lunedì, luglio 25, 2022

scuola riforma 4

 

 




Se siete non a livello base, sapete che quando vi arriva nell'azienda il frescone dalle sQuole (che sia un ITC, un ITIS o una università non cambia nulla) pensa di sapere tutto, arriva di corsa e si schianta sul muro della realtà.
L'Italia, un paese fatto di muri in cui schiantarsi.
Tu, datore, devi spiegarli che il lavoro è altro e non deve arrabbiarsi se non è quello che pensava.

Tutto quello che sa il frescone è arrivato per leggende o racconti da parenti o film.
Con l'aggravante della gogna dei vecchi (vero presidente CGIL?) “lavorare e' sudare”

Per esempio l'imberbe immagina che un officina meccanica sia una cosa unta e sporca, peccato che oggi una officina che non stia fallendo e' pulita. 


 


Più di certi uffici, in alcuni campi e' la norma.


 


Per esempio un tornitore moderno usa piu' il CAD che il martello.
Per esempio in alcuni uffici servono persone che fanno compiti meccanici piu' che in alcune produzioni di serie.

Per questo si e' inventata l'alternanza scuola lavoro.
Questo permette non solo di vedere cosa sia OGGI il lavoro, ma anche di vedere le dinamiche che avvengono sul posto di lavoro.
Capire  cose come il clima aziendale, la tipologia aziendale, acquisizione di competenze e un primo orientamento professionale.
Del resto nulla è quello che si immagina, no?
Direi essenziale.

Non sono molte ore come ululano i contrari, sono poche.
Pochissime.
Soprattutto sono state decimate in maniera violenta (mi pare 3 volte) dalla loro prima introduzione.
Sarebbero (perché fra una cosa e' l'altra vendono regolarmente ridotte ulteriormente con diverse scuse):
 
180 ore negli istituti professionali.
Il professionale non solo deve formare in soli 3 anni forza lavoro, ma deve skillarle e prepararli subito.
Ci sono cose, inoltre, che non si possono far vedere in un aula. 


 

Una scuola non ha un interruttore da KA in HT da farti vedere, costerebbe troppo, o un vero studio televisivo attuale moderno e completo, o comunque un qualsiasi sistema complesso.
Quelle poche 60h annue, in pratica MENO DI 2 SETTIMANE annue, poco piu' di una settimana bianca.

150 ore negli istituti tecnici, anche qui piu' o meno la stessa sbobba, per gli stessi motivi.

90 ore nei licei, perché?
Non andranno a lavorare?
faranno lavori di basso pregio come pulire i cessi?
Forse i gerarchi devono solo blaterare dal palco e non degnarsi del lavoro?
Non si sa.

Però, altra follia, i licei riescono a “fare” solo 45h, un giorno all'anno... ma  persino con un trucco, nel 90% dei casi, tenetevi pronti a ridere, l'alternanza scuola lavoro viene fatta NEL liceo.
Forte.
l'alternanza scuola scuola, utilissima!
Si, potete convertire il “lavoro” dell'anno con un “lavoretto” come una ricerca bibliografica inutile e fine a se stessa.
Ragazzi faccio più lavoro di ricerca fonti io in un bimestre per questo blog di medda che voi in 5 anni.

Ma la cosa più incredibile, se e' possibile, e' che le peggiori critiche provengono dalla sinistra e dagli alunni proprio del liceo:
i primi come bandierone ideoloGGico,
i secondi purè, ma di gusto diverso, gelato in fronte durante manifestazione di coatti.

Il concetto e' che  si tenta di contrapporre la santità di una scuola elitaria che dovrebbe sfornare una “classe dirigente” fatta di proletari che finalmente divengono la casta dominante schiacciando le precedenti élite (scegliete voi quale).
Farli tornare nel modo del lavoro è un passo indietro, non possono lavorare, loro devono comandare, sono dei piccoli gerarchi!

Perché il liceo costruito nei primi del 900 dai fascisti che erano tanto retrogradi da pensare ancora all'800 e da bravi rurali avevano fatto una scuola pensata per chi non doveva lavorare, che all'epoca era zappare la terra non essendo arrivata l'industria se non poca e al nord.

Questa scuola, ed il pensiero che si possa essere degli eletti che non debbono lavorare per vivere, pagati per il proprio status, acquisito con iniezioni di latino e greco, è stata rubata dai fascisti e acquisita dai comunisti successivi che ne hanno fatto la propria scuola preferita, con la distorsione di  considerare le materie da lavoratori comuni come INFERIORI.
Il latino, l'italiano, la poesia sono cose SUPERIORI, ascetiche, che ti completano, per SUPERUOMINI.
Mentre il villano dovrà essere costretto ad imparare un lavoro, ecco quindi le materie INFERIORI.


Basta leggere 2 frasi di un poveretto come Fusaro per capire che è quello il contesto:
lui è l'eletto e voi siete stupidi.
Ovviamente parole arcaiche come
"sfruttamento",
"tardo industriale" o
“Sto con Putin perché ho letto Kant”,
perche kant o quel troppo citato Marx, che oltre al fesso del Fusaro ha ispirato l'omicida mao, Non sono applicabili se non con grande adattamento alla societa' moderna.

