mercoledì, ottobre 23, 2024

il contesto e il pensiero politico

 

 

La mia idea di politica varia a seconda del contesto.

Per chi mi segue da tempo sa che sono ateo e prendo posizioni che possono essere classificate "altri" dagli ignoranti di destra che di sinistra, non a caso mi prendo sia del comunista che di quello di destra, ultimamente viene declinato spesso in fascista, poi non ditemi che la propaganda non esiste.
Per me che considero i fascistoni una massa di stolti, i comunisti italiani i fascisti del dopoguerra e quelli della destra italiana una massa di casualita' nonosense, capite che quando vengo raggiunto da tali epiteti posizionali mi fa piuttosto ridere.

La mia concezione di politica e' un sistema, di leggi, norme e stato, che renda equo e facile vivere, ovvero la famigerata ricerca della felicita'.

Il problema e' cosa si considera con quelle piccole, ma complesse, parole: EQUO e FACILE.

La fregatura e' che per un singolo EQUO e' facile, in pratica cio' che desidera.
Quando le persone sono 2 o, peggio, una comunita' comincia a diventare una parolina che nasconde una maledetta fregatura sempre piu' ampia mano a mano aumentano i numeri.
Diventa una parola che implica altro come
imparzialità
equilibrio
giustizia
dare e avere
prezzo...

Insomma... il mondo.
Tanto che l’equità e' un concetto astratto non inquadrabile meccanicamente.

Nel mondo reale per me la giustizia statale e' rappresentata dall'equita' un semaforo.

Il semaforo stradale e' il caso piu' semplice e immediato dell'equita'.
Chi si becca il rosso riceve una punizione, un divieto a procedere del proprio desiderio di andare avanti verso la meta FAVORENDO nel contempo "altri" a proprio discapito con il verde.

Se ben regolato nei tempi il semaforo offre impedimento e favori a tutti nelle medesime quantita'.
-Un semaforo posto dove non serve, dove non vi e' traffico, e' una sovraregolazione del mercato che da punizioni non necessarie.
-Un semaforo che rimane solo rosso blocca il traffico.
-Un semaforo mancante in una strada incasinata fa altrettanti danni.

Lo stato, per me, deve essere un supporto e un semaforo.

Faccio questa lunga premessa per dire che certi discorsi sulla questine poLLitica, intesa sulla rotta migliore da tenere, se piu' a sinistra o destra, non frega nulla.
Certo che essendo l’Italia molto a sinistra da sempre, basta vedere quanta parte del PIL e' gestito dallo stato, in un tentativo di statalizzare tutto con il controllo centralizzato un cambiamento potrebbe essere interessante.
Ma non perche' io sia di destra, semplicemente perche' questa ricetta non ha funzionato molto bene per noi. Ci sono dati a cannone del fatto che l'italia non ha funzionato.
Una ricetta che sposta l'ago sulla de-statalizzazione puo' essere peggio?
Probabilmente, gli italiani amano farsi male, ma continuare sulla stessa strada e' diabolico.
La pasta con il sugo viene male? Proviamo il risotto.

Adesso, con calma, sgancero' una bomba che solo pensarla mi fa venire il cimurro, ma il contesto, ricordiamolo, cambia le necessita'.

Da sempre trovo lo scioperare un diritto inalienabile e una leva potente, fin troppo, contro l'eventuale ingiustizia di un datore di lavoro che sia in posizione dominante.

Detto in soldoni. 
Se sei un operaio che non ha possibilita' di passare ad un'azienda dove i tuoi skill vengono pagati il giusto (e qui ci sarebbe da aprire un capitolo enorme sul "giusto") hai un arma per costringere il datore di lavoro a spostarsi nella direzione desiderata. Se il datore puo' farlo.
Non a caso molti con skill emigrano in EU, in italia il datore di lavoro e' incatenato dal contesto.
Un sistemista serio non vedra' mai triplicare il suo netto il busta scioperando. Capitera' invece varcando la frontiera dove le aziende non dono con il naso appena fuori

In pratica se il semaforo sociale azienda-impiegato non e' regolato bene hai una spranga per colpire fino a ridurlo alla ragione.

Un arma potente che lascia segni profondi.

Negli anni 60-70 fu usata spesso e a sproposito, ma vi era anche un sistema che era ingiusto e squilibrato per tutti gli attori.
Il risultato fu una svalutazione a 2 cifre per far perdere quello conquistato con la violenza da operai che non valevano molto in un tessuto industriale in ritardo, scrauso e malgestito che non aveva soldi.

