mercoledì, luglio 03, 2024

negozi 2/2

 

 

Abbiamo visto nel precedente post che ci sono motivi fondanti per cui il negozio italiano è poco specializzato e poco diffuso, non solo tasse ma anche scarsa cultura italica: del resto se nessuno sa suonare la chitarra non esisteranno negozi di chitarre.

Ma esiste un altro grande motivo per cui i negozi italiani sono destinati a morire male.

Quando girate il mondo notate che ci sono tipi di negozi che variano a seconda del contesto pedonale.

In Italia si e' sempre parlato molto di "dove mettere" il negozio.
Negli anni 60 il negozio era il  piano terra delle case, anche le case cubiche nel suburbano avevano almeno un negozio.


Il tipico negozio lombardo


 


Al limite si addensavano piu' negozi nelle aree piu' abitate.
Ci sta', piu' clienti piu' negozi.

Ad un certo punto ha cominciato a girare voce che se non aprivi in centro eri spacciato, cosa reale e che pero' aveva un paio di problemi.


Il numero di negozi "zona polpa" era limitato, causando prezzi folli.
I prezzi folli non consentivano l'insediamento di negozi che non fossero fuffa.
Infatti nei centri si sono stabiliti principalmente o flag store (che non guadagnano, ma presidiano) o vestiti. I negozi con un ricarico basso come elettronica o dal buon prezzo per servizio reso sono scomparsi.
A Milano un trancio di pizza in piedi puo' costare e 10E e non e' per caratteristiche speciali, 10 volte che a NY (in piedi costa 1-2$).

La domanda, ricordiamoci, e': perché in centro?

In molte zone sono nati centri commerciali che vanno da una semplice riunione di commercianti fino alla vera e propria GDO che nel costruire il PV realizza un "villaggio" di negozi dotato di enormi parcheggi.

Roba molto da provincia americana, ma roba cosi' da noi esiste anche in contesti dove le case sono cosi' strette da non farci cadere uno spillino.

Poi arrivi ad alcune zone all'estero dove i centri commerciali non hanno quasi parcheggio rispetto ai nostri  e i negozietti sono in quantita' mostruose, comprese le periferie.

Non me lo spiegavo, oltretutto collideva con tutte le analisi che avevo letto negli anni (che ridicolizzo per comprensione, ma sono migliaia di pagine):
Negozio che vende=centro
Negozio che non vende=periferia
Negozio grande = vende
Negozio piccolo = non vende e chiude
Negozio vicino ad un altro più grande = negozio morto.
Negozio grande = economie di scala = guadagna = sopravvive
Negozio piccolo = obbligo di confederazione (di vario tipo, alleanze o dipendenze)
e per analisi italiane discorsi come prezzo e parcheggio.

Nota che il vendere o non vendere non è mera questione di GUADAGNO tanto o poco, ma con i numeri italiani vuol dire fallire o vivere.

La dimensione dei negozi piccola o grande in m2 dipendeva dalla nazione, 600m2 del negozio dove lavoravo era piccola o grande a seconda da dove arrivava l'analisi.

Insomma erano stime bizzarre come oggi sul fatto che le auto elettriche siano ecologiche.
Il problema di questa roba e' che analizzano dati usando dati da poltrona, ovvero dati sicuramente oggettivi, ma che non erano in grado di capire i veri motivi del perché un negozio era o meno in grado di reggere, o in altri termini, dire se un negozio con certe caratteristiche definite vincenti era tale e PERCHE'.
Come per le folli auto elettriche mancava una vera comprensione del CONTESTO, se lo fosse stato avrebbero previsto molte cose e non solo raccontate mentre stavano succedendo o post.
Hai compreso un fenomeno solo se lo sai prevedere.

Quindi le analisi erano vere, ma erano vere solo in un dato contesto (hai presente l'ecologia della auto elettriche?) solo se si parlava di PRESENTE e piu' ci si allontanava dal luogo analizzato meno erano aderenti o addirittura, per certi versi, errate.

