giovedì, maggio 02, 2024

il latinista e il fantasy.

 


Fino a pochi anni fa parlare di fantasy e di fantascienza era tabù nell'italia latinista ancorata ai fasti cosmici del fascismo in cui tutto doveva esser classico (roba poi passata dritta dritta ai loro figli ideologici dei comunisti).
Ovviamente un classico "fascista" visto che gente che uccideva i draghi, vedi S.Giorgio, non e' che mancassero da noi.
Ma i racconti moderni non potevano certo essere fantasy.

Anche per il motivo che il fantasy era "religione"
S. Giorgio e il drago sono religione
Zeus e affini vengono spacciati per racconti, ma sono religione, solo  che chiamarla mitologia e spacciarla per raccontino come nella sQuola serve a squalificarla, per evitare che a qualcuno venga in mente di seguire la religione "sbagliata".
Infatti la stessa sQuola che passa ore a perdere tempo con la religione greco-romana non racconta nulla del buddismo, ebraismo, animismo, induismo... che sarebbe piu' utile che conoscere tutta la prosopopea infinita dei rami famigliari dei vari Dei scopabuoi.
Infatti conoscere il modo di pensare dei vivi e' piu' importante dei morti, ma roba scritta da Gandhi ho dovuto leggerla fuori dalla sQuola e mi e' stata piu' utile di sapere che Zeus era un martello pneumatico che lo infilava, come molti Dei classici, ovunque esistesse un buco.  E poi se sei la moglie re perché dovresti farti un toro e viceversa?
Non e' chiaro.
Era Flurry o era solo perversione? Come vengono certe idee malate?

Io ero lo strano che, negli anni 80 leggeva fumetti (orrore), leggeva fantascienza (quella roba con le astronavi dove per i poveri di spirito non si capisce niente perché la gente deve camminare per terra e sudare con il piccone come HiTech) e (moltissimo orrore) fantasy.

Alla mia epoca sognare era roba da bambini, massimo anni 8, il vero uomo legge "classico", le letture approvate dal fascio-comunismo.

L'uomo fasciocomunista legge il segaiolo del leopardi come opera contemporanea ITALICA (fuori non esiste nulla!), sommo vate che non azzecca un apertura mentale neanche se gli sfondi il cranio con il piccone (il vero HiTech italico) con grande sofferenza, perche' l'uomo vero soffre.
Uomo piccolo il Leopardi, che scrive d'invidia e di movimenti di mano messi in bella cornice, perché la cornice, meglio se vuota, per il "classico" e' tutto.

L'uomo vero fascio comunista, meglio ancora del leopardi, legge quella penosita'  arrogante dello Dante, manco e' italiano, figuriamoci, ma bisogna risalire alle origini dello dorato immortale seme italico. Peccato che l’Italia sia nata ieri e dante non si sarebbe certo identificato con un romano o peggio un palermitano, visto che quegli STRANIERI maledetti da dante... abitavano a 30Km da lui.

Ma il vero macho in posa plastica con il braccio steso (pugno o mano a seconda della stupidita') legge Catullo, senza il quale manco potevi accedere all'universita', in pratica serviva a limitare i generi diversi dall'uomo maschio, forte e vuoto che rapisce le donne che sono solo oggetti, per poi abusarne. Che poi il ratto delle sabine altro non e' che un gruppo di segaioli che usa la forza per trovare un pochino di patata.

L'uomo deve essere "uomo" nell'accezione fascista come dice bene la CGIL: deve sudare (se lavoratore), non sognare, deve leggere solo italiano, mangiare italiano e esser italiano!
Ricorda la politica italiana attuale?

Cosi' quando nei decenni arrivavano alle case editrici libri non conformi venivano respinti.
Ancora oggi potete pubblicare con piu' facilità:
un inno al comunismo,
un sberleffo a Berlusconi,
un pesantissimo testo sulla tecnica olistica del nulla comparato,
una pallosissima storia d'amore negli anni 50,
delle bugie ecotrash che asfaltano la fisica,
ma cose piu' normali no.

