lunedì, novembre 03, 2025

brionvega 2

 


 

Proseguiamo su Brionvega come rappresentanza del "grande" designhhfmerd italiano.

questo e' il classico compattone come andava all'epoca, oggi sarebbero gli allinone.

all'epoca centinaia di oggetti del genere venivano prodotti e in molte case mancavano i mobili da qui il fatto-necessita' del fatto che  alcuni avevano le ruote o piantane opzionali



Altri erano grandi come una cassapanca e altri...
del resto i radio-giradischi degli anni 30 erano nel mobiletto.

La "grande" innovazione qui era duplice:
Usare cartonati laminati da 2 soldi e nascondere tutto.
Bonus pack gli indicatori sembrano 2 occhi e la bocca come in molti oggetti di poor design.

aperto era cosi'


 

le caratteristiche erano, come dire, povere nonostante il prezzo elevato.

In cima si trovava incastrato un giradischi a caso fa quelli in commercio da pezzenti (dual, lesa, garrard e altre cose ultraeconomiche... quello che probabimente trovavano a meno quel mese li) con una tragica cartuccia ceramica per fare a meno di un pre decente.

Un incerto ampli da 7W a 1000 Hz col 1% di distorsione, roba da poveri con finali in germanio (D149)

Le casse sono moribonde a 100Hz (-10dB)  e con distorsioni a tuono date dalla masonite da 2 soldi utilizzata (praticamente cartone laminato) con montato un cono che passava di la per caso, spesso biconico, ma alle volte neppure quello.

Il fatto di connettere meccanicamente le casse al corpo principale sconsiglia l'uso del giradischi, salvo ascoltare schifo + schifo. Si potevano separare, ma a quel punto il design non avrebbe avuto senso.
Ovviamente il delirio di mettere la piantana con ruote sotto il giradischi.

Diciamo che e' sotto il sound che hanno conosciuto in tanti poveracci che non potevano spendere equipaggiati con affari dal brand Inno-Hitm che al confronto sembrava di lusso.

Da usare solo come radio, insomma, dove e' effettivamente meglio della radiolina a pile di fantozzi.


 

Altro errore di design e' la presa cuffie... DIETRO che compare dalla seconda serie insieme ad altri ingressi inutili.
Provate ad immaginare che dovete prendere e girare quel coso per infilare la cuffia e, ovviamente, fare la stessa operazione quando avete finito.
Perche'?
Perche' davanti era brutta e farla a filo costava troppo, poi il cartone si sarebbe scheggiato dopo poche inserzioni. 
Farlo sotto era troppo difficile da pensare.

Ma chi faceva design, oltre a fare il solito compattone, senza andare sugli impianti come faceva?

Facevano grandi cose...

 

braun
(si, quella degli spazzolini)


Ovviamente oggi le riviste di design incensano il bidone:
parlano di materiali di qualita', persino del legno! 
non parlano che era cartone pressato nobilitato 
non dicono che suonava in maniera tragica  
neppure scrivono che le testine usate erano il minimo del mercato, simili ai mangiadischi dei bambini.

Poi ci si lamenta che in italia l'HiFi stentava ed oggi non e' molto presente.

Del resto il design serviva a mascherare la enorme pochezza di un coso di cartone malprogettato da 2 soldi... ma non veniva venduto a 2 soldi. 

Ma ora pronti a ridere.
Il Radiofonografo e' in pronta consegna. 
Come dice brionvega e' l’opportunità unica per un’occasione speciale.
Prezzo, vi prego non ridete, €14,000.00 
Come se il tempo non passasse mai.


 

13 commenti:

Celso ha detto...

Externalities... ovvero come i comportamenti in acquisto di certe persone danneggiano il mercato anche per i rimanenti, sia come scelte di produzione (e.g. SUV) sia come sopravvivenza di aziende che dovrebbero fallire in un mercato normale.

D'altra parte questo decennio è un'epoca d'oro delle truffe, dai soldi del Monopoli all'AI, alle meme stock, alle bolle nel collezionismo di ogni genere, alla finanza creativa etc., e non potrebbe essere altrimenti, vista la politica monetaria semi-criminale da cinque anni a questa parte (per non dire dalla GFC ad oggi...).

Havokhin ha detto...

Cavolo, ho capito ora che sono ancora in vendita.
Io ci capisco poco e niente di impianti, ma a vederlo mi par di capire che le casse sono per metà vuote, altrimenti il giradischi non lo nascondi. Significa però che non hai una ceppa di spazio per metterci roba un minimo grossa (letto che il sub è a parte).

Certo, solo il fatto che per il colore si spendono 2k€ che manco il perlaceo su un auto viene cosi tanto, mi da da pensare.
Leggo pure che ti danno la chiavettina bluetooth da connettere, in 60 anni non hanno trovato il modo di nasconderla nel case?

blu-flame ha detto...

havokin, la pennetta della versione attuale non la legge, alimenta e basta.
Se vuoi leggere un MP3 o un BT devi connettere un lettore D/A (es un OUT cuffie di un cello)
Si, le casse sono scavate sotto.
No, non ha senso un sub ne prima ne, immagino, ora.