Oggi un negozio "normale", come esemplificazione, in Italia ha vendite piu' probabili se esiste in un centro commerciale.
Le analisi dicono che e' un effetto traino della GDO, che e' vero in senso stretto, la causa della vendita e' "colpa" della presenza stessa della GDO e della costruzione conseguente del centro commerciale, ma non in senso significante.
In pratica le ricerche dicono che siccome "sei li vicino"...

Perche' il consumatore compra al centro commerciale, magari facendo 200m a piedi dallo scaffale dove ha comprato il latte, e non a 200m da casa?
Perche' il consumatore compra al centro commerciale, ma non facendo 400m a piedi dallo scaffale dove ha comprato il latte uscendo dallo zoo e andando al negozio di fronte?

Capite che non ha senso?

Per me la rivelazione e' avvenuta nel 2018 in Giappone dove tutti i tasselli, le cose che gia' sapevo, ma non ero in grado di collegare, sono andati a posto.

In Giappone, in particolare nella zona che potremmo definire "nord italia" con il Kansai&c ci sono negozi di qualunque dimensione ovunque e di qualunque genere.
Certo ci sono i quartieri dormitorio, ma sono comunque circondati da zone ricche di negozi.
Per vedere scemare i negozi bisogna proprio andare fuori dalle citta', città che sono l'idea che noi abbiamo di provincia (cosa che del resto accomuna tutte le grandi metropoli).
Nel mondo "Milano" ingloberebbe Sesto che ne sarebbe un comune-quartiere.
Penso che non si volesse dare troppo peso alle metropoli in Italia, del resto se si dicesse che una "milano" ha il 15% del PIL della nazione, come avviene per londra (30%) si capirebbero molte cose.

Cose viste anche altrove tanti anni prima, ma li, in Giappone, raggiungono il top e accendono il cervello perche' distruggono in un istante tutte le premesse delle centinaia di "analisi" fatte da dai santoni, alcuni ben pagati indirettamente da noi, e forse sono ormai abbastanza maturo di cervello da capire un errore di premesse quando lo vedo.

Perché troviamo un negozio che vende solo ed esclusivamente fotocamere minolta usate a pellicola?
Perché troviamo un negozio in pieno centro di roba usata di 4 piani?
Perché troviamo un negozio che vende solo biscotti?
Perché troviamo un negozio fuorimano, ma in contesto urbano denso, che e' specializzato nella riparazione di scarpe da ginnastica?
Perché troviamo un negozio che ha in esposizione 3000 chitarre elettriche e non solo sopravvive, ma a pochi metri ne esistono altri 2 piu' uno che le vende usate?
Perché troviamo un negozio di 30m2 vicino ad uno di 10.000m2 e sopravvive?
Perché troviamo un negozio di soli amplificatori HiEnd da 100m2 non distante da un altro di HiFi da 4000m2?

Questo e' per fare degli esempi, ma se non siete mai stati li e' tutto troppo fuori scala rispetto al "solito"

Capiamo che tutto questo non avrebbe senso secondo le ricerche, quella gente dovrebbe fallire tutta miseramente.
ISTANTANEAMENTE

Eppure non succede.
Manco per le palle da basket.
Eppure le premesse, le analisi, instillano che non dovrebbero vivere.
Inopportunamente vivono.

Cosa e' sbagliato nelle analisi?
Come vedremo le analisi leggono solo un fatto compiuto, non leggono le CAUSE del decesso, ma solo che il decesso e' avvenuto, per esempio, in area suburbana.

Tornato a casa ci ho messo un pochino a capire le sfumature.

Perche' in italia i negozi crepano persino nel milanese, mentre nel Kansai esplodono?

Si potrebbe attuare un inversione?

La risposta SI ed e' pure banale in realta', ma di difficile applicazione.

Al di la di tutto la prima cosa che noterete nelle aree dei negozi in tutto il mondo e' che la gente cammina.
Sanno camminare.
Davvero.

