Spesso mi sono posto il problema dello scrivere. So di non essere un Baricco, la mia scrittura lascia molto a desiderare.
Anche se ogni tanto sorprendo me stesso per la bassa qualita' che riesce a raggiungere la mia prosa nata da quelle stronze maestre ignoranti che erano parcheggiate nella sQuola.
Cercando di raddrizzarmi ho letto molto, mi e' sempre piaciuto leggere, alle medie andavo malissimo a scuola perche passavo il tempo a leggere. fino a picchi di 10 libri alla settimana. Il mio prolema era trovare i libri, non leggerli.
Scrivo perche con tutto questo maledetto leggere, alla fine, qualcosa ho imparato, no, non la scrittura in se. :-)
Lo scrivere e' solo il mezzo del portare un messaggio.
Se non hai un messaggio TACI.
Mi è stato regalato un libro che parla
dell'insalata di riso giapponese detta anche comunemente sushi.
La cosa divertente è che siccome è
diventato di moda, non si sa per quale motivo, tutti impazziscono per
questo tipo di cibo che ha la caratteristica di essere molto formale
dal punto di vista della presentazione.
Per
capirci qualcosa del sushi mi sono informato e quindi, pur essendo
assolutamente un principiante dell'insalata di riso jap, ho provato
ad informarmi presso la fonte principale: gli itamae.
Questo libro che ho letto come al
solito è scritto invece della solita tipa che di cucina non capisce
un tubo.
Il 90% dei libri di cucina e' merda
pura.
Perche' tutti pensano di essere
diventati esperti di cucina quando riescono a scaldare un surgelato?
Possiamo tranquillamente vedere che
come tutti i libri di cucina che non sono tali abbiamo espressioni di
volume assolutamente campate in aria come “cucchiai” o
espressioni assolutamente micidiali come “un po' meno di 1 dl”.
Come possa essere una misura “poco
meno di 1 dl” non e' dato sapere.
O è 0,8, oppure è 0,9 o financo .95.
I redattori del Sistema Internazionale si staranno martellando gli
zebedei.
E quanto e' grosso un cucchiaio?
Sottile, da zuppa o quelli orientali in
cui entra l'oceano?
Altra cosa bizzarra e' che prepara, nel
testo, la frittata all'italiana ma nelle fotografie è assolutamente
una frittata giapponese.
Questo vuol dire semplicemente che già
le fotografie non rispettano a disposizione tipica giapponese ma
probabilmente anziché essere fatti dalla scrittrice sono stati
comprati sotto casa da un take away e spacciati come propri?
Se poi i libri perdono di autorevolezza
e alcuni pensano che inet sia una fonte e' anche colpa di chi pensa
di sapere, pubblicando un libro, ma non sa un tubo.
6 commenti:
A quanto ne so (ho fatto l'aiuto cuoco in gioventù) un cucchiaio contiene 18-20 ml, un cucchiaino 5-6 ml.
Queste sono misure empiriche, ma capisco che chi è abituato a misurare tutto si trovi spiazzato da queste "unità di misura" non ufficiali.
P.S. come la "Noce di burro": corrisponderebbe ai 20 ml di un cucchiaio, ma non possiamo scioglierlo ogni volta a parte per misurarlo ;)
Nah, scrivi bene: solo che non rileggi, lo stile goliardico fa il resto. Ormai ci si appiglia a tutto.
PS: Le streghe di Benevento le abbiamo avute tutti: se non sei normale non ti pigliano.
Domanda per Blu-Flame. Ma sai dirmi come mai e' stato scelto lo strano formato 16:9 per la TV, quando il cinema aveva, tra i formati standard, l'1,66:1 (molto piu' armonico) e il 24:9, molto piu' spettacolare?
Grazie
Fred
[scusa, l'ho scritto nel post sbagliato
Fred]
Fred e' una cosa citata piu volte qui.
In breve:
Se usavi il 4:3 il 22:9 sarebbe stata solo un'esile striscietta
Se usavi il 22:9 il 4:3 sarebbe stato un francobollo sparato in mezzo ad un tv nero.
Si scelse, in ambito MUSE, una via di mezzo, il 16:9, che avrebbe mostrato sempre bande nere e in entrambi i casi ma piu' ridotte.
In pratica il 16/nonni e' stao inventato per permettere di continuare la riprese nel formato 4:3/3:2 che e' molto bello e pieno e nel contempo permette la fruizioni di un contenuto destinato a riempire il palco di un ex-teatro.
Poi qualcuno inizio' a produrre telefilm in 16:9.
Ma e' tutta un'altra storia.
Va bene come riassunto?
Grazie, Blu-flame!
Il mio dubbio era sulla presenza eventuali motivi tecnici/produttivi. Alla fine era un compromesso e nulla piu'.
Fred
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