lunedì, ottobre 12, 2020

l'alfasud, morte desiderata dell'alfa



rispetto al merdolina chiaro
lo scuro si scrostava meno


 Alfa un caso esemplare di morte programmata, desiderata e perseguita da una serie di forze con lo stesso obbiettivo: il suicidio collettivo.
Tipica favola italiana con il "solito triste final" (pueblo, elio)

Per decenni da pischiello mi sono chiesto perché la gente osannasse l'alfa.

Carina per carita', ma da quando esisto consapevolmente ha fatto qualche auto caruccia ma niente da strapparsi le braccia e inneggiare come una ragazza pon pon.

La realta' e' piu' complessa e interseca con la politica e l'italiano che hanno entrambi deciso di uccidere questa realta'.

Infatti, se risaliamo all'epoca di Mattei a cui piaceva parecchio il marchio ed era un manager vero quando da noi il dirigente medio era una zappaterra, i veicoli erano arretrati ma interessanti.

 


Ma alla mia epoca le vetture erano poche, rugginose e tristi. L'hype non aveva senso.

Da piccolo fui bersagliato dalla pubblicita' della poderosa alfasud, tipicamente color diarrea smunta, dopo 2 estati tendente all'opaco a chiazze.

Il tipico possessore dell'alfasud era grandemente orgoglioso poiché poteva avere il marchio (all'epoca non capivo cosa fosse un marchio e quindi mi sembravano persino piu' stolti di quello che erano) probabilmente osannato nella sua gioventu' a prezzo accessibile e quindi “finalmente tua”.

L'alfasud non una macchina pessima per l'epoca, non come sbavarono sulle riviste, ma era comunque molto interessante... sulla carta. Soprattutto per la triste esperienza italiana.

Il motore boxer permetteva un bel baricentro basso,
4 dischi,
masse non sospese ridotte grazie ai freni al differenziale,
facile da guidare per la trazione anteriore,
e alcune soluzioni furbe al retronaccio interconnesso.
Ancora oggi in curva farebbe la sua porca figura con una VW odierna da 35KE come la cessomobile dkw Q2, sempre sulla carta.

Non solo e' stata venduta dal 72 all'84, ma con 2 lamierati diversi, e molte cose in meno, e' stata venduta con il nome di, alfasprint e alfa33 fino al 95. La poderosa 33 che ci hanno stracciato i cosiddetti era infatti la versione peggiorativa di un'auto che era vecchia.

Insomma cosa poteva andare male vendendo una vettura che sulla carta aveva molte soluzioni tecnologiche rare ancora oggi?

Il problema che dai primi del 900, il 21 per essere esatti, cioe' 99 anni fa, alfa era gia' statale.

E come si conviene all'azienda statalona italiana non andava bene, ma alla chiusura prevista nel 1933 si oppose Mussolini che la riteneva probabilmente un lustro. Ricordiamo che nel 1933 l'auto era altissimissimmissima tecnologia.

Per fortuna anziché ad un latinista venne diretta da un ingegnere e fece un buon lavoro, forse i latinisti lo lasciarono in pace.

Nel 1952 anche in alfa giunse l'industrializzazione moderna con la catena di montaggio, con solo mezzo secolo di ritardo (non battiamo i piedi quando si dice che altrove sono avanzati, noi siamo indietro da sempre).

La vita di alfa prosegue ancora abbastanza bene nel periodo successivo grazie al boom economico che permette di vendere tanto agli italiani.

Questo e' il periodo d'oro della produzione alfa, non eccezionale e solo locale.

 


Giusto per capire "l'oro" il duetto che tanto ci hanno rotto gli zebedei per averlo venduto in tutto il mondo e che tutti, ma proprio tutti, lo volevano (stando alla vulgata e ai giornalisti) dal 66 al 95 ha venduto la miseria di 124K auto 30K in USA, 4K all'anno nel mondo. Tutti non erano proprio tutti. Come era il recente sbarco della fiat 500 ultrarichiesta in USA? Uguale.

Per capire che i sonagli di felicita' italiani sono in realta' una debacle visto che alfa aveva accesso a mercati vietati ai giaps, la nissan fairlady Z (detta anche datsun Z) dal design che andava all'epoca, entrambe copiate dall'e-type, che e' in vendita ancora oggi dal 69 (z370 e costa come la panda 595tuBBo miseria): era decisamente superiore e a prezzo inferiore vendeva quei pezzi in un anno non in mezzo secolo e lo faceva nei poderosi '70.
Se la Z e' un mito in mezzo mondo non e' un caso, no?

Comunque i numeri di alfa erano piccoli, ed e' gia' un problema per un'azienda.

Come e' successo che un'azienda tanto amata in Italia, e non era neppure cotanto in cattive acque per essere l'inizio dei 70, crollasse definitivamente?

Il libri parlano spesso di crisi del petrolio, ma e' una scusa come abbiamo visto, altre auto andavano via come il pane.

