lunedì, agosto 18, 2025

storie di compiuteri 1

 


 

Nel 2010 circa ricevo una strana telefonata.
Un tizio che non conoscevo mi intima di fornire "IL programma dei fax", in maniera perentoria, e io casco dalla pianta.

Dopo qualche domanda su dove, quando e perche', capisco cosa vuole.

Premessa:

Intorno al 1992  nei momenti liberi anziche' andare in disco come i miei coetanei pischielli facevo da consulente per un azienda che, di fatto, potete immaginarla come grossista (e' piu' complicata, ma chissene).

All'epoca i modem in italia, la posta elettronica e tutte quelle robe li non erano diffuse, al grido di
"il compuitero non serve, ci abbimmmo il latino e ci apre a mente groosssa!" venivano evitate come malattie varie.
nessuno lo usava anche se era assolutamente necessario in quel contesto.

Cosi' i soci/compratori mandavano gli ordini via fax e quando la segretaria finiva di introdurli a manina (con tutti i problemi del caso) stampava tutto su carta a lettura facilitata e si metteva al fax ad inviarli.
5/7 minuti per ordine.
Nei giorni peggiori anche 200 ordini, 16 ore di invio.
Per limitar la cosa presero un costosissimo fax con memoria astrale che non costringeva la poveretta a stare davanti durante l'invio, grazie alla (costosissima) memoria, essendo differito dall'introduzione dei fogli in scansione, ma di fatto ci metteva qualche ora frammentata in molti giri (la memoria era quello che era).
In pratica il compito di una delle impiegate era prevalentemente mandare fax e facevano sempre fatica a fare cose di base.
Infatti nei giorni "normali" la conferma dell'ordine arrivava spesso entro la notte o la mattina successiva, nei giorni caldi, tipicamente dicembre, non si mettevano neppure ad inviarne una parte con problemi enormi su cio' che veniva consegnato o meno (le merci non sono infinite).
Errori d'invio regolari completavano l'opera.

La cosa era una delle solite "ma facciamo cosi' da sempre"

Ad un certo punto chiedo all'azienda del mainframe perché caspita non sparino direttamente il fax, del resto sarebbe una passeggiata.
La risposta fu che era impossibile fare una cosa cosi'.
IMPOSSIBILE.
Dopo una feroce discussione, del resto sapete che non sono una che non le manda a dire, riesco ad ottenere sia l'invio del file di stampa degli ordini oltre che alla stampante ad un floppy  (mesi dopo ad un pc direttamente).
Altra feroce discussione e mi assicuro l'uso esclusivo di un pc molto bolso presente in azienda.

Piu' che alto a dimostrazione di cosa e' "impossibile"


 

Il pc bolso era un siemens 386SX con una scheda modem che avevo aggiunto (quelle vere, non i winmodem del razzo, "win" in un HW vuol dire brutto).
Con un turbopascuale compilo un accrocchio che prendeva le decine di  TXT (testi) e  metteva un attimo in ordine quel delirio per farlo entrare un un 80 colonne (anziche' 210) dividendolo per pagine, togliendo i comandi della stampa e producendo un .bat che chiamava il programmino di serie con il modem per sparare decine di fax ai numeri giusti TXT per TXT.
Una cosa che genera banalita' come "manda.exe 02-123456789 pippo54.txt"

-zero tempi di segretaria (costi)
-Migliore lettura dei fogli spesso "sporchi" scritti in piccolo (venivano ridotti per stare sull'A4) e formattati male.
-Grandissimo risparmio dei tempi d'invio (aka bolletta) per via della pulizia estetica di un file sintetico rispetto ad una carta grigina.
 

Con l'ingrandirsi della societa' arrivo' comunque a metterci l'intera giornata a spedire i fax.

Con l'arrivo degli ordini via PC con un comodo programma verticale gli utenti continuarono a gradire questo invio, ben formaGGiato e senza dover fare una seconda connessione per scaricare l'ordine in locale e tentare di stampalo (harg difficile, il "tasto stampa" non e'  insegnato nei poemi di catullo e la nostra mente essendo aperta il vento ha portato via tutto).

Anni dopo, forse era il 96, vengo contattato da un animale che mi ordina di rimettere in funzione il fax.
ORDINA, "lei DEVE"
Ora capisco che io dovrei sapere cosa cavolo e' "il fax".

Dopo interlocuzione capisco e chiede se hanno cambiato il sistema di stampa ordini.
Ovviamente si.
Mi chiede di sistemarlo comunque.
Faccio notare
1) se non mi dai un file io non posso farci un ciuffolo
2) in base a quello devo capire se rifare il programmillo da zero e con quali costi.

Alla parola "costi" e' svanito in 3 secondi, altro che le lambo.

Pensavo che la cosa fosse finita, del resto le le mail erano abbastanza diffuse e anche un bidone di una azienda informatica pessima e' in grado di inviare mail.

Probabilmente hanno rimesso il modulo di stampa precedente.