Il risultato e' stato di chiusura di tutte le aziende che necessitavano di investimenti e la calma si ottenne piu' per l’introduzione. nel frattempo, di operai migliori (che aumentano la produttivita', quindi gli stipendi), piu' istruiti, che per altro.
Ricordiamo, per chi pensa che l'italia sia vanto culturale, che negli anni 60 gli operai che manco parlavano l'italiano erano tanti, la gran parte non sapeva scrivere.
Ma nel frattempo le decine di aziende di elettronica e alta meccanica erano fallite, alcune diventarono statali per poi morire poco dopo, altre diventarono persino maggiormente sottocapitalizzate e rimasero solo i piccoli lavurat e aziende con il fiatone.
Lo stato, anziche' regolare o fare migliorie, spese soldi in regali e si defilo'.
Hanno perso sia gli operai che le aziende.

Bastano 2 sigle per far venire la pelle d'oca a chi le ricorda: REL e IRI (che poi si fusero, pure fa ridere che fossero considerate comuniste visto che IRI nasce con il fascismo, ma forse, come sostengo io, il comunismo italiano e' il fascismo 2.0)
Ancora nel 1980 l'IRI aveva di 500 000 dipendenti, la piu' grande azienda produttiva non USA al mondo e,  nel 1993, l'IRI rimaneva in 7ma posizione al mondo.

Ma IRI era un azienda per modo di dire, si raccattavano i cadaveri falliti e si inserivano nell'IRI con siringate di soldi "per investire" che arrivavano ad essere piu' grandi del fatturato istituendo la perdita come necessita'.
In pratica si prendevano i soldi dalle aziende sane (e da prestiti, presente il debito pubblico italiano, no?) mettendole in ginocchio per finanziare quelle che non si reggevano in piedi, spesso gia' piegate dagli operai, creando un tappeto di aziende stremate.
Una volta finite nell'IRI continuavano per la loro strada senza riorganizzazioni, ma nel solco di "assumiamo di più e il prodotto diventa migliore" (quanti danni ha fatto la non comprensione di Marx usato come vangelo!).
Questa massa di danaro e regole faceva si che le aziende "salvate" non si migliorassero e diventavano il piu' delle volte assumifici.
L'alfa romeo, che faceva parte di IRI, la rappresenta benone:
facciamo sciopero pure in un assumificio per avere di piu', meta' del fatturato sono pagamenti di operai non alfa che magari manco hanno un auto.

La follia di IRI termina con le leggi europee, come tante cose.
Grazie Europa.

Ora. come conseguenze dell'epoca folle, viviamo in un paese povero, sottocapitalizzato, che non riesce a far crescere gli stipendi ed e' abituato a comprimere i redditi verso il basso.
Perfino un eccesso di progressivita' delle enormi imposte, tanto che alcuni non hanno convenienza a guadagnare di piu'. Ci sono casi che per 1000E annui in piu' di reddito lordo vi e' un aumento di tasse di 3000E scoraggiando il lavoro: lavorare di piu' per guadagnare meno.

Il paese inoltre ha un problema di trasporti collettivi, pochi, sporchi, casuali e malgestiti.
Una tipica metropolitana da zone simili al milanese in Europa ha la dimensione doppia di tutte le metropolitane italiane sommate.
Questo causa poi l'enorme traffico italiano, visto che siamo il paese EU con piu' auto procapite e uno dei 3 mondiali,  pur non avendo motivi di essere sul podio, se non la cronica mancanza infrastrutturale.
Questo causa morti, poverta', licenziamenti e minori risorse.

Il settore dei sevizi pubblici sconta quindi una redditivita' bassa (peggio persino del settore horeca), del resto uno che guida i pullman o gestisce l’infrastruttura (pulizia, manutenzione cartelli...) di rado e' a livello del controller o del dirigente.
Insomma uno con la patente dei pullman non e' un disegnatore di AMD.

Nell'ultimo periodo, diciamo 2 anni, ho assistito a un centinaio di scioperi del settore trasporto che mi hanno limitato mostruosamente.

Facciamo il punto della situazione.

Tu fai sciopero perche' le tue condizioni lavorative non ti soddisfano e sei convinto che NON SIANO EQUE E UNA CONTRATTAZIONE E' FALLITA RIPETUTAMENTE.
Altrimenti che lo fai a fare lo sciopero?

