lunedì, gennaio 16, 2023

HiFi DIN casse

 


Quando sclero per la meddaccia koreana molti mi danno del pazzo. 

Forse e' vero, ma ricordiamoci delle prestazioni veramente meddose rispetto a roba antica, molto antica e, soprattutto COSA E' L'ALTA FEDELTA'?

Quali sono gli standard che un apparecchio deve raggiungere prima di poter essere giustamente chiamato hi-fi, o almeno "idoneo alla musica" e non essere la radiolina di fantozzi?

Nel 1966 era una questione di dibattito e un ente normante se ne usci' con la sua norma.

1966 l'ente tedesco DIN (Deutscher Industrie Normenausschuss) pubblico' la 45-500 che specifica i requisiti minimi per le apparecchiature non professionali.

Per contestualizzare: l'apparato con costi elevati del 1966 era la radio di cui sopra. Si trattava quindi di quello che si puo' fare ad un prezzo "da casa" e non professionale.

Ripeto "non professionale"

per facilitare la connessione arrivò anche un connettore easy plug che era bidirezionale e non potevate sbagliare ad infilarlo, con contatti sicuri a prova di meccanica del 1960 e utente non smaliziato.

 



altro che la problematica USB dalle infinite versioni.

non male, no?

Vediamo le specifiche partendo dalle casse e ricordiamo cosa era l'audio nel 1966 e che non esisteva neppure la plastica come la intendiamo oggi o i chip che erano una novita' introdotta sull'apollo.

 "L'altoparlante dovrebbe essere in grado di sviluppare una pressione sonora di 96 dB"
Insomma non puo' sentirsi basso come un citofono, deve pompare un minimo.

"La distorsione non lineare all'uscita specificata deve essere inferiore al 3% da 250 Hz a 1 kHz e inferiore all'1% a 2 kHz e oltre."

Questo non e' alla portata certo di certe scargnappole.
Diciamo che quasi tutti gli ampli classe D odierni alla potenza dichiarata non  sono in grado di ottemperare a questa norma di 60 anni fa, figuriamoci le casse...

"Per le coppie stereo, i due altoparlanti non dovrebbero differire l'uno dall'altro di oltre 3dB da 250Hz a 8kHz."

All'epoca gli altoparlanti erano fatti a mano, incollati a mano, avvolti a mano.
ottenere questo risultato non era facilissimo.
Oggi ci sono carlonate che fanno di peggio, ma in questo caso specifico e' abbastanza raro vedere tali differenze.

Le variazioni di impedenza (descritte nella DIN 45-573) non devono superare il ± 20% a qualsiasi frequenza all'interno della gamma di funzionamento.

 Questa cosa e' stata invece spesso disattesa.
Ci sono altoparlanti che lo fanno o che sono costruiti per, ma va contestualizzata.


 

nel 1964-66, e si puo' immaginare che la norma sia stata redatta persino prima, come si usava, con calma e ragionandoci bene prima (insomma non e' la vaccata HDR 4k fatto all’ultimo senza senso alcuno), l'ampli era un affare a valvole  e queste avevano problemi inenarrabili con le variazioni di impedenza, che in soldoni significa casse reattive .
L'arrivo degli ampli a transistor, inizialmente esageratamente costosi e un pochino problematici comunque, sebbene già meno, e la successiva  generazione dello stato solido con swing di corrente allegrotta non pose piu' grossi problemi... sempre se non si esageri.

Ovviamente se l'ampli e' ben progettato e non certo uno con l'alimentatore appena sufficiente su di una resistenza in stile cinokoreano, l'impedenza anche se un pochino ballerina non e' un problema.

Da questi brevi estratti della norma capite che non era campata per aria, ma una seria pensata e valida ancora oggi per tante cose.

Passiamo poi agli ampli....

 

24 commenti:

Stefano ha detto...

Sinceramente non pensavo che la DIN si fosse presa la briga di "normare" anche la definiizone di HI-FI.
E comunque alcune di queste vecchie prescrizioni non le passerebbero molti dispositivi che a tutt'oggi si fregiano (e che le riviste incensano) come "audiophile". Il resto, non ne parliamo neppure. Semplici scatole a sonagli.
Teniamo anche conto del livello dell'elettronica e dei semiconduttori dell'epoca: ottenerli con valvole, trasformatori d'uscita e casse handmade era un quasi miracolo, o, forse, semplice cura, attenzione, progettazione attenta, maestria costruttiva e passione...

Oliver ha detto...

La DIN si è presa la briga di normare una marea di cose, per fortuna, e molte delle attuali UNI o regolamenti UE si rifanno pari pari a tali norme. Purtroppo a volte erano incredibilmente complicate e poco pratiche rispetto alle ASME: quando i tedeschi hanno capito che mezzo mondo (a volte il mondo intero) prendeva come riferimento le loro norme hanno cominciato ad infarcirle di pedanti coefficienti e stupidaggini varie che loro stessi non applicavano, ma si fregiavano di esportare a norma DIN.

Temo che molti degli "audiofili" non abbiano ancora chiaro il discorso stereo, penso sia molto difficile spiegargli il resto. Qualche mese fa il guru di turno ha pubblicato un video dove dice che sentire la voce al centro in un sistema stereo è molto difficile, che capita poche volte solo con sistemi particolarmente costosi. Da qui capiamo che la maggior parte di sedicenti audiofili è ferma all'ascolto mono pre anni '40. D'altronde se pensi che il cavo che collega l'ampli alle casse "suona", che un clamp su una meccanica cd faccia la differenza e che una ciabatta da 600€ con dentro un filtro del microonde sia la panacea di tutti i mali, è ovvio che tu non sappia cos'è la stereofonia.

