martedì, novembre 22, 2022

Chittagong

 


 

Ultimamente, visto che molti non lo sanno, vado di banalità e oggi vi porto nella ridente cittadina di Chittagong.

come recitano le guide:
Chittagong rappresenta il 12% del PIL del Bangladesh, compreso il 40% della produzione industriale, l'80% del commercio internazionale e il 50% delle entrate fiscali

 Chittagong fino a pochi anni fa non era cosi' "florida" e, salvo il boost dato della WW2 in cui era porto di guerra, ovvero infrastrutturato dagli alleati, subiva la concorrenza di altri porti bangladesi.

Ancora uno stop nel 1971 per via delle guerre.

Ma come fa la ridente cittadina ad essere meta' della produzione valoriale nazionale del Bangladesh?
Oltretutto fonti davano fin agli anni 70 di una popolazione importante, 300Kab, ma sicuramente non i 4-.5-5.5M odierni (secondo molti manco sanno in quanti sono) da megalopoli e non con quel valore.


 Come vedete Chittagong è in una zona poco centrale del Bangladesh e come tale un pochino snobbato dall'amministrazione centrale che preferiva concentrare i propri incentivi su altri porti logisticamente piu' interessanti.

Qualcuno potrebbe pensare che la zona faccia business con il turismo, del resto ha delle ENORMI spiagge di sabbia per le quali  un operatore turistico italiano potrebbe uccidere la madre: davanti alla ridente cittadina transita un nastro lungo 50Km di spiaggia esclusivamente sabbiosa larga fino a 2km.
Noi in Italia non abbiamo sole, spiaggia e mare, ci sono luoghi straordinari al mondo e non sono le spiaggette incastrate fra le case abusive.

 

ma con il turismo, al di la di quello che crede il politico di turno, se non fai rete non ci campi neppure nel 3zo mondo (in occidente non e' una risorsa interessante) e comunque il Bangladesh non ci e' mai arrivato, del resto per fare turismo sei in competizione con ben altri stati.

Ovviamente spiagge enormi sono sintomo di depositi alluvionali, ovvero fondi bassi che, se non ci stai attento, puoi incagliarti

Nel 1960 circa, dopo del maltempo, una nave (nelle varie fonti cambiano il nome) nel cercare di infilarsi in porto, manovrando male, finì di gran carriera sui bassi fondali della zona e rimase bloccata.
Non poteva o non conveniva essere rimorchiata e quindi rimase lì, per diversi anni.
Nel 1965, la Chittagong Steel House, un rottamaio, acquistò la nave per pochi soldi e la sezionò per recuperarne i materiali.

La questione e' che dopo la guerra di liberazione una seconda nave, Pakistana, rimase danneggiata e rimorchiata verso il porto e, beh, la lasciarono li incagliata nel 71.
Un secondo rottamificio,  Karnafully Metal Works Ltd, fece un offerta per il rottame nel 1974 e guadagnò parecchi soldi.

A qualcuno venne un'idea....


Bisogna sapere che la durata delle navi  oggi non e' elevatissima.
L’età media delle navi come media mondiale di 14 anni.
Navi enormi, con carichi elevati, vanno incontro a flessioni enormi causando stanchezza del materiale.
Ogni tanto ci sono cargo che si spezzano letteralmente in 2.
Anche le riparazioni non sono semplici, gli enormi motori sono montati prima di finire la costruzione ed è praticamente impossibile sostituirli.
Questo fa si che l’età di una nave e' raramente possibile mandarla oltre i 40-50 anni.

La domanda che dovrebbe venirvi ora e': che cappero ci azzeccano 40 anni con miseri 14?

la cosa e' semplice: costi, RICHIESTE e normative.
Da un lato i motori e le forme di scafo cambiano, come cambiano le esigenze.
Oggi si preferiscono cargo MOLTO piu' veloci, dei razzi supermotorizzati!
Perché il telefonino cinese di Apple DEVE arrivare subito nei negozi.
Perché se comprate da aliexpress non volete aspettare 6 lunghi mesi.
Perché...
Insomma avete voluto dei razzi che consumano e inquinano a tuono, ma arrivano prima.
Le navi vecchie?
Le navi vecchie si buttano, non sono piu' adeguate.

Poi con questi razzi si e' pensato che poteva essere furbo non passare dalle chiuse come panama&c e abbiamo le post-panamax, affari enormi e veloci. (poi ci sono anche quelle adeguate alle nuove chiuse di panama e tante altre cose, ma è un discorso lungo)
Le vecchie panamax? Le navi vecchie si buttano, non sono più adeguate.

Poi ci sono le normative geometriche per i porti automatizzati come carico e scarico, che non sempre e' conveniente adeguare, meglio buttare.

E non parliamo delle normative anti inquinamento, fra tipologie di carburanti ed emissioni e adesso si vorrebbe addirittura far spegnere i motori in porto: non si puo' certo cambiare un motore come su di un'auto

lo vedete che e' grossino un 12 cilindri, 3 piani di metallo.

Cosa si fa? Si butta tutto.

