lunedì, luglio 04, 2022

scuola riforma 1

Questa e' una premessa, un pre-riassunto,  per le prox puntate, che sono tragiche.

 


 

Nella scuola ho parlato tantissimo questo blog del cavolo, perché per secondo me e' una delle origini delle cose più tragiche della nostra italietta ed è inutile nascondersi: la scuola italiana fa schifo e fa pena.

Ovviamente non è l'unica cosa che l'Italia deve fare, altrimenti si trasformerebbe immediatamente in un'emigrazione di massa, cosa che già succede per quei pochi che riescono ad avere una buona formazione e una lingua inglese decente.

Un'altra cosa è differenziare tra quello che è percorso scolastico, che è una cosa ben precisa, con la qualità dei docenti e degli istituti scolatici che vanno controllati in un'altra.
Io separerei le due cose perché vanno trattati con mezzi diversi, per quanto intimamente connessi.

Parlerò spesso del liceo, come percorso, perché e' l'esempio più folle, il più diffuso e vedrete che, alla fine, non amo nessuno.

Più volte mi è stato fatto notare che alcuni licei preparavo persone migliori rispetto al tecnici, in realtà solo perché i professori sono  sono considerati maniera diversa, sono assunti in maniera diversa,  e hanno scolari che sono più ricchi, rispetto ad alcune scuole tecniche.
Del resto, anche se rari, ci sono zone con degli esempi assolutamente contrari: scuole tecniche che producono tantissimi laureati quando nello stesso areale ci sono licei che producono solo disoccupati.
Questo e' il tipico di confondere la scuola (istituzione) con i professori che nel liceo vicino a casa (privato) overperformano il programma ministeriale e quello identico nella antica magione ricca di storia a 2km (pubblico) e' produttore unicamente di disoccupati rollatori di canne 5 stelle.

E' quindi necessario quando si parla di una gestione COMPLESSA come questa di capire che per una riforma scolastica devi sicuramente partire dai programmi di studio, ma deve assolutamente tener conto che purtroppo non tutti i professori sono decenti e la cosa più barbara e bastarda è il fatto che i professori spesso sono del livello cui gli ha lasciati la forma scolastica in output e i migliori preferiscono andare (e possono permettersi di) dove faranno meno fatica, ovvero in istituti dove gli studenti sono meno patate.

Ci sono campi che cambiano radicalmente ogni 5 anni, es l'informatica, la società cambia, un proffo che insegna da 30 anni la stessa sbobba è quantomeno utile come un calesse in autostrada.
I licei, che tanto amo, parlano di robe che sono immobili da secoli, anche per i proffi e' piu' facile.

Alla mia epoca  la lingua inglese alle superiori era, mi pare, solo un'ora, o forse erano due, ma SOPRATTUTTO era considerato dal punto di vista dell'amministrazione scolastica una materia con la stessa importanza di ginnastica e religione.
Questo approccio non solo produceva una serie di persone che non sapevano l'inglese (me compreso), e oltretutto anche ginnastica fatta in quella maniera non portava benefici, anzi,  era uno spreco di tempo, quella ora sprecata per lo più per giocare, in stile zuffa fra canidi, a palla meglio usarla per chimica o informatica (che era assente).

Il professore di inglese delle superiori usciva quindi da un liceo, dove l'importante era il latino, era andato all'università, dove i professori erano sicuramente grandi latinisti ma l'inglese non è che lo masticavano più di quel tanto.
Mi ricordo che una proffa se la tirava per aver fatto DUE MESI a Londra.
DUE MESI.
Per questo si sentiva superiore agli altri proffi di inglese.
Due mesi di formazione, davvero.
Del resto, rispetto alle colleghe, purtroppo, era meglio e rispetto alla media era superiore.

Il poveretto che mi insegnava inizialmente alla superiori, era inoltre dotato di una semi-paresi facciale. Dispiace per lui, brava persona, ma come per un pilota di Formula 1 che ha perso un occhio: la fua faffiefa è finifa.
In compenso vi era, in una scuola teNNica, il vicepreside (in facoltà di preside del distaccamento, insegnate di italiano) che pretendeva Dante a memoria e Dante era il massimo dello sturbo.
Quando doveva spiegare la qualunque, foss'anche l'uso del martello per appendere un quadro, citava dante, megli se della "divina".
Non è importante la teNNica in una scuola tecNNica, lo e' Dante, in una sQuola teNNica.

Cambiando scuola, per motivazioni personali, in uno dei bastioni dell'istruzione dalla zona, nei restanti quattro anni di superiori il professore di inglese appariva più o meno intorno a gennaio (generando quelle ambite ore buche) per poi scomparire ed essere sostituito ciclicamente fino alla fine dell'anno.
In pratica non si riuscivano a trovare professori d'inglese di ruolo.
L'unico professore che avevamo avuto per più di 2 mesi, oltretutto preparatissima (e non se la tirava per aver vissuto 5 anni nella city) è stata defenestrata per legge perché aveva l'ardire di voler lavorare contemporaneamente nella scuola pubblica e come insegnante nel privato, non potendo permettersi di vivere con un part-time sbocconcellato.
Ovvio al veto il successivo preferire la carriera privata.
Perché anche all'interno di un'enorme scuola quattro piani con 20 aule per piano non era possibile dare ai professori di lingue intere otto ore ma bisognava spezzettare e assumere più persone possibili, fare da assumificio.
D'altronde l'inglese è poco importante  serve dare lavoro nelle scuole a tanti incapaci che non usano il martello grosso e il sudore e non sono neppure l'importante élite e latinista.
Tutti gli amici che avevo, qualunque tipo si scuola frequentassero in Brianza erano messi in quelle condizioni.