Domenico ha detto...

Ciao e scusa l'appunto pedante, ma DIN sta per Deutsche Institut für Normung.

Grazie per l'articolo, molto interessante.

blu-flame ha detto...

domenico, partendo dai documenti originali che avevo (in realta' questo articolo e' del 2010 circa) in crucco che tradussi con l'aiuto di un amico vi era scritto quello ogni piffero di pagina e ho dato per scontato che il nome fosse quello...
sapevo inoltre che quello che dici e' il nome recente, precedentemente era una roba come Deutsche INdustrie o qualcosa del genere.

Sinceramente non so come si chiamasse all'epoca ne so quale sia la differenza di significato fra le due parole.

PS
Pedante va bene :-)

Stefano ha detto...

" D'altronde se pensi che il cavo che collega l'ampli alle casse "suona", che un clamp su una meccanica cd faccia la differenza e che una ciabatta da 600€ con dentro un filtro del microonde sia la panacea di tutti i mali, è ovvio che tu non sappia cos'è la stereofonia."
Cavi "esoterici", clamp, piedini antisismici, pulidischi all'olio di squalo (!), cavi di rete e filtri magici suonano nella misura in cui suonano i soldi che entrano nelle casse delle riviste degli sponsor.
E' ovvio che se ti dicono di pubbliciz...ehm, recensire un cavo HyperOFC all'argento placcato oro 24K del diametro di un braccio costoso come un utilitaria non puoi dire "ragazzi, e' identico a un cavetto fatto con un RG58 da 1 euro al metro". La volta dopo la "nota ditta" non ti dara' nulla da recensire e la tua rivista rimarra' vuota e tu a spasso.
Ho smesso di leggerle perche' dopo un po' sono solo spot pubblicitari. Anche macchine con dati di targa vergognosi o prestazioni ridicole venivano incensati come nuovo riferimento e nuovo miracolo audio "must have". Per giustificare cio' hanno cominciato a pontificare che le misure di laboratorio non servivano a nulla, anzi, erano fuorvianti, che era esclusivamente l"orecchio" (e il portafoglio del giornalista...) l'unico metro per definire la bonta' di una catena audio, cosi' anche apparecchi con banda passante di un telefono e potenza di una radiolina, progettati da cantinari e costruiti da una masnada di cinesi sotto acido diventavano ampli da stadio con la qualita'di un concerto dal vivo.

Anonimo ha detto...

il mondo degli audiofili è fatto da una piccola quantità di persone pagate per raccontare che il cavo in oro foderato di pelli di scroto di cuccio di panda e caucciù masticato a mano "suona" meglio di ogni altra cosa creata dall'uomo, e da una relativamente grossa quantità di gente che, dopo aver speso il prezzo di una piccola auto per il suddetto cavo, si auto convince che effettivamente "suona meglio".

la clamorosa ignoranza di molti esperti del settore (in linea assolutamente teorica, ironica ed astratta, posso anche accettare che il cavo d'oro che porta il segnale analogico faccia qualcosa – ma con il cavo ethernet da audiofilo non mi convinci) fa il resto.

Formaggio869 ha detto...

In linea di massima sono in accordo con quanto dici, però alcune cosine vorrei aggiungerle. E cioè che in realtà, malgrado le orride e infestanti cinokoreanerie, la tecnologia in questo campo di di passi avanti li ha fatti. Ad esempio, una risposta in frequenza abbastanza lineare su più o meno tutta la banda audio, a meno di grossolani errori di progettazione, la maggior parte degli amplificatori in classe D ce l'hanno, e se non si pretendono eccessi vanno anche bene: io ne ho uno pagato quanto una pizza, che ha sostituito per i miei ascolti a volume basso-medio il Nad3020, che continuo a tenere fondamentalmente per ragioni affettive. Certo, se poi li colleghiamo alle scatolette di tonno camuffate da altoparlanti questa è un'altra storia. Inoltre, malgrado l'alnico a causa degli alti costi sia ormai in disuso, comunque anche gli altoparlanti sono andati avanti, e grazie ai, quelli davvero, potenti mezzi di calcolo che abbiamo, è relativamente semplice comprare o anche realizzarsi casse che suonino decentemente, con spesa limitata o, meglio, ragionevole, e comunque minore di trenta anni orsono. Certo, poi l'audio è ormai roba da supermercato un tanto al chilo: anzi, in certe situazioni più è leggero, plastichetta e lucettine colorate e meglio si vende, i miei figli ascoltano col cellulare, e quindi tanta tecnologia ce la sbattiamo sui denti. E aggiungiamo anche che chi propone roba "di qualità" lo fa a prezzi solitamente immorali: sono stato ad una mostra recentemente dove ventimila euro per un sistema di riproduzione venivano guardati con sufficienza, dove casse assemblate rivedendo un antico progetto degli anni 60, con sei altoparlantini da 30euro l'uno, venivano proposte a 25k euri: e allora, almeno per me, il gioco è finito. Peccato, davvero: hai ragione nel dire che i clienti ormai sono considerati, e forse in gran parte lo sono davvero, solo consumatori beoti, hanno vinto i leddini e yabba-dabba, come dici tu! Non ti piacerà il latino, però mala, malissima tempora currunt...

Celso ha detto...

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Deutsches_Institut_f%C3%BCr_Normung
È spiegato tutto, ha cambiato più volte nome.

blu-flame ha detto...

attenzione ai cavi, oltre alla fuffa costosa e mal funzionante, esistono, per quanto sovraprezzati, ottimi cavi.