I miti formativi di tutti gli ideologi catto-fascio-comunisti sono quelli che troviamo spremuti nel liceo (e in misura leggermente minore nelle altre, persino nel ITC.
Questi miti antichi come il liceo risalgono prevalentemente al periodo preindustriale.

il famigerato capitale esce nel 1867, ma e' gia' vecchio quando esce e la societa' e' prevalentemente agraria o cittadina.
La vera industria deve ancora nascere (non a caso si separano 3 rivoluzioni industriali,  e , a mio parere, siamo vivendo nella 4ta).
L'operaio che oggi si sente sfruttato vive una vita di agi e comfort che nel 1800 neppure un regnante poteva desiderare.

Ecco quindi che i sinistrati che vedono la fatica dello zappare come un qualcosa da debellare nel proletariato immaginano il liceo come aulica cura.
Il sogno di una trasformazione della plebe da zappaterra a élite... dimenticando che e' gia' avvenuto... almeno in occidente

Ovviamente gli studenti che hanno scelto il liceo con la promessa di appartenere ad una casta superiore che non deve LAVORARE con le mani COME GLI ALTRI.
Perché è quello il sotto-testo implicito.

Notate infatti che i sinistri, all'interno di un discorso vacuo fatto di termini complessi non compresi e frasi complesse, massicce e senza significato, dense come una gettata per le fondamenta di un ponte,  parlano di (frasi prese paro paro da sti leader dei fessi)
“studenti mandati nei fast food”
“studenti usati come facchini” o
“la ricerca di manodopera a costo zero
” dalle kattivissime aziende, tutte frasi reali.

Al di la che non paiono esistere studenti sfruttati dal McD di turno, vorrei dare 2 pillole di saggezza non operaia: mettere una risorsa non esperta in azienda ha un costo, se rimane meno di un mese anche se è gratis hai perso soldi, figuriamoci una settimana.
Quindi la presenza dello studente non e' certo mano d'opera a costo zero, salvo che il “lavoro” sia scaricare i pacchi di cemento da un camion.
Anche in questo caso non mi pare che ci siano casi.

Del resto, salvo studenti skillati e particolarmente svegli, non e' neppure il caso che li metti a fare mansioni piu' complesse di far fotocopie o poco più.
Nei casi piu' banali infatti, sarai in sidecar con un esperto (che quindi perderà produttività) e potresti fare appunto quelle parti più semplici che non necessitano di un intenso controllo da parte del guidatore, ma intanto partecipi alle giornate di lavoro e vedi fattivamente cosa il tuo tutor fa e come lo fa.
Aziende piu' strutturate possono fare dei veri e propri corsi di stage simili a quelli dei neoassunti

Il fatto e' che se arriva un ITIS ad indirizzo farmaceutico in uno studio medico/diagnostico (anche se fosse uno studio fotografico o una fonderia  nulla cambierebbe) e da grande lo studente vuole fare il cardiologo si integra con l'ambiente, certo non può toccare nulla di importante, te lo vedi se sbaglia facendo secco qualcuno?,  ma avendo fatto le superiori capisce quello che vede, può dare una mano fattiva in piccoli compiti e intanto capire cosa significano tante cose.
Perché avendo già un'infarinatura, molto grezza per carità, non e' calato in un modo del tutto alieno per quanto ostico.

Nella stessa condizione uno che fa il classico per poi in futuro soffrire nel fare medicina manco lo puoi mandare a prendere le medicine nell'armadio, per lui sono solo caramelle magiche (si spiegherebbe l'omeopatia), non sa usare il PC (in uno studio moderno potrebbe non saper fare neppure le fotocopie), non sa nulla di moderno o di utile, almeno se guardiamo il programma di studi.
In pratica e' utile come chi fa le pulizie: gli dai una ramazza e speri che assorba un pochino dall'ambiente.

In pratica il liceale in un azienda HiTech non puoi che mandarlo a dare una mano al neoassunto (che sarà il suo tutor e il neo solitamente nn e' che fa cose altissime, salvo rari casi) a prendere il caffe', mentre quello andato alle superiori sta osservando le frese da milioni che costruiscono il prodotto, facendo domande sull'avanzamento e sulla temperatura dell'utensile,  magari lo piantano a giocare con un simulatore da sbavo di quelli che nelle scuole, anche universitarie, mancano.

Ma anche se agli studenti si facessero davvero qualche ora da McD non e' che sarebbe cosi' tremendo.
Non solo McD e' un'azienda molto integrata, si possono vedere molti aspetti del lavoro, soprattutto in una sede “giusta”, ma si puo' anche capire cosa non si vuole fare e soprattutto perché.

McD e' il male per il sinistro, ma alla fine è un'azienda che ha un modello molto funzionale ed è un insieme di partecipanti che sborsano minimo un milione di Euri per avere il barettino (250K in cash minimi e 800K possono essere in prestiti garantiti) con il logo sopra.
Parlare con un licenziatario o un manager, puo' aprire molte porte mentali sulla finanza (quella vera, non quella dei coiners), sulla supply chain, sulla gestione del personale, sul mondo dei marchi e del franchise e, alla fine, sul mondo moderno imprenditoriale.