Questo modo di fare, dando per scontato che il liceo sia il massimo della vita e i professori migliori ambiscono ad andarci, dando per scontato che chi deve fare una cosa tecnica debba prima andare a fare prima qualcosa di arcaico come studiare latino (per preparare la mente, dicono), ci condanna a un'istruzione di basso livello.

Certo ci sarà sempre qualcuno che quando arriva l'università, siccome è un genio, riuscirà sicuramente  ad essere tanto bravo da non incontrare grossi problemi nonostante il liceo, però la realtà è fatta diversamente: la maggior parte di noi, mi metto dentro anch'io, non è che siamo proprio dei geni e questi salti li si paga.
Perché per studiare cose nuove si fa una foxxuta fatica.

Avrete notato che io non ho problemi a immaginarmi anche sistemi abbastanza complessi sull'energia o su altre stolte pagine perché la fisica dell'800 per me non è mai stata un problema poiché fin da piccolino trafficavo smontando di tutto e di più.
Non è che mi sono alzato la mattina e ho parlato di energia elettrica perché ho studiato in tutto 10 minuti.
Quando mi regalarono il trenino a sette anni lo smontai completamente riempiendo il salotto e lo rimontai e lasciandolo funzionare (stupendo i parenti), non ne capivo i principi, ma più o meno a forza di smontare e rimontare le cose più semplici mi appaiono semplici. E da li mi e' nato l'amore per le cose elettriche (e le auto elettriche).
Ancora oggi smonto cose e faccio cose, sempre piu' complesse, e ci STUDIO dietro. L'Apprendimento, purtroppo è lento, odiosamente lento, e tante cose faccio fatica a capirle o non le comprendo affatto. Oppure ne comprendo il senso generale, ma non capisco bene  lo specifico.

Se io vado da un liceale medio che non ha mai preso in mano un cacciavite e gli chiedo di cambiare un LED della plafoniera probabilmente andrà incontro alla distruzione del prodotto.

Ma non perché è scemo, ma perché banalmente non ha mai tenuto un saldatore in mano, ma vorrebbe progettare quella roba che non ha mai visto fino ai 19 anni e vorrebbe farlo in.... 3 anni?
Sarò io lento di comprendonio, ma in 3 anni non impari niente di complesso, per esempio saldare un LED non e' cosi' banale se lo vuoi fare bene.
Per esempio alcuni diodi (soprattutto quelli laser, ma non solo) non impari a saldarli in 10 minuti... e' una vera arte. Se poi sapete cambiare il LED da un pickup di un CD sapete cosa sto dicendo
Poi ripeto, sarò io rimbambito, ma come me ce ne saranno molti.

Un percorso di studi deve avvicinarsi lentamente alla tua destinazione che hai scelto, già scegliere secondo me è una cosa drammatica. Ok sono anche un indeciso cronico :-)

Inoltre il percorso di studi ha un grandissimo difetto per come immaginato in Italia.
Nella nostra terra in cui le bandiere regionali, linguistiche, sportive e politiche sono tutto, questa cosa si riversa anche nello studio in cui non solo abbiamo solo  materie di serie A e materie di serie B, ma abbiamo anche un'impostazione ALTA dovuta alla politica, dapprima fascista poi assorbita dal comunismo italiano, una leggenda che immagina un  mondo nel quale i bei tempi passati sono migliori di quelli attuali.
Abbiamo quelli che rimpiangono il fascismo, che paradossalmente rimpiangevano i tempi passati a loro volta.
Abbiamo quelli che rimpiangono Mao, lui si che ci faceva vivere bene ammazzandoci
Abbiamo quelli che rimpiangono persino i borboni...

E' un continuo guardare indietro, alle nostre glorie, solo i greci sono cosi' attenti al passato come noi, e sappiamo come è la loro economia.

Questo ha creato tutta una serie di barriere fra le materie.
Quando ero alle superiori ho cercato in più maniere di farmi spiegare dai vari professori di matematica delle cose che mi sarebbero servite nelle altre materie per fare qualcosa di più (prevalentemente fare meno fatica, non mi piace far fatica... sono anche pigro, proprio uno pieno di difetti!).

Mi dicevano che il programma era quello, ma non erano neppure in grado di dirmi dove reperire le info.
Non parliamo poi quando ho cercato di chiedere il pi greco: volevo fare un programmino per una competizione di un giornale inglese (col senno da adulto so che mai avrei vinto, ma all'epoca ero ancora credulone delle mie possibilità, proprio un tontolotto)  e il professore questione non è stato capace di smontare il processo, non capiva cosa volevo.
 