Inoltre ci sono ampli che su certe casse possono interagire con il cavo e avere problemi: principalmente i classe D e le valvole.

ricordiamo i 5 cavi che esistono e soprattutto quello verso le casse
http://allarovescia.blogspot.com/2013/11/il-cavo-ed-il-consumatore-55.html

Inoltre cose come le clamp per il vinile (si, funziona, meglio se previsto dal piatto) e per CD (su meccaniche pessime aveva una varianza) erano sicuramente, come molte cose, ridicolmente prezzate come dischi di ferro venduti a prezzo ridicolo.
Pero' avevano dei motivi di esistere ed esistevano anche versioni a prezzi tutto sommato accettabile, come dire 30E odierni.

La clamp per il vinile, come tante altre cose, hanno un fondo di verita', ricordiamo che tanti dischi non sono neppure planari e alcuni non hanno neppure il foro in centro (ricordiamo cosa serve il subsonico, aiutino: non serve per il car audio).
Poi, ovviamente, qualcuno spera sempre di migliorare il proprio setup partendo dal presupposto, non del tutto sbagliato, che se costa di piu' funziona meglio.

Diventa un ragionamento errato se il setup fa pena e stiamo cercando di raddrizzare la banane o se cerchiamo un disco di 10cm di metallo pagandolo come uno scooter sperando che sia meglio di uno pagato 30E.
Purtroppo non sempre si ha la cultura di capire la differenza.

La stessa cosa, se ci pensiamo, porta a comprare telefoni da oltre 500E, alcuni oltre i 1000. Carini, ma di fatto irrilevanti per molti rispetto ad uno da 250.
Anzi, li ricordate i vecchi iphone che creavano torme di cercatori di spina e il boom dei bank?
Quando raccontavo della durata del mio cellulare pensavano sempre che li stessi prendendo in giro.
Poi anche gli iphone&c hanno montato batterie di lusso dei telefoni da 200E come hanno fatto, sempre con ritardo, altre migliorie.

Ovviamente in tutto questo caos e' facile che arrivino veri strz come quelli che spacciano cavi da 300E al m lineare e impianti da 1650W a 200E, che se ci pensate sono 2 facce della stessa medaglia.

Un prodotto che non puo' fare quello che implicitamente (per il prezzo) o esplicitamente (urlato sul cartonato) dovrebbe.
E il primo lo trovo persino piu' onesto, del resto non promette nulla, allude, il secondo ti sta prendendo esplicitamente per ID.

E, diciamolo, le robe HiEnd sono spesso esteticamente belle, altro che un iphone tirato dritto.

Ovviamente questo ha squalificato un settore, l'HiEnd che in realtà aveva roba da dire.
Marchi di medda cinokoreani hanno azzerato l'HiFi che aveva MOLTISSIMO da dire a prezzi anche popolari

Oliver ha detto...

Formaggio869 non hai tutti i torti, ma il balzo tecnologico lo si nota principalmente su prodotti di fascia bassa, come ad esempio il tuo ampli in classe D o monitor near field che con 200€ sono già discretamente suonanti. Sulle classi AB il prezzo è ben più alto rispetto agli anni 80/90, causa costo materie prime.
C'è anche un altro problema, poiché proprio i tuoi figli ascoltano musica con lo smartphone e con casse bluetooth scrause, è diventato impossibile vedere youtube sulla tv di casa con impianto hifi: la curva di equalizzazione sega le alte da 2kHz in su con un boost sui 500Hz per ottimizzare l'ascolto sulla capsula del cello. Sarebbe comunque un formato molto compresso lo-fi, sicuramente non adatto alla musica, ma almeno un video lo si potrebbe vedere... Così come l'audio dei film "moderni" è tarato su merdo-soundbar prive di dinamica: bassi a profusione per tutta la durata del film con picchi su esplosioni e jumpscare che vien giù casa e sei costretto a comprimere per mantenere un livello decente di dialoghi. Il trend purtroppo prosegue anche in alcuni album su CD che paradossalmente diventato migliori su LP (non perchè quest'ultimo sia superiore, anzi proprio perché è un supporto limitato)
Per le casse a 25k€ c'è da dire che da 4-5k€ in avanti paghi principalmente marchio ed ebanisteria. Ho notato che ormai un diffusore di "rango" deve essere bello, poi suonare bene. A me che dell'estetica frega limitatamente rimango al di sotto di tale soglia dove comunque, a parer mio, si trovano ottimi diffusori anche nuovi. Poi non discuto che le Avalon Saga oltre alla fine ebanisteria siano musicalmente incredibili, perché lo sono davvero, ma 120k€...

Oliver ha detto...

Bluflame
Non sono d'accordo. Il cavo "di potenza" tra casse ed ampli può fare una misera differenza se di sezione non adeguata, una volta arrivati ad AWG10 parliamo di niente, anche con damping factor bassi dell'ampli (valvolari). Ed è comunque una differenza molto difficile da rilevare (se non con strumenti). Uno spezzone di cavo collegato tra ampli e casse fa la differenza? L'amplificatore al suo interno tra piste e connettori ne ha circa mezzo metro, di sezione infima e giustamente non schermato. Su alcuni valvolari point to point anche di più. Idem il diffusore senza considerare il crossover con componenti passivi dove il segnale passa tra bobine condensatori e resistenze, ben più problematiche di un misero spezzone di cavo da 2m. Temo che il problema sia il contrario: se fai un cavo di mexda partendo da un cavo ethernet allora sì, il cavo suona. Anche se togli una candela dal tuo 4 cilindri benzina il motore farà un suono particolare, provare per credere.