Ovviamente per un operaio liceale che nella vita reale sarà stipendiato 500E al mese McD e' solo un simbolo cattivo ammerikkano ed e' colpa sua se non e' diventato un Agnelli pur frequentando la scuola degli Dei.
Del resto il liceale non saprebbe neppure cosa sta vedendo, per lui il lavoro e' solo che sta girando il polpettone e pensa che McD sia solo uno che assembla panini con le polpette e mai capirà, mancandogli l'istruzione, che non e' così neppure da lontano.
Mi dispiace caro liceale fasciocomunista, il business di McD non e' cucinare panini, solo un liceale lo pensa (o un dirigente del sindacato che evidentemente ha fatto il liceo) e chi non ha cultura vede solo il panino non avendo la preparazione per capire quello che sta succedendo attorno.
Mcd potrà starvi sulle palle, me e' una case history da sapere a menadito se avete ambizioni diverse dal maneggio di vanga.

Qualsiasi lavoro, anche i piu' umili, necessitano di un minimo di preparazione, un seguire regole, un interagire con un ambiente di lavoro reale:  come funzionano le gerarchie, le interazioni sociali eccetera.
Se poi è coerente con il percorso futuro, meglio, ma è ovvio che uno studente sempre diverso presente a piccole dosi non è una risorsa aziendale come dicono i marci.

La domanda è: perché questo astio verso il farsi un pochino di ambiente di lavoro, in particolare dagli studenti del liceo che hanno fatto barricate ideologiche e manifestazioni reali anche piuttosto pesanti?

Si torna sempre li.
Allo studente di liceo e' stato detto implicitamente  che lui non studia per andare a lavorare con le mani!
Al liceale non interessa quindi lavorare.
E molti ci credono, certo non tutti sono cosi' stolti, ma se la percentuale di quelli che credono alla fandonia e' alta (basti vedere le lauree scelte da costoro)...

Se chiedete ai sostenitori dei licei, stiamo sempre parlando del piano di studi e null'altro e non stiamo parlando di formare un letterato o un archeologo, cosa si insegna essi risponderanno sempre la stessa tiritera fascista (leggete con piglio da mascellone sul palco mantenendo posa plastica):  

Forgia il carattere!
Insegna a ragionare!
Rende le persone migliori!
Forma uomini, non operai!
il liceo fornisce una completezza all'uomo!


Se chiedete il perché o il come si arriva a quel risultato arrivano le barzellette, soprattutto se poi chiedete con quali studi hanno verificato la leggenda.

Conoscere il greco, non certo il francese o il giapponese, rende una persona migliore.
Ok, Archiviato: Chi impara il greco e' una persona migliore, chi impara il giapponese e' uno incapace.

Letteratura antica per il liceo è migliore della letteratura del 900.
Negli ultimi 100 anni sono nati solo stronzi.

Se guardiamo infatti cosa studia uno che fa il classico a sQuola arriva lo sconforto:  Petrarca, Foscolo, Ariosto, Tasso, Boccaccio, Manzoni, Machiavelli, Goldoni, Alfieri e il foxxuto e violento Dante.
Se provano ad essere moderni pompano Pascoli, D'Annunzio, Verga, Pirandello e Svevo, così come Ungaretti, Saba, Montale, Gadda, Calvino e Pavese.

Non che non siano importanti, non che non abbiano sagomato parte dell'italietta, che non abbiano un importanza STORICA o che siano da evitare.
Certamente ci aiutano a comprendere perché siamo degli sfigati.
Ma di fatto sono, quando non antichi, sono relativi ad un passato scomparso della piccola Italia rurale di coltivatori che manco avevano il trattore.

Capiamoci:
Provo simpatia per il Manzoni cosi' incompreso dalla sQuola, uno che ha fatto un romanzetto buono solo per la prima meta' delle pagine.

Stravedo per il Verga, cosi' intenso e meridionale, letto integralmente DOPO essere uscito dalla sQuola.

Odio il sexaiolo storpio che non ha senso alcuno se non di perpetuare il sentimento “sono sfigato, non ho niente da dire, ma siccome IO ti amo, allora IO valgo di più di tutti e devi metterti con me”
Che poi e' parte fondante della squallida musica italiana profondamente segnata dalla pochezza del liceo che insegna tali nefandezze. Marco Masini era solo la versione moderna.

Ma di fatto sono “letteratura antica”.
Se prendiamo Jerome, di 70 anni succedaneo al Don, è un altro pianeta.
Oggi leggere il romanzo (uno) del Manzoni è leggere un tedio, soprattutto da meta' in poi.
Se leggete i romanzetti (molti) di Jerom, un pochino “a fotocopia”,  ma sono maledettamente attuali, vi sbellicate e vi sparano altrove, parlano dell'oggi.
Il Verga e' carino, ma non e' moderno, neppure quando ci prova, pur essendo della stessa epoca. Non ci riesce, e' ancorato al rurale, non riesce ad uscirne: è antico.
Ma il mondo e' andato avanti, noi siamo sempre a Dante e al Manzoni&c che ci bloccano perché UNICI pilastri dell'insegnamento.
Non siamo andati oltre l'800.

