lunedì, dicembre 05, 2016

tv story 1997






1997 e' l'anno del DVD-video. In  realta' e' un po' Philips, Sony, Toshiba e Panasonic. In quel momento c'erano tre sistemi gia' progettati che si sarebbero contesi il mercato del DVD.

Ognuna delle case aveva in realtà in tasca un qualcosa di similare ma era restia alla pubblicazione per una ragione molto semplice: evitare una guerra dei formati o addirittura quel pazzesco floppone che capitò al video2000.

Non è importante essere migliore, non è importante avere la migliore squadra, ma è importante appoggiarsi da un lato ai fornitori di contenuti e dall'altro  trattare con i concorrenti per evitare una guerra.

Per questo motivo il DVD non è così elegante come il compact disc che deriva dalla fusione di solo due idee ma in realtà è un po' un minestrone.

Comunque l'idea di mettersi tutti insieme e comunque non solo avere dei contenuti, ricordiamo che alcune delle aziende di elettronica erano anche generatori di contenuti, ma anche l'appoggio delle case che erano produttori di contenuti puri.

In quel momento esisteva un grosso problema infatti per chi costruiva contenuti distribuiti in VHS: i primi videoregistratori “cinocoreani”. Cominciavano ad arrivare  una serie di prodotti a bassissimo prezzo che venivano parzialmente prodotti in regioni dove la qualità non era un simbolo aziendale.

Questi videoregistratori malfatti avevano il cuscino d'aria che non era perfettamente omogeneo sulla drum: in pratica dopo poche visioni su di un apparecchio del genere la videocassetta utilizzata come noleggio aveva lo strato lubrificante completamente abraso con conseguente diminuzione della già non eccelsa qualità dei nastri duplicati a velocita' folli in apparecchi non particolarmente mantenuti.

I noleggiatori sapevano che in mano a certi clienti che avevano alcune marche dopo 10 o 15 noleggi la cassetta diveniva inguardabile. Nel contempo l'ossido di ferro delle cassette rovinate avrebbe rovinato anche i vtr “normali” sporcandone le testine e abradendole. E' il boom commerciale dei puliscitestine.

Il DVD spaventava molto per la sua elevata qualità, rispetto la videocassetta standard, ma fu accettato perché il costo di stampaggio era infinitamente più basso di una videocassetta e perche' il lettore non entrava in contatto con il disco.
Da qui due vantaggi: il primo di poter sperare di avere lo stesso effetto del compact disc sulla musica, vendere al doppio un disco che costa la metà ad essere stampato e il secondo di poter noleggiare un disco senza preoccuparsi di un apparecchio che in pratica scava nel supporto.
Bonus pack vendere per la seconda volta all'utente un film gia' venduto in VHS.
Sebbene inizialmente gli apparecchi di riproduzione costavano parecchio l'accoglienza fu relativamente buona e quando arrivarono i player a basso costo grazie alla svendita di tecnologia alla cina che accadeva all'epoca, ed ancora adesso, il crollo del 90% del valore del lettore causò un'esplosione di acquisti così grande da superare il numero di pezzi dei dischi venduti.

Se avete capito bene la frase: molte delle ricerche dicevano sostanzialmente che si erano venduti in alcuni Stati, tra cui il nostro, tanti lettori e nessun disco ovvero esistevano zone con lo stesso numero di supporti e di lettori. In pratica incrociando le statistiche si poteva tranquillamente affermare che migliaia di possessori di lettore non avessero mai visto un DVD inserito nel cassetto se non quello usato per vedere se funzionava magari prestato da un'amico.
Il mondo dei supporti comincia a scricchiolare e molte azinede corrono ai ripari ma tardivamente e in maniera poco incisiva.



Sempre nel 1997 esce il primo VPR DLP.

Il DLP e' frutto di una lunga ricerca di Texas Instument (mica pizza e fichi!) una delle societa' che hanno sempre inventato molto.
La ricerca ha molto senso perche' si pensa che avendo ormai digitalizzato il tutto e' finalmente arrivata l'era dei videoproiettori, un momento che si rimanda da 30anni.

Il segnale  e' ormai cosi' buono, (DVD, SVHS, DV...) che sarebbe assurdo  metterlo su dei piccoli schermi da pochi pollici.

Certo Philips ha prodotto degli enormi CRT da 47” e mitsubishi si narra arrivata a ben 61” (ma non ho conoscenza diretta di questo jap) ma non sono, per cosi' dire, maneggevoli.

E' l'epoca anche che vi erano anche molti retroproiettori, un retaggio del passato che pero' incontrano un certo pubblico.

Il retroVPR sembra un tv “tradizionale” a cinescopio ma all'interno possiede un proiettore che dipinge la lastra di plastica (generalmente un lente fresnel)  fissata anteriormente.

Anche i retro non hanno molto successo soprattutto per lo schermo in plastica che i bambini e le donne  apprezzano danneggiare. Un problema che non sara' considerato tale con gli LCD economici per ragioni oscure.

nel 1997 viene definito il DVB, il sistema europeo di trasmissione digitale.
720, 640, 544, 480 or 352 × 480 pixel, 24/1.001, 24, 30/1.001 or 30 frame/s
352 × 240 pixel, 24/1.001, 24, 30/1.001 or 30 frame/s
720, 704, 544, 480
352 × 576 pixel, 25 frame/s
352 × 288 pixel, 25 frame/s
720 x 576 x 50 frame/s progressive
1280 x 720 x 25 or 50 frame/s progressive
1440 or 1920 x 1080 x 25 frame/s progressive
Ovviamente la compatibilita' con il sistema americano (480 e 1080) e' una priorita'.

Sempre nel 1997 viene formalizzato il sistema ISDB che e' lo satndard jap.... di trasmissione digitale.

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