Partendo dal presupposto che qualsiasi lettore CD Blu-ray o DVD è dotato di clamp magnetico (altrimenti il disco volerebbe via o non verrebbe trascinato) dire che un clamp tipo giradischi su un lettore CD fa la differenza è un'idiozia, a maggior ragione ai tempi nostri. Già sul giradischi il clamp non fa una grande differenza se utilizzi il mat giusto. Aiuta moderatamente alla planarità dei dischi, forse su un 120g non di certo sugli attuali 180.

Vorrei solo ricordare due cose:
1. Se non trattiamo la stanza in cui ascoltiamo musica possiamo spendere quello che vogliamo in sorgenti amplificatori casse e stupidaggini come cavi e clamp: suoneranno sempre male e oltretutto, come il cavo ethernet usato per le casse, ci sembrerà che suoni bene ciò che suona male.
2. Qualsiasi opera o concerto viene ripreso mediante microfoni ed un centinaio di metri di cavo di segnale da 1€/m, miscelato o meno da una console digitale, registrato digitalmente e masterizzato (con effetti digitali). Basta per capire che l'attuale concetto di audiofilia è una stupidaggine?

Stefano ha detto...

@Oliver

Perfettamente d'accordo. Ho costruito per anni casse e ampli a livello amatoriale e qualche punto fermo l'ho trovato.
1) Cavi di segnale: devono essere ben costruiti, con connettori RCA (o Cannon) di buona fattura meccanica per garantire accoppiamento con i connettori ed evitare i falsi contatti, quindi meglio se massicci e dorati, ma solo per evitare l'ossidazione superficiale e con dei reofori comodi da saldare (NO viti). Il cavo va bene un 52ohm da antenna radio (tipo RG58), scegliere il diametro piu'consono al connettore, alla BF sono tutti uguali. Da evitare come la peste nera chi fa passare il segnale su cavo Ethernet magari non STP. Gli Ethernet non sono fatti per i segnali analogici.
2) Cavi di potenza. Basta che siano GROSSI, in modo da non avere cadute di tensione visti gli ampere che passano. Ottimi quelli per corrente trifase (4 conduttori twisted) da almeno 3 mm (AWG 7 o 8), ci viene anche un bel biwiring (alti e bassi delle casse separati lato casse, in comune sull'ampli), tra l'altro essendo avvolti e non affiancati come la tradizionale piattina per casse evitano anche problemi induttivi. Evitare morsettiere a scatto ma preferire connettori a banana o al massimo le forcelle.

Poi, i nostri ragazzi ascoltano audio in formati assolutamente inadatti all'Hi-Fi. Provato ad ascoltare un MP3 sull'impianto, totalmente inascoltabile. Sembra che abbiano sparato all'equalizzatore. Con i CD vecchi si ascolta ancora bene la musica, con i nuovi o i "remastered" si sente che hanno voluto "pompare" l'audio per venire incontro alle "orecchie" moderne ed e' spesso fastidiosamente "loudness" o eccessivamente "pulito" (difficile spiegare la sensazione...).
Ho avuto, mio malgrado, l'opportunita' di acquistare un giradischi (un Rega, per la cronaca) causa un vinile in regalo e l'ho collegato all'impianto. Devo ammettere (e con me i miei familiari, che si sono fermati ad ascoltare) che ho finalmente riscoperto (e fatto riscoprire ai miei figli) la MUSICA: ok, banda passante limitata, dinamica lontanissima da quella del CD, ticks and pops, equalizzazione RIAA forse un po' personale (ma non ho dubbi sulla personalita' di un Carver...), ma ti viene veramente voglia di sederti ad ascoltare invece di fuggire a fare altro. I limiti imposti dal vinile evidentemente danno meno "mano libera" (oppure la compensano) ai remasterizzatori folli pompatori musicali e forse e' questo che li fa riscoprire, piu' che la nostalgia.

I film, non posso che confermare. "big boom", con dialoghi inintelleggibili.

Stefano ha detto...

Pero' spezzerei un'arancia a favore degli ampli classe D. Non per "tutte le stagioni" ma per ambiti non esageratamente "audiophile" (che le sorgenti e i supporti intesi come la musica viene incisa/trasmessa oggi sempre piu' scrausi ampliano di giorno in giorno) li vedo come un'ottima soluzione. Compatti, poco energivori (rendimento 90%), molto adatti a DSP e alla musica digitale (possono fare a meno di un convertitore D/A, la musica viene trattata esclusivamente nel dominio digitale), scalabili in potenza dalle cuffiette ai concerti (e' la tecnica degli apparecchi acustici e degli inverter industriali da decine di kW) se progettati senza compromessi permettono qualita' audio da rilevare i limiti della sorgente stessa. Ovvio che se la circuiteria attorno e la progettazione non e' all'altezza (ma questa anche in una classe A puro) i risultati sono scadenti, ma, in proporzione, minore che in uno a componenti discreti progettato con i piedi con componenti inadatti (fai molta piu' fatica a sbagliare un ampli in cui c'e'un solo TDA 7492 e una manciata di condensatori e resistenze).
Poi, la presenza in passato di ampli classe D di nomi come Carver e oggi di ampli da 4.8 kW 1%THD 20-20kHz -0.5dB sta a dimostrare che se si vogliono fare bene le cose si puo'. Il limite non e' la tecnologia ma la qualita' di chi li progetta e produce.

blu-flame ha detto...