Ovvero hai contrattato per un miglioramento del tuo lavoro (soldi, salute, salcaxx.. che alla fine per un impresa sono COSTI) e il datore di lavoro, PUR AVENDONE LA POSSIBILITA', ti ha sbattuto la porta in faccia.
Cosi', ora, prendi la spranga e vai a menarlo.
Poi, se non sei stupido, provi a fare una contrattazione chiedendo quello che per te e' equo e che sei sicuro che il datore di lavoro e' in grado di fornire.
Di certo non puoi chiedere al datore quello che non puo' darti, chesso' una mercedes classe S in comodato gratuito a ogni dipendente con chauffeur compreso.

Quando sono 3 anni che scioperi praticamente tutte le caxxo di settimane l'unica certezza che hai e' di aver ridotto i margini operativi del datore di lavoro, lo hai massacrato, hai ALMENO ridotto i sui fatturati del 60% e del 95% i suoi guadagni.
Oramai e li fermo, pestato e sanguina sul pavimento.
Vai a fare una contrattazione e la contrattazione fallisce (evidentemente e' tale se dopo 7 giorni scioperi ancora).

Non viene il sospettino ino ai sindacati che stanno sbagliando? 

Perché i casi sono solo:

1) il datore di lavoro e' uno Sr cosmico e comunque guadagna carrettate di soldi anche cosi'  il fatturato non gli cambia.
2) stai chiedendo qualcosa che non e' chiaro e la contrattazione fallisce perche' il sindacato e' stupido e confuso.
3) stai chiedendo qualcosa che l'azienda non e' in grado di fornire, continuare a chiederla con la spranga non fa altro che allontanare la possibilita' che venga esaudita.

Ma il fatto che nonostante le sprangate continue per 3 anni non cambia la solfa la prima possibilita' e' decisamente poco probabile.

Quindi rimangono 2 opzioni, ovvero un problema delle richieste.

La seconda e' verificata: i sindacati chiedono cose incoerenti e iperstratificate non budgettabili.
Chiedere in un medesimo sciopero una pagina intera di menate che vanno dalla richiesta di stipendi piu' alti alla variazione pesante di 4 leggi dello stato (tra cui aumentare la iperprogressivita')... in sostanza una pagina di cose richieste alle aziende, allo stato, contro leggi non ancora in lavorazione, contro la guerra in altri stati e l'ambiente del mondo.
Se non basta potremmo aggiungere l’eliminazione della fame nel mondo, l'estirpazione dei dischi di gigi d'alessio, il divieto alla trap e la fine dei divieti di velocita'.

La terza e' altrettanto verificabile, non mi pare che le borse stiano facendo a gara a comprare le azioni delle aziende di trasporto italiche, l'unico motivo per il quale molte di loro non chiudono sono siringoni statali decisamente robusti.
Basta vedere il ridicolo bilancio di FS: 15 miliardi di € con un utile netto meddoso di 100 milioni € nonostante non stia certo espandendo la rete a tuono (di fatto quel poco pagato dello stato o dal PNNR europeo).
Non e' un azienda, e' una perdita, nonostante biglietti carissimi che farebbero pensare a trasporti dai alto livello e non la medda che vediamo.

Inoltre gli stolti dei sindacati non capiscono neppure le basi della contrattazione.
Se, come abbiamo visto nei metalmeccanici che appena scade il contratto si sciopera, hanno sostanzialmente depresso gli altri contratti simili (presente il tessile che e' al limite del reddito di cittadinanza?) e fatto si che ad alcuni che rientrerebbero nel contratto venisse erogato un contratto diverso e, alla fine, i metalmeccanici comunque non hanno comunque un reddito EU...
Quando si SCIOPERA sembra che nulla tocchi l'operaio.
Infatti esistono una quantita' tanto esagerata di norme "non si tocchi l'operaio" da cadere nel ridicolo in una evidente stortura del semaforo.
Ma quello che non comprendono i sindacati senza cervello e' che COMUNQUE UN EFFETTO LO FANNO. L'operaio viene toccato dallo sciopero.
Gli idioti infatti non razionalizzano che i soldi (o altro che alla fine sono spese) arrivano sempre dal GUADAGNO.
Se l'azienda tipo FS ha un fatturato di  15 miliardi di con un utile netto di 100 milioni e fai uno sciopero (andiamo semplice facendo errori colossal, serve come idea di massima) e scioperi una volta all'anno hai ridotto di 41 milioni il fatturato. Se scioperi 3 volte non  ha piu' utile.
Quello che chiedono i sindacati e' prendere parte di quell'utile e darlo agli operai. ma de lo elimini cosa gli dai?
L'azienda non trova i soldi sugli alberi, no?
Per dare piu' soldi cosa deve fare?
Licenziare chiudendo parti poco utili?
Vendere parti di azienda poco remunerative (un licenziamento, ma senza la fatica del bandierone)?