Il fatto che alfa passava dal farsi i cavoli suoi, pur essendo vessata dal governo, ma nel contempo era automaticamente fornitrice allo stesso per migliaia di auto.
Poi e' improvvisamente  passata anche per assunzioni a raffica per aiutare il sud.

Perche' il piccolo stabilimento di Pomigliano, che dopo la guerra era di fatto una piccola fabbrica cacciavite delle renault4, sembrava alla politica un bel sistema per dire che al sud “ce pensa roma” per l'ennesima volta e prendere i voti di questo omaggio.

Cosi' presero un crucco che fece un bello stabilimento in tempi record (e risparmiando quindi sul budget) e progetto' con i milanesi tonti una piccola auto furba che avrebbe permesso ad alfa di sfondare.

Il ragionamento era valido solo a meta'.

La fabbrica era all'altezza

Il progetto era molto interessante.

Quello che non andava era la location e il fatto che fosse "regalata".

Nel napoletano non esisteva abbastanza mano d'opera in gamba o, in altre parole, skillata e istruita, cosa che non e' cambiata molto.
Inoltre stavano per iniziare gli scioperi duri.

I fornitori, gia' all'epoca piccoli, brutta cosa italiana non migliorata, non erano all'altezza di una tale operazione.
Ma la mazzata piu' grande era il problema del metalmezzadro.

Cosi' durante tutta la vita dal modello che fara' colare a picco in maniera insanabile il marchio ci sono gli italiani e maggiormente i campani che si reputano furbi.

I fornitori ovviamente forniscono roba non certo di pregio, causando una certa mortalita' dei particolari.

Ma gli operai di Pomigliano sono delle bestie che per incapacita' o per ripicca ne combinavano piu' di Bertoldo, dal dimenticarsi di stringere bulloni o montare parti, fino a “dimenticarsi” di verniciare l'auto ed infine gambizzare il direttore dello stabilimento. Alcune auto, narrano le leggende, avevano scatole di pelati (o altro) saldati sulla scocca, giusto per ridere, per ridere come delle scimmie.

Per esempio nei libri narrano che nessuno capisce perche' all'epoca nello stabilimento avevano sempre problemi di ossidazione sulle carrozzerie. Come se fosse un grande mistero la tecnologia del ferro.
Sarebbe interessante capire se in realta facessero cose come rubare gli elettrodi “giusti” (belli per i ladri perche' costosi) per cambiarli con quelli generici (non titolati per lo specifico lamierato): si farebbe fare una figura pessima agli opeladri e si capirebbe perché gli elettroni migrassero. Oppure semplicemente non erano in grado di costruire un'auto e non facevano tutti i passaggi necessari.
Sta di fatto che le auto prendevano la ruggine brutalmente nonostante il progetto non sia cosi' malmesso.

Ma la cosa piu' problematica era il metalmezzadro.

Questi non erano operai, erano zappaterra che pensavano (cambiano i tempi...) che il lavoro era un diritto inalienabile e garantito dallo stato come regalo per la loro provincia.

Come conseguenza spiccia ad ogni ciclo stagionale dove i famigliari mezzadri erano impegnati nella semina, raccolto, spremitura di qualunque affare facessero crescere, il metalmezzadro era certo che il suo vero dovere era quello di andare a lavorare la terra piantando lo stabilimento nel caos. Tanto e' un regalo e quando si torna e' ancora li. Non possono riprendersi il regalo, ormai e' regalato.

Provate ad immaginare che alla partenza del turno si volatilizzano fino al 50% dei lavoratori. Basterebbe un 10% per fermare l'intero stabilimento, lascio immaginare quanto tempo funzionasse quell'affare e come erano assemblati quei prodotti fermati e ripresi all'infinito sulla linea di montaggio.

Non si poteva neppure pensare di licenziare gli stronzi che andavano a zappare, il clima era già teso e il lavoro al sud e' un regalo, non un dovere.

Tutto questo insieme creava dei costi di produzione elevati, un pessimo prodotto, una nomea pessima eccetera.

Ecco che l'auto dotata di tante cose carine, strombazzata come favolosa, diveniva nelle mani dei metalmezzadri quel rottame dal rumore cigolante, dalle plastiche incerte, con i tasti che collassavano e la verniciatura opacizzata a chiazze dal sole estivo che io conoscevo bene da bimbo: l'alfasud.

Mentre al sud, in uno stabilimento fantastico ed avanzato distruggono auto e raccolgono patate, al nord i macchinari sono ormai obsoleti da tempo e necessitano di avanzamento per poter competere.

 

 

alfetta

 

Sono anni che l'alfetta e' montata da un impianto tanto obsoleto che ogni auto venduta costa il doppio del prezzo di vendita. Non troppo furbo, no?

Dopotutto il Know How alfa, arriva da Arese e un pochino dalla Germania. Sarebbe folle castrare la testa, no?
Eppure nel 1974 lo stato, che ricordiamo e' proprietario dell'alfa, non solo si rifiuta di aggiornare i vetusti macchinari al nord, ma chiede come soluzione alla richiesta di migliorare gli impianti di Arese di aumentare la produzione al sud prendendola dal nord.

