cosa enorme
che nessun singolo riesce a comprendere integralmente.
Un effetto collaterale di questo è che
chiunque fa qualcosa che non sia scopar per terra e' obbligato a
lavorare in team.
L'epoca dell'one-band-man e' finita da 100
anni, non e' piu' l'epoca dei Tesla (che chiude definitamente un era) e i team
hanno vinto.
Quando fai qualcosa, anche solo un telefilm o uno
scaldavivande, dovrai interfacciarti con chi ne sa piu' di te in
qualcosa.
Oggi il regista che fa tutti i lavori della troupe non
esiste, anche solo come immagazzinare i dati vuol dire avere in giro
un informatico.
Fare un video vuol dire avere a che fare con molti
skill, persino gli youtuber migliori che paiono ripresi nella loro
stanzetta solitari hanno in realta' un aiuto e consultato almeno 3
specialisti (i piu' onesti li mettono nei titoli di coda e se lo
notate vedete che sono tanti personaggi per un solo video fatto in una stanzetta...)
figuriamoci un telefilm., solo cretino come Moretti può pensare di essere un genio.
Quindi e' necessario una spinta sia a pensare scientificamente al mondo come un unica cosa compplessa e interconnessa, sia al lavoro in team, pur lascianod specializzare le persone mano a mano proseguono gli studi.
Ma la prima cosa e' abolire il 6 politico, dato anche ai professori.Oggi se non si termina il programma si
va avanti lo stesso.
Il ciclo, l'anno, e' terminato quando termina il
programma, non quando passano i mesi.
Quando fai le elementari se hai studiato le tabelline,
diamo per scontato che le sai e se non le sai te le studi e ti fai un
altro mese di scuola o stai a scuola piu' ore.
Idem l'inglese: “the cat is on the table”
oggi mi dicono che lo fanno anche alle elementari (per fortuna).
Poi
arrivi alle medie e per un anno ricominci “the cat is on the
table”.
Poi arrivi alle superiori e per un anno
ricominci “the cat is on the table”.
Poi arrivi al secondo
giro delle superiori e per un anno ricominci “the cat is on the
table”.
Evidentemente qualcosa non ha funzionato se chi esce non sa mettere un felino sul tavolo.
La causa e' che se un professore manca, non ha insegnato o ha idee strane, il professore successivo deve allinearsi necessariamente agli alunni meno preparati, che spesso sono in condizione infima.
Ovviamente per gli alunni piu' preparati la scuola diviene "perdita di tempo" o vista come inutile, tanto da prenderla sotto gamba.
Potrei fare lo stesso esempio per molte discipline, anche importanti come matematica (ricordate le statistiche che vi ho presentato?).
I rimandati a settembre era un pessimo tentativo (almeno era un tentativo) per diversi motivi:
Si lasciavano gli studenti a studiare da soli
Era uno stigma
E alla fine si promuovevano comunque, o normali o a settembre, perché, alla fine, era colpa dei prof che erano mancati per mesi o non erano stati in grado.
Perchè il benchmark erano, sono, gli altri studen ti non il programma. Ovvero se fai schifo rippetto alla classe ti boccio, altrimenti no.
In realtà il riferimento deve essere il programma (che va controllato e variato, ma se e' corretto va rispettato), non la classe. Se la classe non arriva alla fine del programma, cominciamo a chiederci cosa non va nella scuola, non negli studenti.
E poi abbiamo l'italocentrismo.
Per
carità ci sta che si studi di piu' quello che e' italiano, che lo si
esalti anche in virtù di costruire un popolo (ma non ha funzionato
facendolo male).
Però esiste un limite.
Quando mi insegni letteratura ci puo'
anche stare che sia principalmente italiana.
MA in un mondo in cui
in Italia non si vendono libri (forse è dato dalla scuola?) e quei
pochi venduti se non sono di un calciatore (totti?) o di una velina sono regolarmente di uno
straniero qualche domanda bisognerebbe porsela.
Il primo italiano che sospetto non sia non sia una influencer-velina-mezzobusto (9no e 11simo posto mentre scrivo) e' il 14esimo di una che manco ha una pagina su wikipedia (e vien da pensare che sia una bandiera o una tictokker, piu' che una brava scrittrice) quello dopo ancora e' oltre il 20simo e non cerco neppure se lo fa di mestiere o e' solo il solito boost televisivo.
E si noti che in italia, da bravi compartimentatori latinisti, non si mettono in classifica i libri dei fumetti o altro, probabilmente Demon Slayer e soci farebbero diventare il primo italiano il 20esimo almeno.