Anche le assicurazioni ci si mettono, una nave che trasporta carburanti con piu' di 20 anni sul groppone raramente si ha tanta voglia di assicurarla con i costi accessori possibili (sversamenti) e multazze connessi.

Si parla di buttare centinaia di navi all'anno, soprattutto di recente (sarebbe da chiedere se i legislatori della parte "inquinamento" hanno fatto 2 conti sul fatto se valga la pena).

Demolire una nave e' una questione costosa, si tratta di gestire un operazione complessa con dimensioni enormi e gestioni incredibili per contenere la dispersioni di carburanti e olii.
Solo il flauto del common rail puo' contenere il pieno di svariate auto.

Se da una pare abbiamo un mercato che e' spinto da verdosky, consumatori e assicurazioni a cambiare navi, dall'altro abbiamo una popolazione che abitando dove si hanno lavoratori unskilled e normative permissive che ha voglia di  prendersi il metallo delle navi che e' di alta qualità e costoso.

 A qualcuno venne l'idea di unire domanda e offerta. 

Cosi' come sport qualcuno cominciò a vendere navi, spesso perfettamente funzionanti, e lanciarle a piena velocità sulla sabbia dove una marea di persone avrebbero iniziato a sbocconcellare quella nave.
Poi due
successivamente 3
Ed infine pare che siano 45 contemporaneamente, si parla di 250 navi all'anno che vengono smantellate da 250.000 persone.
Le cifre ufficiali parlano solo di 30.000 persone, ma vedrete che e' una cifra circoscritta forse a quelli presenti SULLE navi.

iniziano dal mobilio


e poi sbocconcellando  




facendo cadere un affare grande come un aeroplano sulla spiaggia dove viene trascinato a mano


 

 

 e poi smontato con la fiamma ossidrica, con mazze, con tronchesi...

viene ridotto a dimensioni maneggiabili e trasportato sui camion dove andrà in fonderia.


idem con i carburanti che si trovano ancora nei serbatoi, ricordiamo che l'IFO e' abbastanza denso  a 20C tanto le linee di alimentazione, tubazioni e common rail compreso, sono riscaldate, alcune volte persino con vapore.

si riempiono i bidoni e si lanciano dal cadavere


e si portano a venderli come carburante zozzone.


Tutto viene riciclato alla garibaldina, pure una cifra intorno alle 7 tonnellate di amianto annui, che viene poi venduto illegalmente nei mercati locali. Perché l'amianto fa il suo porco lavoro benissimo... oltre ad avere qualche problemino
Lascio solo immaginare il "problemino"

ovviamente questo tipo di smontaggio con pareti di metallo che cadono senza controllo, fiamme ossidriche che aprono cunicoli per poter far cadere la fetta di metallo  in luoghi pieni di idrocarburi, il lavoro pesante operato da scalzi, l'accesso alla sanità non certo da primo mondo, causa esplosioni, incendi, morti e feriti.


non esiste, come e' ovvio, una stima precisa


Si parla di cifre che oscillano fra il morto al mese e quello al giorno di media.
Io direi verso il secondo, del resto non stiamo parlando di un luogo dove i lavoratori sono registrati, dubito persino che posseggano tutti una carta d'identità.
I feriti saranno decine al giorno
La misura antinfortunistica massima e' un paio si sandali aperti e, se saldi, un paio di guanti e un vetrino, ma la media e' al massimo una camicia.

 


Del resto basta non contare come morto quello che dopo essersi spappolato un piede gli va in cancrena e crepa fuori dal cantiere per abbassare la stima, no?
Si calcola solo quello spiattellato come un cartoon.
Altro dato ufficiale che descrive come la morte incombe e' che nello smontaggio il 40% del totale dei lavoratori del settore (tacendo sui bambini che sono mandati nei cunicoli) ha un'età compresa tra i 18 e i 22 anni, solo l'1% dei lavoratori ha un'età compresa tra i 46 e i 60 anni.
La domanda sarebbe: cosa succede dopo i 22 anni e come si fa a non raggiungere i 40 anni... se non si e' morti o gravemente feriti?

 


 Del resto smantellare una grande nave del genere in sicurezza costa, secondo stime, oltre 5 milioni di euro in piu' che lanciarla  in Bangladesh, ma sono stime che partono da navi già "pronte" alla demolizione, probabilmente sono assai di piu'.


si, si vedono anche su Gmaps

ormai la sabbia e' color nafta.

PERO' I VERDI TOLGONO LE CANNUCCE DI PLASTICA in Italia... ma lasciano una miliardata di gioppini

Io non so che  razza di vantaggio ci sia a mettere le cannucce di carta che si incollano alle labbra strappando le carni, magari succhiando con la carta una cola da un contenitore plastico, ma qui siamo su di un altro livello.

Inoltre non e' solo il Bangladesh, che oltretutto ha esteso questa "industria" anche ad un altro porto, demolendo il 50% circa del mercato, ma stiamo parlando di diverse nazioni che operano in regimi simili raggiungendo l'80%.