Per la politica gli operai di Arese sono un nessuno perche' al nord, in un tessuto sociale funzionale che e' impegnato a crescere non basta dare la mancetta per farti votare, al sud invece si ricordano. I soldi spesi per la campagna elettorale, presi dalle tasche italiane, rendono molto di piu' al sud.

Cosi' danno altri soldi al sud e li tolgono al nord. I manager  provano a protestare, si licenziano pure per contestare la follia, ma se si devono spendere soldi si spendono al sud, e' deciso!

Se l'alfasud e' stata la bara dell'alfa, questo e stato il coperchio inchiodato di quella maledetta bara.

Alfa da ora in poi ALFA produrra' solo alfasud o derivati, l'alfetta appena uscita e derivati. Con poche eccezioni. Il motore del marchio e' stato piegato di fronte all'ennesima necessita' di fornire aiuti al sud che vota per regali.

Infatti appena hanno bisogno, 1977,  di un modello nuovo prendono l'alfetta e la producono al sud con un design “alfasud” con un prezzo piu' basso e la chiamano giulietta.

 

Ecco la versione ridotta dell'alfetta->giulietta
Nel tipico colore smerdolino autopacizzante

ovviamente la versione apparentemente piu' grossa, 1979, e' sempre una alfetta a cui hanno cambiato i fanali e alzato il bagagliaio (cosa che si ripetera' piu' volte fino al bagagliaio altissimo della 75) spacciandola per una nuova auto: l'alfa 6

 

Alfetta 6, potete notare le porte, e tutto l'impianto centrale dall'auto,
aeratori sul montante compresi, identici

Ettore Massacesi, all'epoca messo li a capo dell'alfa dal governo, era piu' interessato a diventar politico che a capirci di auto e vedeva un escamotage nel di fare soldi a palate avendo promesso di riportare dal profondo rosso operativo al guadagnare a palate in 4 anni.
Capiamo che fa un po ridere passare da perdere sodi da pazzi a guadagnarli a tuono in 4 anni su una struttura cosi' grande con gia' i suoi problemi di know how avendo praticamente zappato tutta la conoscenza e senza investire in ricerca: e' sperare che gli alieni ci facciano credito.
Ma ha un piano e non e' quello dei tostapane, il suo e' un piano geniale, appoggiato dalla politica affamata di bustarelle e ridicolo come un gelato in fronte.

L'alfasud e' ormai un modello vecchio e quando occorre cambiarlo, visto che la capacita' era diventata molto bassa al nord messo in ginocchio e dove licenziavano a manetta, si pensa alla nissan, quella nissan che sta facendo la Z , quellavettura  che sul mercato americano li sta facendo neri a colpi di 50.000 auto annue solo per quel modello e con affidabilita' notevoli.

L'idea degli stolti per evitare di investire e' prendere una Cherry, una piccola nissan da 2 soldi, calarci dentro l'intero avantreno adeguatamente semplificato dell'alfasud, e BUM ecco una vettura nuova senza bisogno degli stronzi del nord, senza dver fare progetti e da vendersi al prezzo di un alfasud senza bisogno di aggiornare Arese. 

Tanto, che conta, e' l'alfitudine.


Arna e sei subito alfista.
Che caxxo volesse dire non ho mai capito.

Bonus pack fare a meno di un po degli degli scioperai del sud che una volta alla settimana (700 in 13 anni) facevano sciopero, soprattutto in concomitanza di qualche necessita' campagnola. I jap erano precisi come un orologio.

Il problema che a forza di fare le cose in fretta e senza tecnica quando arrivano le scocche dal giappone si scopre che l'avantreno dell'alfasud, pur semplificato e spogliato delle primizie, quell'affare che finalmente i campani hanno piu' o meno imparato a fare non ci sta.

Non hanno preso bene le misure, non ci hanno pensato, hanno barato per delle bustarelle.... non si sa come possa essere successa una tale cosa.
Ma il blocco preparato per finire nel cofano non si puo' infilare.

Ci si mette un anno a capire come fare a modificare quella povera nissan cherry senza rifarla mezza e alla fine e' un bagno di sangue perche' le scocche van pagate e l'auto, beh, si vede che e' un'auto che non era certo un'auto costosa.

Inoltre queste modifiche da fare ad ogni scocca costano.

Nel frattempo del taglia e salda, grazie alla liretta di medda che gli stolti rimpiangono, le scocche aumentano di prezzo in lire da urlo e il bagno di sangue e' un bagno fatto in una piscina.
I Jap son mica stolti, li avevan gia' fregati con la liraccia, i contratti con l'italia sono tutti  in YEN. E lo yen non perde il 15% del valore ad ogni starnuto.

Cosi' dopo il bagno di sangue, il tuffo carpiato nel sangue e il sangue a schizzi si vende poco e spesso si svende.
Evidentemente fare i furbi per guadagnare in fretta nonostante gli stabilimenti che girano male e senza fare la fatica di gestirli non e' stato un buon piano.