Se vediamo molte aziende italiane hanno smagrito o ricorso all'ousourcing selvaggio addirittura rendendo tali stabilimenti che prima erano interni.

Ma, alla fine, i soldi derivano dagli utili.
Se i sindacati fanno troppi scioperi settimanali per ANNI rendono il sistema poco profittevole e di conseguenza, dagli stipendi piu' bassi.

Si e' arrivati, con un’idiozia degna solo del nostro paese, che dal momento che le aziende dei trasporti erano alla frutta, parte dello stipendio arriva dal 0,02 euro al litro di benzina.
Vorrei che il mio stipendio arrivi da un accisa sul pane.
Tutto per far smettere gli scioperi.
A distanza di 20 anni la cosa e' solo peggiorata.
Che poi questo E' INGIUSTO E COLPISCE CHI NON HA COLPE.
Un semaforo diabolico.
Colpisce l'operaio di altri settori, che magari VORREBBE prendere il BUS ma non ci riesce perche' massacrato dai sindacati,  costretto all'auto, magari una matiz di 4rta mano,  che fa fatica a comprare la benzina, ma sta anche pagando parte del biglietto del pullman che non usa.

Adesso avete spiegato perche' nei trasporti non si investe da anni e i margini aziendali sono fame freddo e fastidio (FFF).

Ma la cosa piu' da pensare e' che non stiamo parlando della bulloneria di paese...
I sindacati e i lavoratori debbono pensare che non sanno coinvolgendo nelle lotte a "non so cosa" il datore di lavoro e basta.
Fosse la bulloneria di paese sarebbe un problema tra 2 entita', il resto del paese va avanti.
Il mondo e' pieno di gente che produce bulloni.

Qui pero' stiamo parlando di una infrastruttura rilevante ed essenziale nel paese, fermarla equivale a dire che TUTTO il paese ne subisce e provoca
-diminuzione stipendi di tutti
-diminuzione dei lavoratori (disoccupati)
-Aumento di tasse
-diminuzione ricchezza
-diminuzione dei servizi

Perche' una cosa e' uno sciopera, altro e' distruggere un’infrastruttura rilevante e critica: il trasporto.

centinaia di scioperi continui vuol dire che l'infrastruttura non viene considerata affidabile, ovvero, il lavoratore passa all'auto, il fruitore passa all'auto, il negozio chiude.

Io stesso ho rinunciato a tante cose in questi 3 anni per via dell’inaffidabilità dei trasporti, diminuendo fattivamente non solo il PIL dei trasporti collettivi, ma quelli dello stato di TANTO.

il mese scorso un poveraccio ha fatto il giro del web:
Si è piazzato in mezzo alla strada bloccando un pullman che andava via senza caricare
Non me ne frega un caxxo, io devo tornare a casa. Chiama pure i carabinieri io devo prendere il pullman per tornare, per colpa vostra rischio di perdere il lavoro
c'erano alcuni in attesa di prendere il pullman e hanno cercato di calmarlo.
Poi il tizio, quando il conducente ha cercato di fuggire, ha dato un calcio al pullman.

In un mondo normale, dove un poveraccio esasperato ha una reazione, tutto sommato contenuta (un calcio al pullman non e' sto gran danno nel contesto di danno miliardario che sta facendo il conducente) arrivano gli stolti.

La reazioni dei portavoce fa persino ridere

"Adesso si aggiunge anche il rischio di scioperare. Se non ci sarà un cambio di direzione, a livello economico, ma anche di sicurezza per il lavoratore"

Sicurezza per un calcio al bumper?
Fate ridere. Amarissimo.

i sindacati dovrebbero proteggere i lavoratori, che sono, soprattutto quelli piu' poveri, piu' colpiti da questa marea di scioperi continui.
Ma, evidentemente, ai sindacati interessa solo fare spettacoli di piazza con sbandieratori.
Chi razzo se ne frega dei lavoratori, anzi, piu' stanno male piu' sperano nel sindacato che li ha ridotti di medda.
Quel poor worker e' solo disperato e esasperato.