Perché il professore di matematica, e già lì ci sarebbe da pensare come cavolo sia riuscita ad avere una laurea quella donna, non aveva in realtà idea di cosa fosse il pi greco.
Cioè riusciva (forse, non lo fece, il Pi e' il Pi, che cavolo!) calcolarlo usando meccanicamente i metodi che gli erano stati insegnati in maniera pedestre al sud, ma che ovviamente mal si adattano se tu vuoi capire come si arriva a quel ragionamento che portato alla formuletta.
Perché se io dover fare un programmino di 5 righe in basic, perché questo era il gioco, vuol dire che io devo risalire ai motivi che portano alla formuletta non all'applicazione della formula fine a se stessa che li dentro non è applicabile.

Matematica quindi era una materia che nulla aveva a che fare con le altre materie che insegnavano, per esempio i calcoli vettoriali  ho dovuto impararli non nelle ore di matematica ma in elettrotecnica.
Il professore di elettrotecnica ha dovuto spiegare, male,  i calcoli vettoriali.
Siccome io mi ci trovavo, erano piu' semplici logicamente,  e usavo la calcolatrice che era in grado di eseguirli, spesso il prof non riusciva a capire come cavolo avessi trovato il risultato passando da li e rimanendo sempre con quella matematica senza mai uscirne come invece insegnato.
Meta' fatica, ragazzi!
Questo perché il professore di matematica rimaneva fare matematica il professore di impianti doveva spiegare solo impianti, il professore di elettrotecnica non poteva parlare di impianti.
E mi raccomando non usiamo la moltiplicazione sulla calcolatrice (20.000 lire, scientifica basica da primo prezzo, Sharp EL-506p, che avevano quasi tutti),  ma le tabelle di carta del libro.
Capite che è pochettino assurdo e portava ad errori di comprensione degli studenti (che ho dovuto spiegare ai compagni).
Perché alla fine il 90% dell'elettrotecnica usata in the wild e' +-*/. niente matematica oltre a quello della massaia, soprattutto se rimanete in vettoriale.
Poi, certo, in sistemi complessi vengono fuori casini..., ma negli impianti che non siano assurdi o di una nazione la massaia va benone.

Quando poi finalmente apparì un altro miscredente che era il professore di educazione civica che  sarebbe dovuto esserci tutti gli anni, ma lo abbiamo avuto anche lui solo per sei mesi in maniera contigua, ha spiegato quella che era la realtà.
I professori di civica (e altri nomi a seconda del corso di studi e grado) normalmente raccontavano di cose avulse dalla realtà, almeno per un minorenne, pieni di nozioni sul numero di eletti che non erano collegabili al presente, alla vita. Non a caso potete chiedere quanti sono ad un cittadino e pur avendolo certamente studiato non ne saprà il numero e i motivi, nonostante il referendume in cui ha VOLUTO dire la sua.

Questo professore, essendo invece in carriera per divenire un magistrato “convinto” ha cominciato, fregandosene del libro, a spiegarci le regole che governano la legge e poi la famiglia.
Li mi si è aperto un mondo e ancora oggi lo ringrazio dal profondo perché dopo di lui molte cose che non capivo sono diventate chiare, come aver messo degli occhiali.
E anche in quel caso ho scoperto che anche parenti che reputavo intelligenti ed istruiti erano capre senza consapevolezza e i giornali parlano senza sapere quello che io, in soli 6 mesi per un'ora alla settimana  (praticamente un maledetto nulla) ho capito. Ovviamente poi e' stato allontanato.
Vuol dire, se io ero un orbo fra ciechi, cosa è una società di persone completamente avulse dalle regole che devono tenere e giornalisti che fanno pagine di testo su cose che non sanno.
Quello e' stato uno dei pochi degni del nome “insegnante” che ho avuto e mi stava pure antipatico, ma era un grande e mi sembrava dicesse cose che avevano un cavolo di grande senso.

Perché la scuola deve prepararci non per darci delle nozioni fini a stesse ma per darci delle nozioni che ci permettano di vivere in un mondo complicato e complesso, quello di una nazione occidentale odierna.

La matematica che insegni per un corso non deve essere fine a se stessa ma deve agganciarsi alle altre cose che sto studiando o che studierai. Che userai nella vita (mutuo?)

Queste stesse separazioni fra materie come ci fossero dei muri nasce nel liceo perché il liceo tradizionalmente nasce per chi è figlio di papà nell'800 e poi cristallizzato negli anni '10-20 del 900 (lanciato nel 23) e possa fare bella figura, e magari non farsi fregare proprio subito.
Non a caso Gentile, era un figlio di papà che frequentò il Ginnasio e si iscrisse a filosofia.
Ovvio una preferenza del personaggio, che invero aveva delle ragioni in un mondo rurale e arretrato, ma per i motivi che diro' poi fu barbaramente ucciso dai partigiani.
"Una scuola di tipo aristocratico, cioè pensata e dedicata "ai migliori" e non a tutti e rigidamente suddivisa a livello secondario in un ramo classico-umanistico per i dirigenti e in un ramo professionale per il popolo e la classe lavoratrice.
Le scienze naturali e la matematica furono messe in secondo piano, mentre le discipline tecniche ad esse correlate avevano la loro importanza solo a livello professionale.
La scuola concepita da Gentile è severa ed elitaria. Gli studi superiori, nella concezione del filosofo, sono "aristocratici, nell'ottimo senso della parola: studi di pochi, dei migliori
".

