Photo: il sentiment dei proponenti che immaginano di liberare il paese con un colpo di stato, Yeeeeaaaaahh
I referendum abrogativi in Italia del 2025 si terranno domenica 8 (dalle ore 7 alle 23) e lunedì 9 giugno (dalle ore 7 alle 15)
Ad oggi non ho ancora sentito una disanima che non fosse assurda o liquidata in 2 righe, ovviamente sommersa da cose per lo piu' inutili per far caratteri e righe, ma non aggiungono nulle al sugo di 2 righe.
Vien da pensare che addirittura fossero C&P fra loro.
Innanzi tutto i quesiti sono 5
Dovrebbe esser banale che puoi dire si, no, o non votare. (in realta' puo' farlo nullo, ma tralasciamo)
Che a casa mia sono 200 possibilità circa
La prima cosa bizzarra e' la compattezza dei "consigli" delle persone poco serie:
tutto si o tutto no.
E di CERTO vuol dire che non hai argomenti se ti limiti al si o al no.
toniamo a questa follia dei restanti 5 quesiti.
Prendiamo il piu' folle
Responsabilità solidale negli appalti
Il quesito chiede l'abrogazione della norma che esclude la responsabilità solidale del committente, dell'appaltatore e del subappaltatore per gli infortuni sul lavoro derivanti da rischi specifici dell'attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici, ma fra le righe, acnche ad altro.
L'idea folle della CGIL e' che il lavoratore deve essere sempre pagato, che in una societa' UTOPICA della tua fantasia (dei vitelli di balsa?) ci puo' anche stare, nella realta' si devono dare dei limiti.
Per il governo usurpatore, che si spaccia per sindacato, il pagante deve essere la risalita della catena del valore facendo assumere alla cosa sfaccettature da folli.
Se vince il SÌ:
Il committente diventa corresponsabile degli infortuni anche quando la causa è un rischio specifico dell’impresa appaltatrice o subappaltatrice. In pratica, si estenderebbe il principio della responsabilità solidale anche per la sicurezza del lavoratore.
Se vince il NO: Il committente non sarà responsabile se l’infortunio è collegato a un rischio specifico proprio dell’impresa appaltatrice. La responsabilità resterà quindi limitata, come ora.
Innanzi tutto non e' chiara la figura del committente, magari non capisco io ci aiuti uno dei troppi laureati in legge.
Nessuno parla in maniera seria di questa roba, cerco di raccapezzarmi in base alle cose che leggo in giro.
Persino il Sole24 e' diventato di medda.
E sinceramente non ho voglia di navigare fra le leggi
Scritto e proposto cosi' il referendum non ha senso.
Se il committente chiede di piantare un chiodo dove sa che esiste una linea a 10KV e il lavoratore diventa un pollo fritto e' ovvio che il lavoratore, sub o diretto, deve essere risarcito dal committente.
Secondo gli usurpatori deve pagare lo il committente, magari di un catering per una cena aziendale che manco sa come e' fatta la stracaxxo di friggitrice che e' esplosa falciando un po di gente.
Questa e' una estremizzazione, ma le "colpe" si danno per inquadrare le responsabilita' e non fare che si ripetano, non per "trovare li sordi".
Oltretutto questa legge si presta tantissimo all'azzardo morale, ovvero chi poi "tanto paga pantalone" mettersi a rischio.
Certo e' giusto, formalmente, che qualcuno paghi, ma altrettanto non e' giusto che a pagare sia chi non ha idea alcuna del processo, magari, seguendo l'esempio precedente, manco sa cucinare.
Oramai e' diventato un mondo di specialisti, cosa che gli usurpatori di potere non ci arrivano, ogni attivita' implica una divisione dei lavori.
Gli uffici hanno un appalto per il fotocopiatore o per la manutenzione dei PC, se si fanno male per avere degli scaffali pessimi paga l'ufficio che disegna fumetti?
Chi costruisce oggetti fisici, poi, da appalti a gente che appalta.
Anche l'edilizia, che forse era l'idea del proponete idiota, il costruttore non monta l'impianto elettrico, ma i cavi di rete chi fa l'impianto lo sub-subappalta a specialisti.