Questa cosa è presente in molte metropoli ed e' diretta conseguenza di soli due fattori:
trasporti e sicurezza.

tutto qui, nulla di complicato da dedurre o di cervellotico.

Sei a Brugherio o Cinisello e vai a lavorare, vuoi vedere 2 negozi o vuoi fare un giro in centro Monza o a Milano, cosa fai?
Non esci di casa, prendi la tua auto ed esci dall'auto ed entri nell'ufficio, negozio, centro o GDO.

In pratica non esisti nell'universo reale: scompari da casa e riappari in ufficio.

L'auto e' una capsula.
Usi l'auto anche perche' pensi che ti protegga, del resto persino in centro Milano le aggressioni sono all'ordine del giorno ormai.
Dopo l'ingolfata di immigrati ingestiti dal sud la situazione stava tornando verso la normalita' quando sono riapparsi nuovi immigrati INGESTITI (non la quantita', ma la gestione) ancora più distanti come cultura.

Se riesci per caso raro a far coincidere gli orari e fermate cerchi di non dare nell'occhio, con il cavolo che giri in stazione della metro con il pataccone o la borsetta cool.
Sei sempre in ritardo, poi se perdi la corsa quella dopo magari è dopo un ora, perciò non vedi motivo di fermarti, pericolo e tempo non ti sono amici.
In pratica per te la città e' solo un entita' aliena che non frequenti, che non usi, per te esiste solo partenza e destinazione.

Sei a Tokio (osaka o tokio, ma anche NY e' relativamente sicura come del resto molte metropoli) e vai a lavorare o a fare un giro in centro.
Ti fermi al negozietto di Bangkok (persino li e' meglio) dove il pericolo principale e' il traffico suicida. 

Come fai? 

Esci di casa passando davanti ai negozi e prendi il treno, 
Entri nella metro dove nessuno ti importuna e ci sono negozi.
Esci dalla metro dove in stazione ci sono negozi, e siccome nessuno li rapina trovi negozi di livello (comprese borsette da 5000E vendute in metropolitana).
Fuori dalla stazione transiti davanti ai negozi prima di arrivare a destinazione.

Idem al ritorno.

Se ti viene un prurito entri in un negozio e perdi tempo, tanto di treni ne hai uno ogni 5 minuti per tutta la giornata e la metro e' un mitragliatore, non che i treni siano da meno in molti luoghi.
Se hai perso 15minuti a lumarti delle Kef o una Pentax sei in ritardo al massimo di 20 minuti per arrivare a casa e in caso di compere, anche importanti, non hai certo timore di girare con uno shopper di Dior.

Aggiungiamo a questo la non necessita' dell'auto, di fatto molte persone che ho incontrato di aree ben servite o in famiglia hanno 1 vettura contro 3, o i single non hanno auto, molti local di metropoli non hanno neppure la patente.

Quindi
Hai transiti davanti ai negozi, tanti.
Hai minori costi per il popolo che rivesera' nei negozi
Hai sicurezza che non ti derubino appena lasciato il negozio
Bonus Pack hai meno inquinamento, per davvero, altro che la troixata dell'auto elettrica.

Ovviamente il tutto con tassazioni piu' basse, spesso della meta' quando non 1/4 (pensiamo solo ai costi del misuratore fiscale) e abbiamo un quadro per cui il negozio ha un senso.

Non basta diminuire le tasse, questo e' solo uno specchietto per delle allodole alla canna del gas, esse  vedono un un allentamento della mano che li soffoca, una colossale figata.
Cosa utile, comprensibile, ma di fatto insufficiente.

Il problema e' del sistema paese, una chiara mancanza di resa che impatta in maniera pesante la periferia del business, quei negozi che fanno in realta' poco business per ore/PIL, ma permettono ad una fascia enorme della popolazione di sbarcare il lunario dando servizi di nicchia che altrimenti rimarrebbero inevasi.

Non e' quindi un caso che nelle grandi metropoli alla fine molti prodotti/servizi costino meno che a Milano, Torino o a Bologna: esiste un business, esiste un tessuto e alla fine, per un cliente, meno costi.