Alcuni stati occidentali hanno messo stupide multe per chi si sbarazza di una nave male, ma, come al solito, il bastone all'italiana non serve ad un ciuffolo: si vende ad una società di trasporto del terzo mondo che batte una bandiera diversa e si va a smaltire con quella bandiera...

Quando si rompe il caspita con "facciamo i sacchetti della spesa riciclabili!" o castronerie come le euro 7 (al massimo era piu' logico fare delle E4 vere anche per il gasolio e magari dare dei limiti di drag aerodinamico e di peso) ricordiamo che la Turchia, che e' poco meglio delle foto di cui sopra, è nel mediterraneo e il demolitore è a 200Km da quelle isole greche che tanto piacciono agli italici e nella stessa tinozza dell'Italia (forte consumatore di pesce).

 La Turchia e' diventata una delle fabbriche europee, uno dei piu' grandi importatori di ferro del pianeta, del resto una bella fetta delle lavatrici e lavastoviglie europee vengono prodotte da un paio di aziende e poi ribrandezzate con 2 adesivi e un display colorato oltre che con i marchi indigeni come Beko
Giusto per capire che e' fame di metallo, Beko come BRAND in Italia ha raggiunto in Italia una quota del 10% del mercato e in Europa è il secondo brand di elettrodomestici per volume, ma aggiungendo i rebrand...

e ho parlato solo di lavatrici&c per semplificare...
(ovviamente l'enorme produzione nulla puo' contro un debito pubblico devastante e lavori unskilled tanto amati a sinistra, lavorare con il sudore non è avere un buon lavoro)

Il fatto che e' giusto partire dalle piccole cose per migliorare il pianeta, ma fare campagne isteriche sulle cannucce o su "soluzioni" che possono addirittura incrementare l'inquinamento come i tappi di bottiglia, lanciano falsi messaggi perché si da per risolto il problema.

Oggi le catene globali del valore sono tali che la lavatrice che avete in casa ci sono buone probabilità che sia prodotta parzialmente da quel ferro, che la verniciatura sia fatta in maniera inquinante, che il telefonino che avete in mano inquina i fiumi.

Forse e' il momento di fermare con 2 sberle tutto il comico mondo "verde" e cominciare a fare domande su quello che si vuole veramente.

Volete un mondo dove si pensi all'ecologia o volete un mondo che e' quello comodo?

Anche se so perfettamente che alla maggior pare delle persone (il 99%?), sebbene dicano cose diverse davanti al beverino in centro (magari in ZTL di cui hanno il bollino), sta benone questo status quo di inquinamento a manella e trova giusto che il poveraccio si tira sui piedi lastre di acciaio da 200T: basta che il telefonino costi poco.

Questo modo di fare ecologia ha spostato l'inquinamento dalle zone "occidentali" ad altrove senza diminuirlo mai.
Per poi dare la colpa, visto che non si poteva dire che si era solo peggiorato l'inquinamento nonostante le norme rompicaxxo, perfino agli oggetti e materiali.

Le persone, soprattutto santissimi cittadini occidentali (bisogna santificare sempre qualcuno), mai hanno colpa.

Quando si parla di ecologia nel 90% dei casi e' una sonora presa per il rame.

Per chi vuole vedere altre foto della ridente cittadina


6 commenti:

Stefano ha detto...

Che fa molto il paio con "noi abbassiamo di 1°C la temperatura di casa per salvare l'ambiente" per vedere la partita in Qatar giocata in uno stadio INTERO con l'aria condizionata...
Li manderei la' quel branco di cretini cerebrolesi scimmie ammaestrate invece di incollarsi attaccato i quadri o a sdraiarsi lungo le strade.

maas75 ha detto...

Niente di nuovo. Da che mondo è mondo l'ipocrisia è un sistema di vita, meglio lanciare zuppa di piselli sopra i quadri che farsi il mazzo per provare a fare qualcosa di utile e intelligente. Ormai della questione ambientale me ne frego alla grande (ovviamente faccio scrupolosamente la differenziata in casa per quello che può valere) perchè l'essere umano deve sbattere contro un platano a 200km/h prima di cambiare modus operandi.

wappy ha detto...

@Stefano
la temperatura che abbassiamo in casa di 1°C non è per l'ambiente, ma per starci dentro con le spese...
La più grande molla per i cambiamenti di abitudini è sempre il... "ma quanto costa?"

Rapido Roma Livorno ha detto...

Mi chiedo, ma per evitare di fare quel lavoro lì di sventrare le navi, questi poveracci non facevamo meglio a nascere in Europa o in qualche altra nazione benestante?

CeboCappucino ha detto...

Bellissimo post, contenuti molto interessanti, complimenti!

Stefano ha detto...

@Rapido
Lo stanno facendo a bordo dei barconi...
Vista la ridicola e impossibile politica "aiutiamoli a casa loro", visto che questi "aiuti" si fermano sempre a meta' strada, se li stanno venendo a prendere direttamente... Nel mio piu' bieco razzismo ed egoismo non riesco a dare loro torto. Assolutamente.