sabato, luglio 28, 2012

tasse e giustizia 4

Per completare l'opera Distruttiva ci sono i famigerati studi di settore.

Abbiamo mandato al governo sempre e solo una serie di personaggi che sanno blaterare cose come "programmatico", "sociale", "politica" e tutte quelle cose che fanno effetto sugli ignoranti ma che agli altri vien voglia di far uso di scarpone nel didietro.

Ora abbiamo esagerato definitivamente con il professorino mari e monti: abbiamo mandato alla Scala al posto della etoile un professorino vecchio e rimba che ha scritto molti manuali sui teatri ma non e' mai uscito dalla biblioteca. Ora gli si mette il tutu' e si pretende che danzi come la Fracci.
E non stiamo scherzando.
Purtroppo.

Il problema nasce dal fatto che lo Stato non conosce quanto voi guadagnate davvero. Non hanno mai lavorato, non sanno come e perche' uno lavora.

Dovrebbe essere ovvio che un ristorante da 200 tavoli non possa incassare € 20 al giorno e se succede probabilmente sta per chiudere. Ma nulla vieta anche che sia un pazzo che vuole avere una sala da pranzo enorme o perche' siete "IL" Serbelloni e siete in ristrutturazione.

Così lo Stato accorpa determinate categorie merceologiche e settoriale e pensa dopo un'attenta ponderazione che ci siano dei minimi sotto il quale in teoria non dovrebbe essere normale trovarsi.

Anche se oggettivamente esiste una certa ovvietà alla cosa è anche vero che ci sono molte situazioni tra le imprese familiari dove spesso conta molto di più riuscire a tenere in piedi un'azienda che è reputata una persona di famiglia che arrivare a guadagnare cifre superiori a quelle che si otterrebbero andando a lavorare come impiegato.

Per questo motivo sullo studio, o come si chiamava in precedenza redditometro, Esiste un forte odio da parte del piccolo imprenditore. Spesso inoltre categorie merceologiche molto differenti dal punto di vista dell'incasso o peggio ancora del guadagno vengono equiparate

si assiste così per evitare di essere dentro negli scelti per un controllo che alcuni imprenditori decidano di dichiarare maggior guadagno di quello effettivamente percepito con il solo scopo di allontanare il temuto evento. Cosi' facendo si tirano la zappa sui piedi "aggiustando" i parametri della prox versione. Ma quando si naviga nella tempesta si guarda piu' all'ora che al dopo.

Il problema del redditometro, come di qualsiasi altra cosa eccessivamente semplicistica e automaticamente punitiva consiste in un'altissima fallibilità.

È un meccanismo perverso che consiste nel fatto che lo Stato non essendo in grado di gestire e conoscere quali sono i redditi e dando per scontato che la maggior parte degli imprenditori sia sostanzialmente un ladro cerca di punirli in maniera automatica senza tener conto dei parametri sommersi.

Sostanzialmente si cerca di colpire il sommerso utilizzando i parametri dell'emerso. Questo è semplicemente folle come cercare di misurare la massa della luna partendo dal peso medio dei bassethound.

Se un'azienda fattura solamente il 10% del suo prodotto molto probabilmente, se non sono degli idioti colossali, non ci saranno documenti che ne descrivono questa attività. Oppure pensiamo come nei film della Walt Disney che il cattivo è un idiota che parla con la bocca storta e si dimentica di aver acceso una bomba che tiene in mano?

Un'azienda che fa il 90% del nero farà in modo che sia, appunto, sommerso e non dichiarerà certo su uno studio di settore di avere 40 dipendenti quando in busta paga ne ha solo due e gli altri 38 lavorano da casa?

Per esempio gli studi chiedono:
quanti dipendenti uno paga, vorrai mica che elenchi quelli in black?,
quanti servers si hanno in azienda?, quelli locali, in host, virtuali o in Virginia pagati con carta di credito del nipote?
Quanti clienti possiedi e quanto tempo gli dedichi?: vorrai mica che con 2 dipendenti dichiari 120.000 ore lavorate?
i metri quadri dedicati alla produzione, gia' perche la seconda sede all-in-black intestata a Muhamed secondo te la dichiaro?
eccetera.


Nel tessile le aziende che fanno molto nero si appoggiano ad entità completamente sommerse, non vorrai mica presentare un'azienda con 400 macchine da cucire in un palazzo di sei piani con solo tre salariati.

Le aziende edili che non hanno una vera è propria sede semplicemente pagano in nero alcuni dipendenti e la materia prima.

Sostanzialmente il nero proviene da altro nero e cercare di quantificare questo sommerso attraverso le cifre emerse è un'attività da povero imbecille: mette paura a coloro i quali se non pagano tutto poco ci manca e non colpiscono quelle che sono le vere centrali del danno erariale.

Di aziende completamente sommerse, o comunque con oltre il 50% del fatturato non dichiarato, ne esistono veramente tante e sono anche abbastanza facili da trovare poiché per fare un grande fatturato se è necessario del macchinario purtroppo, in questo caso per fortuna, è necessario un punto di raccolta.

Ci sono interi distretti in particolar modo in Toscana ma anche in altre zone d'Italia in cui basta passare per le strade che si vedono capannoni con il nastro adesivo e i sacchi della pattumiera che chiudono le finestre mentre telecamere curiosano all'esterno. Se il contratto di locazione non parla di una società che sta lavorando qualche tonnellata d'oro io un pensierino ce lo farei. Ma forse qualcuno il pensierino lo si fa per una cosa chiamata bustarella.

Quando in televisione o sui giornali si sente continuamente parlare di percentuali così precise da avere una virgola a proposito del sommerso in Italia mi chiedo regolarmente come cazzo fanno a calcolarle se non è possibile avere una stima affidabile se non si vada a toccare l'unica parte che serve a gestire la cosa.



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