Se parliamo di letteratura, e fra gli 11 e i 30 anni ho letto veramente di tutto (compresi, orrore, diversi harmony), la mia media era minimo sui 30 libri annui completi, ci sono state estati che arrivavo a 20 al mese, ero velocissimo a leggere, e la cosa che mi sono reso conto e' la grandiosita' di alcuni libri e la piccolezza dei quelli italiani.
Il Verga, come Eco (un altro che di decente ha fatto UN libro), son bravi a descrivere un microcosmo, un alveare o un formicaio.
Ma li fuori esiste il mondo, l'universo.
Ecco la nostra sQuola persiste nel concentrarci sul piccolo alveare.
Sull'italietta.
E se qualcuno scrive cose nuove (Baricco?) non possono entrare a scuola.
Solo noi facciamo letteratura.
Gli altri son nessuno.
Tolkien era un pirla, Martin un nessuno, Asimov un barzelletiere, Pennac un inutile, del resto "abbaiare stanca" non e' un titolo come "la divina tragedia" o "l'inno alla tristezza assoluta".
Capite la differenza dei nostri grandiosi scrittori...

Questo nascondere il mondo sarebbe formare persone migliori?

Forse pero' il problema e' un altro.
Il liceo racconta che imparando quella roba arcaica e potente, come fossero grimoni che ovviamente, come in HP (vingardiumm Leviosaaaa), scritti in lingue incomprensibili ai babbani si possa... non far fatica dopo.
O comunque non doversi sbattere una volta che si suda sui libri sacri autarchici, meglio prodotti da una lontana e antica civiltà superiore.
Ricorda mazinga?
Ma quello era fantasy non realtà.

Se si segue questa via, di pensare che sia una magia, una via apparentemente assurda, si vede che le cose hanno un senso.

Ecco che il liceale, a cui è stato detto che se faceva il liceo classico non doveva lavorare con le mani, si trova invece davanti al lavoro, seppur per  misere 80 ore.

Diventa altresì evidente che la narrativa “magica” schiatta come una lepre investita in autostrada da un TIR.
Scopri, con l’alternanza,  che tutto quello che insegnano non ha attinenza con la realtà, sei un inutile, devi scopare per terra.
In tale contesto è evidente che chi non vuol prendere atto della realtà si oppone:
io mi son fatto un rame così su questi assurdi libri che non capisco, tutto per non lavorare, e ora mi dite che devo lavorare come tutti gli altri?
Non lo accetto

Da pazzi, ma comprensibile.

Idem chi, come quella sinistra che si e' impossessata della simbologia fascista che deve continuare a raccontare la favola del liceo (altre frasi prese dai leader degli inutili):
"è più che altro un lavoro a costo zero".
"contro i tirocini sfruttamento"
“non c’è nessun valore formativo e nulla di positivo nel ritrovarsi catapultati a lavorare gratis”


Ma  non sono critiche.
Sono stronzate che escono da bocche ignoranti ebbre di latino.

Lo abbiamo visto, salvo che ti serve mano d'opera per impacchettare i regali a natale, serve formazione, di fatto non è, per le aziende, un valore.
Se avete gestito giovani reclute avete notato una incapacità assoluta delle ben che minime attività umane.
Magari fanno sesso, fanno i gradassi con l'auto, gli hanno detto di essere degli Dei...
Ma non sanno neppure impilare i piatti (liceo),
leggere l'ora (3za ist. nautico x2),
saldare un cavetto di una cassa (ing elettronico 5 anni),
fare un copia incolla sul PC (ITC, 2008 uscita nel 2004, pure gnocca),
leggere l'italiano (liceo artistico e liceo scientifico),
potrei andare avanti molto...

ma continuano a dire vaccate che dicono sti caxxoni.

“un modello di scuola subordinato alle grandi imprese invece di essere fatto per gli studenti”
"Non sono merce nelle mani delle aziende"
"La scuola e l'università non devono essere asservite al profitto”


Userei l'ultima perché ribadisce bene cosa e' la scuola e cosa e' il liceo.
OGGI la scuola serve per fare profitto.
E' finito il tempo dei padroni e dei gerarchi.

Tu vai a scuola per trovare lavoro e che sia un buon lavoro pagato bene, che a casa mia si chiama PROFITTO.

Salvo chiamare profitto la cosa di guadagnare soldi se lo fa Bezos, chiamarla schiavitù se lo fa un manager di Amazon e sfruttamento se lo fa il magazziniere dello stesso.
Ma forse quella  differenziazione si chiama ideologia.
Direi che uno che va a lavorare lo fa per i soldi.
Io lavoro per i soldi, non so voi.
Dimostrazione rapida: se avessi soldi senza lavorare non andrei a lavorare.

Se avessi piu' soldi ci sono molte cose che farei, incidentalmente alcune sono studio e lavoro, ma di fatto si va a studiare per i soldi futuri.

Facilmente dimostrabile: dove esiste un reddito di cittadinanza forte la popolazione non va a studiare.
Quindi le uni SONO asservite al profitto.
Vengono frequentate PER profitto.
I licei sono presi d'assalto con la promessa del PROFITTO con poco lavoro.