In questa specifica situazione io, con un po di nausea anche solo per scriverlo, farei una norma estrema per situazioni estreme:
Vieterei per 3 anni scioperi nel settore trasporti, chi comunque lo fa in automatico paghera' 100E al giorno direttamente dalla AG delle entrate come capita per altri tipi di lavoratore multati.
Se poi non li pagano entro 1 anno direttamente prelievo di 1/5 dello stipendio con interessi e costi di raccolta, come avviene per altri lavoratori.

E' brutto?
Certamente.

Io direi pero' che questa cosa deve finire.

Giusto per capire la follia di questa cosa
stamani per fare 2.8Km con l'auto ci ho messo 19 minuti, velocita' media 9Kmph
Secondo SanG con i mezzi ci avrei messo 39 minuti
A piedi, al ritorno, ci ho messo 25 minuti e spiccioli.

Se avessi dovuto cercar parcheggio (ho parcheggiato dal meccanico) i minuti in auto sarebbero diventati come andare a piedi e il servizio collettivo (comunale), fra due punti importanti della citta' (capoluogo di provincia), non solo e' dalla tempistica ridicola, sverniciato brutalmente dal pedone, ma con una probabilita' altissima di non  avere il servizio per via che ogni spesso bucano la corsa o per sciopero (come 2 giorni prima) nonostante il prezzo premium (1.7E).
Di fatto un sistema inesistente.

A questi lavoratori vorrei anche ricordare che il loro cliente, a cui stanno chiedendo piu' soldi (l'unico posto da dove possono provenire), oramai (grazie agli scioperi turbo)  e' principalmente il poveraccio che piange e prende a calci il pullman perche' lo state facendo licenziare.
A chi state chiedendo "piu' soldi" per inefficienza?
Al poor worker, ricordiamo.
Quanto volete chiedere, un biglietto da 2E?, 2.5E?
Potrebbe avere un senso, ma in cambio di cosa?
 

Lo ricordiamo che un biglietto da zona similare nelle metropoli ben servite con un mezzo ogni 2 minuti sulle tratte "portanti" e ogni 15 sulle tratte meno, con scarti di 1minuto anche sui bus, regolari fino a notte, puliti e perfetti, non costa di piu' nonostante clienti piu' ricchi?
Eppure quelle aziende non sono messe cosi' male. 
Il biglietto di Tokio costa 1.1E fino a 6Km, mooolto meno.
NY costa di piu', ma il biglietto, 2.5E, e' valido anche per tratte veramente lunghe e l'abbonamento ha un prezzo alto, ma conveniente se lo si usa per tutto. Se nel corso di una settimana fate più di 12 corse (equivalenti a 34$), dalla tredicesima in poi non vi verrà più addebitato nessun costo o potete pagare subito 34$ (circa 30E). Ci vai al mare con quel biglietto.

Quindi i soldi ci sono.
Sono solo vaporizzati dagli scioperi.

La domanda al limite da porsi e' se il lavoratore dei trasporti italiano sia remunerato, rispetto al mondo occidentale, piu' o meno di altri, sempre tenuto conto della capacita' paragonabile e il costo medio del lavoratore in italia.
Non puoi pagare un tranviere terza media piu' di un tecnico con 2 lauree e non puoi paragonare chi lavora piu' ore, o rende di piu', con un lavoratore bolso.

Altrimenti non e' piu' un azienda di trasporti, ma altro, un assumificio, ovvero un reddito di cittadinanza.

La cosa che viene fuori e' che come LORDO (non la via di mezzo RAL) e' che il lavoratore italiano dei trasporti, secondo quello che ho letto,  non e' meno pagato di quello EU se si proporziona allo stipendio medio locale, al rendimento eccettera.
Lo e' meno in valore assoluto in netto, ma, RICORDIAMO, l'italia ha tante tasse e gli indicatori dicono che lavora meno dei suoi confrontabili (per esempio le ore di guida procapite degli autisti).

Del resto se l'italiano dipendente medio prende, con assegni e redditi non da lavoro,  è pari a 22.580E annui in pratica comprensiva di persone che hanno redditi vari aggiuntivi (affitti, assicurazioni, BOT) fino ai capoarea.
Insomma molto lontano dallo stipendio pulito ci si aspetta da un dipendente no-skill tipico dei trasporti (salvo che chi lava un autobus abbia uno skill particolare).

La domanda che si dovrebbe rivolgere a costoro e':
Razzo scioperate a fare?
Non ci sono ne le condizioni che le idee. Salvo che l'idea sia che siccome hanno il coltello dalla parte del manico debbano avere il trattamento di un lavoratore d’élite.