Anche quei rari anni che un “italiano” arriva nella top ten alle volte non è neppure IN italiano (mi chiedo perché sui libri di Camilleri non ci sia come su altri testi, es Kahlil Gibran, la doppia pagina con l'italiano a destra, io non capisco meta' di quello che scrive, e' un raro strazio arrivare in fondo senza aver capito di cosa parla un libro, forse i libri Camilleri sono manuali di toponomastica avanzata e non romanzi come credevo.)
La classifica evidenza che "italiano" nelle scuole e' fatto con il Cu?
Uno dice, ok, venderemo all'estero perché siamo esterofili, ma noi siamo fighi tra i fighi con tutti quegli studenti di materie auliche.
Se andiamo in Francia, dove un libro e'
un libro (e nei primi 10 ci sono tonnellate di manga), la situazione
e' decisamente rosea per i francesi, ma nessun italiano nei primi 20.
Idem in altri stati EU.
Diciamo che nonostante questa enorme spinta alle materie umanistiche del nostro paese e' ovvio che anche queste sono insegnate male: non vendiamo libri in Italia o nel mondo, nessuno è in grado di produrre letteratura.
Oltretutto leggiamo poco, ovvero non insegniamo le materie umanistiche... oppure le facciamo odiare.
Ovvero stiamo insegnando obbligatoriamente a chi non frega
un caxxo materie umanistiche:
devo fare il commercialista, ma mi hanno detto che per fare
un bilancio aziendale devo frequentare il classico dove,
inaspettatamente, mi gonfieranno i testicoli con Leopardi e Dante
fino allo sfinimento.
Corollario:
essendo un insegnamento asciutto
in classi in cui “impariamo a pappetta solo per rispondere alla
proffa e dopo dimentichiamo” anche chi potrebbe trarne vantaggio
viene trascinato nella melma. Abbiamo solo imparato che si può
studiare per dimenticare e le materie sono tutte inutili.
Anche questo ci dice che non basta un piccolo cambio di passo, ma e' necessario un massacro.
La prima cosa da fare per le superiori è azzerare tutto, anche le medie sono conciatissime.
Dal momento che già molte superiori hanno un doppio step di 2+3=5anni istituzionalizziamolo per tutti.
Niente piu' licei, itis, itc, licei speciali che sono licei ma anche no, professionali e varie.
Chi si ferma a 2 anni dovrà ottemperare ad una serie di materie che daranno quel risultato, attraverso alcuni obblighi, alcuni punteggi eccetera.
Chi arriva a 5 anni idem.
si potrebbe anche pensare di unire le medie e i primi anni delle superiori per portare la metodologia fin da subito. Comunque non e' una questione del nome del ciclo, oltre forse ad evitare il nome liceo per evitare fraintendimenti.
Il tipo di corso deve essere flessibile.
Chi vuole fare medicina puo' iniziare fin da subito finite le medie
con materie come chimica, farmaceutica, eccetera compatibilmente con
le conoscenze pregresse (non puoi fare chimica organica prima di
quella base eccetera). E le medie essere meno delle elementari ripetute.
Salvo per le materie “libresche” di base base,
lo studente va dalla materia, non la materia va in classe.
Ci sono
diplomati in chimica dalle mie parti che hanno fatto 30 ore di
laboratorio, elettronici che non sanno montare un circuito: non
esiste.
Tutte le materie tecniche debbono avere
i laboratori in quantita' bastante agli studenti. Anche alle medie.
Tutti gli istituti superiori debbono avere un certo numero di materie tecniche disponibili.
Come effetto collaterale abbiamo due
effetti positivi:
1) i professori hanno il tempo di preparazione
della lezione
2) una potente interdisciplinarieta': nella stessa
classe puo' esserci l'artista che va a fare informatica, come il
chimico o il biologo e gli stessi studenti potrebbero creare legami
di interesse tale da cambiare la materia dal loro punto di vista.
Perché e' certo che puoi avere lo
scalzacani che va a studiare nella stessa classe del genio
(rallentandolo), ma e' vero che lo avrà solo per i primi step
aumentando lo skill ad ogni ciclo (che potrebbe non essere solo
annuale, no?).
Inoltre potresti avere l'informatico che si reca da
chi frequenta chi fa un ciclo breve di soli 2 anni a base di
meccanica (quello che oggi abbisogna del professionale) per portar a
compimento un progetto di robotica facendo nascere collaborazioni,
una cosa che in Italia non sappiamo fare nel lavoro (potrei narrare
di un mobiliere che si voleva fumare un mio progetto elettronico senza
neppure capire come funzionava e come montarlo...).