A Tokyo potete magiare seduti ovunque con 7E, ma non perche' siete "esperti dei luoghi", ma in quanto con 7-10E e' normale mangiare, provatelo a fare in zona duomo a Milano, al minimo e' il doppio.

A NY, città maledettamente cara comunque se evitate i fast food, sono paradossalmente piu' cari dei "ristoranti", non spendete come a Milano. Potete mangiare l'aragosta in zona Times Square con grossomodo quello che in zona duomo mangiate un pezzo di pane (aka pizza).
Figuriamoci ad allontanarsi dal piazzone qualche 100m.

I negozi in tutte le citta' che ho visitato, da Monaco a Londra, passando per paesi non occidentali, erano piu' sani.
Comprare una fotocamera, un HiFi o una scarpa saprei dove andare a comprare in molte di queste citta', non saprei dove andare in Italia, non a caso, togliendo l'online, compro piu' all'estero che in Italia molti oggetti o comunque frequento piu' negozi.
Voi avete presente dove si trova un negozio di HiFi o fotocamere  nella vostra zona?
Non dico lo sfigato che ha 2 corpi macchina, magari canonacce da 300E  e 2 ottiche da 50E f8, dico roba seria, posso dirvi che ne conosco in mezzo mondo, ma in Italia uno solo, a 30Km,  e non vende a privati (solite leggi a caxxo).
So dove comprare HiFi di livello in mezzo mondo, ma non in Italia.

E' evidente che qualcosa non funziona, ma non e' che non funziona perché "singola cosa" non va bene, ma per il motivo che l'italia e' oramai un luogo morto dove o si lavora e di conseguenza non esiste altro che casa e lavoro, o e' un posto di sagre piovute dall'alto.

Di fatto quello che alimenta il commercio e' uno stato sano, uno stato marcio non favorisce il commercio e nel marciume sopravvivono i forti, i truffatori o i pessimi.

L’Italia non hai problemi delle sole tasse al negoziante, il commercio e' una spia, come quella dei freni o del motore.
Se il motore e' marcio non e' che tu fai "una cosa" per spegnere la spia, ma devi riparare il motore e ancora prima di dimezzare le tasse devi decuplicare i trasporti pubblici e rendere le città sicure.

Fregandosene delle cagate che dicono i sindaci come Beppe Sala
"c'è un'evidente campagna politico-mediatica contro Milano"
Che e' ovvio che se la paragoni ad altra fogna italiana assai peggio sembra una gran figata, ma se la paragoni a Tokio e' piu' simile a Tunisi.

Il problema del commercio e' il problema della societa': se e' merda propulsa a bonus e favoritismi....

Alla fine possiamo dire che la débâcle del commercio in italia, a favore della GDO e dell'online in maniera violenta e netta non e' una mera "legge" o una questione di "tasse", ma e' spia di un paese ricoperto di roba marrone propulsa in enormi cannoni per decenni.

Per far ripartire il commercio servono 3 cose.
Legalita'
trasporti collettivi
"tasse" basse

Ma se continui con i bonus, nascondendo le forze di polizia che per quentita' sono enormi e non facendo metropolitane e autobus il commercio sparita' del tutto.

Poi non piangiamo sul latte versato, un albero morto poi non e' che lo puoi far rinascere con due bonus del caxxo.


5 commenti:

Eugenio ha detto...

ottima analisi

grazie

(ps, questa me la segno.. neanche per un attimo hai perso tempo a scatarrare contro il latinorum.. un record!)

Erreunista ha detto...

Infatti mi ha fatto impressione il video di Bocci sul suo viaggio a Tokyo.
è entrato in un negozio a caso, nemmeno troppo grande, ha fatto 3 metri dalla porta (porta stupida normale, non doppia tipo banca) e sulla sua destra aveva tipo 400.000€ di amplificatori esposti.

Dovessi cercare in italia anche un solo modello di quelli, nemmeno inizio, tolto appunto l'online (e anche online cercherei all'estero).