Perche' fino a che non e' chiaro cosa volete, ed oggi non lo e', forse e' il caso che si prendano una pausa per pensarci e, quando lo hanno capito, possono farcelo sapere.

Fino ad allora si evita che l'italia sia massacrata da gente che se ne frega dei residenti e faccia sciopero a razzo solo perche' puo' smerdare in testa a tutti e farla pagare a chi non ci azzecca nulla.

Questo non e'
"avere il diritto allo sciopero" 
e' invece
"me ne fotto dei danni e tiro una bomba scimmiesca solo per far sapere che ci sono"
I danni sono nostri.
Del resto che i Taxi giocano altrettanto lercio, no?
Beh, io, come il poveraccio che prendeva a calci il pullman disperato, mi sono rotto il razzo di non poter avere dei mezzi funzionati.

Oggi lo stato puo' fare il suo lavoro.
Oltretutto cessando gli scioperi per qualche anno dopo potrebbero pure esserci i margini per contrattare.
Ma tutti gli attori devono avere delle RESPONSABILITA'.
Diritti, ma anche doveri.
Dare e avere
Rosso e verde.

 

Cosa ne pensate di questa cosa tragica dei trasporti italiani che mi ha portato a pensare cose molto estreme?


11 commenti:

baron litron ha detto...

penso che hai ragion a tornado, come minimo.
di recente per colpa di uno sciopero dei treni ho perso un lavoretto (poca roba, 150 euri ma che mi avrebbero fatto comodo), e ho perso pure i soldi del biglietto (poca roba, 9.80 euri che però ho cacciato per viaggiare) perché lo sciopero non rientra tra i motivi di rimborso, lo sciopero è imprevedibile inossidabile e soprattutto SACRO, ed essendo sacro non paga sanzioni né genera rimborsi.
quando le figlie andavano ancora a scuola, e c'era sciopero degli insegnanti non si poteva mettere lo sciopero come giustificazione per l'assenza (la scuola non garantiva il servizio, si badi bene) ma si dovevano indicare motivi di salute o familiari, in pratica si costringevano i genitori a un falso in atto pubblico, perché lo sciopero è SACRO e quando cade non si può discutere né usare come causa di disagio (ovviamente loro non hanno mai fatto giorni di assenza per sciopero ma solo lunghe mattine passate noiosamente a cazzeggiare in aule semivuote)
la costituzioe più bella di tutte prevede che gli iscritti al sindacato siano registrati in apposito e pubblico registro, ma ogni volta che si è provato solo ad accennarlo son partite raffiche di scioperi SACRI (e gran ragliare di idioti in parlamento a sostegno) contro i tentativi fascisti di schedatura dei lavoratori
s'è addirittura arrivati a scioperare contro la possibilità di limitare il diritto di sciopero, che ricordiamo essere SACRO
ora, lo sciopero serve se il padrone ne viene danneggiato.
ma se l'azienda è in perdita perché i costi di solito superano gli introiti, il mancato pagamento dello stipendio allo scioperante effettivamente diventa un guadagno per il padrone, che tanto non usa il servizio che vende ma si affida ad altro....
di conseguenza, l'unico sciopero dei trasporti che avrebbe effetti sulla proprietà sarebbe il non far pagare il biglietto a nessuno.....

Anonimo ha detto...

a torino, si dice scherzosamente (ma non troppo) che gli scioperi dei mezzi pubblici non funzionano più, perché il servizio di per sé va così male che la gente non nota la differenza tra quando lo sciopero c'è e quando non c'è.

andrea.c ha detto...

Bella analisi del passato e del presente,
ogni impiegato pubblico che lavora è circondato da colleghi al di fuori dalla realtà, ormai non ci si ragiona più, come parlare di pensioni ad un pensionato. Si deve attendere il turnover o si agisce con una volontà politica e una forza politica che non ci sono.

Danilo ha detto...

La cosa "cursiosa" e' che gli scioperi (non sempre ma spesso) vengono fatti il VENERDI.
(comodo per fare un weekend lungo, al mare)

Danilo ha detto...

PS: uno del sindacato mi ha detto che vengono fatti di venerdi' per avere un'adesione maggiore. E questo dovrebbe far capire come lo strumento dello sciopero, si sia oramai svalutato. Da strumento per ottenere condizioni migliori e diventato la scusa per farsi una vacanza.
Non tutti, ma una buona parte si.

Anonimo ha detto...

sempre a torino, si dice scherzosamente (ma non troppo) che gli addetti ai mezzi pubblici devono ricevere una paga più che abbondante, già che possono permettersi senza fatica almeno un giorno al mese di "vacanza" non pagata.