Ecco quindi che abbiamo il latino, perché ancora negli anni pre-secolo il latino era importantissimo, era l'inglese di oggi,  saperlo era essenziale, diciamo necessario per un uomo di livello dell'800 e assolutamente essenziale, vitale, per uno del 700.

Il figlio di papà che volesse far progredire la propria vita ottocentesca aveva bisogno del latino e il  greco non era neanche una cosa così strana perché pochi anni prima usava ancora per tutto da una zona che era chiamata Asia. Molti tra i vecchi lo sapevano, alla fine col senno di poi fa ridere, ma nel 1910 un "vecchio dentro" nato nell'800 poteva trovarlo assai ragionevole.

Per lo stesso motivo era spinto il francese fino agli anni 60. Il francese era la lingua delle corti, se dovevi parlare con cortigiano qualsiasi, per esempio un  russo importante (ricordiamo che eravamo prima del 22) era probabile che sapesse il francese meglio della propria lingua. Si vede benissimo l'impronta del liceo e della riforma Gentile con l'onda lunga fino ad oggi.

La matematica era certamente importante perché dava un imprinting, per l'epoca, tecnico. In una nazione rurale era preparatorio.

Ovvio una bella fettazza di italiano e lettere per imparare il classicismo retorico necessario ad impressionare i pezzenti e collocarti a fionda come istruito nella società ottocentesca ancora ben compartimentata con ancora in giro i nobili, il popolo proletario e le nascenti classi commerciali che diverranno la societa' odierna, ma all'epoca difficilmente miscelabili.
Potevi esser ricco, ma non eri accettato dalle élite  senza alcuni marchi.
Come oggi succede in alcune ideologie consequenziali: se sei ricco non sei degno.

Con queste premesse era importantissima la storia, una certa storia, perché in società, con i nobili,  non potevi certo fare una figura di merda su chi era Nerone o Catullo essendo il marchio, il sigillo, che dimostrava di appartenere alle classi elevate una conoscenza delle parole d'ordine.

Il liceo moderno dell'era fascista (altra classe inserita  a forza in un contesto) era la scuola che nasceva all'inizio del 900 per preparare i figli della “new-nobiltà” fascista che dovevano poi sfondare nella società contemporanea per cercare di mantenere la posizione acquisita, mostrando cultura canonica delle élite e un certo tipo di preparazione per definirti accettabile anche senza altre addenda come la nascita o la chiesa.

Nei primi del 900, insomma, il liceo era LA sQuola: per i ricchi, per i nobili, per i fascisti al vertice, per quelli che NON DOVEVANO LAVORARE.  
Vedremo che questo ha la sua importanza.
Non era una scuola, ma LA scuola, l'unica che si poteva prendere in considerazione se volevi essere al top, tanto da negarti l’università se non facevi il classico.

Questa nuova scuola, con il liceo lancia in resta, era “La più fascista delle riforme”, come la definì Mussolini e, se lo diceva lui, possiamo esserne sicuri visto che avrà fatto cose brutte, alcune barbare, ma non era certo un pirla come molti lo descrivono.

Oggi la situazione è molto diversa dai primi anni 20 della riforma fascista imperniata su un mondo utopico di fine 700.

La tecnologia andando avanti a passo spedito ha cominciato a bruciare tutti i lavori che non richiedevano una qualche preparazione perché le macchine possono fare più in fretta e meglio di tutta una serie di lavori da scimmia.

La società si è spesso evoluta da questo preparando sempre di più le masse, dapprima semplicemente con l'alfabetizzazione, poi aumentando gli skill mano mano che venivano erose le capacità più basse.

L'aumento di competenze, il numero di ore di studio, il numero di anni di studio, devono crescere linearmente per competere non solo con le macchine, ma con tutta una serie di Stati che sono arrivati sul nostro mercato.
Vince chi è più preparato altrimenti vincono macchine e vietnamiti.
Solo la Cina scodella 10.000.000 di laureati annui, principalmente STEM.
Le selezioni delle università cinesi molti laureati italiani non le passerebbero, ne ho visto uno e mi pareva spaventoso, lascio solamente capire quanto possa essere lontana la tecnologia delle aziende cinesi dalla nostra, no, non è solo una questione di costi di mano d'opera, o almeno lo sarà sempre meno.

Anche per quelli che pensano che i cinesi abbiano università inferiori vi dico: siete proprio sicuri che 2000 laureati cinesi siano complessivamente inferiori ad uno italiano che ha studiato per 3 miseri anni per es. elettronica?

Una scuola come nostro liceo può giusto servire per pochissimi umani, ma la cosa che sicuramente fa è una distruzione della capacità dello Stato stesso.
Il liceo, sostanzialmente, è una fabbrica di disoccupazione.

 
Diciamolo chiaro, chi va a fare liceo pensa di non dover poi andare a lavorare, ma di venir pagati per il solo fascino acquisito con la sQuola del l'élite.
L'élite non puo' sporcarsi le mani. Per definizione.

