Arriviamo sul canale nel momento in cui dietro a due ragazzi appare un boa appeso un albero: dopo un'iniziale spavento nelle scene successive viene ribadito che il rettile e assai pericoloso e che quindi un intero corpo di polizia deve stare molto attento: l'animale e assai pericoloso e chissà cosa potrebbe accadere. Tutto ciò avviene con sguardi terrorizzati: il pericolo è in agguato.
Probabilmente lo sceneggiatore, se si tralascia qualche piccolo documentario, abita nelle grosse città, non ha mai visto animale che non sia un cane o un gatto. In seconda media giocavo con dei boa, animali tanto tranquilli da essere persino noiosi.
Certo come tutti se gli si rompono le scatole reagiscono, ma in genere sono da reputarsi fra gli animali sfaticati: piuttosto che muoversi si fanno calpestare persino dalle loro prede. La domanda che mi sorge spontanea e la seguente: come fa a destare tutta questa preoccupazione un animale il cui scopo di vita sembrerebbe quello di ronfare allegramente?
Non ho la più pallida idea se nelle scene seguenti si ravvedevano sulla pericolosità del mite animale, così come do per scontato che una persona che si gira vede un rettile e lo identifica correttamente come boa, sia perfettamente conoscenza delle sue abitudini miti.
Ancora una volta appare chiaro che in Italia continuiamo a giocare, un giorno o l'altro potremmo scoprire che gli altri NON stanno giocando.
Così come potremmo scoprire che importiamo serie televisive da mezzo mondo ma i nostri programmi ripresi con una piattezza di luci dilettantesca, bizzarre affermazioni come questa, trame piatte e nuovi attori allo sbaraglio non possono certo competere con chi fa sul serio.
2 commenti:
applausi!
Parole sante!
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