Il risultato con il combinato della scuola dove tutta la cultura deve essere pallosa e/o inutile, fine a se stessa, lo stato dove si legge di meno e diviene piu' ignorante.


Del resto se provi a pubblicare un mangone subito arriva l'unto dal signore che deve farti notare che il manga e' sbagliato e se proprio di fumetti dobbiam parlare, che e' gia' cosa non bella, dobbiam parlare della divina commedia in fumetto o al massimo di un paio di vecchi (uno morto) che se la tirano.

Dopo non lamentiamoci che i giornali sparino castronerie a ripetizione e nessuno li celia.
Scuola arretrata, cultura arretrata, libri di M e chi te lo fa fare di leggere?
Quel poco che si legge, se non e' un racconto del calciatore o velina, e' qualcosa di estero dove prima fa un successo planetario e poi qualcuno lo compra solo a posteriori. Molto a posteriori.
Del resto un successo planetario non enorme non passerebbe mai le turbe fascio-comuniste della fantomatica cultura italiana (detta anche vuoto cosmico).
Ovviamente di recente oramai grazie alla tabula rasa il mercato e' oramai invaso.

Se pensate che non sia una cosa nuova, come dimostrato recentemente in questo bloggettino del put,  e  sia come dico da sempre una costante da ignoranti,  vi racconto la storia italiana di due dei 10 piu' grandi successi del pianeta, decisamente iconici, dello stesso autore.

Siamo nel 1923 e un esperto di lingue che lavora presso l'Oxford English Dictionary pubblica uno dei piu' grandi successi mai nati.
Ovviamente e' d'uopo notare che cosa era il "successo" all'epoca, non solo nel regno unito, non si parla di boom come quelli attuali,  l'analfabetismo era diffuso anche altrove, ma si tratta sempre di numeri, anche con il metro odierno, di tutto rispetto.
Ma in Italia si raggiungevano vette cosmiche di analfabetismo, con i parametri attuali superiori al 50%, con sacche al sud vicine al 100%.

Nota: fino al 51 erano  considerati analfabeti soltanto coloro che non sapevano  leggere E scrivere.
Praticamente il  36% della popolazione era analfabeta ed era solo quella scoperta (nelle campagne non era chiaro cosa succedesse e non esisteva statististica) e se sapevano a malapena scrivere il nome erano considerati alfabetizzati.
Lascio solo immaginare quanta era la popolazione in grado di leggere grossi tomi per diletto.

A corredo il fatto che ancora negli anni 80 della perfetta Italia erano diffusi i poster della "scuola delle 150 ore" che serviva a dare una prima alfabetizzazione alla forza lavoro, in particolare i metalmeccanici che non di rado non avevano terminato la scuola dell’obbligo e firmavano con una X.

Ancora negli anni 90 non era raro incontrare persone, non anziane, che non sapevano scrivere o tenevano la penna come uno scalpello da muratore.
Non avete idea di quanti assegni ho dovuto compilare per incapacita' del cliente di scrivere. E io mi trovo al nord e una zona istruita nel nord. Voglio solo immaginare cosa succedeva altrove e, visto che gli umani non crepano in 10 minuti, succede.

Cosi' il nostro professore autore nel frattempo prosegue nella sua carriera e si siede sulla cattedra di lingua e letteratura inglese presso l'università di Oxford, in Italia continua a non essere pubblicato nonostante oramai e' un caso editoriale in mezzo mondo.

Il tempo passa, passano i decenni e le copie vendute.

Nel frattempo siamo nel 1954 ed e' passata anche la cosetta WWII, il professore pubblica un altro libro ed e' un nuovo successo mondiale solido.