La serietà deve essere fondante, anche alle
medie: inutile, come succede in Italia, avere una lezione di musica
che si riduce all'ascolto da un lettore da 2W stonato appoggiato
sulla cattedra e cercare di suonare con un piffero Beethoven, una
roba mai sentita e non "sentita".
O lo fai SERIAMENTE, o non lo fai. Se lo fai non gli fai suonare Betownio, cerchi qualcosa che ha gia' sentito, la sigla di un cartone o di una pubblicità, per iniziare.
Perché
se non lo fai SERIAMENTE anche lo studente penserà che la suola non
e' una cosa SERIA o penserà che sia astrusa.
Fai una lezione tecnica come musica?
Lo
fai bene, altrimenti studiamo biologia.
Se fai musica devi avere
un'aula attrezzata e insonorizzata (lontana dalle altre aule) in
cui hai gli strumenti e li puoi dare in prestito agli
studenti.
Altrimenti non fai lezione di musica, al massimo puoi
fare storia della musica, che o sei un nerd della cosa o sfracassi
talmente gli zebedei che poi ascolti la trap come liberazione.
Idem ginnastica, che nella mia carriera scolastica si definiva spesso in “andate a giocare a calcio”.
Vuoi fare ginnastica? Fallo seriamente.
Vuoi davvero giocare a calcio (lo sport del 3zo mondo?), idem, prepara una squadra seria, fai dei tornei a livello della città fra le scuole, cosi' vedi anche se IMPARANO a giocare per davvero o è solo un urlare dietro una palla come al cinodromo.
Quello che e' presente in Italia nel
mondo del lavoro, probabilmente come conseguenza della scuola, e' un
“arrangiarsi” e non far mai le cose seriamente pianificando, e la scuola, se ci pensate, ha quella organizzazione.
Nel mondo del lavoro ho visto migliaia di arrangioni, alcuni con una capacità di arrangiarsi favolosa, ma raramente di lavoratori efficienti e integrati. Capaci veramente.
Ogni tipologia di percorso deve essere costruito con un sistema di regole per determinare un goal. Certamente tutti devono fare un italiano di base, matematica, informatica eccetera, ma, con un sistema di punteggio e di veti (puoi fare questo solo se hai fatto quello) lo studente deve essere liberato da costrizioni senza senso.
Le aule debbono essere in oltre essere
“prestate” agli studenti in gruppo che ne fanno richiesta e deve
esistere personale che fornisce assistenza.
Si, i famosi CLUB che
esistono in molti stati su diversi oceani.
Perché la scuola e' un occupazione e
almeno dalle medie non bisogna
“correre a casa a mangiare dalla
mammina”.
Che poi si riduce ad arrivare affamati come lupi perché
comunque non e' che le lezioni terminano alle 12:00.
Mi ricordo che le ultime 2 ore erano il regno della disattenzione, la fame mordeva duro e i prof erano spesso distratti.
Inoltre le ore devono aumentare e ci
si rende semplice anche gestire le attività extra e i corsi di
sostegno.
Questo e' un problema sindacale, chi ha preso la cattedra ha fatto bingo e puo' lavorare 18 ore alla settimana (fino a 36, statistiche strane a parte, sono verso le 25h di media) per una media di reddito per docente in Italia è € 46 800 all'anno (2021, semilordi).
18 ore non e' un lavoro, e' un par-time.
Quando qualcuno mi narra la stronzata "ma poi a casa correggo i compiti e non e' vero che le ore son poche..." mi sorge la voglia di un bastone nodoso.
Primo non capisco perché corri a casa, puoi correggere a scuola, esistono le aule degli insegnati apposta, la biblioteca eccetera.
Un qualsiasi altro lavoratore fa 40 ore e ha la meta' delle tue vacanze...
Poi ci sono molti modi di farsi aiutare coinvolgendo nel processo per molte materie, gli stessi studenti. Avevo un prof che lo faceva e mi sembrava una cosa propedeutica.
Invece non sento mai parlare di formazione continua agli insegnanti. Ma lo vedremo poi.
Va riformato il contratto docenti e i sindacati dovrebbero cominciare ad accendere il cervello e dici cosa e' la loro priorità, perché, negli ultimi 30 anni, ho visto principalmente un movimento conservatore schivo del "mio nonno faceva cosi' noi dobbiamo fare uguale".