Cosi' torniamo nel 2010 dell'inizio, o quello che era, e la telefonata bizzarra

La societa' nel frattempo era stata rilevata, e fallita un paio di volte e ora... ha smesso di colpo nel mandare i fax di conferma d'ordine.

Cerco di capire a cosa si riferisce, del resto era un lavoretto da giovinastro, poco piu' di un batch da utente, ma pare che nessuno capisca come la societa' riuscisse ad inviare i fax, non gli utenti, non i consulenti informatici, non i guru.
Solo chiamando un vecchio impiegato era riuscito a capire che io ci azzeccavo qualcosa ed era riuscito con qualche telefonata a trovare il mio numero di telefono.

con qualche domanda capisco cosa e' successo:

Un giorno in odore di ristrutturazione il grande geGnio decise di buttare tutti i vecchi PC, compreso un vecchio bidone 386sx16 con 1GB di ram tutto ingiallito, bidone gia' alla sua epoca, che ovviamente non faceva girare "cosa preferita ultima versione".

Dopo 2 giorni che la societa' non inviava piu' fax di conferma ai clienti cominciarono a capire di avere un problema con la tempesta di telefonate che infuriava.

Solo dopo attente analisi di un consultate piu' sveglio degli altri capirono che era "un programma esterno".

Ad una settimana razionalizzarono, chiedendolo ad una segretaria che non lavorava piu' da oltre 5 anni, impegnata a fare la mamma, che era nel PC buttato.
Ormai in discarica.

Per 20 anni nessuno si e' mai chiesto nulla.

Ovviamente volevano una copia del programma GRATIS che funzionasse su un PC NUOVO con XP senza modem, senza il programma di quel modem eccetera.

Quello che era un accrocchio funzionate sfruttando bene il mistico manuale d'istruzione del modem 2400 baud (9600 fax) sotto un pessimo MS dos 3.x era durato piu' della societa' stessa.

 La cosa ridicola che oggi per fare lo stesso occorrerebbero una carrettata di librerie e menate, all'epoca bastava un programmino che di fatto scriveva un testo e mandava 4 lettere "ATDP" e il numero di telefono ad un modem in seriale.
Tutto era facile e stabile, perche' era tutto progettato cosi'.
I PC erano eterni, non si intasavano di polvere solo a guardarli, non dovevi buttare tutto ogni 5 anni perche' MS ha deciso cosi'.

Quel PC ha vissuto senza un gruppo di continuita', con il monitor spento, con il suo SW, con utonti che cercavano di giocarci al solitario (sul monitoro solo 2 timer e gli out de turbopasquale quando faceva le conversioni) spenti e accesi a caso tanto che misero un cartello "lasciare acceso" perche' nessuno sapeva cosa fosse e cosa servisse, la vera black box...

Eppure ha lavorato per 20 anni dimostrando il paradigma KISS, "Keep It Simple & Stupid", ossia «lascialo semplice & stupido».

 

 

lunedì, agosto 11, 2025

a-style

 


 

 a-style e' il tipico esempio del fatto che il mercato e' fattualmente una massa di scimmie.

Lo ha detto stellantis con la stelvio: 
se stai comprando quasi 100K di furgone tamarro  da gelato in fronte sei stolto, quindi sceglierai il nostro in quanto ti regaliamo 300E di monopatittino!

Lo ha detto VW:
Se compri un veicolo prenderai in nostro perche' se lo sbatti in giardino lo noteranno tutti perche' chiassoso, evidentemente brutto ed enorme. 
Perche', per il compratore VW/audi di furgoncini, l'importante e' mostrare il nuovo acquisto di medda e non passare inosservati.



 


Tutto nasce da un logo, come tante cose 
Un logo di medda come quelli che inventi con i tuoi amici, come le invenzioni strane come preparare il te alla temperatura perfetta o alla cannuccia raffrescante per la cola.


il logo e' ben pensato,  usando la prima lettera dell'alfabeto in un'immagine riconoscibile per il significato fintamente nascosto che allude a un atto sessuale
Piu' sembra nascosto, ovvero piu' uno è tardo di immaginazione, piu sembra una rivelazione.

l logo A-style guadagnò visibilità quando il fondatore lordo'  con migliaia di adesivi i pali dei semafori e le palina in genere di Milano e provincia suscitando curiosità  nel maranza tipo che alla centesima immagine mentre sgasava con il 50tino elaborato arrivava all'epifania ormonale.
Mentre lordava altri capoluoghi, la popolarità ottenuta dalla pubblicita' lordativa ottenuta, a costo bassissimo per non aver pagato le tasse ed aumentato i costi allo stato,  Marco Bruns inizio' la produzione delle prime T-shirt nel 2000/2001
Anche questa, oltre che essere irrispettosa, e' evasione.

inutile dire che  Bruns preferisce parlare di "movimento artistico" o "street art", altrimenti il comune di milano, se si fosse svegliato, potreva richiedere qualche milioncino di euretti di danni. Ma l'arte, qualunque cosa voglia dire, per il latinista e' sacra. Anche quando e' un semplice arraffare, basta la parola, Falqui.