Il fatto e' che quel coso come design non ha senso alcuno.

Oliver ha detto...

Questo è esattamente un caso studio su come NON realizzare un prodotto industriale. Esteticamente brutto (no, non è un opinione) e con funzionalità a servizio dell'estetica, non viceversa. Alcuni controlli sul frontale sono inutili, ma inseriti solo per dar modo di completare la faccina. La presa cuffie posteriore perché avrebbe rovinato l'estetica (!)

Gate-All-Around ha detto...

Ed ora arriva l'edizione dei 60 anni. Prezzo su richiesta. La versione color ciliegio stava a 22 k€, l'edizione speciale andrà sui livelli di un'auto media.
Brionvega (o meglio, chi ne detiene il marchio) dichiara per il Radiofonografo contemporaneo una potenza d'uscita pari a 2x125 W, anche se altre fonti danno 2x30 W. Sarebbe interessante sapere cosa c'è dentro al Radiofonografo contemporaneo. Certamente i transistor al germanio non vanno più di moda.

blu-flame ha detto...

x gate
-dichiara per il Radiofonografo contemporaneo una potenza d'uscita pari a 2x125 W, anche se altre fonti danno 2x30 W.

Bisogna sapere se sono watt, o UATTI, del resto se ci hanno sbattuto una piastrina cinese a caso a secondo della giornata con sopra il solito TPA sottoalimentato possono dichiarare quello che vogliono.


-Sarebbe interessante sapere cosa c'è dentro al Radiofonografo contemporaneo. Certamente i transistor al germanio non vanno più di moda.

Oggi e' anche difficile trovarli per le varie riparazioni

Gate-All-Around ha detto...

Esattamente! Ho anch'io il sospetto che abbiano sbattuto dentro un ampli integrato.
Per quanto riguarda il restauro di sistemi d'epoca anch'io mi chiedo come sia possibile recuperare i ricambi. Alcuni produttori di discreti, come Central Semiconductor, hanno in catalogo dei cloni di transistor in silicio del passato; ma se si brucia un transistor in Germanio occorre accrocchiare una sostituzione con qualcosa di più recente.
Per quanto non se Central Semi produca in proprio o appalti ad esterni.

Celso ha detto...

Scherzi? il germanio è tra i Santi Graal della distorsione nei pedali "vintage e "boutique" per chitarra elettrica... viene proprio esposto come un vanto tra le caratteristiche XD

Celso ha detto...

...vatti a leggere la descrizione del Fulltone Custom Shop OCD-DE Overdrive e spanciati dalle risate:

"I primi OCD utilizzavano 2 Mosfet più 1 diodo al germanio, ma molto rapidamente questi diodi divennero sempre più difficili da trovare e diventarono costosi.
Recentemente FullTone si è imbattuta in una scorta ragionevolmente grande del giusto tipo di diodi al germanio, quindi li ha acquistati tutti. Così ha deciso di provare l'OCD definitivo: un'offerta Custom Shop con alcune modifiche ai circuiti [...]"

...249.00 €!

Gate-All-Around ha detto...

Quando si parla di pedali...
Il MXR Distortion + impiegava un operazionale 741 e due diodi al germanio.
Purtroppo il 741 si è evoluto nel tempo ed è stato riprodotto da ogni fabbricante di integrati. I primi MXR Distortion + sono i più ricercati in quando imbarcano il LM741 delle origini.
Il Dallas Fuzz Face (fine anni '60) impiegava due transistor bipolari al Germanio, forse inglesi, forse sovietici! Le versioni successive impiegavano transistor al Si.
Vorrei vedere negli stock di diodi e BJT al Ge quanti dispositivi sono realmente funzionanti. E nella migliore delle ipotesi la variabilità di questi vecchi dispositivi era tale che per il BJT in tolleranza andava cercato nel mucchio. Non vorrei che si siano salvati gli esemplari fuori-specifica.

Anonimo ha detto...

Hai dimenticato il vu-meter di dimensioni lillipuziane, che se fosse un vu-meter sarebbe ridicolo in quanto è una lancetta mono su un impiantino stereo; se fosse un signal meter per la radio fm fa ridere lo stesso perché serve la lente d'ingrandimento per leggerlo.
Bruttarello assaje, imperdonabile il prezzo.

Anonimo ha detto...

Beh, spezzo una lancia a favore del bidone brionvega: in termini di design lo trovo veramente riuscito, e in termini di resa sonora non credo che avesse ambizioni veramente HiFi, ma piuttosto "suonare accettabilmente" a volumi bassi o medi in occasione di una festa in un salotto non troppo grande e fare bella figura. Da quanto ho visto se ne trovano diversi di originali ad un prezzo di 4-6 k€, che mi sembrano decisamente troppi, ma a 1-2 k€ come oggetti da collezione hanno un loro senso. Per i nuovi il prezzo di 10-20 k€ è semplicemente grottesco

Anonimo ha detto...

Più leggo 'ste cose, più mi convinco che aveva ragione Wanna Marchi
(Tra l'altro, su Subito ce n'è uno del 1970 a 5'900€: se proprio devo buttare soldi per un oggetto di desàin, almeno me lo prendo originale, e lo pago pure meno!)