 
Normale snobbare il lavoro e insistere sul cazzeggio anche per l'università, certo negli ultimi 5 anni stanno cambiando un pochino, ma di fatto le materie umanistiche come arti, musica, storia, filosofia e al massimo legge sono il 90%.

Ma la cosa non si ferma al liceo anche gli istituti tecnici, che sono molto più moderni come concezione sono, in realtà vecchi, con intrusioni di antichità e, SOPRATTUTTO mal gestiti perché considerati “inferiori”. Da buttare.

E non parliamo neppure degli utilissimi professionali, snobbati a nastro, quando dovrebbero essere obbligatori per chi non vuole fare le università.

È assurdo, come ancora di recente ho visto fare, consigliare il liceo classico per andare a fare medicina, elettronica o programmazione.

Tu vai a fare medicina dopo cinque anni studio superiore e non hai la benché minima idea di cosa sia un'aspirina e non hai la benché minima idea di cosa sia un farmaco o un computer.
Poi ovvio che non ci siano medici.
Chi te lo fa fare di sbattersi per oltre 20 anni di studio, che sono durissimi perché al 14esimo vi trovate un muro enorme da scalare, e poi venire maltrattati come dei signor qualsiasi?
Non e' un caso che mancano molte professioni e i medici sono una di queste e oramai in Italia i medici si stanno estinguendo anche perché l'Italia ha deciso di pagarli poco (bisogna salvaguardare il reddito delle sciampiste e dei badilografi)

Se pensate che quello che ho scritto fino ad ora, e che e' un riassuntazzo brutto di alcuni post precedenti, sia follia contro il liceo (ma se notate e' preso solo come punta dell'iceberg) perché ho bevuto troppa cola e le sinapsi sono collassate per via della CO2, sappiate che e' solo... la conclusione dei numeri, e usiamo i numeri nei tanti prossimi post... sono arrivato a 14 ma sto cancellando molto per il vostro benessere...
roba da capelli bianchi, i numeri, non il mio eccesso di logorrea.




19 commenti:

Cullà ha detto...

Solo per farti sapere che la tua logorrea è apprezzata, così come questo post.

L'esperienza che descrivi di quello che arriva all'università e sbatte il grugno su cose che al liceo non ha mai neanche sentito nominare la conosco bene.

Io ho studiato una cosa che può essere scientifica (sempre una soft science comunque) *solo ed esclusivamente* con delle basi di statistica, teoria dei dati e analisi dei dati solidissime. Altrimenti è solo fuffa ideologica.

Io l'unica cosa che ho visto al "miglior liceo classico della zona", di questi argomenti, è come si calcola una percentuale, una media e una mediana. Stop.

Nello stesso corso di laurea, mettendo insieme triennio e biennio, si arriva a ben 3 esami sull'argomento per un totale di 18 crediti su 5 anni. Ne servirebbero almeno il doppio, preceduti da un corso propedeutico in logica e matematica.

Il prof. Ricolfi, che il suo mestiere lo sa fare, ha più volte detto a noi e scritto sui giornali quanto ogni anno dovesse abbassare l'asticella perché le nuove matricole semplicemente non ci arrivavano, e lui con 60 ore di corso non aveva tempo di rispiegare anche tutta la matematica non fatta e non capita al liceo, soprattutto visto che avrebbe anche dovuto insegnarci come far fare certe cose ad un software.

Inutile dire che la parte dedicata a quest'ultima cosa sono state 10 ore di cui 4 opzionali.

Xochi ha detto...

Farò un intervento più lungo con più calma, ma intanto: occhio a non sopravvalutare la preparazione degli studenti universitari cinesi. Il sistema scolastico che hanno fa sì che si spacchino di studio fino al Gaokao e che poi entrati all'universitá non facciano più una tega. Cosa confermatami sia da chi ha studiato insieme a studenti cinesi sia da una coppia di amici che in una università cinese ci insegna.

Xochi ha detto...

Cosa che si puó notare anche nel campo della ricerca Giapponese che ha dei risultati non proporzionali agli enormi investenti che il settore riceve. Anche questo confermatomi da chi ha lavorato come ricercatore li.

blu-flame ha detto...

Xochi
Non ho detto che i cinesi siano necessariamente MEDIAMENTE migliori di un italiano o persino di un EU.
Sinceramente non lo so e non mi importa. Se ci pensi non possono fare proprio nulla in anni di uni.
Dico solamente che e' un ciclo di studi universitario (e i test d'ingresso molti laureati italici non passerebbero) e ne producono in massa e, cavolo, basta che solo 1 su 100 sia ad un livello EU che ci asfaltano.

Celso ha detto...

