Mentre una volta il driver era l'industria, mediata da un importate aiutante per i due estremi, il negoziante, oggi e' tutto in mano al consumatore.
Il negoziante da fine anni 90 e' ormai un accessorio scomodo che viene sostituito dalla feroce GDO (il supermercatone), dal comprare per posta (o intenette se volete che sembri piu' figo) o dallo spacciatore all'angolo.
Al massimo il valore e' del brand, ma anche quello non e' scelto per chi fornisce prodotti migliori e duraturi. Basti vedere il successo di marchi nuovi (amsung, xiaomi, TCL...) che anche se nessuno ne aveva mai provato uno sono letteralmente esplosi e hanno improvvisamente fasce di mercato enormi rispetto a marchi molto piu' interessanti come qualita' e promesse, vedi telefunken, pentax, blaupunk...
Anche negli alimentari e' successa la stessa cosa.
Pensiamo al successo incredibile di nespresso, che oggi anche i topi sanno che e' della multinazionale nestle', ma la fiammata e' evidentemente non associabile, per il consumatore, al capofila.
Inoltre, anche se fosse, capiamo bene cosa e' in relata', anche per il consumatore italiano, il valore del brand "italia".
Il miglior caffe' italiano, fatto dagli italiani, in torrefazioni della tradizione italiana?
Na merda, meglio la multinazionale svizzera.
Il consumatore ha delle necessita' inespresse che sono:
l'inquinare
il voler il lusso a poco (aka spendere di piu' ma non troppo)
semplicita' operativa (premi un tasto per fare il tema)
che sia cool, colorato e esteticamente WAF. (vedi apple)
nespresso e soci saziano tutto cio'
e' inquinante
e' costoso
e' "cacci dentro e pigi tasto huh"
le capsuline sono colorate, trendy, con tanti cosi che cosano.
il consumatore e' una puttana.
Anzi pur di avere quello che vuole non esiste ne marchio ne fornitore.
il consumatore ha inneggiato per anni che la GDO fosse il massimo, ma le capsule va a comprale ovunque.
Spesso di qualunque marca, persino nei sottoscala.
Come era la cosa che un caffe' era piu' buonoo dell'altro e si stava attenti al contenuto che non facesse male?
delle cialde ne avevamo gia' parlato, ma era per dare un aggiornamento
LA GDO sta piangendo, ma anche indica nuovi stili.
il caffe' macinato e' ormai morto, come da post 2013 che mostrava le prime movimentazioni, non ha nulla a che fare con una decrescita generale del mercato del caffe, ma è tutta da attribuire ad una forte disaffezione del consumatore verso il macinato.
queste sono le vendite di caffe' nella GDO.
Vuol dire che, essendo spariti i negozi, il consumatore si approvvigiona dove capita, dai piccoli buchi di spaccio cialde, alle botteghe del lusso di nespresso passando per l'acquisto postale.
Tutto indica una minore attenzione per se, per i soldi e per la qualita' del prodotto.
Non ricorda il peone che si fa spedite un telefono ZTE (o peggio) dalla lontana cina?
il caffè in moka, tanto osannato e persino regionalizzato (la famosa balla della cucina regionale) nei gusti con tutte le conseguenze delle preferenze sugli aromi e quindi sulle marche, dove cavolo e'?
da nessuna fottuta parte!
Non ha retto la forza della esclusiva (di Nestlè, che ha cause in mezzo mondo) ed è approdata con forza sul consumatore a cui piace la scatolina esclusiva e sbarlucica.
Un po come apple un lusso esclusivo per tutti.
Il fatto che "un lusso esclusivo per tutti" sia un ossimoro non frega a nessuno se rispetta i dettami del consumatore accennati prima.
Quello a chicchi che dovrebbe dare le migliori performance di gusto e' ormai irreperibile su vari scaffali.
le capsule/cialde avanzano ancora da 2018vs19 di un 14% segno che si va verso un consolidamento ormai divenuto non piu' esplosivo, ma inesorabile.
Si noti anche che con l'assalto di player piu' o meno ufficiali, al contrario di quello che accadeva prima, i numeri sono piuttosto ballerini.
Se una volta bastava chiedere alle poche aziende coinvolte in import, oggi con il boom dell'acquisto postale il piccolo deficiente puo' importare il caffe in capsula direttamente da uno spacciatore spagnolo che vende un affare di una capsula cinese che si smonta con il calore, assemblata in turkia con caffe brasiliano scartato da altri (o con un mix di orzo).
Vedi le capsule di conad o amazon che hanno subito un richiamo, figuriamoci quelle di brand ancora piu' lontane dalla distribuzione alimentare (magari presenti su amazon, ebay o "caffepippo.com").
ormai non solo il costo del contenitore in molti casi e' oltre il doppio del contenuto, in pratica paghi la parte che butti e bevi la parte in allegato, ma costa come energia e smaltimento.
Non è un segreto che le capsule c sono altamente inquinanti, fatte di pura plastica, cioè un polimero che si BLATERA ovunque di eliminare, o peggio di alluminio, un metallo energivoro.
stiamo parlando di un mercato di 7000T nel 2018 approssimabili a 8000T almeno nel 2019.
Ovvero per il contuenuto sulla capsula di 1,1/1.5 miliardi di capsule solo in italia.
Parliamo di, fra una cosa e l'altra, di circa 50.000T di alluminio o plastica ch di fatto non vengono riciclati perche' e' troppo costoso.
Poi stiamo ad eliminare le cannucce?
ma vi sentite quando parlate?
Parliamo, con le cialde italiche, di tutte le cannucce del pianeta, di quelle lunari e probabilmente anche di quelle usate per intubare l'italia durante il covid (ma le cannucce e i respiratori si possono riciclare)
come era la storia che esistevano degli ecologisti?
mai visto uno in vita mia.
al massimo amanti dei gioppini, altra minchiata simile.
Cambiano i consumi, ovviamente, se si guarda l'intero comparto.
Il caffe macinato e in chicchi, che usano i bar, i baracchini, le vending machine eccetera tengono ancora il punto e rimangono circa per il 65% in volume.