Alla fine la cosa più semplice e' che si pranzi a scuola e le lezioni proseguano dopo pranzo.
Anche qui triplo vantaggio a restare a pranzo a scuola.
1) si possono aumentare le ore di insegnamento
2) si possono favorire i CLUB (la mia scuola media un anno fece un timido tentativo fallito: ma chi e' quello scemo, oltre al sottoscritto, che TORNA a scuola nel pomeriggio del giovedì? Su 5-600 alunni eravamo in 10, il 2%...)
3) se tua madre lavora... non sarebbe il caso che
tu stia a scuola almeno perché si possa organizzare?
Sai, se deve staccare dal lavoro per farsi trovare a casa quando torni (e a 10 anni non tutti sono dei geni che sanno cucinare/riscaldare, alcuni neppure a 16), non avrà un lavoro decente e poi si lamenterà per tutta la vita che il datore di lavoro preferisce gli uomini per fare i lavori piu' pagati.
4) si possono fare dei corsi di recupero-studio per chi e' meno portato o e' rimasto indietro.
Perché i problemi si affrontano SUBITO, alla verifica andata storta, non quando il bubbone è scoppiato e la verifica non diviene piu' un babau, ma un'occasione di verificare il percorso.
Bonus pack, poter dare degli orari leggermente diversi dagli uffici per non pesare sui mezzi di trasporto in orari di pendolarismo.
Inoltre tutte le scuole elementari e medie oltre una certa
dimensione debbono essere fornite di BUS.
A me fa specie quelle
grottesche scene delle mamme decerebrate che disintegrano tutti i
giorni l'intero corpus delle regole stradali inquinando,
calpestando diritti e insegnando ai giovani che è giusto calpestare
i diritti altrui.
Quindi se hai 300 studenti o hai 320 posti auto
dedicati nel cortile o compri/noleggi 4 autobus.
E' chiaro che della scuola la scuola attuale non rimarrebbe molto.
Con questo, si noti bene, non si puo' dire che eliminerei gli studi “classici” e' solo che non li renderei
obbligatori.
Se vuoi studiare latino, greco e, se disponibili,
aramaico e norreno, puoi farlo.
Non te lo vieta nessuno.
Il
fatto e' che se ci sarà un modo sano di scegliere, poi vedremo come, questo implicherà
che non saranno in molti a farlo.
Oggi il liceo va forte perché e' considerato (a torto o a ragione) “migliore” e lo si scegli però per leggenda o mito, poi sarà possibile sapere se un corso del genere sarà veramente interessante o funzionale ad un mondo futuro.
Questi i programmi, adesso vedremo come non si fa.
11 commenti:
Invece le scuole hanno il tempo pieno con mensa solo alle elementari, mentre gia' alle medie te li sbattono a casa e quindi o nonni (ma non per tutti... nella maggiornaza dei casi/case o sono lontani, o lavorano, o sono morti, o lo sono quasi), o bebisitter o corri come un dannato per preparare qualcosa da scaldare, visto che per far contenti i proffi, i sindacati e i sindaci con il sabato libero vengono tutti a casa alle 2 ( e confermo, le ultime 2 ore nella settimana corta sono BUTTATE, ne' studenti ne prof hanno piu' la testa). Anzi, vorrebbero obbligare tutti gli istituti alla settimana corta proprio per il "risparmio energetico", salvo poi obbligare grazie al "coviddi" a stare con finestre aperte e riscaldamento a palla.
Confermo che anche in America esiste il 6 politico. Qui non si può bocciare, grazie a leggi che impongono di non lasciare indietro nessuno. Poi arrivano all'università (dove io lavoro) e sono asini che mi fanno cadere le braccia. Che generazione stiamo crescendo?
Con la scusa del "politically correct" non puoi dare del somaro ad un asino. Guai a te se bocci un "diversamente intelligente", un bullo non e' solo uno stronzo, ma uno che "ha una situazione familiare difficile alle spalle "e quindi e' autorizzato a menare e rubare agli altri, che non devono "turbare la sua difficile situazione", invece di prendersi (lui e i genitori, spesso cresciuti allo stesso identico modo) delle sacrosante sberle nei denti.
Camu, puoi tentare di non lasciare indietro nessuno, ma questo ha un costo che aumenta all'aumentare dell'inclusione.
Piu' una persona/classe e' indietro piu' ore di sostegno devi erogare e questo e' ovviamente costoso.