Tanti spunti di riflessione, tante cose interessanti, ne aggiungo solo qualcuno.
I professori al giorno d'oggi non sono più rispettati, il che è paradossale, visto che sono mediamente molto più preparati di qualche decennio fa, e sono alla mercé dei genitori e delle loro minacce di ricorso (in caso di voti non graditi!)
Sono soffocati da una quantità di incombenze burocratiche extra, pagati poco, e soprattutto non hanno nessun tipo di assicurazione in caso succeda qualcosa di brutto.
Se mandano un alunno in bagno e questo si fa male o peggio si beccano cause penali e civili.
Un notaio, che fronteggia gli stessi rischi, ha uno stipendio completamente diverso, che in parte li giustifica.
Un chirurgo ha un'assicurazione professionale, che in parte lo tutela.
Io mi sono tenuto ben lontano dall'istruzione anche per questi motivi, ma parlo spesso con diverse persone "del mestiere".
La morale è che la preoccupazione principale di un insegnante "moderno" è pararsi il fondoschiena, a tutti i livelli, e a parer mio non fanno altro che bene. Tanto per i genitori la scuola - specie le alimentari e le medie sono principalmente un parcheggio/alternativa alla babysitter che un luogo di istruzione.

Un'altra mancanza gravissima è la musica.
Insegnamo storia, storia della letteratura, storia dell'arte ma non storia della musica (salvo poche eccezioni), e già questa è un'aberrazione non da poco.
L'educazione musicale è fatta poco e male, e non in tutte le scuole.
La musica ha un impatto enorme sulla conformazione del cervello, in special modo nei collegamenti tra i due emisferi tramite il corpo calloso.
Come ho letto in un saggio tempo fa, la musica è un linguaggio particolarissimo, perché non comunica significati (tranne quelli che gli attribuiamo per convenzione) ma strutture.
Questo ne fa un generatore di categorie e costrutti mentali incomparabile, che aiuta il ragionamento a tutti i livelli.

Cullà ha detto...

@Celso

Le scuole sono un parcheggio in primis per chi ci lavora.
Del resto, l'unico motivo per sindacalizzare una scuola è l'assoluta indifferenza al ruolo del professore, all'eccezionalità della relazione studente-insegnante.

Come ripetevano spesso a me quando ero al liceo, gli studenti dal loro punto di vista sono "utenti di un servizio pubblico". Né più né meno di quelli in coda alla motorizzazione per il rinnovo della patente.

Del resto, dopo essere stato un ammortizzatore sociale per quasi 50 anni, una sorta di reddito di cittadinanza ante litteram, come potrebbero essere messe meglio?

Ci rendiamo conto che dopo aver inventato la discutibile figura dell'insegnante di sostegno, con la scusa del covid ci hanno messo gente col diploma di ragioneria o la triennale in filosofia?

Che dopo aver ammorbato l'universo sul fatto che per insegnare alle elementari ci volesse una laurea specifica in "formazione primaria", quando c'è stato bisogno di erogare un po' di stipendi per tamponare il disastro economico causato dalla gestione dell'epidemia hanno messo gente con la triennale all'Accademia di Belle Arti ad insegnare matematica e scienze alle elementari?

Tutto questo, ovviamente, giusto qualche anno dopo aver decretato che per fare il bidello ci vuole la maturità con voto di 90/100.

La scuola esiste per erogare stipendi a gente che nel proprio campo sarebbe condannata alla disoccupazione perpetua.

Celso ha detto...

Peccato che si continui a chiedere titoli su titoli anche per fare il precario, pacchetti extra di crediti (prima 24, poi 60), meno di un B2 di inglese conta 0, ora se ho capito bene anche meno di un C1 (poi chi vuole se lo compra, ma quella è un'altra storia), dando un sacco di lavoro a chi forma gli insegnanti (ma lì con quali requisiti?) e costringendo gente molto più preparata delle generazioni passate a correre dietro alla carotina del posto di lavoro, spostando continuamente l'asticella perché lavoro non ce n'è, mentre per fortuna finiscono di andare in pensione generazioni di privilegiati che hanno avuto il posto regalato o quasi.

Che a insegnare arte ci vada chi di arte non sa nulla o viceversa è solo l'ennesima stortura di un processo delirante, ma dire che le scuole siano un parcheggio di incapaci... venti-trent'annianni fa cos'erano allora?

Stefano ha detto...

OK.
Riassunto per riassunto...
Quindi per uno sfigato cha ha avuto la malaugurata idea di fare figli in questo disastrato paese e non ha la possibilita' di farli adottare da una famiglia all'estero (in questo l'Ucraina e' avanti anni...) qual e' la meno peggiore possibilita' di dare una cultura ai propri figli?

Oppure tanto vale mandarli subito dal capomastro con la betoniera in giardino a fargli imparare l'unica professione che ad ogni governo prende incentivi statali, ovvero l'edile?

Riguardo la scuola, rimanendo nel pubblico (il privato, tanto osannato per la qualita' dell'insegnamento, anche da te, l'ho sempre visto come escamotage per far promuovere chi addirittura nel pubblico sarebbe stato SEGATO senza pieta'... ho amici che alla terza bocciatura in un liceo pubblico perche' manifestamente pigro/zuccone ha "brillantemente" terminato lo stesso percorso di studi in un costosissimo liceo privato) si passa dalla vergogna (l'incompetenza di tanti dirigenti di primo incarico) all'eccellenza (dirigenti che ci mettono il massimo impegno a selezionare e motivare sia studenti che insegnanti).

blu-flame ha detto...

Celso, ho fatto un capitolo sulla musica...
in due parole: o la fai bene o non farla neppure.