Oppure crederete che le marmotte incartano la cioccolata e la luna è fatta di formaggio.

Ovviamente quando il gioco si rompe  gli studenti van fuori di melone.
Quando arriva qualcuno a dire che il Re è nudo e bisogna comunque lavorare e fare fatica.

Questo qualcuno e' l'alternanza scuola lavoro che picchia forte su tutte le scuole italiane malmesse, ma massacra il liceo.
Ricordate il discorso che un liceale vale nella vita 500E al mese?
Bene, ora ci sbatte la faccia e si prende paura.
Va nel mondo del lavoro e il mondo gli dice che e' un incapace e deve spazzare il pavimento.

Si e' dannato sui libri ad imparare il greco, sperando di diventare un superuomo fasciocomunista, adesso verifica con la realtà che quello che ha fatto per 5 lunghi anni, con impegno, magari credendoci, non serviva a nulla.
Quando qualcuno ti dice che hai sbagliato tutto nella vita, non e' bello e non e' simpatico. Ovvia una retrofiammata. Provate a fermare uno per strada e dire "Tu sei Tizio?, ciao ho saputo che sei un cretino, ho le carte che lo dicono!", ci sono buone possibilita' di perdere un dente.
La negazione della realta' puo' essere una via di fuga.

Come molti miei conoscenti  che andavano a far il soldato come iniziazione da “veri uomini” e alla fine imparavano a drogarsi e imboscarsi.
Però dopo se la tiravano “solo chi ha fatto il militare e'...”.
Ma se facevi le domande giuste era drogarsi, imboscarsi e in alcuni casi “oddio sono andato lontano dalla mamma e non ho pianto”.
MA se prendete qualsiasi generazione che ha fatto il militare, da bravo fascio-catto-comunista (aggiungete a piacere) sempre dicevano che “tempra l'uomo”.
Possiamo dire che e' un anno buttato nel water?

Idem con il liceo, chi ne e' uscito dice “scuola di eroi, di elevate menti”, poi guardi i dati e meta' delle elevati menti prende come una terza media, meta' e' riuscita a fare l'uni con difficolta' e ti narrano come epiche le loro gesta al liceo.
E poi il latino nobilita. "tutti sanno" o "Così diciamo tutti".
Quando ero giovane e più stupido se ero a spasso con uno "liceato" chiedevo di leggermi le scritte che su molte vestigia delle chiese e monumenti appaiono... e' tutta una finzione, e' tanto bello il latino che e' da dimenticare subito. Capisco le ere e le variazioni, all'epoca non ne ero cosciente, ma in genere non prendevano una parola.

Ora capiamo che l'alternanza scuola lavoro va semplicemente potenziata e appare ovvio che ci debbono essere figure specializzate nelle scuole che seguono BENE l'iter (al contrario di oggi).
Penso che sia molto difficile seguire lo studente al di fuori della scuola, magari visitando i luoghi che accettano il trail, ma e' importante, anzi essenziale per la buona riuscita.

Appare adesso ovvio che se il 50% dei lavoratori italiani sono full-unskilled e gli altri spesso si barcamenano si capiscono molte cose: altre cose brutte... che vediamo nella prox. 




15 commenti:

White_Rabbit ha detto...

Quasi tutto giusto, MA chi lavora va pagato. Punto. Altrimenti è schiavitù. Certo, c'è tutta l'apocalisse della pressione fiscale italiana e vattelapesca, ma se non paghi chi lavora è schiavitù. Nei paesi civili non si chiama "alternanza", non so come si chiami, ma le aziende pagano e formano persone giovanissime, che poi assumono con contratti tipo "resti qui a lavorare almeno X anni, altrimenti paghi la penale".

Stefano ha detto...

Giustissimo, chi lavora va pagato.
Ma chi fa la famosa alternanza (lo stage, in parole arcaiche) NON lavora per la stragrande maggioranza dei casi e se lo fa, come minimo, fa perdere tempo a 1 persona. Ergo, o l'azienda e' davvero interessata a qualcuno (e lo scopre in poche ore) e fa perdere tempo a tentare di "formare" un minimo tale persona e lo tiene d'occhio quando uscira' (chiedendolo esplicitamente alla scuola) oppure, se e' un fancaXXista, lo posiziona nel posto piu' inoffensivo dell'azienda e gli fa fare la qualunque "purche' non si faccia male". Purtroppo ci sono stati incidenti, ma dubito che vadano oltre la statistica di quelli che si ammazzano in scooter. Forse quei ragazzi erano davvero i "volenterosi" su cui puntava l'azienda e tentava di far vedere piu' del tasto rosso della fotocopiatrice.
A meno che tu non raccolga le pere o i pomodori, uno studente in azienda e' un costo, non una risorsa, speri sono di trovare "in anteprima" una persona OK da poi assumere, ma la percentuale di fancaXXisti youtuber e' cresciuta a dismisura e il gioco non vale piu' la candela (sbattersi a prendere studenti sperando di trovare il gioiello), tanto vale finire a prendere scaXXati dalle aziende interinali e farli "sgrossare" a loro.
Questo, almeno e' stata l'evoluzione nella mia azienda, gli altri non so.

maas75 ha detto...