Gate-All-Around ha detto...

Mi scuso se sarò un po' lungo, ma un post così complesso richiede commenti difficilmente comprimibili.
Partiamo ricordando che la Repubblica Italiana nasce come Stato Catto-Comunista, con qualche venatura fascista (i Rosso-Bruni non sono affatto una novità). In tale contesto non sorprende se agli Italiani piace l'ambito del privato purché finanziato da fondi pubblici (le manifestazioni per pagare le scuole dei preti e delle suore sono un ottimo esempio). Non sorprende se un conglomerato fascista abbia rappresentato quasi cinquant'anni di storia industriale della Repubblica. Negli anni '90 (apparentemente) il sistema crolla. Ma non per la UE, la quale applica standard multipli ai propri membri, la svolta è stata la fine della Guerra Fredda: essendo relegati in un teatro secondario la pacca sulle spalle ricevuta dagli USA ha suonato come se percosso un tamburo. E senza garanzie si vedeva il fondo del salvadanaio. Non nascondiamoci: le privatizzazioni sono state un disastro, anche perché apparenti. Il Governo ha mantenuto la quota di controllo delle maggiori aziende. In sostanza la grande industria italiana è rimasta pubblica. Molti pseudo-liberisti rifiutano d'ammetterlo, ma è così. Penso che anche Lei, che è brianzolo, si sia chiesto se la fabbrica locale di ST richieda necessariamente circa 5000 adetti per fare MEMS, o che abbia storto il naso per il rientro degli ex-Micron a casa. E magari abbia pensato anche a quel conglomerato che porta il nome di Leonardo. Non fossero aziende pubbliche (inteso come a controllo da parte del governo), forse, sarebbero ben più magre!
Putroppo oltre-confine la situazione se cambia, cambia in peggio. La Francia: il Governo ha mani ovunque. Se non avesse l'unico esercito decente d'€uropa ed una certa insensata bellicosità (guerra in Libia oppure le fallimentari operazioni in Africa Occidentale) meriterebbe tante batoste da Bruxelles (gli standard multipli prima accennati). Non che in altri Paesi vada meglio; alla faccia del liberismo estremo!
In generale non sono contrario ad un intervento pubblico se giustificato: l'elettronica in Estremo Oriente è fortemente sussidiata e SK Hynix è in mano direttamente al Governo della ROK. Ma da quelle parti si gioca per la Champions League. I sussidi non servono a mantenere i livelli occupazionali.
Discutiamo adesso dei Sindacati: come molte vetero-strutture hanno visto perdere il loro livello d'influenza, salvo in alcuni settori, si veda il trasporto pubblico, in cui possono mettersi inutilmente in evidenza garantendo ai propri iscritti qualche giorno di vacanza supplementare.
E dire che nel 2020/21 avrebbero potuto riacquistare una certa credibilità proteggendo i lavoratori dalle più vergognose leggi promulgate. Invece hanno preferito le pacche sulle spalle dal Governo, semmai rimproverandolo perché non abbastanza oppressivo verso i lavoratori.
Ogni tanto qualche inutile vertenza quando i giochi sono chiusi, giusto per esporre qualche striscione, poi basta.
Credo che come ogni brianzolo anche Lei ricordi la vertenza Micron. In tale occasione i sindacati tentavano (difficile a credersi) di calmare le teste più calde, come chi voleva il blocco dell'A4. Si era trovato un compromesso con qualche ora di manifestazione davanti ai cancelli. Ricorderà magari anche qualcuno che, pur essendo in quota "certamente non comunista" (chi conosce i sistemi Lombardi ha capito), sfilava dietro lo striscione CGIL. In realtà i sindacati sapevano bene che la maggior parte degli esuberi sarebbe tornata a casa. A fare MEMS.

Anonimo ha detto...

