lunedì, giugno 29, 2015

boxNcone 9/28

Progetto mensola

In origine le casse acustiche si dividevano in fonovalige e HiFi.

Le prime erano oggetti che permettevano ai nostri avi di ascoltare i dischi in una qualche maniera e il nome e' dato dal fatto che spesso per rendere trasportabile l'oggetto gli altoparlanti erano agganciabili superiormente al giradischi formando cosi' una valigetta.
In pratica la fonovaligia insieme al mobiletto con radio, casse e spesso il vano per il ricovero dei dischi (regolarmente scambiato per portabottiglie), erano gli strumenti che fra il 50 e il 70 permettevano alla massa di poter ascoltare un disco.

Infatti l'LP introdotto nel 1948 ha dominato fino a quasi il 2000, uno dei tanti parti anteguerra congelati dal delirio collettivo, era l'unica sorgente insieme al fratello 45.

Gli altri formati come il 16 giri nato per il car audio o il 78 giri che aveva solchi nati per un chiodo non erano percorribili per l'HiFi quanto le trasmissioni AM che pur arrivando allo stato d'arte con 40 Hz–5 kHz (e addirittura in alcuni casi la stereofonia!) lamentava pero' non solo una mancanza di alte ma una suscettibilita' ai disturbi nelle aree urbane che cominciavano ad essere piene di “roba” elettrica.

Cosi' per i ricchi esistevano cose chiamate casse e impianti hifi.
In europa, impegnati a leccarci le ferite, l'HiFi trova casa in inghilterra dove la guerra era solo arrivata nell'estremo sud e aveva ricevuto molti aiuti americani durante.


Inoltre la ricerca non aveva mai smesso e il primo computer, i progetti del radar, i gruppi di matematici addetti al decript facevano non solo una nazione meno distrutta ma anche culturalmente piu' preparata in ambito tecnologico.
Infatti, per esempio, QUAD nel 1957 vendeva casse elettrostatiche come dai primi anni 50 ampli, pre, radio per comporsi un HiFi come lo intendiamo oggi.
In pratica quando noi avevamo dell'elettronica ancora grosse difficolta' in inghilterra era possibile avere decine di marchi che proponevano HiFi in una corsa  tecnologica epica.
Erano ancora i tempi che le societa' nascevano sulla ricerca e non capitava che una findus qualsiasi vendesse tecnologia con tanti megaqualcosi.

Gli HiFi inizialmente avevano casse ENORMI all'incirca delle dimensioni di una lavatrice dopotutto chi poteva permettersi di comprare un'impianto dal costo folle aveva anche un locale dedicato alla musica, una cameriera e magari un maggiordomo.

Con l'arrivo degli anni 60 nei quali le persone avevano una ricchezza diffusa mai vista prima cominciarono le richieste di oggetti  piu' maneggevoli  AR ne fa una bandiera e nascono i diffusori da scaffale.



Infatti il popolo ora era “ricco” rispetto a prima ma non aveva certo una reggia dove piantare due lavatrici sul pavimento.
Pero' era probabile che avesse delle librerie.
Delle AR con un Woofer da soli 8” (20cm) erano ragionevoli come lo sono ancora oggi.

Le case diventavano sempre piu' piccole, vuoi per l'accentramento nelle metropoli, vuoi per il baby boom.
I woofer scendono sempre di piu' nelle dimensione e i 20Cm che erano un'eresia per la piccola dimensione scendono a 18 e 16 cm.
Nel contempo arriva il reflex.

Negli anni 90 cominciavano ad esserci un paio di stranezze:
Le casse ortolano system che avevano molti altoparlanti, almeno 3 meglio 4, costando pero' poco e suonando peggio.

Le minicasse minimali che pur cercando di avere il massimo della qualita' risparmiano sui bassi cercando l'eccellenza sul resto.
Queste in genere sono casse sono molto profonde per sfruttare integralmente i 35/40cm della libreria e contemporaneamente hanno un frontale stretto e un'altezza ancora pensabile nello scaffale.
Questo tipo di casse sono relativamente costose (tipo la proAC tablette) ma permettono un suono ineccepibile nell'ambito dei loro compiti assomigliando alle sport car inglesi dove a fronte della rinuncia a qualcosa (come il poter avere una capotte) si ottengono risultati brillanti.

Il problema grosso di questa soluzione e' comunque il risultato.
Se la qualita' del suono e' ineccepibile per il prezzo a quel prezzo pero' si puo'  VOLERE qualcosina di piu'.
Ecco che l'audiofilo tweaker ricomincia a cercare di ottenere qualcosa di piu'.
Negli anni precedenti comprava dei super tweeter e ora dei subwoofer (ancora SUPERWOOFER).