Come chi trasporta i mattoni non e' collegato se non in 4ta persona al costruttore, non e' chi li produce, non e' chi li ha venduti ma e' un trasportatore e chi li trasborda a sua volta... se il camion ha poca manutenzione, e' giusto che paghi il committente?
In un cantiere odierno, che non sia la villettina di medda, se va bene ci sono almeno 100 aziende diverse che collaborano in varia maniera con catene del valore che scendono, anche per la mano d'opera, di 5 o 6 gradini.
Vorrebbe dire che sul cantiere dovrebbe esserci un team che fa le pulci a tutte queste entita'?
DAVVERO?
In un cantiere meta' del costo del lavoro e' per questa cosa?
E poi, in che modo?
Il team va regolarmente presso i fornitori, i sub... (ricorda gli amati valvassori, valvassini ecc tanto amati dalla sx abbarbicata all'era fascista?) e gli chiede accesso a tutta la contabilita', i conti bancari e i dati sensibili dei lavoratori?
Per ogni appaltante?
Cavolo, hanno piu' gente esterna a controllare che forza lavoro interna...
Ma poi, voi, lascereste ad un vostro cliente aperta tutta la vostra contabilita' compresi i costi aziendali?
Diciamo che avete finito di contrattare e vi aspettano tempi grami e non avete piu' soldi per la sicurezza..
1) fammi vedere tutte le buste paga!
2) fammi vedere tutte tutti i versamenti dei contributi previdenziali
3) fammi vedere tutte tutti i premi assicurativi
4) dammi accesso a tutti i locali
5) ...
Ovviamente sia prima, durante i lavori e un mese dopo.
I rischi d'impresa divengono stratosferici e i costi lunari
Chi ha pensato sta roba?
ricordo chi paga gli aumenti di prezzi e la diminuzione dei lavoratori...
Come dite?
I lavoratori piu' povery?
Bravi!
il quesito sulla cittadinanza e' ancora piu' ridicolo.
Si vuole far passare che basta trasformare per legge (in questo caso piu' in fretta) un Abdul da cittadino tunisino (o qualsivoglia cittadinanza rumena, albanese, marocchina, cinese ucraina...) a italiano perche' diventi "italiano".
Al di la che prendere la ns cittadinanza e' piuttosto semplice, con pure la situazione ridicola di milioni di sudamericani che la prendono per posta per poi avere un passaporto molto piu' forte per andare in giro per il mondo, ma non si capisce l'usurpatore del potere cosa vuol fare.
Un africano che arriva dal deserto continuera' ad essere un abitante del Sahel, non diviene diverso.
L'immigrazione e' diventato il gran problema perche' andavano aperte di piu' o chiuse maggiormente le frontiere, ma in quanto non si voluto gestire la cosa.
molti siti infatti raccontano che questo sarebbe
"Più integrazione con la cittadinanza italiana"
Davvero?
Ricordiamo che la maggior parte dei nostri immigrati negli ultimi 20 anni sono persone a basso skill con istruzione elementare e non parlano neppure l'italiano correttamente, hanno problemi cioe' a leggere un banale avviso.
Come la cittadinanza aiuti ad assimilare un individuo come "italiano" nel gruppo preesistente farlo socializzare ed evitare segregazione me lo spieghi?
Sarebbe cosi' se l'individuo fosse in grado di parlare la lingua locale, meglio se condividesse valori e visioni, ma di certo non fa molto per un cinese o un etiope che piomba qui senza sapere la lingua e non sapere neppure le tabelline.
Se bastasse un foglietto di carta che dice "ao' sei italiano" per avere integrazione a tuono come dicono dovrebbero spiegare perche' in italia ci sono zone che di fatto sono enormi ghetti auto-segregati, solo cosi' si spiegherebbe l'enorme differenza parametrica fra quelle zone ad altre, eppure sono tutti italiani, almeno sulla carta.
Prima di parlare di una tale cosa si dovrebbero fare tante cose per l'integrazione, alcune dovrebbero perfino farle delle entita' chiamate sindacati che invece se ne sono foxxutti per decenni e continuano a non agire, preferendo invece la scalata al potere senza nessuna vergogna.
Il quesitone sul tempo determinato.