Questo secondo libro viene proposto a Mondadori che per ben 3 volte lo rifiuta perché, di fatto, e' il demon slayer della situazione:
-non rispetta gli antichi ed enormi fasti della nostra cultura ferma al Catullo e alla sofferenza di un ragazzo con mano stantuffante.
-Il libro parla di...draghi e magia, roba blasfema, rischia di essere religione se non celiata a sufficienza.

Meglio, fra quelli leggeri e moderni pubblicati come successi Mondadori pubblicati nell'anno dell'ultimo rifiuto:
"storia dell'arte ITALIANA",
"la freccia nera",
"Ivanhoe",
"Ulisse",
"La Finestra dei Rouet",
e altri bei tomi dal catalogo dell'anno che, se non sono un tritamento di fagioli, devono almeno avere un mezzo secolo o parlare del passato remoto ITALIANO.
Lo sguardo rivolto all'indietro.

Cosi' per ben 3 volte Mondadori rifiuta il Tolkien con scuse banali


Oggi cominciano a venire fuori ridicole cose dagli archivi. Non siamo parlando di una giovane cantante, autore o matematico ancora acerbo agli esordi che non viene riconosciuto come genio o un libro che non ha ancora mostrato le possibilita': stiamo parlando di libri che stanno sbancando da decenni.

Cosi' il signore degli anelli deve attendere il pensionamento del professore e un colossale successo oramai mondiale persino superiore a qualsiasi prodotto di qualsiasi genere fatto entro la zona che oggi chiamiamo italia, salvo forse i chiodi e simili.
Ma i grossi editori italiani non lo vogliono, cavolo e' un fantasy!
Fa niente se ne stanno girando un film, noi non lo vogliamo!

Sarebbe come dire che nel 2024 un editore si rifiutasse snobbandolo di portare harry potter in Italia!

Ubaldini compra i diritti nel 1965 circa e non riusciva a trovare un traduttore che si impegnasse a seguire meticolosamente le  regole imposte da Tolkien. Essendo un proffo non vuole castronerie.
Probabilmente nessun traduttore vuole avere nel curriculum la macchia di aver tradotto un fantasy. Con i draghi, capite!
A quel punto, disperato, l'editore testa una ragazzina di 15 anni e quando ne ha 17 gli affida la traduzione dei primi 2 tomi.

Avete capito bene.
-Un editore minore ha per le mani uno dei libri di maggior successo planetario non ancora importato.
-decide di tradurre solo 2 dei 3 tomi.
-fa tradurre il tutto ad una minorenne perché non trova di meglio o gli aulici traduttori non vogliono sporcarsi le mani.
-giusto per farsi del male pubblica solo la prima parte e, ovviamente, fra la pubblicazione zoppa e la poca convinzione nel 1967 non vende molto.

Arriviamo nel 1971 quando Rusconi finalmente capisce il problema e rileva i diritti pubblicando la prima volta l'intera opera del secondo libro... sempre usando la stessa pischiella

Tolkien muore nel 1973 e lo Hobbit viene pubblicato in Italia postumo.
Ancora negli anni 80 era difficile trovare il libro e i negozi ti guardavano strano.
Nel 1983 lo hobbit non esisteva nelle librerie e biblioteche.

Del resto non e' che fosse facile trovare dei libri che non fossero vecchiumi, la fantascienza, se la trovavi, occupava un piccolo ripiano in fondo al nulla.
Ancora oggi la libreria piu' grande della mia citta', due piani, ha un'intera gondola a 3 piani bifacciale su credenze e caxate come i cristalli maGGici, rinascita e santoni dello spirito azteco, ma fantasy e sci-fi sono relegati nascosti in fondo in soli 4 metri di scaffale.

In compenso, dopo essere stati massacrati dall'online, dove si recuperano facile testi proibiti, nella libreria piu' grande della provincia, si sono decisi 5 anni fa di avere uno scaffalino ricavato alla carlona di manga che hanno sostituito i DVD oramai decaduti sotto i colpi dello streaming.

Vi e' da chiedersi quando in italietta capiranno che il vento e' cambiato, neppure durante il successo del trono di spade i libri fantasy sono apparsi in primo piano.