Havokhin ha detto...

Post molto interessante, il punto di vista mi trova d’accordo, anche perché ho sempre notato come, nei centri commerciali, sia più facile entrare e uscire dai negozi per guardare la merce in vendita, proprio perché si cammina tra le varie proposte. Odio, personalmente, prendere la macchina per andare in un negozio preciso, tranne se per qualcosa che preferisco dal vivo (tipo modellismo).

Un plauso, come indicato da Eugenio, anche al lessico del post e alla stesura dello stesso: è risultato più piacevole del solito da leggere

_Jack_ ha detto...

"Voi avete presente dove si trova un negozio di HiFi o fotocamere nella vostra zona?"

Fotocamere non ne ho idea, però per gli hifi non lontano casa mia c'è un luogo che chiamare negozio è riduttivo e che ormai qui è considerato un'istituzione: Radio Sata Hi Fi.

baron litron ha detto...

per fare un esempio con attinenza marginale, ma ottimo per capire il clima generale (del commercio, ma lo stesso capita per altri diecimila settori):
vicino a casa mia (Torino) c'è una piazza come tante con un mercato come tanti, e sulla piazza fino a cinque-sei anni fa c'era un girarrosto, che dopo una girandola di gestioni più e meno buone ha chiuso poi del tutto, lasciando al suo posto zero polli arrosto.
verso Natale scorso il banchetto di macelleria della piazza, buono buono, era tutto gasato perché finalmente era riuscito a prendere la licenza per aggiungere alla macelleria fresca anche il girarrosto, trovando un furgone (usato) attrezzato all'uopo.
la settimana scorsa gli ho chiesto quando avrebbe aperto, e mi ha risposto MAI.
perché sì, aveva la licenza, e tutte le carte in regola per vendere polli allo spiedo.
MA il furgone era di quelli tipo banco frigo col motore, da mettere in posizione e riportare in magazzino a mano.
e per regolamento comunale pollo arrosto può essere somministrato soltanto e unicamente in negozi fissi oppure - in caso di ambulanti - in un RIMORCHIO oppure in un AUTOCARRO opportunamente modificato.
la quale il povero cristo avrebbe dovuto:
- reimmatricolare il bancone a traino come rimorchio
- modificarlo per metterci un timone da traino
- acquistare un'automobile con gancio da traino, o aggiungerlo alla sua con modifica del libretto, per fargli fare i trecento metri tra il magazzino e la piazzola al mercato, oppure
- sbattersi per trovare a un prezzo decente un autocarro modificato da girarrosto, e sperare di piazzare intanto il suo banco frigo con motorino.

ovviamente ha mandato tutti a fare in culo, e continuerà (spero) a fare solo macelleria, e intanto si rimane senza un girarrosto decente che non sia il Santa Rita ripetitivo.....

per dire l'ottusità delle norme che vincolano il commercio in maniere idiote vessatorie e totalmente inutili, magari sono leggiucole di decenni prima, comunali e in contraddizione col comune confinante, magari superate da norme nuove ma mai abrogate.... e si va avanti così da secoli, e in tutti i settori, dalla pesca alla meccanica di precisione, cn milioni di regole e regolette superflue e obsolete e soprattutto di assoluta mancanza di una qualsiasi utilità.
io ormai ho perso ogni speranza, soprattutto vedendo i disastri normativi che si fanno a livello europeo e che poi ricadono a cascata sulle leggi pleonastiche dei veri stati
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perfettamente d'accordo sulle tue osservazioni, ho moglie di Osaka e sono stato lì diverse volte, e non c'è paragone su cinque indicatori essenziali di civiltà:
- trasporti (pulizia, copertura, frequenza e puntualità)
- cessi pubblici (diffusione, pulizia e sicurezza)
- scritte sui muri (zero, là)
- sicurezza personale, e percezione della stessa
- rapporto del pubblico dipendente con il semplice cittadino (loro sono al mio servizio, polizia compresa, e il contrario non esiste)