Stefano quello che dici sulla scuola privata e' vero e falso allo stesso tempo.
E' vero, tendono a chiudere un occhio, ma, almeno nella mia zona, sono di livello superiore alle controparti statali.
Ovviamente mancando una metrica che i sindacati hanno osteggiato (lo vedremo fra qualche post) non e' possibile avere certezza.
Dico solo che dal liceo artistico privato qui dietro escono piu' ingegneri aeronautici che dallo scientifico in centro, e questo dovrebbe fare riflettere.

x TUTTI
Sono abbastanza d'accordo con molte vostre affermazioni, il che, converrete, E' MALE!
Perché se siamo d'accordo su queste cosa concordiamo che le scuole sono cacca.

Celso ha detto...

Stefano
A mio modesto parere l'unica salvezza è imparargli (transitivo, per trasmettere l'urgenza e la caratteristica attiva dell'azione) l'inglese e imparagli l'internet.
Poi fargli venire la curiosità e fargli leggere libri, più libri possibile, che riguardano quello che vogliono fare. Ma gli deve venire il sacro fuoco al c...

Inglese perché su internet in inglese si trova tutto, specie roba che in Italia manco sappiamo cos'è.
L'ho raccontato di quella volta che ho fatto conoscere Faulkner (As I Lay Dying, letto in lingua originale) a dei professori di lettere?
Ecco, vale lo stesso per la saggistica.

Stefano ha detto...

@Celso.
Internette secondo me, conoscendola bene, non e' che ti possa permettere di sostituire/integrare un percorso scolastico.
Ci puoi fare ricerche, approfondire, stanare curiosita' ma e' come avere in casa la Britannica e non sapere cosa e dove andare a cercare.
le Scuole (con la S maiuscola) non dovrebbero riempirti di nozionismo, ma darti gli strumenti per sapere COSA e DOVE andare a cercare, ma soprattutto come LEGGERE e CAPIRE, cosa che un semplice documento, sia esso un codice miniato o un PDF non ti dira' mai.
Gli alunni non devono essere un contenitore di info, per quello basta un HDD, loro devono imparare ad interpretare la montagna di informazioni che hanno a disposizione.
QUESTO secondo me e' il vero paradigma da cambiare, non riempire la RAM con milioni di gbyte di dati (nomi, poesie, parole, formule, date, foto), ma fornire quello che si dice un programma di "business intelligence" che ti permetta di leggere, valutare e interpretare tutti questi dati, siano essi riguardanti un calcolo strutturale o le variazioni cromatiche nella Cappella Sistine.
Per questo dal "tuo" artistico escono piu' ingegneri che "quello" scientifico: evidentemente il piano di studi in QUEL liceo (non estendibile automaticamente per analogia a tutti gli altri licei artistici) e' strutturato cosi' bene da dare agli alunni gli STRUMENTI di studio (il cosiddetto metodo di studio) applicabili a "n" materie diverse e non solo le NOZIONI (impara-e-dimentica).

Cullà ha detto...

@Celso

>20 o 30 anni fa' cos'erano

Lo stesso, ma un iterazione o due indietro nel ciclo.

L'introduzione di vincoli, crediti, TFA, splitting delle classi di concorso e via così è andata di pari passo alla diminuzione della qualità: non è più la competenza ad insegnare che viene considerata, ma la fedeltà al sistema-istruzione misurata in anni spesi all'interno dello stesso e inutili burocratismi perseguiti con cieca obbedienza.

Celso ha detto...

Precisazione: NON ho fatto l'artistico, visto che scrivi "tuo".

Xochi ha detto...



Se ci pensi non possono fare proprio nulla in anni di uni.
Intendevi dire ''Se ci pensi possono anche non fare nulla in anni di uni''?

Xochi
Non ho detto che i cinesi siano necessariamente MEDIAMENTE migliori di un italiano o persino di un EU.
Sinceramente non lo so e non mi importa.
Dico solamente che e' un ciclo di studi universitario (e i test d'ingresso molti laureati italici non passerebbero) e ne producono in massa e, cavolo, basta che solo 1 su 100 sia ad un livello EU che ci asfaltano.

Non capisco il senso di confrontare il numero di laureati netto di un paese che ha 23 volte gli abitanti gli abitanti dell'Italia, ovvio che solo in forza della sua demografia (che gli porterà comunque grossissimi problemi in un prossimo futuro, visto la distribuzione delle età della popolazione) abbia un potere economico e politico superiore rispetto a un paese enormemente più piccolo.
IN ogni caso ho visto le domande tradotte del gaokao, non capisco dove sia questa enorme difficoltà, domande di matematica da programma di liceo o istituto tecnico a indirizzo tecnologico.

Tra l'altro non capisco come uno studente di medicina debba essere bloccato dal non aver studiato cosa sia l'aspirina al liceo (tra l'altro dopo essersi sciroppato un decente programma di biologia, chimica e fisica se proveniente dal liceo scientifico) come se non avesse nessuno che gli insegna ai corsi di farmacologia e tossicologia.
Tra l'altro il motivo principale della mancanza dei medici è stato l'insufficiente numero di posti alle specialità dal 2010 circa a questa parte, poi sì gli stipendi è il tipo di lavoro che andranno a fare fa snobbare alcune specialità come pronto soccorso e rianimazione.