È indubbio ai sindacati il tempo determinato, come qualsiasi altra forma diversa dall'indeterminato, non piace
Il perché è molto semplice: il tempo indeterminato permette ai sindacati di avere una pletora di gente tutta uguale, tutta identica, e se qualcosa non va per il verso considerato giusto automaticamente loro si divertono nel loro preferito parco giochi che si chiama fare casino.
Fanno casino con i bandieroni, fanno casino in tribunale, fanno casino spaventando con lettere minatorie (ricevute, assurde, grazie).
La lotta delle sinistre, ma soprattutto dei sindacati, contro qualsiasi tipo di lavoro diverso dall'indeterminato è sotto gli occhi di tutti sotto gli occhi di tutti e la normativa contorta, assurda, pazzesca risultante punto nuova
Il problema, pero' e' che al solito alla realtà non frega nulla.
Ci sono dei lavori che hanno tempi non solo non costanti, ma alle volte neppure determinabili.
Il carico di lavoro, soprattutto dopo il 1990, non e' di tipo fordista-sovietico come piace ai vari dirigenti CGIL, utopia in cui l'operaio, meglio se sudato, per tuuutta la vita stringera' quel bullone unto di grasso con la chiave grossa e tanto sudore.
Oggi il lavoro e' modulato da condizioni esogene e su fa pr lo piu' sui PC, meccanica compresa.
Il lavoro all'interno dell'azienda e' modulato di richieste di mercato che sono molto cangianti, può esserci il momento in cui i clienti richiedono grandi quantità di davvero che altri momenti in cui il lavoro praticamente è inesistente.
Il famoso consumatore connesso e potente e' arrivato, quello spesso glorificato da una certa sinistra ora e' relata': l'operaio si adegui. Non esiste la capra e i cavoli insieme.
Non solo, anche il datore di lavoro non ha un'idea precisa se il prossimo mese poi il prossimo anno avrà quel tipo di fatturato soprattutto quel tipo di lavoro.
Per questo motivo non è possibile, non è ipotizzabile, che ci possa essere, come vorrebbero sindacati, un unico tipo di contratto che lega il datore di lavoro è il lavoratore in maniera bloccante.
Potrebbe essere per esempio che quel tipo di lavoratore non sia più necessario, ma sia necessario ad esempio un lavoratore con uno skill completamente diverso, non sempre è possibile insegnare quel determinato lavoro a quel determinato lavoratore e non puoi neppure spingerlo a fare un upgrade oggi se non vuole.
E se non vuole upgradare che rimanga a casa. (ci sarebbe da dire sulla formazione continua...)
Io avevo un magazziniere che non è stato in grado di operare una certa maniera, sono stato obbligato a tenermelo, non è stato in grado di evadere tutti gli ordini già pronti causando un danno grossino all'azienda.
Magari non sarà questo il motivo per poi chiudere, ma comunque il danno è stato l'ennesima goccia che ha causato il collasso dell'azienda stessa, se il mercato del lavoro fosse stato più fluido al posto di un capoccione di sessant'anni avrei avuto un trentenne più sveglio che magari riusciva a capire dove si accendeva quel mostro sacro chiamato computer.
Questo non vuol dire necessariamente licenziare il capoccione, oltretutto con un mercato piu' fluido non avrebbe questi grossi problemi a trovare, vuol dire avere anche delle armi per costringere questa persona a migliorare perché, nonostante era in procinto di fare danni e gli era stato detto COME fare per evitarlo 2 mesi prima, morisse Il Papa, alle 05:29 lui doveva andare fuori dalla perché la bicicletta tanto amata lo aspettava con il suo straccetto e se aveva tempi morti al massimo sistemava le vecchie cose, roba positiva, certo, ma, in quel momento, avremmo preferito dar fuoco a quelle cose e che lui pianificasse o accettasse un aiuto (quindi un lavorante determinato in piu').
Avremmo accettato persino meno efficienza e il costo delle ora in piu, ma il capoccione non voleva nessuna delle due.
Quindi normale per i soviet-fordisti cercare di azzoppare anche il determinato, dopo aver chiuso qualunque tipo di scappatoia, li ricordate i ridicoli lavoratori a carnet?