Mentre tutto questo accade ad Arese i 4 gatti snobbati hanno una pensata: prendere le semplificazioni applicate all'avantreno della povera alfasud per infilarle nella piccola cherry e rimontarle sull'alfasud stessa, semplificando anche altre cose, cambiandone un poco l'estetica, e, voila',  nasce l'alfa 33 che rispetto all'alfasud sulla carta e' un bel passo indietro tecnicamente parlando.
Ovviamente cambiando 2 lamierati non si vede tanto che e' ancora l'alfasud.

 

alfasud 33

Anche la 33, nonostante forti investimenti nello stabilimento del sud, soffre molti dei malanni della sorella, roba che non funziona, montaggio ridicolo eccetera.

Evidentemente l'introduzione dei robot sulla verniciatura che dovrebbero risolvere la ruggine e i parabrezza a tappo di spumantino, nulla possono se ci sono scimmie sulla linea di produzione.
I giornali incensano la versione sfixa dell'alfasud in continuo, cosi' si vende nonostante i problemi

Nel frattempo l'alfa ha bisogno di nuovi modelli e cosa fa non avendo piu' i milanesi che fanno nuovi modelli?

Semplice, si prende l'alfetta e si paciuga un po sulla vecchia linea di produzione e la spaccia per roba di lusso grosso chiamandola alfa 90. Il sedere posticcio e il muso che sembra che arrivi da altrove sottolineano che avevano una certa fretta di mascherare la solita alfetta che, se guardate bene e' ancora la stessa auto, mancano solo gli aeratori.

 


Per capire l'enormita' della cosa, per i giornali avrebbe dovuto competere con la mercedes classe E W124, un pianeta stellare di comfort, design e finiture. Oltretutto una delle migliori merc di sempre.

 


Capiamo che comprare a caro prezzo nel 1985 una vettura del 1972 taroccata non era una cosa furbissima. Oggi lo fanno in tanti, al 90% compratori di SUV che, si sa, non sono molto svegli come genere, ma all'epoca non ci cascarono in molti.

Ci cascarono di piu' quando presero l'alfetta del 72 e gli cambiarono solo l'estetica senza paciugare troppo e fu un discreto successo con il nome di alfa75.
L'alfetta non era male, certo, ma oltre al fatto che non tutti ci cascavano, l'alfetta era una macchina costosa che era costruita per gli impianti scrausi del nord e all'epoca del 1972 erano arretrati, con i tempi di costruzione del 1965, non del 1984 con gli impianti del 1984.

 

Si puo' notare nell'alfett-alfa-75
il cartonato "sono qui per sbaglio" nastrato al posteriore che crea
un look moderno alla vecchia cariatide.
Notate la parte centrale della vettura immutata dal 72

In pratica ogni alfetta-alfa75 che si vendeva era un altro bagno di sangue proveniente dalle tasche degli italiani.

Nel 1986, quando Prodi regalo' l'alfa alla fiat e si pose fine al massacro nato per aiutare il sud, ma, ovviamente, non e' certo conteggiato nella finanza italiana come tale.

Nel volgere di pochi anni tutte queste auto ormai antiche, ma ancora in vendita, cessarono finalmente di esistere.
Costruire la solita alfasud o la alfetta provenienti, soprattuto l'alfetta, dagli anni 60 negli anni 90 era certamente vintage e cool, ma era fuori luogo.

Molti le rimpiangono perche', si diceva, che le alfa avevano una guida alfa.
Ci credo, erano solo 2 modelli: alfasud e alfetta per la bellezza di un quarto di secolo con un cartonato diverso. Piu' che una guida tipica del marchio oserei dire del modello.

Anonima Lombarda Fabbrica Automobili, che di lombardo ormai non aveva piu' nulla da anni, cessa di avere roba inventata dai lombardi e diventa fiat.

Solo gli accordi con lo stato permisero allo stabilimento di Pomigliano di non chiudere il giorno dopo, ma scontera' una drammatica riduzione del personale. Dai picchi di 30.000 persone circa (i dati non sono chiari. fra i 20 e i 30K) in 5 anni passarono a 5000 spine nel fianco.

Gli operai napoletani non cambiano la solfa, certo ora non ci sono piu' gli zappaterra con regalo, la raccolta dei pomodori e delle patate non viene piu' fatta a mano o da italiani, ma l'alto tasso di assenteismo e' elevatissimo per divenire ridicolo quando ci sono le partite dell'Italia e durante le elezioni: un terzo circa dei dipendenti prende il permesso per stare ai seggi elettorali, come scrutatori, rappresentanti di lista o calciatori in erba.
Fiat come incubatore di politici e calciatori! MA non facevano auto?

Nel 2007 Pomigliano era pronto alla dismissione: Tra gennaio e novembre 2007 ci furono 150 micro-scioperi, interruzioni senza preavviso che bloccano la produzione.
Da anni al venerdì i tassi di assenteismo gia' elevati si triplicavano dal 5 al 17 per cento.