Invece sulla propedeuticià della matematica sfondi una porta aperta.

blu-flame ha detto...

"Non capisco il senso di confrontare il numero di laureati netto di un paese che ha 23 volte gli abitanti gli abitanti dell'Italia"

Il fatto e' che oggi abbiamo vissuto come se la cina non esistesse. Gli effetti sono stati principalmente un paese di tonti che lavora per pochi soldi (stiamo semplificando a cannone)
Se aggiungi che non produciamo laureati e in molti stati della cina (che non è un paese monolitico) la percentuale comincia ad essere "tanto" e in cifra e' "molto tanto" capisci che non potremo tenere questo equilibrio odierno per molto e rischiamo di divenire il Vietnam o il Congo...
L'unica e' che siamo preparati piu' di loro.

"gli porterà comunque grossissimi problemi in un prossimo futuro"
Quello e' un altro problema che potrebbe e non potrebbe esserci, ricordiamo che non esiste piu' la politica del figlio unico, anzi...
MA e' argomanto per un'altra serie :-)


"Tra l'altro non capisco come uno studente di medicina debba essere bloccato dal non aver studiato cosa sia l'aspirina al liceo"
Innanzi tutto come fai notare lo scientifico e' gia' meglio, ma non sempre viene fatto cosi'. Inoltre viene ancora consigliato il classico.
Dico solo che ci sono evidenze e molti studenti di medicina arrivano senza le basi.


"Tra l'altro il motivo principale della mancanza dei medici è stato l'insufficiente numero di posti alle specialità dal 2010 circa a questa parte, poi sì gli stipendi è il tipo di lavoro che andranno a fare fa snobbare alcune specialità come pronto soccorso e rianimazione."
Non solo!
Mancano TUTTE le specialità, dal medico di base in cui alcune zone sono gia' in stato di preallarme visto che quando un medico va in pensione non ci sono posti disponibili fra i pazienti, a quelli ospedalieri che oramai con il prossimi round di pensioni (acuito dalla quota 100) sono aoramai sul filo del rasoio di poter dare continuita' del servizio.
Ad oggi mancano 300 medici di base, circa 20.000 in totale e ne mancheranno circa 40.000 entro il 2027 se si mantiene questo ritmo, non contando che con l'invecchiamento dei boomer servirebbero piu' medici.
O facciamo una laurea di 2 anni per medicina, o la rendiamo piu' appetibile o dovremo importare medici, cosa che gia' oggi e' piuttosto pesante negli ambulatori privati dove dall'est sono gia' arrivati in tanti.


Stefano ha detto...

@Celso

"tuo" era inteso come "prossimita'", quello del tuo esempio, per limitare il paragone al liceo da te citato e non estenderlo per analogia agli altri analoghi.
Scusa.

baron litron ha detto...

spezzo un'arancia in favore del classico....

l'ho fatto io (anni e anni fa) e l'han fatto tutti i miei fratelli et genitori

io che sono il più stupido della famiglia ho comunque preso una laurea in cinese (e l'aver studiato latino e greco mi ha aiutato non poco), e mi sono trovato poi a dover tradurre parecchie parecchie pagine di roba tecnica.
che riuscivo a capire perché, pur con la mia idiozia, le avevo studiate al liceo

ho tre sorelle, laureate (una in America), in medicina, veterinaria e psicologia, ambettré ormai lavorano da decenni e hanno concluso gli studi universitari in tempo e senza problemi particolari

ho due figlie, che il liceo (classico) l'han finito da poco. una sta finendo scienze naturali, l'altra è ingegnere dei materiali, s'è laureata a marzo (quasi in corso) e ha fior di offerte di lavoro. da notare che tutti i suoi compagni di classe del liceo, a parte uno che studia legge, sono laureati o laureandi in facoltà scientifiche, e non hanno avuto alcuna difficoltà maggiore rispetto ai loro colleghi provenienti dallo scientifico o da istituti tecnici.

che poi il liceo sia di impianto vetusto, miope e stupidamente binario (perché Gentile era vecchio, stupido e ossessionato dalle coppie) è verissimo, ma non è - almeno quello dove ho studiato io - una merda totale.

ed è vero che si va a fortuna (nell'intero corso di studi, dalle elementari in poi), nel senso che può capitarti una combinazione di maestrE da mediocri a ottime come alla figlia 1, o un coagulo di maestrE semianalfabete e menefreghiste come alla figlia 2, e non puoi farci assolutamente niente. alle media può andare meglio, sovente non capita, ma appunto se hai fortuna e un cervello funzionante esci dai tredici anni di obbligo+superiore con una preparazione sufficiente non dico a superare in scioltezza gli studi universitari, ma perlomeno a capire che cosa stai affrontando e pure con qualche strumento per farlo al meglio delle tue possibilità

fine dello sproloquio, rimango in fremente attesa del resto

Celso ha detto...

@Stefano
Figurati, è che non capivo...
Arte l'ho buttata lì perché ho visto esempi, ma non era arte all'artistico... musica la metterei fare obbligatoria in tutte le scuole, a maggior ragione in quelle ad indirizzo scientifico, e non solo alle medie.

camu ha detto...

E poi leggi queste notizie e capisci come siamo messi male...