giovedì, agosto 01, 2024

la professionalità italiana

 Vengo colpito da questo cartellone in mini metro come una sassata.

Leggiamo un attimo questo cartellone triste.
Vorrebbe essere di una scuola del design della comunicazione.
Secondo voi, questo tristo cartellone tono su tono vi da l'idea di una scuola di design o di una scuola di ragionieri un pochino fantozziani?
Ci sono svariati modi di fare comunicazione e design in una réclame, che con la mia solita sottilezza (:-P) tagliero' in due:

1) Woah. E' il piu' difficile si tratta di aggredire l'occhio, tipico ad esempio l'esempio dei cartelloni delle suole top dove la bravura e la novita' sfidano l'occhio o quelle aziende che vogliono aprire in 2 il mercato. Un po sul p0rno potete pensare a kalvin klein, ma anche altri che arrivano ad usare pittori di fama o sistemi tecnologici. Il top si e' avuto negli anni 80.

2) Bau bau house, come la chiamo io. In pratica ipersemplificare, generalmente con un tocco di Mondrian  e non sbagli piu. Una versione sfortunatadi questo concetto lo vedete applicato da Apple: quello che non avete messo non potete sbagliarlo (e grazie al ca...). Se avete paura e' ottimo.

La 3za via scelta e' un cartellone con una "modella" che non si capisce cosa faccia li, forse perché avevano troppo spazio in orizzontale e i libri non sono neppure dritti.
Facciamo finta che non sia conciata come una povera ghetto style con un espressione ebete, evidentemente non hanno un direttore di design nella sQuola che non si sia strappato i capelli dopo aver visto una foto del genere, corollario: non hanno idea del design.
Provate a togliere il bollino di medda e tagliare il poster all'altezza del naso della modella e rimuovetela dal poster dove e' inutile.  Lasciate solo la scritta e lo sfondo.
Già meglio, no?
Togliendo gli orrori piu' grossi localizziamo il design della comunicazione e non un confuso messaggio di una sciattona "vorrei ma non posso" che fa un tentavo di diventare una modella da passerella.
Lasciamo perdere gli altri errori.

Se vi sembra niente potete andare sulla home del sito

WoW.
Whatammedda!

Questo si chiama body shammingo durissimo.
Prendi una persona non bella, con piu' di qualche Kg rispetto alla forma,
la conci da sciattona,
la illumini di medda,
la spettini
ritocchi brutalmente l'immagine in maniera da esaltare il peggio, naturale o aggiunto.

Poi la metti in pole position nella home che tutti possano vedere lo scempio che hai fatto a quella poveretta... ho visto donne delle pulizie di 60 anni piu' curate.
Se volevi farla vergognare, beh, hai fatto veramente tutto il possibile.

Lasciamo perdere la barra gialla degli open day che e' cacciata sopra a razzo del messaggio che a sua volta e' sopra al vestito collassato brutalmente a nero.

"Lo spirito dell’Accademia è creazione e collaborazione."
Collaborazione o casotto litigioso?


"Lo respiri nei corsi di
Fashion Design"

Scusate avete un corso di fashion design e le modelle che vi rappresentano sono una con una  felpa di plastica e l'altra con una roba informe che "mio signore dove razzo sei riuscito a scovare un tale schifo?"?
Questo e' il biglietto da visita?
Il massimo che riuscite a fare?
E vi risparmio le altre immagini.
Non dico di fare haute couture, ma neppure quello scempio d bancarella cinese da tutto a 3 euro. 

La scuola di design di Mombay ha un sito che rappresenta cosi' il corso di moda (visto che collaborano con riviste internazionali e' d'archivio, una stilista libanese, ma da bene l'idea dello stacco)



E le foto degli studenti sul sito non sembrano poveri cristi, ma con le loro creazioni alcuni sono roba interessante. Ci provano.

Vedete la differenza fra l'italia, che non ha cultura, e l'India che ci prova e vuole sorpassare, e spesso lo fa gia'?


Capiamo subito che la cultura se non la possiedi non la puoi insegnare, magari sembri figo perche' fra i ciechi l'orbo e' re, ma puoi tirartela nella pozza di quelli che hanno fatto il liceo e di moda e design, salvo interessi personali, arrivano non sapendo un razzo.

Se pero' parliamo di quello che e' la realta' all'estero, ho parlato dell'india per far capire che tutto il mondo si muove, quando hanno fatto 5 anni di superiori hanno gia' approcciato concetti simili se non equivalenti.
In pratica il liceale ignorante va in questi posti (ve ne sono anche di migliori, per fortuna, es lo IED) e studiano 3 o 5 anni con una preparazione di 3 o 5 anni.
I loro colleghi, con lo stesso sforzo, hanno studiato 6 o 8 anni e hanno avuto contatti con aziende, metodi produttivi e mondo del lavoro che e' tanto odiato dai licei.

Capite che non solo e' facile che gli italici finiscano in universita' di basso livello, ma comunque e' molto difficile che possano essere meglio di altri.
Se volete piangere consiglio la scuola di moda di NY.

Come era la cosa che in italia facevamo moda ovunque e bellissima?
La cultura e' poca e le scuole sono di medda.



3 commenti:

Gate-All-Around ha detto...

Vorrei fare un esempio di Terza Via associata alla comunicazione pubblicitaria (Blair non c'entra nulla).
Circa vent'anni fa ci si imbatteva in Metropolitana a Milano in una pubblicità di una caldaia murale, nel manifesto pubblicitario s'intravvedeva una gentile donzella dall'abbigliamento nullo lasciata nell'ombra ed una frase spiegava ai pochi che riuscivano a concentrarsi:

<>.

Forse la donzella era un'esperta d'idraulica, oppure stava svolgendo un dottorato sul controllo del fronte di fiamma. Non saprei. So per certo che certe cose che non avrei dovuto vedere le vedo ancora vent'anni dopo. Eppure il marchio della caldaia non lo ricordo.

Gate-All-Around ha detto...

Riscrivo perché è saltata la parte più importante. Nel caso fosse possibile correggere il messaggio originale l'amministratore puà cancellare questo doppione.

Vorrei fare un esempio di Terza Via associata alla comunicazione pubblicitaria (Blair non c'entra nulla).
Circa vent'anni fa ci si imbatteva in Metropolitana a Milano in una pubblicità di una caldaia murale, nel manifesto pubblicitario s'intravvedeva una gentile donzella dall'abbigliamento nullo lasciata nell'ombra ed una frase spiegava ai pochi che riuscivano a concentrarsi:

"Tutti la vogliono nessuno la vede".

Forse la donzella era un'esperta d'idraulica, oppure stava svolgendo un dottorato sul controllo del fronte di fiamma. Non saprei. So per certo che certe cose che non avrei dovuto vedere le vedo ancora vent'anni dopo. Eppure il marchio della caldaia non lo ricordo.

Erreunista ha detto...

Chi non sa fare insegna, e questi evidentemente insegnano ginnastica.

comunque, è un corollario delle olimpiadi. questo è il massimo che l'occidente di adesso è in grado di fare.