Poi i libri di Michael Crichton sono nei romanzi e non nella sci-fi, mossa scaltra dell'editore, ma non si capisce allora perché non succede ad gli altri autori e MC e' diverso da altri: alla fine non sono tutti romanzi?
Non e' che che
"va dove di porta il cxlo" va in una sezione "genere per vecchie massaie senza gusto" 
"50 sfumature" finisce in "soft porn per casalighe"
"nome del calciatore" finisce nello scaffale "soft porn per rinchiusi nell'armadio"
eccetera.

Se e' un romanzo e' un romanzo.
Del resto gli harmony (con la copertina normalizzata) sono nei romanzi insieme a Joyce e il Manzoni, ma Tolkien non e' nei romanzi.
Fa ridere che i racconti di come "il club dei vedovi neri" di Isaac Asimov, sostanziamene dei gialli degli anni 60, quando ci sono sono nella fantascienza.

Chiediamoci perche' il nostro paese ha poca cultura, la prima risposta e' la scuola

Poi chiediamoci perche' l'italiano che dovrebbe sapere di cultura e' fermo agli antichi fasti come il Franceschini e non arriva a pensare che la cultura, proprio in quanto tale, non e' statica, ma e' un ribollire di idee che cambiano e si plasmano.

Da piccolo fino almeno ai 20 anni il libro che piu' mi hanno consigliato e' stato Cuore.
Mai riuscito ad andare oltre pagina 20, eppure leggevo tomi ben pasciuti un libro mi durava di rado piu' di una settimana.
Cuore e' un ENORME PALLA che fa finta di essere un racconto, ma e' un indottrinamento di De Amicis per cose che reputava importanti: l'amore per la patria, il rispetto per l'autorità e per i genitori, lo spirito di sacrificio, l'eroismo... ovviamente in chiave militaresca e scrittura tronfia tipica di un soldato del 1800 e destinato alle nuove leve da indottrinare dall'alto... leve che non sapevano leggere*.
Forse un leggero mismatch fra obbiettivo e opera, chiedere a Disney come fare.
Ovviamente un tale libro piaceva molto a chi voleva far dottrina ai bambini causandone l’allontanamento dai libri stessi. Tanto per cambiare.


Se si cerca di fermare le cose, congelando il pentolone,  come e' stato fatto in Italia, la cultura muore e viene sostituita da idee nuove e fresche da fuori.
Se oggi non facciamo film, telefilm, libri e ricerca non e' colpa del divino o delle multinaZZZZionali KKattive: e' colpa del congelamento e del picchiare sempre sugli stessi tasti antichi.



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* Legge Casati del 1859 prevedeva una scuola elementare, per la prima volta gratuita, dai sei anni di età per quattro anni, divisa in due cicli (inferiore e superiore) di due anni ciascuno.
Con la legge Coppino del 15 luglio 1877 n. 3961, fu ribadito l'obbligo scolastico relativamente al primo grado della scuola elementare, la cui durata fu aumentata da due a tre anni. Il corso elementare completo diventava, così, di 3 o 5anni.
Il proseguimento nella scuola secondaria prevedeva cinque anni di Ginnasio seguiti da tre anni di Liceo (poi accorpati nel liceo attuale da Gentile).
La legge prevedeva una gestione locale che, soprattutto al sud con gli ex borboni, i potentati locali mal vedevano una spesa "inutile" per le masse destinate alla zappa e di fatto lascio immaginare quanti facessero almeno 2 anni di sQuola, di fatto un libro massiccio come quello era molto duro da digerire al 90% della popolazione italiana.
Le cose migliorarono con la Gentile, ma non abbastanza da essere un paese letterato, sufficiente per un certo successo per un libercolo destinato a irretire i giovano nonni di chi frequentava la scuola nel "ventennio"... con i risultati visti.

 

6 commenti:

Anonimo ha detto...