Poi, certo, arrivato al doppio di ore, erogate tramite sostegno, tutoraggio &c la storia e' finita, perché non puoi certo farlo stare a scuola 24h.
Ma una volta che definisci un percorso che sia fattibile, che hai sperimentato che si puo' fare come normodotato, se non riesci a compierlo anche di fronte al sostegno o e' colpa dell'alunno (e allora la scuola nulla puo' fare di piu') o e' colta dell'insegnate, e allora bisogna correre ai ripari.
Se la scuola certifica che tu sappia che sai progettare una centrale elettrica e poi non e' vero, beh, abbiamo un grave problema.
Concordo con la maggior parte del discorso, tolto l'orario.
La scuola intesa come lezioni dovrebbe essere dalle 9 alle 13, la mensa dovrebbe un servizio per chi lo desidera ed al pomeriggio solo attività opzionali.
Per i più piccoli, chi ne ha bisogno può lasciarli a scuola a fare sport, imparare uno strumento e dedicarsi ad attività educative.
Ma quella che a 10 anni non si è in grado di scaldare un piatto di pasta (o di cucinarlo) è un'idiozia.
Badare a sé stessi comincia da queste cose (le famose "autonomie").
È *fuori* da scuola che si impara a stare nel mondo, non dentro. Più tempo ci si passa dentro, più si cresce in un contesto che con la realtà non ha niente a che fare.
Oh, e ovviamente il sabato mattina si va a scuola, come si è sempre fatto.
"La scuola intesa come lezioni dovrebbe essere dalle 9 alle 13"
Alle 13 un bambino di 11 anni, che sta gia' facendo le medie, prende e alle 13 prende e attaversa la citta' passando in mezzo ai negroni che fanno lo spaccio (non so se li scelgono grossi per incutere, ma tante'...) arriva a casa alle 13:50 e comincia a spignattare.
Ora e' vero che ad Osaka vedi pistolini che prendono il treno e la metro, ma in italia mammona la vedo strana. Vanno a prenderli anche alle superiori.
"la mensa dovrebbe un servizio per chi lo desidera ed al pomeriggio solo attività opzionali."
Io la vedo al contrario, anticipare il cibo e passare del tempo con i coetanei puo' ingenerare una serie di capacita' di interazione e non fare l'ultima ora che di fatto passa a guardare l'orologio mentre la mente e' annebbiata.
Perché una volta che la scuola si svuota, basta e' finita.
Addio supporto a chi e' piu' tard o ha lacune.
Addio a corsi di sport, artistici o tecnologici
"Ma quella che a 10 anni non si è in grado di scaldare un piatto di pasta (o di cucinarlo) è un'idiozia."
Dopo aver insegnato agli alunni del nautico a navigare (che e' tutto un dire) ti assicuro che alle superiori, liceo compreso, non sanno cucinare, neppure un piatto di spaghi con il sugo della star.
Pochissimi sanno lavare i piatti.
Alcuni non sanno fare le somme in sessagesimi
(del tipo:
-sono le 8:45 arrivaiamo fra 30 min, a che ora arriviamo?
-alle 8:75
Lascio solo immaginare il mio sforzo per non prendere la maniglia del winch come strumento liberatorio)
Parliamo di 80 alunni del salento...
"Badare a sé stessi comincia da queste cose (le famose "autonomie")."
Ti direi di si, ma qui va oltre questo discorso, qui si parla del fatto che le ore che servono per il mondo moderno sono di piu', non di meno.
"È *fuori* da scuola che si impara a stare nel mondo, non dentro. Più tempo ci si passa dentro, più si cresce in un contesto che con la realtà non ha niente a che fare."
Si e no.
Si se immagini una scuola come quella attuale, un sistema fatto per i professori, dove si entra solo per andare in classe, dove di insegnano cose stufose, in maniera pallosa.
Dentro e noia e fuori e' il mondo.
No se immagini una scuola fatta per gli alunni, dove sono gli alunni il fulcro, dove ci sono spazi sociali, dove il modo esterno entra, sia come lavoro (ricordi il didcorso dell’alternanza?) sia come sport, arte, hobby...
la mia visione utopica e' quella di una scuola che non e' un contenitore vuoto dove un insegnante parla. Per carta' ci sara' anche quello, non e' che puoi insegnare senza certi approcci, soprattutto certe materie, ma non e' l'unica cosa che dentro nel contenitore ci deve essere.
