lunedì, gennaio 23, 2023

HiFi DIN ampli

 

 Prima di capire come vanno interpretate le cose ricordiamo ancora che nel 1965 era di alto livello un ampli così


che aveva tante valvole ed enormi trasformatori di adattamento


era montato a mano con pazienza e cura, pur rimanendo, per i parametri odierni, un carnaio


 

Questo e' un affare che ancora oggi vale  1500E, e' un ampli da 14W+14W (50Hz), con meno dell' 1% di distorsione dichiarata alla massima potenza.
Nel 1965 non era facile e ancora oggi fa una porca figura se si tiene conto della tecnologia dell'epoca (valvolazze in aria)

stiamo parlando di un luxman, non un affare italiano dell'epoca che voi non volete vedere.


la normativa DIN dice:


La risposta in frequenza è specificata da 40Hz a 16kHz con deviazioni consentite (a 6dB sotto la piena potenza di uscita) di ±1,5dB per ingressi non equalizzati e ±2dB per ingressi equalizzati. I controlli di tono possono essere regolati per garantire le migliori caratteristiche di risposta e i controlli del volume possono essere completamente avanzati.

notate che la normativa SA che le migliori prestazioni non sono a palla, chiede di dimostrare un 40-16K con una curva non eccessiva.
Diciamo che oggi è facile con 9E di elettronica fare di meglio, al solito gli oggetti che oggi vediamo in giro spesso non riescono neppure ad essere meglio di questa norma di 60 anni fa.

Giusto per capire cosa era la norma in quegli anni, noi non avevano la TV, era una cosa che si cominciava ad avere all'epoca, roba da ricchi, e l'auto di lusso era questa roba.




Il bilanciamento del canale su stereo dovrebbe essere migliore di 3 dB in assenza di un controllo di bilanciamento o migliore di 6 dB con un controllo, a condizione che ciò fornisca una variazione totale migliore di 8 dB tra 250 Hz e 6,3 kHz.

In soldoni, i canali debbono essere uguali (ricordiamo che i resistori nel 1965 non tutti erano meglio del 20%, oggi il minimo e' il 10, ma e' molto raro trovare resistori con tolleranza oltre il 5%.)

 

non so da quanto non vedo un resistore con fascetta diversa da oro (5%) quando iniziai non era raro incontrare l'argento... ma nel 1965 il 10% era sinonimo di aver fatto le cose per bene.




Il fattore di distorsione (misurato secondo DIN 45-403) non deve superare l'1% dai preamplificatori a piena uscita da 40Hz a 4kHz, e non deve superare l'1% dagli amplificatori di potenza e amplificatori integrati da piena potenza fino a -20dB su una larghezza di banda di potenza da 40Hz a 12,5kHz

insomma la distorsione deve essere al massimo 1%.
Anche questo e' fattibile oggi con un TDA da 6E pompa 100W.
Sarebbe anche da ricordare che un ampli "car" spesso supera installato quella distorsione e i classe D spesso lo fanno in allegria.
Insomma nonostante sia semplicissimo, oggi non si fa spesso.

Si noti la squisitezza di "piena potenza" che sottolinea bene che quando dichiari troppi UATTI te la vai a cercare.


"La distorsione di intermodulazione è considerata separatamente e dovrebbe essere inferiore al 3% massimo derivante da due segnali di prova di 250Hz e 8kHz con un rapporto di ampiezza da 4 a l."


 Questo e' molto interessante e anticipa di un decennio la scoperta del perché alcuni ampli mal suonavano.
Dal film  degli orecchiofili:
"ALCUNE misure sono ottime, la pUtenza è tanta, ma non e' un gran che: tutte le misure non servono". 

Il famoso gioco che anni dopo spopolava.

Molti geniali progettisti lavorarono a questo concetto, in particolare Matti Otala, arrivando poi alla TIM (non e' la societa' di telecacofonia), e capendo che il fattore di risalita era importante.
Nel 1966, alla pubblicazione, ancora non si sapeva questa cosa, ma la anticipava, Otala pubblico' le sue ricerche nel 74.
Sti crucchi come erano avanti.