Quando tolti il nero ha ringraziato
Avete presente la bizzarra forma del lavoratore a chiamata?
Si chiama nero.
Dopo, pero', chi spinge questa stupidata non mi venga a dire "oddio ci abbiamo il nero, kattivi evasori...". LI AVETE VOLUTI, con forza.
In pratica si vuole cercare di evitare che il determinato arrivi a 12X3 mesi, ma si limiti a 2X3 o 2 mesi.
L'evasione ringrazia.
Il secondo e il primo quesito sono di fatto figli della stessa foglia, ma il primo quesito e' persino piu' grave.
Quando un datore di lavoro licenzia un dipendente può essere per tantissime cose, alcune non vengono quasi mai messe sotto la luce perché non completamente dimostrabili in un processo o e' meglio glissare.
Spesso e volentieri il licenziamento di un dipendente ha a che fare con qualcosa che si chiama fiducia, molte più volte di quelle che credete il dipendente licenziato è un dipendente in cui il datore di lavoro ha perso la fiducia, vuoi perché vuoi, vuoi perché ostacola la normale attività dell'azienda oppure banalmente perché e' semplicemente un paracarro li a fare niente. Puoi perdere la fiducia anche solo per paturnie, ma e' quancuno che ovviamente non vuoi piu' in azienda.
Se pensate che sia una cosa rara sappiate che solo fra gli imprenditori che ho conosciuto ci sono almeno 10 lavoratori che erano stati reintegrati forzosamente in azienda e il datore di lavoro aveva chiesto a molti di loro espressamente di rimanere a casa pur continuando ad erogare lo stipendio, altri causavano mal di pancia al proprietario ogni volta che vedevano il marrano.
Questo e' comunque una perdita di competitivita' e PIL.
Lascio solo pensare a quanto a pesato sugli incentivi di produzione e stipendi dei rimanenti lavoratori (che diventano loro malgrado simili al marrano agli occhi di chi gestisce) aggiungendo, inoltre, che alcune di quelle aziende sono poi finite ad avere problemi economici, quindi chiudere. Non si tratta di aziende enormi, un 40.000 € annui in un decennio fanno quasi mezzo milioncino che possono essere la differenza fra la vita e la morte di un'azienda.
Voi vorreste che un ladro rimanesse a dormire tutte le sera a casa vostra?
Anche senza arrivare a queste particolarità, ricordiamo che comunque la fiducia è andata a patrasso, quando due entità si sono scontrate in tribunale, hanno quindi litigato di brutto, si sono picchiate in maniera tale, è ovvio che fra queste due entità comunque non ci sarà più la possibilità di avere un rapporto fiduciario come quello che dovrebbe esserci quando Si rema nella stessa direzione stando sulla stessa barca.
Reintegrare forzosamente dopo uno scontro del genere un dipendente in azienda è quantomeno una manovra azzardata visto che causerà più problemi di quanti ne risolva
In sostanza sembrerebbe che i sindacati con queste norme vogliano da un lato ripristinare l'idea sovietico comunista fordista utopica che hanno in mente, sicuramente il loro obiettivo è causare fortissimi attriti fra lavoratore e azienda in maniera che loro abbiano più peso di quello che dovrebbero.
Le nuove generazioni infatti, da quello che mi pare di vedere, hanno un approccio molto diverso dal lavoro di quelle vecchie e hanno l'idea che si possa benissimo interloquire col datore di lavoro, soprattutto alcuni datori di lavoro che sono usciti dall'epoca ottocentesca.
Questo non vuol dire che siano tutte rose e fiori, mi raccomando, dico solo che ci sono dei primi vagiti di andare in una direzione che è molto diversa dalla necessità di fare uno sciopero alla settimana per i diritti fondamentali della pagnotta.
Oggi diritti fondamentali, soprattutto nelle zone del nord, sono perlopiù sistemati, giusto rimangono alcune sacche micro aziende e qualche pazzo, non tutti gli imprenditori sono santi come non lo sono tutti i lavoratori.
Inoltre oggi i lavoratori sanno che hanno delle scelte soprattutto quelli più giovani che hanno studiato per davvero.
