Quando la nautica ti piace stai a guardare le barche se non ne possiedi una...
Troppe cose mi piacciono.
Tanto tempo fa quando l'oggi famoso costruttore di barche inizio' a produrre i suoi primi 3 scafi, erano di una piccola dimensione intorno ai 5, 6 e 7 m.
Ora il marchio si pavoneggia dicendo di costruire degli IOCTTCH ed essere un mito, ma in realtà sono solo dei miseri ferri da stiro da spantega che vanno da 42 a 68 piedi (21m) con costi di parecchi zeri.
Ma fino a qualche anno fa, diciamo negli anni 80, l'azienda che produceva materiali vari in vetroresina aveva iniziato con tre scafi di dimensioni decisamente più contenute con il classico fuoribordo per non progettare la parte piu' difficile. Evidentemente vendere 30 tonnellate di plastiche tutte insieme e' meglio che vendere qualche 100Kg micragnoso.
Per aumentare da subito la stranezza del post diciamo che e' l'ennesimo cantiere nautico lombardo, perche' la Lombardia e' la terra maggiormente marina in italia, circondata dal mare probabilmente, ed e' quindi dove le barche italiane nascono, come le eliche e gli accessori nautici (water, mobilio...).
La cosa divertente è che nel contesto non erano cose economiche in un paese povero come il nostro e il 5m e rotti comprato con grandi sforzi rateali non era un oggetto da poco e non era certo banale.
Ricordiamo sempre che ci troviamo nel paese dei ladri, molte volte i ladri vengono declinati in vandali: quello che le scimme non riesco rubarti te lo rompono per sfregio.
Così arriva l'estate e il nostro italiano che in qualche maniera finanziariamente è giunto a trovarsi in mano uno scafo in vetroresina con il suo regolamentare 80 cavalli, spesso con la patente non tanto studiata quanto corrotta (andava cosi' in molti luoghi, era rarissimo aver fatto l'esame) riesce a godere dello sforzo.
Il prode italico lancia fronte spiaggia un pezzo di cemento arrabattato con una scatola di cartone come cassaforma che chiama molto affettuosamente peso morto, nella realta' delle cose in seguito arera' la sabbia raspando poseidonee e abbraccera' con un amor violento le barche vicine.
Il presunto peso morto, visto che cammina da deceduto peso zombie, sara' corredato di boa ottenuta con la bottiglia della candeggina, ovviamente legata con cimetta galleggiante arancione di misura minima possibile (eh, li sordi) per sottrarre capacita' statiche allo zombie e diventare le enormi bestemmie nelle altrui eliche con danni collaterali ben oltre al nominare 8 divinita' e 463 santi non del tutto invano.
Tutto molto irregolare, se non illegale, e dopo il varo fatto sui regolamentari salsicciotti sottodimensionati, idonei al massimo per un moscone a remi, il primo giro tonante, perche' nelle barche a motore il truzzone va sempre a tuono dimostrativo, ormeggia il barchino con grande gaudio.
Il giorno dopo della barca rimane praticamente la prora in vista per una spanna, forse sorretta dalla bottiglia del fu candeggio, tutto il resto del natante si diletta a fare l'iceberg e il nostro proprietario non è molto felice della vista di un sottomarino a quota periscopio.
Dopo una faticosa operazione di recupero, utilizzando delle cime molto lunghe (comprate per l'uopo, mai averne di rispetto!) attaccate ad una Mercedes di seconda mano che raspa fuori il povero relitto con cime da ormeggio in tensione senza nessuna sicurezza che dovessero spezzarsi potrebbero fare strage dei bimbi e altri curiosi, chissene io son io.
Arriva l'analisi dei motivi dell'affondamento: risultano due buchi della dimensione delle fiocine sul fondo della barca!
Da qui tutta una serie di ipotesi su chi può essere stato a compiere l'atto malvagio, di cui di certo il colpevole non è lontano. I due buchi, nell'opera viva sotto la barca di circa 5mm e distanti circa 1m si si ipotizzano prodotti da una fiocina sparata da un fucile subacqueo impugnato da un tipico vile italiano.
Siccome siamo nel paese dei ladri, la prima cosa che viene in mente alle persone della stessa risma e' Ovviamente che chi ha causato questo danno lo ha fatto per fare uno sfregio al possessore che sicuramente è invidiato, come tale punibile (ricorda certa poLLitica?).
Lo vediamo subito l'impostazione dell'italiano che ha comprato la barca, il suv, o altro non per diletto ma per essere invidiato e come impostazione è un ladro, appena può compie atti non tanto per la quale.
Almeno questo e' il modo di pensare del nostro paese.
Lo testimoniano le 5 righe prodotte con la chiave equamente distribuite sulle 2 fiancate della mia vettura.