L'Italia è un paese rebus, nonostante le sue disfunzioni in campo fiscale, giuridico, lavorativo e culturale è stranamente ancora in piedi. Non sono mai riuscito a spiegarmelo, tutti sereni e tranquilli sull'orlo del precipizio. O forse sono io che sto diventando paranoico. Detto questo non vorrei degli studenti in reparto nell'azienda in cui lavoro, già non riusciamo a stare dietro al lavoro, figuriamoci a seguire giovani virgulti magari pure svogliati e disattenti. Dipende molto da come vengono educati, se pensano di campare facendo tutti gli influencer o i rapper stiamo freschi.

Anonimo ha detto...

>"Ma non sanno neppure"
firmare - 4^ itis informatico.
Il modulo per ricevere il materiale è in due copie, da firmare alla consegna. In tre mi hanno chiesto come si faceva a firmare dove era scritto "Firma". Da li siamo partiti con altri problemi: non sapevano il proprio cf, il cap del comune di residenza e altre cose.
Gli ho detto che lo portassero il giorno dopo compilato ai genitori.
NON è uno scherzo.
Però si sono smaliziati abbastanza velocemente dopo. Non erano tonti, ma sembravano sempre distratti.

blu-flame ha detto...

Anonimo non e' che sono tutti scemi e oggi li fanno rincoglioniti, e' che li preparano male e il mondo cabia.
Hanno fatto l'itis, hanno ore di "legge" ma le basi fattive (es il CF o la CI) non le insegnano come non insegnano la contrattualistica.
Firmano roba su inet a tuono perché non capiscono e se vedono un contratto in carta ci sbattono la faccia
Poi non essendo stupidi, se non sono ancora troppo rimbambiti dal sistema (come un vecchio sindacalista), poi funzionano.

Il distratto e' il fatto che non capivano dove caxxo erano finiti.

Eugenio ha detto...

MmmmmmmmMMMMMMM

insomma.

ho una figlia di 14 anni, ed ho il culo di abitare a 400mt dal miglior liceo scientifico italiano.

la scelta non è stata comunque immediata perché non aveva ben chiaro cosa avrebbe voluto fare da grande. Cioè, non ce l'ha tutt'ora (a 14 anni o hai il solco da seguire oppure col piffero che hai le idee chiare!) però insieme abbiamo fatto una selezione, leggendo programmi, guardando statistiche, ragionando sulle attitudini (hahahah.. voglia di non fare un cazzo come la chiamiamo?)..

questo per dire che è un annetto che ci studiamo i programmi delle scuole di Vicenza e ne parliamo con amici e genitori nelle nostre stesse condizioni (perché la decisione la devi prendere praticamente un anno prima.. quando le idee sono ancora più confuse), quindi un pizzico di esperienza ce la siamo fatta. Aggiungiamo che io sono nel consiglio d'istituto da 5 anni e che mia moglie è da altrettanto tempo a capo del comitato genitori.
Cioè ce la siamo smazzata un pò..

Abbiamo visto tante schifezze, diversi problemi ma anche molta gente volenterosa ed interessata a fare bene il proprio lavoro.

Ecco, io quando ho letto la tua descrizione dei licei ci ho visto il liceo di almeno 10 se non 20 anni fa. Sicuramente il "mio" liceo, quello che mi ha dato una infarinatura di tutto insegnandomi solo cose a sprazzi e molto grazie al talento di singoli professori, non certo grazie al programma ministeriale. All'epoca ho scelto lo scientifico perché non volevo fare greco e pensavo fosse più orientato all'informatica ed alle tecnologie per scoprire presto che di tecnologia non avrei vista molta. Ma era un'epoca tutto sommato più semplice: ragioneria per fare il professionista, magistrali per fare il professore, itis per fare l'operaio big jim. Al commercio e lingue se volevi tanta gnocca.

Ma nella tua incazzatura non riconosco il liceo di oggi. Leggi i programmi, guarda i risultati (almeno di quelli che lavorano decentemente)

incazziamoci piuttosto perché ci sono licei che ancora fanno cagare, ma non con la tipologia di scuola.

incazziamoci perché non è possibile che tutti pretendano di dirigere e non ci siano più operai, siamo un esercito di generali dove non si trovano più soldati, come dicevi tu c'è questa idea che ci si debba "elevare" ed anzi che sia un diritto acquisito il fatto di fare l'università per andare fare qualcosa di più, di meglio, magari lavorando meno e comandando.
Oggi ci sono molti più operai ed artigiani in gamba che universitari in gamba, ci sono troppe braccia rubate all'agricoltura! sono i nipoti dei sessantottini, il risultato del 6 politico, del diritto al pezzo di carta.

una ragazza di 16 anni è stata diplomata (insieme ai compagni di 13/14 anni) con un bell'8 con neanche un mese di presenza a scuola.. cosa insegna questo ai suoi compagni che quanto meno a scuola ci sono andati e magari si son visti premiare con lo stesso voto??

incazziamoci perché gli asini vengono promossi, incazziamoci perché troppi insegnanti sono asini (che producono altri asini)...