La leggo sempre con piacere, da ingegnere emigrato all'estero che ha avuto la sfortuna di frequentare il liceo classico, ma questa volta devo dissentire dalle sue conclusioni....un'opera letteraria piace o non piace al singolo lettore a seconda dei suoi gusti, ma diventa un best seller in ogni epoca essenzialmente se ha saputo cogliere lo spirito del tempo e del luogo dove è stata pubblicata....oltre che ovviamente per circostanze del tutto fortuite.

Ora, che a lei Catullo, Dante e Leopardi non piacciano, sono suoi gusti, tuttavia se sono divenuti classici letterari non è per un gomblotto di Giovanni Gentile, eh... Quanto a Tolkien, vorrei farle notare che egli ha scritto un'epopea mitologica nordica del tutto equiparabile ai poemi omerici, che non dubito lei disprezzi...nuovamente, sono suoi gusti, ma se uno legge le scene di guerra dell'Iliade rimane stupito dalla forza della narrazione.

La realtà è che la cultura italiana esiste eccome, da secoli, ed è vastissima...purtroppo però gli italiani non sanno cosa farsene, perché a scuola gli si fanno imparare la poesie a memoria, senza farli ragionare sul quel che c'è nel testo né invogliargli a fare un confronto critico col presente.

maas75 ha detto...

Lo Hobbit è stato il primo libro che ho letto per i fatti miei a 7 anni, grazie al regalo di compleanno di mia zia. Crescendo ho fatto scorpacciata di librogame, fantasy, fantascienza, cyberpunk, manga e poca roba americana tipo Spawn.
Ho avuto un'infanzia bellissima giocando ai gdr cartacei, a Warhammer 40k ed a videogiochi come Baldur's Gate e Ultima con gli amici, se non avessi ricevuto quel libro probabilmente mi sarei scartavetrato i maroni ascoltando novantesimo minuto con Tonino Carino da Ascoli.

Celso ha detto...

I dati dei prestiti in biblioteca contano relativamente... sono anni se non decenni che non prendo niente in prestito, leggo tutto digitale perché in pratica non occupano spazio, ce li ho sempre dietro, e posso cercare un passaggio con la ricerca (e non spulciando per ore) se mi interessa, a distanza di anni.
Viceversa conosco gente feticista della carta, che non prende niente in prestito ma legge tanto, perlopiù scrittori di nicchia pubblicati da case editrici indipendenti.

Si può discutere del fatto che il mito greco sia religione e non mitologia, per me è l'inverso, ovvero anche la bibbia (libro eccezionale che dovrei leggere di più) è un misto tra poesia (Qoelet), epica (del diluvio universale parlava l'epopea di Gilgamesh qualche tempo prima), registri anagrafici e predica.

Tolkien non credo c'entri molto con la religione, ma la geografia è quella della guerra fredda: pericolo a est dietro gli Urali o la cortina di ferro (a piacere), il popolo più potente che va ad abitare al di là del mare a ovest, l'occhio dei servizi segreti che scruta etc.

Celso ha detto...

Ah e poi le cose stanno cambiando... il Lucca Comics and Games è la seconda fiera al mondo del settore, prima in Europa.

Anonimo ha detto...

Benedirò sempre la mia prof di italiano di 3a media che c fece leggere Lo Hobbit anziché il canonico I Promessi Sposi (E per averci fatto fare un'ora di latino a settimana, che mi ha portato consapevolmente ad evitarlo alle superiori)

P.S.: parlando di Fantasy "Fascista", mi è subito venuto in mente Maciste...

Co.Bra.

Anonimo ha detto...

La scuola italiana (intendendo per scuola le medie e le superiori) deve essere completamente smantellata, polverizzata, atomizzata. Ciò che si studia, quando si studia, dove si studia, come si studia e chi insegna devono essere radicalmente cambiati. So che non succederà e che non cambierà niente. Per fortuna i miei figli non andranno a scuola in Italia.

Rinaldo