Cosa penso? Che in Italia, rappresentata al meglio da Roma, chi dovrebbe condurre un bus,ctram o metró usa lo sciopero per farsi 52 giorni di ferie in più, non pagate all'anno, non pagate, ma comunque ferie, non stress, niente traffico, niente passeggeri per quei giorni di sciopero in cui sanno che nulla o poco cambierà. Gli stessi autisti che partono a volte in ritardo perché chiacchierano coi colleghi, che guidano le.6,40 ore guotidiane col telefono in mano, mettendo a rischio la vita di tutti e guidando da far venire il mal di mare a tutti. Gli stessi, a volte indisponenti, che rispondono male a chi viaggia mentre dovrebberoessere cortesiverao chi paga biglietto o abbonamento, in cambio di linee urbane che o passano tardi, o prendono addirittura fuoco, o saltano le corse, e che sono preda di scippatori, sempre gli stessi, cerso i quali si fa ASSOLUTAMENTE NIENTE anche se pluri e multi recidivi.
Eppure gli autisti un lavoro diciamo abbastanza fisso e uno stipendio ce l'hanno. Tutti infelici e sofferenti? Alcuni si, ma tanti altri sono lo stemma del potere arrogante e pressappochista che inquina il vivere quotidiano.
Soluzioni soft non esistono. Solo soluzioni severe e infallibili servirebbero, tra le quali il bastonare a morte qualsisi lassismo o corruzione venga trovata nell'istituzione, dal dirigente allo scopino.

Anonimo ha detto...

Scusate gli errori.
Cosa penso? Che in Italia, rappresentata al meglio da Roma, chi dovrebbe condurre un bus, tram o metró usa lo sciopero per farsi 52 giorni di ferie in più, non pagate all'anno, non pagate, ma comunque ferie, non stress, niente traffico, niente passeggeri per quei giorni di sciopero in cui sanno che nulla o poco cambierà. Gli stessi autisti che partono a volte in ritardo perché chiacchierano coi colleghi, che guidano le 6,40 ore quotidiane col telefono in mano, mettendo a rischio la vita di tutti e guidando da far venire il mal di mare a tutti. Gli stessi, a volte indisponenti, che rispondono male a chi viaggia mentre dovrebbero essere cortesi verso chi paga biglietto o abbonamento, in cambio di linee urbane che o passano tardi, o prendono addirittura fuoco, o saltano le corse, e che sono preda di scippatori, sempre gli stessi, verso i quali si fa ASSOLUTAMENTE NIENTE anche se pluri e multi recidivi.
Eppure gli autisti un lavoro diciamo abbastanza fisso e uno stipendio ce l'hanno. Tutti infelici e sofferenti? Alcuni sì, ma tanti altri sono lo stemma del potere arrogante e pressappochista che inquina il vivere quotidiano.
Soluzioni soft non esistono. Solo soluzioni severe e infallibili servirebbero, tra le quali il bastonare a morte qualsisi lassismo o corruzione venga trovata nell'istituzione, dal dirigente allo scopino.

baron litron ha detto...

c'è gente che passa la vita nel traffico, pagando pure per farlo, e lo fa non "come" lavoro ma "per" lavoro, nel senso che è costretto a farlo, a perdere tempo e rovinarsi fegato e frizione, e tutto pese sue, soltanto per andare o venire dal posto di lavoro, o per fare giri di consegne o visite a clienti e fornitori. se scioperano, oltre a non prendere i soldi della giornata spesso e volentieri perdono clienti e contratti.
tassisti e autisti di tram e bus invece sono PAGATI per viaggiare e muoversi nel traffico, e oltre alla paga hanno mille agevolazioni (sacrosante) che gli autisti normali non hanno: corsie preferenziali, orari, straordinari pagati, benza gratis o rimborsata a pie' di lista, assicurazione del mezzo pagata dalla ditta e via via cantando.
e inpiù possono scioperare quando cazzo gli pare, sapendo che facendolo aumentano ancora di più i disagi degli autisti normali, che devono di sicuro guidare in condizioni peggiorate dall'assenza di trasporto pubblico (o tassì), e magari anche aumentare il tempo passato alla guicda per ovviare alle mancanze dei sullodati autisti protetti, vuoi per portare mi figli a scuola, vuoi per accompagnare la mogle o il marito al lavoro (non tutte le famiglie per fortuna hanno due auto, e di quelle che ne hanno più di una non tutti la usano ogni giorno, giusto per dire)
e più gente s'incazza più gongolano sulla riuscita dello sciopero, non volendo capire che il successo di uno sciopero è dato soltanto dall'ottenere quanto richiesto.
ovvio che se le richieste sono assurde, inconsistenti o impossibili da esaudire il successo è nullo, anche se allo sciopero partecipa il 100% della forza lavoro....ma a quello non ci voglono proprio arrivare, né i capoccia né il loro supino e belante codazzo....

Gate-All-Around ha detto...

Capita a proposito:

https://x.com/Michele_Arnese/status/1852282250995409337

La nuova linea dedicata al BCD che non decolla?
Una voce lasciata circolare ad arte per impietosire il ministero?

Ah... a saperlo!