Pomigliano non era una fabbrica, era un organismo che perdeva soldi tenuto in piedi attraverso regali al sud pagati dallo stato attraverso FIAT. Ancora soldi al sud che venivano gestiti come aiuti a FIAT, ma erano aiuti al sud.

Ma nel 2007 soldi alla fiat in regalo non potevano piu' esserci, ormai le norme europee non consentivano piu' certi giochini e tutti i manager, che ne avevano i cosiddetti pieni,  ne chiesero la morte purificatrice. Dopotutto in giro per il mondo nessuno aveva questi problemi, neppure in Brasile (ok, li tutte le fabbriche hanno i picchiatori-autisti per prendere gli operai dal letto la mattina, ma e' un'altra storia)
Si salvo' di nuovo dalla chiusura chiesta da tutti manager nel 2007 per la benevolenza di Marchionne che, guardacaso, spese piu' per la formazione delle scimmie che per l'impianto stesso.

La Fiom, che evidentemente era rimasta al “dacce li sordi e nun rompe li cojoni” come negli anni 50, protesta per non essere stata consultata in via preventiva per la contrattazione concertata programmatica sulla gestione integrata del gradino discendente in salita dell'anzianita' della giovinezza dell'operaio... e fece molto show non capendo cosa stava accadendo. La fiom odia i lavoratori.
Ovviamente Marchionne fu odiato anche per questo anziché baciargli il rame.

Il piano di Marchionne ha un certo successo, in pochi mesi l'impianto passo' da “feccia” a medaglia d'oro World Class Manufacturing (WCM) mantenendola per anni, per quanto e' doppiamente tardivo.

Tardivo per la location, ormai in Italia si fanno poche auto e fare qualche migliaio di vecchie panda in competizione con dei polacchi non e' certo il modo di rendere grande uno stato. Salvo voler essere polacchi con stipendi polacchi e tasse italiane (in pratica 400E netti mensili).

Tardivo perché FIAT  ha subito comunque la poca cultura italiana e il pesante stato carnivoro (mediato da alcuni regali e bonus molto opinabili) ha bevuto tutto.
Ormai in italia oltre a panda e punto non si produce nulla da anni.

Fiat  come predetto su questo blog prima dell'accordo con PSA e ripetuto ancora, cessera' di fatto di fare auto italiane e le piccole e medie saranno Peugeot. Non ho la palla di cristallo e' semplice banalita'. Solo i nostri giornalisti, governanti e sindacati non lo hanno capito nella loro idea di "la tecnica e' poco importante W catullo e gli italiani belli e scrocchi".

Di fatto FIAT stava esattamente facendo come alfa precedentemente: cambiando il design a prodotti vetusti vendendoli a caro prezzo. Gli va un po meglio perché un suvvista compra persino una punto come la renegade a caro prezzo con gaudio, anche perché non gli rimane in mane il pomello del cambio come su una alfasud.

Il problema e' stato che al sud si pensa vada aiutato con regali a caxxo.

Regali enormi e continui che in un secolo avrebbero dovuto, in una situazione normale, trasformare l'intero meridione in una svizzera o al piu' in una silicon valley.

Quello che dimenticano i poLLitici nostrani e' che se tu dai mele alle scimmie l'unica cosa che fanno e' mangiarle e cercartene ancora, non certo costruire un frutteto.
Se metti un bellissimo impianto in una zona con pochi skill al massimo riuscirai a produrre con poca efficienza quello per cui e' stato fatto lo stabilimento.
Poi ti fermi li.

Prima di fare uno stabilimento in meridione, che non e' di per se errato, prima bisogna formare gli operai, i caporeparto e gli ingegneri. E siccome sei in una zona ostile, avere ampio margine sugli operai.
Ancora oggi esiste l'errata convinzione, i grillini ci hanno fatto un partito fondato su questo, che uno vale uno.
Non e' vero, spostare un posto di lavoro o creare un posto di lavoro non serve a nulla.
Il compito dello stato deve essere di creare la terra in cui sorge il lavoro.
il compito del contadino non e' costruire mele, ma coltivare alberi in salute.
Perche', come ancora oggi pensano i sindacati, non e' il lavoro o il posto di lavoro l'obbiettivo, ma il lavoratore.

Il lavoratore alfa del nord perdeva soldi a raffica perché statalone, ma realizzava nuove auto, quello del sud ha fatto fallire l'azienda perche' le perdite erano su di un'altro livello.
Uno vale uno.
E' stato furbo?
No.

Prima si parla di lavoratori.

Dopo possiamo parlare di impianto.

Inoltre va benissimo parlare di lotte sindacali e contrapposizioni fra le aziende e i lavoratori... ma quando fai 700 scioperi in 13 anni e' evidente che qualcosa non va.

O e' un problema dell'azienda e allora, sopratutto se e' statale, chiudiamola subito visto che produce questi enormi problemi ai poveri lavoratori, altrimenti licenziamo definitivamente questi operai che si lamentano di cose inventate o assurde.

Se poi questi operai sono a fare un altro lavoro mentre sono in sciopero vediamo di punirli, perché stanno mettendo in ginocchio i loro pari. E questo i furbissimi sindacati italiani tanto politicizzati si guardavano bene dal proporre.