La classe D h un problema, devi considerarla non HiFi con una distorsione reale del 2%.

e' divertente?
si
Puo' far casino con alimentatori con pochi Volt e magari non duali?
ni
Puo' consumare meno?
Ni, ma non arriva al 95% salvo di avere il 20% di distorsione. Se vuoi un minimo di qualita' devi farlo fermare al 70% della potenza.
Pero' cosi' facendo ti sei giocato gran parte del risparmio dell’alimentatore.
Puo' andare in digitale?
ni, ci sono dei chip che lo fanno, ma di fatto non si fa mai, classe D vuol dire PWM, non digitale.
Alcuni hanno il controllo della gestione digitale, ma non vuol dire che gestiscono il SEGNALE in digitale.
Addirittura ci sono chip che accettano il digitale per convertirlo in analogico prima di darlo in pasto all'ampli vero e proprio

Perché la questione e' che se devo con poco fare tanto e' ok, se parliamo di HiFi un TDA 7xxx da 6E se lo mangia a colazione e sputa fuori le ossa.

Per quanto riguarda il fatto di renderlo HiFi, ovvero raddrizzare le banane, spendendo 10.000E...
http://allarovescia.blogspot.com/2018/03/class-d-reload.html
beh, fa ridere.
Ci sono ampli che costano 1000E che se lo sgranocchiano ridendo.

Fred ha detto...

Quoto completamente quanto scritto da Stefano sui difetti del vinile che diventano pregi (anche con vinili di stampa recente).
Aggiungo di aver provato a rippare dei vinili d'epoca. Non ho usato la card audio della MB ma una buona (non stratosferica, costava intorno a 200 euri) card audio e un ottimo pre per la testina (una Nagaoka 200). Giradischi Thorens d'epoca.
Ho dovuto enfatizzare un po' le medie frequenze del file, circa 1 dB (la card? il cavo?)
Dopo questo ritocco il vinile non e' praticamente distinguibile all'ascolto rispetto al file 48 KHz, 24 bit
A questo punto mi sono dimostrato che e' il maledetto remastering che rovina il suono. Non quindi il fatto che il suono sia digitale o analogico.
-
Collegando l'ampli alla card (che accetta input RCA), ho anche dato un'occhiata al rumore senza segnale (spettrogramma delle frequenze)
Questi i risultati:
* Cavo Amazon 6 mt (provato x curiosita'): una certa sporcizia di fondo. All'ascolto non suona pero' cosi' male.
* Cavo Amazon 1.5 mt (connettori placcati): una schifezza. Temo sia stato cablato male. Buttato.
* Cavo non schermato anni '90: suona bene
* Cavo di marca (non ricordo) pagato 40/50 euro: inaspettatamente SENTO la differenza rispetto al cavo anni '90

Anonimo ha detto...

Anzi, li ricordate i vecchi iphone che creavano torme di cercatori di spina e il boom dei bank?
Quando raccontavo della durata del mio cellulare pensavano sempre che li stessi prendendo in giro.
Poi anche gli iphone&c hanno montato batterie di lusso dei telefoni da 200E come hanno fatto, sempre con ritardo, altre migliorie.


questa cosa del nokia 3310 che dura una settimana invece l'iphone sei ore, fa ridere quando la racconta lo zio settantenne rimbambito, ma uno che sventola la bandiera dell'esperto di tutto più esperto di tutti, sembra un po' un cretino, quando la racconta: quando l'iphone è uscito aveva una batteria da tipo 1500mAh, contro gli 800mAh del nokia tipico, solo che il nokia tipico, aveva uno schermo grosso come un francobollo, un processore nelle decine di MHz, e ram nelle centinaia di KBytes. inoltre, la batteria del 3310 durava una settimana, perché il 99% della gente lo teneva in tasca senza farci nulla. ma, alla terza telefonata di più di qualche minuto, la batteria da "una settimana" era a terra. tant'è che, la gente che li usava davvero, aveva rigorosamente in qualche tasca una seconda batteria.

blu-flame ha detto...

Anonimo
Quando l'iphone aveva una batteria da 1700 circa e un processore samsung che era un lanciafiamme senza controllo io andavo di smartphone che avevano 3500-4000mAh e processori molto piu' morigerati.
Per me l'iphone e' una macchine completamente sbilanciata, sebbene che al crescere delle dimensioni del display hanno messo piu' batteria, con la stronzata di dividerla in 2 asimmetriche.
http://allarovescia.blogspot.com/2018/09/asus-4-max.html

Prima ancora il mio smartphone era l'unico con doppia batteria esterna, cosa poi imitata un decennio dopo dal solito iphone.

E prima ancora, il videogame apple non esisteva ancora, avevo uno snartphone VELOCISSIMO di ericcson che faceva 3 giorni perché era con un processore moscio e display COMODISSIMO sempre accesso transriflettivo.
Potessi avere oggi un display sempre acceso che non si ammoscia sotto il sole e poter passare da una cosa all'altra con un battito di ciglia anziché spippolando lungamente, ma i tasti, come ha insegnato apple, non sono carini e costano.

Anonimo ha detto...

l'iphone è uscito nel 2007, quando gli smartphone "morigerati" erano roba come il palm treo, il sony ericsson p900 e il nokia communicator in cui la batteria durava un paio di giorni per la stessa ragione per cui durava giorni nel 3310.

l'ultimo processore samsung l'ha avuto l'iphone 3gs, nel 2009. mentre samsung usciva con il gt-i7500 galaxy, motorola con il droid e nokia con il n900 (linux ma non android) – tre telefoni in cui la batteria durava sei ore. l'alternativa erano i s60 della nokia (sulla durata della batteria, vedere sopra).

per quando una batteria da 3500-4000mAh è diventata una opzione, c'erano già gli iphone 6/6+/6s6s+, che duravano già almeno dodici ore con una carica.

nel 2018 c'erano gli iphone xs/xs max/xr con batterie nella zona del 2500-3000mAh, che duravano due giorni di uso normale. a quel punto hanno cominciato ad uscire telefoni android con batterie comicamente grosse 4000-5000mAh giusto per stare almeno remotamente al passo, visto che dentro avevano lo snapdragon 430, che aveva bisogno di una centrale nucleare per funzionare a piena potenza.

blu-flame ha detto...