Dopo una riparazione sommaria del motore, che dopo essere stato immerso nel mare ovviamente non è tanto un sano motore nuovo, i nostri eroi chiudono con della vetroresina presa da un cantiere vicino i 2 fori, dopo aver svuotato dall’intercapedine fra il camminamento e la chiglia, infatti la chiglia non e' dove appoggiate i piedi e vi mettete seduto, sono 2 piani diversi separati da una intercapedine vuota.
Dopo la riparazione rimettono in acqua il barchino.
Il barchino galleggia fino al giorno successivo quando viene utilizzato per andare a fare un giro, ovviamente a tuono, e provare così l'ebbrezza della riparazione.
Nottetempo la barca affonda.
Si ripete nuovamente tutta la tiritera: si prendono le cime, l'automobile, si traina in mezzo ai bagnanti il barchino, si svuota l'intercapedine, si stucca tutto e si rimette in acqua...
Per evitare, o forse bastonare, il malnato che buca le barche la famiglia si organizza in turni notturni di vigilanza, con binocoli e pepata di cozze, alla ricerca di boccagli appartenenti a sub sforacchianti e per tre giorni nei quali e' sorvegliata la barca galleggia regolarmente insieme al candeggio.
Al terzo giorno si dà per scontato che il perforatore seriale sia ormai tornato dalle vacanze in citta' e quindi si considera la barca sicura dalle mani del vandalo presunto lontano o spaventato.
La notte finalmente si dorme e la mattina infine si va a fare un bel giro, visto che l'agognato motoschifo e' ancora la che galleggia sicuro.
Si prepara una grande festa famigliare con pasta allo scoglio in pentoloni da caserma pronta per fare "a mangiata" nautico-galleggiante e liberatoria, come alla fine di un lungo incubo e si imbarcano in 8 stazzati sul piccolo motoscafo pontato da 5,2m omologato per 5, tanto l'eroico quadricilindrico 2T 80 CV mercury, nonostante abbia passato piu' come apneista che come motore, riesce a fare miracoli e riesce a planare nonostante le 8 pance avvezze agli spaghettoni cosmici, ovviamente mandato a tuono, sebbene non velocissimo per l'assetto da vomere che divide le acque.
La mattina seguente, ancora impegnati nella digestione dei fantasmagorici pentoloni di pasta allo scoglio fredda, l'alba sorge sulla spiaggia rivelando, illuminata dal caldo abbraccio solare mattutino, la dorata prua dell'iceberg accompagnata dalla accecante candida bottiglia di nota candeggina oramai privata dell'etichetta cartacea.
Bonus pack, i buchi sono molto piu' grandi, ma perfettamente nello stesso punto solito.
Inoltre le continue riparazioni "facciamo da soli" stanno lasciando il segno e sorge il sospetto che si stacchino da sole... perforandosi a loro volta
Finalmente si chiama un esperto, che non e' molto esperto, ma almeno il vicino cantiere improvvisato 2 barche tutte intere le ha viste.
Dall'analisi viene fuori che in azienda le poltroncine erano state fissate con delle viti troppo lunghe.
Durante le prime prove non era capitato nulla, ma andare sparati sul mare deformava la chiglia plastica quel tanto da far si che le viti, che dovevano appena sporgere dalla plastica del camminamento, proseguivano per diversi cm nel "vuoto" dell'intercapedine ed essendo lunghe a sufficienza andassero a punzonare la chiglia stessa durante il suo deformarsi: l'ultimo viaggio con un gran carico aveva fatto danni notevoli.
A barca ferma non si notava nulla visto che le viti non erano certo visibili e distavano 10 cm.
Evidentemente il classico operaio all'italiana avendo finito le viti corte aveva preso quelle lunghe "tanto e' uguaglio" e aveva segato un intero lotto.
Del resto se e' normale fare centinaia di morti e feriti con un bullone, con 2 viti e' normale affondare una barca.
Per una volta tanto non e' stato un tipico vandalo italiano (forse italiano e basta), ma solo una grande incompetenza, del resto diffusa nel ns paese latinico.
1 commento:
Da poco ho cambiato lavoro, accettandone in qualità, come “ispettore”, ovvero controllo e accettazione di assemblaggi.
Quello che posso dire, pur avendo ovviamente un’esperienza tutta da costruire, è che manca in troppe persone il “committment” in quello che fanno, e la cosa è straniante.
La parte “divertente” è che non ci si annoia mai: ogni ispezione può presentare sorprese su cosa si inventano come mancante, montato male o danneggiato, la parte meno divertente, è che gli errori sono su elementi di sicurezza, sui quali non ci si dovrebbe neanche pensare a fare sconti, e invece finisce per essere, se non la norma, non inusuale.
Funny thing, non è un problema solo italiano: sono in Olanda e anche qui quando qualcosa non funziona correttamente semplicemente se ne fregano e passano oltre, anche se si tratta di tenere fermo un centinaio di chili di roba a due metri di altezza, che potrebbero cadere in testa al primo operatore che si trovi ad usarli
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