Al sud, ancora oggi,  continuano a riversarsi grossomodo 500 milioni di euro al giorno che non provengono dal cielo, ma da chi lavora, eppure non migliora.

La domanda e', visto che questo modo di fare non solo non e' servito al sud, ma ha pure azzerato molte aziende, alfa e' solo una di queste, non viene il sospettino piccolino che il modo non sia corretto?

aiutare non e' regalare.

Ci arriveranno prima o poi?

 

PS

Vorrei che alcuni di quelli che oggi piangono perche hanno uno stipendio di medda o, peggio, se sono disoccupati se hanno un parente che lavorava a Pomigliano o uno che era dentro nelle decisioni di non licenziare o negli aiuti a caxxo, in pratica politici a vario titolo (si parla di circa 150.000 persone a vario titolo ovvero parliamo di milioni di italiani "parenti") vadano dal padre, dallo zio, dal nonno eccetera e lo percuotano urlandogli chiedendo perche e' stato cosi' stronzo.

Perche in italietta la colpa, come ha capito bene Grillo, e' sempre degli ALTRI, ma pensiamoci bene:
L'alfasud per l'epoca era molto avanzata, non un'astronave come le citroen, ma si posizionava bene.
L'alfasud era esteticamente gradevole di carrozeria.
VW era ancora al maggiolone anteguerra.
Anche quando arrivarono, dopo 2 luuunghi anni, le golf e le audi 50, oltretutto scarse di design, anche se dentro meglio rifinite (e un mobiletto di plastica e' un'attimo), confrontate con l'alfasud erano nettamente inferiori di soluzioni tecniche.
Cosa sarebbe successo se anziche' subire la golf che ancora oggi si vende per affidabilita', fossimo stati noi a vendere ai crucchi e agli europei in genere?
L'alfasud era molto meglio delle crucche dell'epoca, non era al livello delle inglesi, o di alcune francesi ma era piu' carina. Alfa avrebbe potuto, azzeccando almeno un secondo modello, essere la VW odierna. Dopotutto la VW ha venduto golf come unica auto da numeri per molto tempo, l'alfasud era superiore.

Se a napoli uno e' disoccupato deve andare dallo zio (padre, nonno, cuGGino) e chiedergli "che caxxo hai fatto, stronxo!".
Perche se l'alfasud avesse prodotto 1000 auto mensili previste dal progetto iniziale entro qualche mese (dopo 5 anni non erano neppure la meta') e senza scimmiate, oggi a Pomigliano non sarebbero in 5000 pronti al licenziamento, sarebbero 50.000 piu' altri 150.000 indotti e con il bonus di avere una bilancia commerciale mooolto diversa.
La politica inizia da casa propria.
Nel paese dei ladri dove ti bombano la bici all'edicola in 2 minuti e' inutile parlare di colpe ai politici eletti.
L'onesta' e il lavoro non calano dall'alto.
Se fai pipi' su un TV in produzione per sfregio e poi tuo figlio dopo 20 anni non trova lavoro e' alla canna del gas e' colpa della tua pipi', non dello stato, non della merkel, di berlusconi, della germania, dell'euro, della divinita', degli ammerikkani, ma della tua pipi'.

L'alfa e' stata certamente uccisa dallo stato (ovvero dagli italiani), ma, soprattutto, dai napoletani che hanno tanto, ma tanto desiderato essere disoccupati e rovinare gli altri italiani.

 

10 commenti:

pKrime ha detto...

ciao,

sono sempre il tuo lettore da Napoli e ti voglio ancora bene! :D

quella che hai descritto è stata l'industrializzazione del voto di scambio. Anche qui le persone "normali" non si prestano alla mancetta elettorale, ed è per questo che all'epoca sono stati assunti metalmezzadri e bestie varie, con la promessa che avrebbero potuto fare esattamente quello che poi hanno fatto.

in quello scenario, un lavoratore decente non era il benvenuto, bisognava adeguarsi e lavorare male. Qualcuno ha rinunciato e cambiato aria, altri si sono conformati, altri ancora, e dispiace per loro, in quell'ambiente si sono abruttiti. Qualcuno avrà continuato a fare per bene il proprio lavoro, ma in un posto che non funziona cambia poco.

non conosco molta gente in fiat, solo un amico che del sindacato e dell'andazzo generale la pensava più o meno come te, e pur con qualche ritrosia (Marchionne era, per i media "operai", il diavolo) si è schierato con il piano Marchionne. Fortunatamente, con lui la maggioranza degli operai, e Pomigliano è diventato tardivamente un posto normale.

colpa dei politici o del popolo? Direi che è colpa dei politici bestia che si sono alleati col popolo bestia, togliendo benessere a te, a me, a tutti i non bestie.

Cosa succederà ai superstiti dello stabilimento non so. Il mio consiglio per chi vuole migliorare la propria vita è bypassare la cazziata a parenti vari e darsi da fare per migliorarla. Il problema sono quelli a cui le cose sono sempre state bene come stanno (anche, e forse in primis, sindacati vari). Sarà una conquista anche solo se accetteranno che i "bei tempi" sono finiti.