Anonimo, il iphone 6, col caxxo che durava 12 ore se usato diversamente da un 3310.
sul 6+... dipende.
il 6s era ancora un disastro di batteria
il 7 era ancora in alto mare e solo con il X del 2018 si arrivo' a sfiorare i 3Ah, che per la bestia che aveva a bordo, stando ad affermazioni collaterali, se non fosse per stop termici avrebbe demolito la batteria in 30 minuti.
solo nel 2022 "con un mondo di WOW" esiste una versione (ovviamente plus) da 4Ah.

Certo possiamo parlar di una maggiore efficienza blabla, ma alla fine se quello che ti chiede il consumatore e' essere sottile apple fa quello che chiedono e, diciamolo, fino al X, diciamo fino a ieri, vedevi torme di iphonisti (ma non solo, era un brutta malattia diffusa) alla ricerca del caricabatterie.

Ricordiamoci che se hai sono quella roba hai anche il problema che dopo 15 mesi hai una batteria che sta morendo e sei alla ricerca sincopata del CB.

un processore di fascia alta, qualunque marca, DEVE avere una batteria proporzionale, e di certo non e' solo 3Ah.

Le uniche recensioni decenti dell'iphone sono quelle di scottecs (SIO).

Ricordiamo come erano le presentazioni di apple
http://allarovescia.blogspot.com/2017/09/iphone-x.html

Ripeto, in mood con i peggiori telefoni di altre marche altrettanto sproporzionati

Anonimo ha detto...

Anonimo, il iphone 6, col caxxo che durava 12 ore se usato diversamente da un 3310. sul 6+... dipende.
sciocchezze, come al solito. il 6+ aveva una batteria da 2900mAh (il 6 da 1800) le batterie dei 6s/6s+ erano calate di qualche decina di mAh, ma il miglioramento nei semiconduttori compensava ragionevolmente il calo.

un iphone 6 potevi usarlo tutto il giorno ma "dipende". certo. non un giorno di giochi 3d. però, un iphone 6 faceva ampiamente quattro ore a giocare a ingress, mentre gli android dello stesso periodo, si portavano il powerbank-mattone in tasca per arrivare alle stesse durate.

hai anche il problema che dopo 15 mesi hai una batteria che sta morendo
nessuna batteria è eterna. il processo elettrochimico non è mai 100% reversibile. la durata della batteria dipende in gran misura dagli algoritmi di carica: ci vuole nulla a ridurre la capacità sotto il 50%. ma non è che sia esattamente un problema apple.

ma alla fine se quello che ti chiede il consumatore e' essere sottile apple fa quello che chiedono e, diciamolo, fino al X, diciamo fino a ieri, vedevi torme di iphonisti (ma non solo, era un brutta malattia diffusa) alla ricerca del caricabatterie.
il punto è che il grosso della gente non ama girare con un mattone in tasca, altrimenti ci verrebbe poco – mica poi così poco: più è grossa la batteria, più energia hai in tasca e diventa rapidamente pericolosa abbastanza da non poter essere presa alla leggere (vedere le granate marca samsung). ad un punto comincia a diventare un problema pure la ricarica, visto che, probabilmente non vorrai che il telefono duri si, una settimana, ma che, per farlo, debba stare in carica due giorni.

inoltre,"diciamo ieri", una fava. l'iphone x è uscito nel 2017, oltre cinque anni fa. ed il primo iphone nella zona dei 3000mAh è stato l'iphone 6+, nel 2014. che, tra un attimo è un decennio.

un processore di fascia alta, qualunque marca, DEVE avere una batteria proporzionale, e di certo non e' solo 3Ah.
però, nella corsa a "ce l'ho piu grosso e più duro", sono stati gli andreoid ad uscire mazzulati, con processori a 4+4 core, da un metro quadro di silicio e consumi da desktop (ulteriormente penalizzati dalle miserabili capacità di conservazione dell'energia di linux – alle quali nemmeno google è riuscita a mettere una pezza decente).

Ricordiamo come erano le presentazioni di apple
è la pubblicità in mondovisione di un prodotto. cosa avrebbero dovuto dire? "nell'arco dell'ultimo anno di ricerca abbiamo ottenuto un moderato incremento di prestazioni, che il 99% di voi non noterà, collegato ad un appena percettibile incremento di efficienza. lo schermo sta diventando abbastanza bello, e pure la macchina fotografica è quasi decente. in pratica come tutti gli altri che usciranno quest'anno. mi raccomando, compratelo!" non è che samsung/xiaomi/asus/google facciano diverso. cioè, nemmeno quelli che vendono detersivi per pavimenti fanno diverso.

sinceramente, quando parli di audio/video/fotografia sei una indiscussa ed indiscutibile autorità, ti leggo per quello. ma su queste cose spari delle sciocchezze da buongiornocaffè su facebook. non ci fai una gran figura a continuare ad arrampicarti sugli specchi, per difendere un pregiudizio elevato a realtà assoluta.

Oliver ha detto...