 

La diafonia tra i canali stereo è data come -dB o migliore a 1kHz e 30dB o migliore tra 250Hz e 10kHz. Il breakthrough tra gli ingressi dovrebbe essere -50dB o migliore a 1kHz e -40dB o migliore tra 250Hz e 10kHz.

Oggi e' un po pochino, ma vi voglio ricordare  che con la filatura che vedete sopra, o peggio più tipica nei valvolari, ottenere una diafonia (separazione fra i canali) non e' proprio scontato.





I rapporti segnale/rumore sugli amplificatori di potenza e sugli amplificatori integrati fino a 20 W la cifra è di 50 dB per un'uscita di 100 mW.

idem come sopra, ancora una volta le valvole, i componenti eccetera, non permettevano di far in maniera semplice quei numeri



La potenza di uscita specificata è di almeno 10 W mono e almeno 2 x 6 W stereo e l'amplificatore deve essere in grado di produrre segnali sinusoidali a 1 kHz per un periodo di 10 minuti.

Nota che 5 anni dopo la potenza salì a 16Wch, si nota ancora un impronta "valvolare".


I seguenti fattori devono essere chiaramente indicati sull'apparecchiatura:
(i) ingressi di segnale (tensioni);
(ii) impedenze di ingresso (resistenze a 1kHz);
(iii) potenza nominale di uscita dell'onda sinusoidale;
(iv) resistenza al carico ottimale.


e questo mi pare il minimo, notate "carico ottimale", molto valvolare.

Giusto per capire la prestazione possibile un chip odierno "banal edition" che costa 6E, tutta la basetta costa sulla baya con il chip 10E, come il TDA7294 (esistite tutta una serie e altri chip piu' o meno riusciti di altre marche) se BEN ALIMENTATO fa questi numeri mentre dorme.

possiamo notare che la tutta componentistica e' disponibile all'interno del chip In pratica l'ampli ha giusto 6 componenti discreti di supporto


se poi guardiamo la THD ad 1KHz come da normativa, beh, a 55W e' 0,005%, un risultato degno di nota.

anche andando a rompere le scatole a 20KHz rimane sotto i lo 0.05%.

Stiamo parlando di realizzare un ampli 50Wx2 HiFi di qualità decorosa, con una P "musicale" fino a 100W con 6E di elettronica con 2 plus:
1) non e' il chip piu' potente
2) potete metterlo a ponte per un centinaio di wattonzi

Certo un trasformatore da 400VA costa 70E, ma confido che se ne comprate una carrettata costino una cifra più ragionevole che comprarli singolarmente sulla baya.
In pratica con 150E al pubblico potete fare un ampli facile e interessante, e con poco di piu' dei veri campioni.

Se poi dovessimo fare un audio per un TV con due coni da 16cm e un paio di TW,  un contenitore un pochino di corsa potremmo avere roba tosta intorno ai 400E al posto delle merdosounbar da 5W con mille lucine.

Rimane una domanda:
Se e' cosi' semplice fare un discreto ampli HiFi, perché esiste cosi' tanta medda in vendita?

ah, gia'.
Il fetente consumatore che preferisce il marchio sfiga con  megacosi subbocosi  e vuole  vedere 100E di pubblicita'.





4 commenti:

Anonimo ha detto...

specialmente nei televisori c'è una inspiegabile corsa a fare roba spessa un centimetro, come se dovessi infilarti un 50" nella tasca dietro dei jeans. il risultato sono altoparlanti degni delle "casse multimediali" per computer degli anni novanta.

Stefano ha detto...

Il WAF ha distrutto l'HIFI.

Roberto M ha detto...

Infatti nelle TV moderne per avere un suono decente bisogna avere un sistema audio separato, almeno una soundbar + woofer.

Eugenio ha detto...

@Anonimo e RobertoM

"qualcuno" infatti in qualche puntata precedente aveva parlato della genialata: fare TV ultrasottili ma con suoncaghezzo perchè la casalinga li trova più carini e vendergli poi a fior di quattrini le soundbar per l'audio che un tempo era integrato..