Per ora è tutto dal vostro agente in Campania, e speriamo bene

P.S. ma gente per bene delle mie parti non ne hai mai incontrata? Hanno cercato tutti di colpirti alla testa con un mandolino? :D

Cullà ha detto...

Ma nooo... mi hai distrutto un mito!
Mio papà aveva una 33. Ne è ancora entusiasta adesso. Ma in effetti, è anche convinto che i diesel consumino meno e che sia giusto che ci siano meno accise sul gasolio "perché se no un povero cristo come fa".

Bella carrellata comunque, non avrei mai detto che l'Alfa era "scarsa" già ai tempi di Arese. Della vecchia Lancia cosa ne pensi? Aveva fama di essere robusta, affidabile e anni luce avanti agli altri italiani. Si nasconde il trucco anche qui? O era effettivamente un eccellenza, rovinata dalle politiche commerciali idiote degli anni '70?

Cullà ha detto...

@pKrime
la domanda non è per me, ma rispondo lo stesso.
Gli unici campani per bene che ho conosciuto, abitano in Campania. Anzi, tra Napoli e Caserta. Li ho incontrati durante la mia laurea magistrale: persone colte, squisitamente educate, figli e figlie di gente che si fa un mazzo così e con un senso del bello che è raro trovare.

Tutti i "campani" che ho conosciuto in Piemonte e a Milano, invece, sono il peggior stereotipo del napoletano fregone e fancazzista.

Tu hai un ipotesi sul perché?

pKrime ha detto...

ciao Cullà, ben ritrovato!

E io che pensavo esportassimo i migliori! Azzardo qualche spiegazione, ma non credo di poter aggiungere molto a quelle che ti sarai già dato.

La prima è che le persone che hai incontrato durante i tuoi studi erano in qualche modo affini al tuo modo di essere, perchè le condizioni in cui li hai conosciuti hanno fatto da filtro.

Poi c'è il "mimetismo" dei buoni: il dialetto che si parla in città, ormai ibridato con l'Italiano e la parlata delle regioni centrali, lascia un accento più leggero di quanto si creda. Un napoletano che non si esprime continuamente in dialetto ha un accento vago, e i miei amici che vivono altrove hanno acquisito l'accento del posto. Magari hai incontrato meridionali per bene anche al nord, ma proprio per questo non li hai identificati come tali. Ovvio che quando si ha a che fare con uno zotico uscito dalla peggiore parodia di Gomorra, verrebbe da spingere il bottone rosso che attiva il Vesuvio.

Almeno in tempi recenti, temo che l'emigrazione qualificata non guardi molto al Nord Italia: con l'Europa a disposizione, i trasporti veloci e la conoscenza delle lingue, si va direttamente all'estero. Forse, ma non ho conoscenze precise in merito, questo ha abbassato un po' la qualità dell'immigrazione terrona

P.S. anche il mio papà aveva una 33, ma poichè siamo a Napoli.. la rubarono!

blu-flame ha detto...

X pk
persone "normali" dipende sempre quante sono.
Se sono il 99.9% stiamo descrivendo il giappone.
Se sono solo il 80-90% stiamo descrivendo una terra di nessuno con un lavoratore decente che viene schiacciato per far posto a chi e' affine.

colpa dei politici o del popolo? Per me e' colpa di entrambi, ma al 75% del popolo. Il popolo ha deciso delle preferenze, sia elettorali che fattivamente. E' un po come quello che si crede verde e poi attacca il condi a 15C mentre bestemmia contro il nicleare.
Se il popolo non fosse bestia (come lo chiami) nulla del genere sarebbe capitato.

Hanno cercato tutti di colpirti alla testa?
Dipende, purtroppo molti non capiscono essendo dei “convinti” che il meridione e' il posto dei santi. Oltretutto non capendo, come ho fatto ora, che non ho detto che SOLO i lavoratori del sud perdevano soldi, ma anche quelli del nord.
Certo, il livello e' diverso, ma non e' un problema di DNA o di oriGGine, e' un foxxuto problema nazionale che al sud diventa ridicolo.
Si chiama obiettivo zero cultura.

Il problema e' l'italia intera, non solo il napoletano, e “il meridione”, ricordiamo, e' la maggior parte d'italia e la lombardia e' al 90% meridionale: parlare oggi di origini fa un po ridere.

Culla', L'alfa 33 era un mito perche le riviste italiche erano poco serie. Se ti dicessi che la 33 in alcune versioni costava quasi come una GT-R (v6 con 300 CV, 4WD, multilink, spinta vettoriale... godzilla) e una 75 poteva costare di piu' capiamo perche una 33 o una 75 quadrifoglio marrone sul mercato dell'usato vale 1500E e una GT-R se la strappano di mano in condizioni, spesso, pessime.