ma gli asini insegnanti ci sono dappertutto, i danni cominciano alle elementari ed alle medie, dove metà del corpo docente NON ha la laurea e l'insegnante di italiano parla un dialetto del sud (bellissimo, lei è simpaticissima ma non sa scrivere in italiano!).

incazziamoci con l'uso delle prove invalsi che dovrebbero misurare il successo dell'insegnamento ed invece sono una sorta di competizione che alcuni istituti ignorano (prendendo voti ignobili) mentre altri li ritengono più importanti del programma e fanno fare test a manetta per preparare gli studenti a far bella figura (con il risultato che gli insegnanti sembran fighi ma i ragazzi non sanno un cazzo).

io incazzato lo sono..

blu-flame ha detto...

Eugenio ti risponderei...
MmmmmmmmMMMMMMM
insomma.
Perché mi dai torto dandomi ragione.
=:-)

Il discorso e' evidentemente complesso e soprattutto certi licei cominciano a essere molto lontani dal liceo (e allora perche' chinarli cosi'?), comunque ne parlero fra 2-3 post e avari di che darmi ragione dandomi torto, anche se preferisco torta.
Il fatto che siamo d'accordo che globalmente fa schifo (il discorso dell'invalsi devo ancora ridurlo che occupa ancora troppo) e in passato era persino peggio siamo d'accordo.

LucaL ha detto...

My 2 cents...

Dove lavoro adesso (CH) i bambini cominciano a frequentare i luoghi di lavoro a 8 (otto!!!) anni. Una giornata all’anno le aziende aprono le porte ai figli dei dipendenti/amici che così posso o esplorare i luoghi di lavoro e capire se un argomento li attrae oppure no. Da notare che l’alternanza scuola lavoro puó iniziare anche e a 14 anni.
Praticamente in IT si inizia a scoprire il mondo a cose fatte. Troppo poco e troppo tardi.
Devo purtroppo constatare che quello che dici tu è assolutamente vero: di tutte le persone che conosco, le uniche che pensano di meritare il ruolo di manager hanno fatto il liceo; manco a dirlo, non sono certo le più pagate, ne le più avanzate in carriera...

ciao

Stefano ha detto...

@LucaL
Beh, le porte aperte in azienda la fanno anche qui da noi, ma vedere uno stabilimento fermo spesso vestito a festa non e' emblematico, specie per un bambino, un po' come quando faccio andare su un trattore da 280CV mio figlio in una demo di motoaratura. Entusiasmante, ma l'agricoltura e' solo marginalmente questo.
L'alternanza continuerei a chiamarla "stage", gratuita o al massimo un piccolo rimborso spese, dovrebbe essere fatta in modo serio dalle aziende, limitando a quelle che manifestano interesse e che comunque abbiano qualche "rientro" (ovvero assumono qualcuno degli ex stagisti). E che non sia su base obbligatoria (nulla di peggio di uno scazzato in un posto potnzialmente rischioso se non si presta attenzione) ma volontaria, gia' da scremare futuri fancazzisti, figlidipapa' e tiktoker. E non far perdere tempo alle aziende. Che se non hanno intenzione di assumerli e' meglio li lascino ad altri e non pretendere che vadano li' a pulire uffici o a fare archivio aggratis.

Celso ha detto...

Una cosa non mi è chiara...
Parli tanto di giovani incapaci, che hanno studiato cose che non servono, che fanno perdere tempo alle imprese per la formazione...

E le legioni di cinquanta-sessantenni ancora più inetti e inutili, attaccate alla poltrona ricrvuta per diritto divino, che non hanno né la scusa della formazione né quella dell'idiozia data dalla giovane età?

Perché mi pare che un giovane che ha studiato - magari cose inutili, ma non è sua la colpa in quel caso - e poi si trova a fare formazione gratis, precariato semigratis etc. debba comunque avere più attenuanti di un'appartenente alle categorie di cui sopra, che nonha voglia di lavorare, non è capace di fare il lavoro per cui è pagato profumatamente e ciononostante può permettersi di tirare a fare il minimo, protetto da tutele inattaccabili.

Tutto ciò detto a denti stretti, per quanto mi stanno sul cavolo i giovani d'oggi, e per quanta poca stima io nutra neiloro confronti.

LucaL ha detto...

@Stefano
non è esattamente la stessa cosa...Vale la pena di spiegare meglio.
Ai bambini viene proposto di visitare un’azienda tra quelle proposte (non necessariamente quella del genitore), un adulto (di solito un genitore del compagno di classe) si prende la responsabilità e porta il bambino nel proprio ufficio/azienda, e il bambino (o più di uno) passa la giornata osservando il lavoro e, ove possibile, facendo qualche attività. almeno si vede qualcosa di reale, non l’azienda tirata a festa per l’occasione. (btw, non credo mettano un ottenne a lavorare su una fresa..)
Nota inoltre che la cosa si ripete ogni anno per 6 anni, quindi non è una botta e via; ma parte di un sistema più ampio.