Il 6S+, il primo foldable involontario dell'era smartphone, ha avuto una diffusione in Italia pari alla Martin Bubble. E' evidente che bluflame intendesse il 6 liscio. Ad ogni modo, posso concordare che nel periodo che va da Iphone 4 al 6 Apple avesse ben pochi rivali paragonati ai top di gamma Android, vinceva a mani basse. Però, ricordi anche quanto costavano??? Per l'epoca, dove ricordavamo con malinconia i Symbian che in pratica facevano le stesse cose di Iphone ma costavano 1/3, corrispondevano ad una fucilata. Abbi pazienza, Apple come brand è da sempre sinonimo di basso rapporto qualità/prezzo, questo credo sia un dato inconfutabile (since 1983).

Su una cosa hai ragione, ma non per il motivo che pensi tu: a parità di prestazioni un Iphone consuma meno energia. Questo perchè iOS è ottimizzato in pratica per un solo hardware a differenza di Android, non perchè linux faccia schifo sotto questo aspetto.
Poi di errori sugli Android ce ne sono stati una valanga, Samsung secondo me dopo 7,8,9 e 10e ha cominciato una discesa verso gli inferi non ancora terminata. Ma ci sono tanti telefoni Android veri e propri battery phone che costano niente ed hanno anche prestazioni raggurdevoli rapportati al prezzo, cosa che Apple non ha mai saputo fare, vedi aborti come la sierie mini. E ci sono stati Android con caratteristiche tecniche anche superiori ai top Apple, che costavano meno e avevano un ottima durata della batteria, poi è ovvio non era facile trovarli e capire quali fossero.

Per il discorso batteria Note 7 il problema è stato cercare di forzare le dimensioni della lipo senza di fatto averne mai testato gli effetti a lungo termine su una scocca che non permetteva la minima espansione della batteria. Come e perchè sia successo (forse incomprensioni tra fornitore e chi aveva progettato la scocca del dispositivo) lo sanno solo loro, sta di fatto che era stato ridotto lo spazio di separazione tra i due elettrodi e durante scarica/carica rapida la naturale espansione delgi elementi rompeva la membrana che li separava. Se cortocircuiti una lipo (ma anche una liion) prende fuoco e può esplodere se non si può espandere. Ma è stato un problema non direttamente correlato alla capacità della batteria, altrimenti i tablet sarebbe bombe ad orologeria, mentre al contrario la densità energetica di quelle lipo è inferiore a quella dei normali smartphone.

Vedi, probabilmente sei appassionato di cellofoni, per questo pensi che ciò che scrive bluflame sia vero in tutti gli altri ambiti a parte questo. In realtà il modo di porsi e di trattare certe argomentazioni con taglio così "netto" e grezzo di bluflame lo porta a non riportare fatti 100% reali od oggettivi, ma d'altra parte, se vuoi una brochure di dati tecnici e qualcuno che lecchi il culo al marchio di turno, c'è abbondanza di prezzolati youtuber e fanzine varie... Se frequento questo blog dal 2007 il motivo è che mi piace questo modo di trattare gli argomenti, che mi fa pensare, mi piace conoscere il punto di vista di bluflame e degli altri commentatori anche se magari non condivido.
Francamente uscirsene con un commento anonimo dicendo che il blogger è uno stronzo non capisco quale contributo porti. Un'altra cosa che non capisco: se voi utilizzatori di Iphone siete contenti del vs. apparecchietto telefonico perché dovete continuamente convincere tutti gli altri che il vs. telefono è il migliore? Mi è capitato di conoscere altri che facevano la stessa cosa per motivi diversi, erano adepti di una setta.

blu-flame ha detto...

Caro anonimo, capisco che tu sia un fanboy
Pero' io non sto dicendo che apple fa schifo, ho difeso piu' volte apple su queste, e altrove, pagine.
Ho sempre detto che apple fa produrre HW splendidamente costruiti.
Il problema non e' apple, il problema e' che per processori di un certo calibro una batteria da 1.8Ah e' una colossale merda.
E si se compravi il supercostoso avevi una batteria schifo anziche' merda.

Il fatto che i telefoni da 4 o 5Ah erano rarissimi. da piu'

il fatto che con quegli standard la batteria dovrebbe essere almeno 8-10Ah.
Questo non e' una questione di apple, e' una questione di bilanciamento: volere schermi grossi luminosi e processori enormi porta alla necessita' di batterie voluminose.

Una batteria da 5Ah va bene su di processori della fascia base, piaccia o meno.
Se vuoi un processore nettamente piu' pomposo stiamo parlando di telefoni che sono di fatto con il filo.
Oppure stiamo parlando di "voglio il processore grosso" perche' fa figo ma poi non lo uso (ovvero ho buttato soldi).
Sono processori che da soli consumano fino a 15W, l'A8 di cui do sono smanettoni in rete dava come consumo "continuativo" 5W (sui data li trovi di quelli in vendita che non sono molto diversi), in soldoni in un ora una batteria fra SSD, RAM, alimentatori e display ha consumato oltre una almeno di W. LA batterie da 1.8x3.6V in quelle condizioni e' intorno ai 5Wh, ovvero e' morta in meno di 30minuti.

MA il problema none' solo di far furi una batteria in 30 minuti mandandola arrosto, il fatto che ti tocca caricarlo integralmente ALMENO una volta al giorno, che vuol dire un ciclo.
una litio, con buona pace di apple, samsugo, tesla e pippo franco, ha una durata di 300 cicli in condizioni controllate.