L'enorme deflusso verso l'estero dei laureati stem racconta benissimo che se il lavoratore non riceve dal datore di lavoro le cose che chiede può cercarle benissimo a pochi chilometri di distanza attraversando quelle debole frontiere che ci sono all'interno dell Europa, i piu' bravi sanno persino che esiste un mondo là fuori fatto Stati Uniti, Giappone, Corea e così via.
Per questo motivo, con questi contratti super ingessati stiamo perdendo le menti migliori nel contempo stiamo perdendo milioni di ore di lavoro regolari che potrebbero alleviare chi è purtroppo in difficolta', invece non vengono gestite o sistemate perché non esiste modo di farle a norma.
Ho notizia di parecchie cose che alcuni imprenditori vorrebbero costruire ma non esiste una maniera di farlo in maniera corretta, vuoi per le norme sul lavoro, vuoi per altre norme, sarebbero esageratemene costose o addirittura impossibili se non apreddo all'estero.
Non e' un caso che alcune aziende, gia' negli anni 80, spostassero la produzione, ma non come ci si aspetta solo in Turchia o Cina, ma anche in Francia, Germania eccetera dove comunque e' tutto piu' easy.
Alla fine una sola frasina ai poderosi imbecilli dei CGIL:
PROTEGGERE IL SINGOLO POSTO DI LAVORO ALLA MORTE NON E' PROTEGGERE I LAVORATORI.
spesso neppure quello che sta occupando quel posto in questo istante.
Questo e' un cartello che dovrebbe campeggiare in tutte le stanze dei sindacati.
il secondo cartello che consiglio e':
Il violento scontro armato non e' l'unica contrattazione possibile.
Con un poco di zucchero la pillola va giu' (cit)
Insomma l’unica cosa a cui possono servire quaesti referendum e' misurare la stupidita' di chi li ha proposti, livello misurato:
vecchi rimbambiti sotto droghe pesanti che agitano il bastone in mezzo alla piazza cittadine contro quella schifosissima realta' che li bulleggia.
Meno droghe
Piu' neuroni.
In pratica si sta dicendo che se tutta la CGIL e' dell'idea che questa roba e' buona e' consigliabile ai lavoratori fuggire a gambe levate dalla sigla, soprattutto se sotto i 40 anni.
5 commenti:
Sul quesito per la cittadinanza ne sento di ogni tipo, un fumettista ha pubblicato un suo short in cui diceva, per sostenere la giustezza del SI, "in Italia ci sono molti ragazzi nati in Italia che si sentono italiani ma dovranno arrivare a 18 anni per CHIEDERE la cittadinanza". (chiedere lo evidenziava con la voce). Se sei nato in Italia, dopo 10 anni tuo padre può chiedere la cittadinanza e tu a 10 anni diventi italiano "per sangue", non c'è bisogno di arrivare ai 18. E comunque la cittadinanza italiana la devi sempre CHIEDERE, mica te la danno d'ufficio, sennò tanti auguri a tutti quelli il cui paese natale non ammette la doppia cittadinanza e non vogliono perdere la loro... che poi è il motivo per cui molti immigrati non chiedono la cittadinanza italiana. Una quantità di disinformazione surreale...
Ehm, l'intero referendum è stato impostato su una colossale multi supercazzola, impostata per far coincidere:
1 una presidentessa del consiglio che auspicava meno gente possibile alle urne, anzi sembra aver proprio detto di non votare proprio
2 un popolo che non va più a votare manco se il voto decidesse lo scudetto alla squadra calcistica del cuore.
Risultato: centinaia di milioni di euro bruciati, il nulla cosmico realizzato, e un paese che fa ribrezzo più prima
, e cosa molto marginale, nulla cambierà dei 1000 lavoratori che perderanno la vita sul luogo di lavoro.
Volevo dire 1000 lavoratori che possono morire ogni anno...
anonimo 10/6/25 4:00 PM
E per fortuna che nessuno ha votato, sai quanti morti in piu' con l'azzardo morale se passava.
Credo zero.
Purtroppo penso che anche se il referendum fosse andato a quorum non sarebbe cambiato molto. Del resto le leggi rimangono carta, sia per la loro inapplicabilità, sia perché spesso si sorvola troppo.
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