Sul fatto che siano peggio da una parte o l'altra non lo so. So solo che quando una parla con tanto accento (di qualunque parte, anche bergamasca) mi da' l'idea di poca istruzione o serieta' a pelle. Non so se e' una cosa vera o e' “io il 4K lo vedo meglio” :-)

Penso che nei prox sconteremo molto quello che dici, PK, “i trasporti veloci e la conoscenza delle lingue, si va direttamente all'estero”. Dopotutto per i vari motivi in stile alfa ed energia lo stipendio di uno skillato in EU e' quasi il doppio.

Giuspi ha detto...

Articolo bello da leggere e pieno di spunti validi.

Tuttavia, se permetti una critica, soffri troppo di bias anti-italiano. Non è che in Germania e Giappone ci siano dei fenomeni a livello dirigenziale mentre in Italia ci sono solo scimmie. In un mondo popolato da persone mediamente normali, la Volkswagen sarebbe in mano al curatore fallimentare per gestire i risarcimenti, mentre le fabbriche della Toyota sarebbero visitate tipo i campi di Auschwitz per commemorare i morti che hanno causato. Invece sono i primi due gruppi al mondo nel mercato delle automobili.

Cullà ha detto...

@blu-flame
Io non ne ho mai fatto una questione di dialetto, per canto mio. Nel senso, se parli *solo* dialetto, o dialetto e un italiano stentato, son d'accordo con te.

Ma se parli *anche* in dialetto, nel senso che lo parli al fianco di un normale italiano (magari con l'accento, ma è anche charmant a volte), non mi fa ne caldo ne freddo.

Cioè, io parlo 4 lingue e ho fatto studi superiori, dopodiché in contesto *informale* parlo piemontese e lo faccio apposta a far sentire l'accento quando parlo italiano (forse anche per reazione ad una vita di "minchia ddici, minchia gguaddi, escimi questo, scendimi quello" e allo stramaledetto romanaccio della tv e del cinema).

E devo dirti che la faccia di un romano o di un siciliano, che pretende tu capisca quella specie di slang che chiamano italiano, quando gli rispondi in piemontese stretto, è impagabile. Di solito, se son persone intelligenti, ridono e fanno attenzione a parlare la lingua nazionale. È più simpatico che rispondere "non si capisce niente se parli in dialetto".

@Giuspi
Confondi il piano giuridico, quello etico, e quello pratico. Di Toyota e VW puoi dire varie cose bruttissime, ma non che non siano capaci a fare impresa e a costruire auto.
Qui si parlava di capacità di produrre eccellenza, non di discutibile trattamento dei lavoratori. (Lasciamo perdere VW che di miliardi ne sta pagando a sufficienza ma lavora così bene che tanto in fallimento non ci va comunque).

Nicola ha detto...

Non ricordo in quale scritto Hruska (un'intervista riportata in un libero forse?) raccontava la vicenda dello stabilimento di Pomigliano:

in buona sostanza disse che mentre veniva eretto lo stabilimento, venivano formati i futuri dipendenti. A stabilimento costruito i boss locali hanno imposto i loro operai edili e i loro protetti anzichè buona parte del personale scelto e formato da loro.

Raccontava che hanno impiegato anni a capire come mai si arrugginiva spesso la carrozzeria intorno al parabrezza nell'alfasud: c'era chi, anzichè usare l'apposito strumento di plastica per rimuovere il mastice in eccesso, usava un lamierino per fare meno fatica, rovinando la verniciatura.

LucaTM ha detto...

Da siciliano ti ringrazio per aver scritto questo post (ovviamente sempre scritto di getto e senza revisione, ma ti si ama anche per questo :) )

Le cose di cui parli sono accadute fino a stamattina nella mia regione, e non si accenna ad un minimo di cambiamento. La storia dell'alfa romeo è emblematica di migliaia di storie industriali del sud e dell'italia repubblicana.
Ringrazierò per sempre Marchionne, se è vero che è stato decisivo, per aver chiuso lo stabilimento di Termini Imerese. Quei mangiapane a tradimento che chiamavano operai causeranno meno danni all'italia da cassintegrati a vita, che non stando ad una catena di montaggio. Con buona pace di quei quattro gatti che saranno anche stati onesti e skillati.

Non siamo un paese, siamo un sogno.

Anonimo ha detto...

Qualche anno fa ho parlato con una persona che aveva lavorato tantissimi anni ad Arese, mi aveva raccontato la sua esperienza di operaio e che sistematicamente facevano sabotaggio, lui era al controllo qualità e mi ha detto che verificava le testate (le chiamava le testine, poi sotto mia insistenza di chiarimenti mi ha spiegato che erano le testate dei motori). Bene, quando si decideva che si procedeva con queste forme di protesta "occulta"...... alle testine, come per magia, saltavano gli angoli e via scartate per difetto di produzione.
Mi sono sempre chiesto:
a) come ha fatto quella fabbrica ad andare avanti con questi comportamenti?
b) con che coscienza le persone facessero queste cose?....visto che a fine mese, e credo anche regolarmente, prendevano lo stipendio.

La risposta l'ho trovata stasera in questo articolo.
Grazie
Ciao