Inoltre comincia a spostare le casse.

Gia', il suono dipende MOLTO dalla posizione delle casse e spostare una cassa da pavimento e' semplice mentre una cassa da scaffale meno perche' se avanzo anche di soli 20cm finisce schiantata a terra.
Cosi' nascono gli stand che spesso costano piu' della cassa che reggono per permettere a quest'ultima di “girare per casa” per trovare la posizione giusta.

Ovviamente venendo a mancare lo spazio sul frontale per i motivi precedenti ora e' possibile mettere l'accordo reflex nel posteriore non essendo piu' appoggiata al muro.

Abbiamo appena inventato un'ossimoro: la cassa da scaffale che non puo' essere messa nello scaffale ma ingombra quasi come una da pavimento.

Certo la sezione frontale e' ridotta rispetto a quelle del 1960 ma non molto meno delle contemporanee.

Le attenzioni si focalizzano su queste casse perche' i consumatori sono felici a fronte di un cartellino del prezzo invitante hanno qualita'.
Poi fa niente che fra sub e stand costera' piu' delle casse da pavimento.

Anche l'industria e' contenta: vende di piu' caro con un etichetta del prezzo piu' bassa grazie al frazionamento della spesa.

Questo rimette in moto il subwoofer da casa un'oggetto che era evanescente apparendo e scomparendo nei meandri dei decenni con nomi diversi (es superwoofer) e lancia a sua volte mode.

Ma in realta' e' tutto nato perche la posizione delgli altoparlanti e' importante e dev'essere valutata in sede di progetto.

Esistono casse nate per essere appoggiate alla parete di fondo, altre per essere messe all'angolo (molti sub, klipshorn...) altre per essere messe in libreria.
Alcune per essere messe in orizzontale altre in verticale.
In piu' in ogni ambiente pur essendoci delle regole generali (come il tw ad altezza orecchie) questa posizione puo' essere diversa a seconda dell'ambiente.

Negli anni precedenti il cliente chiedeva un sopralluogo, spesso il fornitore arrivava con 2 o 3 coppie che pensava idonee e si sceglieva anche in base a strumenti come l'analizzatore di spettro.

Con l'avvento del consumatore che si reputa esperto persino impianti che hanno bisogno di una grande taratura come i surround vengono installati dal consumatore con risultati incerti.

Nei cataloghi spesso manca l'indicazione della preferenza della posizione della cassa nonostante il progettista in testa ha avuto ben chiaro il tipo di interfaccia.

Viene fatto per poter vendere la cassa anche a chi piace ma non  avrebbe la possibilita' di posizionamento ottimale.
Ho visto persino sub rialzati da terra in uno scaffale quando erano ovviamente fatti per l'angolino, in pratica spenti.

Il problema e' che un esperto costa come alcune cassacce e il peone pensa che sia meglio spendere 300E in piu' di “watti” che di analisi della stanza. Il risultato sono cose come il successo delle casse da scaffale fuori dallo scaffale o peggio.

Ovviamente in questa confusione vince il piu' bugiardo come insegnano i cinocoreani.

3 commenti:

Paolo ha detto...

Tempo fa ho comprato una cassa bluetooth, giusto per avere qualcosa da ascoltare spostandomi nella casa nuova in attesa di attrezzare un bel sistema audio/video. Ieri mi arriva una mail: qualcuno su Amazon voleva una risposta a una domanda riguardante questa cassettina... la domanda era... siediti... "Quanti watt rms ha?"

Ti ho pensato :D

Cose buffe che ho pensato:

1) non ho idea di quanti WATTI abbia, non è scritto da nessuna parte, né sulla scatola né da altre parti

2) una volta che sai i WATTI poi che ci fai, che non consoci l'efficienza dei coni, la risposta in frequenza, c'è pure un diffusore passivo quindi bla bla bla

3) ho sbirciato la pagina del tizio su Amazon, è uno che compra e commenta amplficatori "car audio da 2400 W", e ho capito che i "WATTI RMS" sono i nuovi watti, i watti per il tamarro che ne sa una più degli altri :°D

Camicius ha detto...

ma non molto meno delle contemporanee.

Ho una coppia di Tannoy Eyris 3, che hanno sezione frontale più piccola di molte casse da scaffale...

@Paolo
Quasi meglio di quelli che chiedono quanti watt ha una cassa passiva (tipo le Eyris 3 di cui sopra) ...

Anonimo ha detto...

15 wattini classe A e un paio di dynaudio anni 80 6ohm �� e avanzo come capacità,pochi cattivi e subito (oltre a risparmiare con il riscaldamento).