Ma non è importante il dettaglio, è importante il concetto: durante i miei anni di itis è stato un casino convincere la scuola a farmi fare uno stage in seconda superiore, perché ancora non ero negli anni di indirizzo...ma se non mi fai provare, come faccio a scegliere????
Fosse anche che inizi a fare stage in prima superiore, potresti aver già sbagliato a scegliere il percorso: nulla di irreparabile, ma intanto l’anno l’hai perso.

Per quanto riguarda quelli che chiami stage: qui fanno parte del percorso di studi, occupano fino a un terzo dell’anno e iniziano dai 14 anni (obbligatori per scuole professionali).
Si parte dai lavori modesti, con stupendi altrettanto modesti ma almeno si impara a stare sul luogo di lavoro. E non è raro che il finale sia l’assunzione nell’azienda stessa. Double win: la scuola non deve pensare percorsi di studio, l’azienda insegna quel che serve. E se sei volenteroso ti ritrovi col lavoro assicurato.

Quando dicono che Italia non c’è lavoro credo sia vero a metà: non siamo nell’età dell’oro, ma il vero problema è che il lavoro diventa sempre più specializzato e anche l’istituto tecnico non basta più, se non è accompagnato da esperienze di base nel mondo reale. Lasciamo perdere le università: io non l’ho frequentata, ma vedo CV che definire imbarazzanti è poco, tanto è bassa la qualità sia di presentazione che di contenuti.

Scusate la lunghezza, ma ki permetto un’ultima nota, che rende bene l’idea di quanto l’Italia è distante dal mondo reale: l’hanno scorso il bambino di otto anni l’hanno affidato a me, perché lavorando in laboratorio ero quello più indicato per vedere cose curiose. Abbiamo parlato per quasi 4 ore in inglese, capiva e faceva domande sensate...Ciaone....

Stefano ha detto...

@Celso

Stiamo parlando dei giovani e del loro approccio al lavoro, non dei vecchi e della loro espulsione dallo stesso. Ce ne sarebbe da parlare a iosa, tutti conosciamo la deprecabile situazione italiana ANCHE su quel fronte, che influisce a sua volta sul primo.

Certo che l'incapacita' dei giovani e fornire experience nuova per posti nuovi e' anche causata agli altimlivelli da vecchi incapaci che hanno messo le radici nei propri posti anche da pensionati, i baroni docenti universitari, che spiegano concetti vecchi di mezzo secolo, con metodi e programmi medioevali perche' solo quello ormai conoscono, ma nessuno si azzarda a metterli alla porta.

Il resto lo fanno i sindacati, fermi al secolo scorso, che tutelano l'anzianita' di servizio come valore degno di aumento salariale, foss'anche un emerito imbecille di muratore che per tutta la vita ha fatto muri storti, nessuno in cantiere puo' prendere piu' di lui, anche se quel giovane albanese mi tira un su un muro facciavista senza filo a piombo in squadro come con il laser.

E cosi' una azienda non puo' prendere un giovane ingegnere, preparato sulle nuove tecnologie da applicare, e dargli uno stipendio adeguato, perche' prenderebbe piu' del suo capuffico, che usa ancora una Lettera 21 per scrivere le circolari e disegna i PCB con la penna a vernice.

Uccidere i sindacati, comandati da vecchi, che tutelano i vecchi, che usano slogan vecchi e programmi vecchi, che spingono alla politica i loro vertici, vecchi, sarebbe l'unica soluzione. Rifondarli e' impossibile, manteniamo ancora in vita l'Associazione Partigiani, quando ormai anche l'ultimo e' morto di vecchiaia...

Oppure creare un Sindacato Giovani Lavoratori, che impone a statuto l'espulsione dalla carica al compimento del 40esimo anno di eta'.

Cullà ha detto...

@Stefano

Non serve uccidere i sindacati, basta renderli irrilevanti. Ovvero, abolire la legge sul CCNL e obbligare i sindacati, se vogliono, a negoziare con le aziende (e non con il governo) i contratti di categoria, applicabili solo a chi scelga di essere iscritto al sindacato e ne faccia richiesta.

Così, il giovine ingegnere può semplicemente NON sindacalizzarsi e contrattare lo stipendio che gli aggrada, fregandosene del capoufficio. Come nei paesi civili.

Celso ha detto...

@Cullà
A quel punto rischi di avere vecchi con stipendi tutelati e posti blindati e giovani che invece di essere precari con stipendio concordato verrebbero assunti stabilmente con stipendio da fame.
Cioè non cambierebbe niente.

Anonimo ha detto...

Bella 'a cassapanca, bella 'a bbuaserì, bello tutto

Tranne il luogo comune dell'anno di naja.

Cioè è vero in parte.

Non in tutti i reparti è così.

Io sono stato Tenente di complemento alla Scuola Militare di Paracadutismo e la percentuale di giovani bravi, motivati e capaci era del 99%.

Ciò sottolinea che una adeguata motivazione, aggiunta al fatto di fare parte di una "èlite", fa miracoli, il che è ragionevolmente vero anche in altri ambiti.
E con questo il cerchio si chiude ( poca motivazione --> scarsi risultati)

PS non vedo l'ora di leggere qui qualcosa riguardante la "crisi energetica"
;-)