Se carichi una batteria all'80% non essendo cicli completi sono di piu', ma se cominci a caricare pi' vlte al giorno o farti 10 minuti a 2-3C di scarica la batterie viene definita morta (ovvero con residuo all'80%) molto prima dell'anno.

In pratica questi celli, non solo apple ricordo, dopo un anno se hanno batterie sotto il 5Ah sono gia' in fase calante.
Dopo un anno e mezzo la batterie avra' una capacita' di circa il 50-60%, con problemai quadratici.
Dopo 2 anni la batteria sara' intorno al 30%.

se ti ricordi la politica di Apple sul rallentamento del l'iphone che ho trovato buona, mentre veniva massacrata da altri fanboy, per me era una soluzione elegante al problema di voler un telefono pUtente e una batteria inutile.
http://allarovescia.blogspot.com/2017/12/iphone-rallentati.html

il fatto e' che o prendi un megaprocessore o lo fai sottile.


Anonimo ha detto...


Caro anonimo, capisco che tu sia un fanboy
Pero' io non sto dicendo che apple fa schifo, ho difeso piu' volte apple su queste, e altrove, pagine.
Ho sempre detto che apple fa produrre HW splendidamente costruiti.
Il problema non e' apple, il problema e' che per processori di un certo calibro una batteria da 1.8Ah e' una colossale merda.

non ci siamo. questa non è una dissertazione di filosofia tra dilettanti, dove quando non sai cosa rispondere cambi discorso.
ha sparato castronerie a caso, ed ogni volta che è uscito fuori che non sapevi di cosa parlare, hai rigirato la frittata.

il fatto che con quegli standard la batteria dovrebbe essere almeno 8-10Ah.
il problema è che una batteria da 10Ah è spessa un centimetro e pesa due etti. anche trascurando il fatto che incomincia ad essere una quantità di energia piuttosto pericolosa da portare in tasca, se non vuoi passare le giornate a caricarla, hai bisogno di tecnologie di carica di altissimo livello.

Una batteria da 5Ah va bene su di processori della fascia base, piaccia o meno.
anche qui, si parla a vanvera. una batteria da 5Ah è una roba enorme per gli standard di qualunque telefono in commercio.
bisogna anche considerare che diversi produttori cinesi sono piuttosto ottimisti nell'indicare le quantità di carica. ricordo distintamente che qualcuno – credo asus – fu beccato a dichiarare 5Ah ma, aprendo il telefono, sulla batteria medesima, era chiaramente indicata una capacità significativamente inferiore (mi pare 4Ah, un giusto 30% di ottimismo). ora come ora, si vedono in giro telefoni cinesi che vantano batterie da 8-10Ah esagerando del 80-120%.

Sono processori che da soli consumano fino a 15W,
sciocchezze. sia l'exynos 2200 che l'a15 sono nella zona 8-10. una nand da mezzo tera, a riposo sta nella zona del centinaio di milliwatt e raramente sorpassa il watt a pieno carico. lo stesso vale per una ram lpddr.

Oppure stiamo parlando di "voglio il processore grosso" perche' fa figo ma poi non lo uso (ovvero ho buttato soldi).
non insultare l'intelligenza di chi legge. i vari processori sono sovradimensionati per poter agire nei momenti di carico, e dare risposte "il più veloce possibile", che è una cosa importante, nell'uso generalmente discontinuo che si fa di un telefono cellulare.

una litio, con buona pace di apple, samsugo, tesla e pippo franco, ha una durata di 300 cicli in condizioni controllate.
sciocchezze. il numero di cicli varia con la profondità di scarica, la temperatura e gli algoritmi di carica. assumendo di non fare cazzate enormi, dopo 300 cicli di scarica del 100% una batteria decente è grosso modo al 70% della capacità nominale.

In pratica questi celli, non solo apple ricordo, dopo un anno se hanno batterie sotto il 5Ah sono gia' in fase calante.
Dopo un anno e mezzo la batterie avra' una capacita' di circa il 50-60%,

numeri inventati.

se ti ricordi la politica di Apple sul rallentamento del l'iphone che ho trovato buona, mentre veniva massacrata da altri fanboy, per me era una soluzione elegante al problema di voler un telefono pUtente e una batteria inutile.
qui, di nuovo, idiozie. la questione è che la batteria ha una curva di scarica molto complicata, e lo hardware (nominalmente i circuiti di condizionamento dell'alimentazione) non era stato testato adeguatamente con batterie vicine al fine vita. i balzi improvvisi di assorbimento causavano un abbassamento della tensione della batteria che stimolava il circuito di sconnessione per batteria scarica. la soluzione non è stata "rallentare", ma cambiare la pendenza della curva di variazione della frequenza della cpu. nell'uso generale, la differenza era marginale, ma in un mondo di benchmark…

Anonimo ha detto...

@oliver
Francamente uscirsene con un commento anonimo dicendo che il blogger è uno stronzo non capisco quale contributo porti.

nessuno ha detto quello. era una critica al fatto che, su certi argomenti si fa prendere dai pregiudizi personali e se ne esce con affermazioni prive di fondamento.

Un'altra cosa che non capisco: se voi utilizzatori di Iphone siete contenti del vs. apparecchietto telefonico perché dovete continuamente convincere tutti gli altri che il vs. telefono è il migliore?
se mi dici che android ti piace più perché è più flessibile e ti permette personalizzazioni e funzionalità impossibili su ios, nessuno discute. ma qui non si parla quale telefono è "migliore", ma di numeri.

Ma è stato un problema non direttamente correlato alla capacità della batteria
il problema non era DOVUTO alla capacità della batteria. ma più energia c'è nella batteria, più diventa pericolosa se qualcosa va storto.