E per esserci tutte le cose che trasformano la scuola da "nozione" a "dove si impara la materia viva" e cio' che serve nella vita serve spazio, uno spazio che e' anche di tempo.
Per esempio se ho il 10% degli alunni che e' in ritardo sul programma posso cercare un approccio diverso per loro nel doposcuola, ma se sono gia' fuggiti a casa l'unica cosa che posso fare e' bocciarli o promuoverli anche se sono capre.
Doc, in questa puntata mi sei piaciuto moltissimo.
E hai ragione sulle scuole medie e superiori, infatti in Italia le scuole elementari funzionano bene, i ragazzi poi si perdono negli anni successivi e alla fine del liceo siamo fra gli ultimi.
I laboratori: soo chi come me li ha usati ne conosce l'importanza, chi ha fatto il liceo li scopre solo all'università e secondo me a quell'età l'approccio è diverso.
I club dove al pomeriggio si possa studiare insieme seguiti da un insegnante che cerca di intervenire il meno possibile sarebbero stati un sogno per me.
Alle superiori io e alcuni miei compagni avevamo messo su un circolo del genere, dove ci si trovava al pomeriggio e si studiava insieme, e i risultati si vedevano eccome.
Sarebbe una rivoluzione copernicana della scuola.
Ora al centro di tutto ci sono gli Insegnanti e il Corpo Dirigente Scolastico, con tutti gli studenti pianetini che gli girano intorno, con i genitori come lune a seguire le traiettorie "comandate" dal centro.
Dovrebbe diventare Alunnocentrica, con i professori intorno e i genitori come fascia di asteroidi (presenti ma fuori dalle palle), con qualche "meteora" che passa ad illuminare ogni tanto con informazioni aggiuntive la volta celeste della Cultura.
Capisci bene che, come ai tempi di Galileo, la condanna a morte di chi va contro il Potere Assoluto dell'Educazione Medioevale e' sicura...
Proporrei ome prima cosa l'abolizione dell'Invalsi, metodo stupido per la valutazione della qualita' dell'insegnamento, stupido solo perche' si lascia agli insegnanti la possibilita' di "preparare", anche con testi specializzati (e qui la vergogna delle nostre case editrici si spreca...), gli alunni a tale prova, rendendola addirittura "curricolare", quindi si sprecano ore e ore a preparare un test ministeriale idiota che serve solo agli insegnanti e alla dirifente per far bella figura, lasciando ignoranti gli alunni rispetto a tutto il resto.
E le continue richeste ai dirigenti e ai Comuni di risparmiare, tagliare le spese, le infrastrutture, i corsi extracurricolari, limitare i tempi d'uso delle aule e degli spazi, perche' i bidelli (che notoriamente sono cintura nera 9 dan di parole crociate) senno' sudano e poi si ammalano (non puliscono neppure piu' i cessi, ma neanche spazzano, lo sapevate? tutto affidato a cooperatuve di pulizia).
Come in molte aziende, dove le spese per la sicurezza non entrano nel budget perche' non possono subire tagli a scapito dela sicurezza stessa, anche la scuola dovrebbe avere questo privilegio.
sul discorso 6 politico/inclusione,
ricordarsi che dall'altra parte del mondo, quella seria (india e cina se non ci arrivate), da appena nati tutti vengono cresciuti con la mentalità "siamo già in 10.000.000.000 qui, l'ultilma cosa di cui abbiamo bisogno è un altro rompicoglioni, per cui o dimostri di essere un genio o ti butti sotto il treno" e infatti si drogano pesante solo per passare la maturità o entrare in università.
morale della favola, prepariamoci a diventare i loro servi, ah no, hanno già i filippini per quello, siamo solo carne da macello.
discorso mensa e orari, nel mio ITIS avevano un sistema preciso "cazzi tuoi".
Le aulee erano meno delle classi, per cui i pomeridiani erano obbligatori, poi il professore di matematica aveva intuito che 3 ore a settimana in una classe di ritardati non erano il meglio per spiegare le equazioni differenziali di secondo ordine, per cui ci ha proposto di fare 2 ore in più il venerdì pomeriggio, cosa che hanno accettato anche le peggio bestie (e per la serie "devo correre a correggere i compiti", lui aveva uno studio di ingegneria chimica a casa, per dire, non è che stava a guardare la D'urso se non era a scuola).
per cui, servizio mensa 0, se volevi c'era il bar della scuola, dove un panino costava 2 pranzi completi del ristorante in fondo alla strada, o panino da casa, o ramadam, che non fa mai male.
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