Inutile dire che il maranza ad alta tamarritudine ne fu estasiato.

Il boom era consistente e ovviamente le richieste furono immediatamente ai vertici.

Il problema di questa situazione e' che se sei impreparato possono essere problemi.

Cosi' da subito in licenza il logo a Simone Sidoti della finesse e comincia un boom che ha il culmine sfolgorante intorno al 2004-2005

Dopo le t-shirt e la linea di abbigliamento, caschi, gioiellini, e altre maranzate come delle borse e orologi.”

Il fatturato esplode, si narra di essere arrivati a 200 milioni di euro con ricarichi spaventosi, visto che poi il grosso e' fatto da misere T-shirt vendute a 30 volte il prezzo per il solo logo (dovrebbero spiegarlo ad AGOM che il logo e' il prezzo)

E' anche ipotizzabile, per una serie di ragioni fra cui la pesante sponsorizzazione rapportata al fatturato, di un botto di nero


 

Mentre tutto sembra andare benone e il fatturato pompa sempre piu' tutto si pianta di colpo.

 Del resto  Il brand A-Style e' un marchio vuoto, non ha uno stile proprio, vende jeans, t-shirt assolutamente identici a quelli delle bancarelle, senza nessuna aggiunta significativa che non il logo.
Puoi farlo se sei un brand TOP che ha un suo stile, vedi i tamarri che vanno in giro con le mutande a vista o le magliette della salute usate come t-shirt, ma non puoi farlo un no-logo.


Certamente il tarro che vuole sganciarsi dai vestiti di mamma lo vede come anticonformismo e se particolarmente immaturo gli sembra di infrangere dei tabù.

Poi succedono 2 cose. 
Dopo 5 anni il tarro va a portare i secchi in cantiere 
La generazione dopo vede quella roba come vecchia.

Il perche' e' banale, ti sembra di essere trasgressivo se sei l'unico a mettere la pecorina sulla maglietta, esattamente come la generazione di tuo nonno andava in giro con il catenone d'oro e quella dopo del moncler.
Ma se lo fanno in tanti non e' piu' trasgressione, e' uniformazione, che ci sta bene quando e' "accettabile" come un SUV, il catenone al collo odierno, ma quando e' "aoh te prendo a la percorì" non e' piu' tanto "accettabile" e i colleghi di badile ti prendono in giro.

Cosi' passata la generazione di tamarri 15enni che hanno fatto il successo del brand, il brand ha cominciato a discendere. 

 Quando tutto si pianta iniziano i problemi e le criticita' che erano chiodi mal messi nel momento duro partono come se fossero proiettili e fanno male.

Dovete sapere una cosa: nel tessile le cose piu' turpi si fanno in toscana (ci sono interi libri che lo raccontano, alcuni divertenti), ma alle volte le cose partono dalla parte sud dell’Emilia Romagna (siam sulla carta comunisti, ma amiamo tanto evadere) e finiscono fattivamente come produzione nel sud piu' a nord. Al massimo in puglia, ma solitamente si ferma nelle marche, l'evasione di Montappone (1500 anime che evadono come una metropoli) e' zona mitologica nei racconti degli imprenditori, suscitando ilarita' per quantita' e persistenza.
Poi mi vendono a dire che non si sa chi evade. Suvvia, non diciamo castronerie, son cose tanto note da esser barzellette.

Quando vuoi fare nero e' ovvio che ti devi appoggiare a questi tizi che producono con niente e  conoscono modi per farti avere il necessario.
Il problema e' duplice. 

Il primo e' che la produzione lo fanno a poco prezzo perche' poi prenderanno il tuo modello e sulla commessa di 1000 pezzi ne produrranno 2000 vendendoli per i fatti loro in nero
Se sei stato abbastanza furbo di usare un tessuto esclusivo si vedra' una differenza, ma se fai come molti stilisti avrai il mercato inondato di fake identici.
Puoi avvisare quanto vuoi, decine di volte Intai di Armani che non e' furbo dare la produzione a chi costa troppo poco, salvo poi, venendo giu' dal pero,  vederli arrabbiarsi con chi aveva avvisato (coglio...)  e "non capire" perche' addirittura riescono ad uscire i fake prima di quelli ufficiali che, oltretutto, sono fatti malissimo; i ladri non sono bravi imprenditori. 
Del resto l'italiano e' ladro.

Il secondo e' che se chiedi di fare nero al fornitore ti sei messo gia' da solo nelle mani di un ladro, sperando che rubi con te e non contro di te
Uno che fa nero ha gia' mano d'opera nera e venditori neri che permettono di fare quello che fa (ricordate come si fa il nero, vero?)
Sperare che sulla produzione di 1000 pezzi ufficiali, 2000 concordati, non divengano 4000 reali e' solo una pia illusione, soprattutto se il prodotto non ha particolarita' alcuna.

Al calo di vendite feroci probabilmente hanno notato che le felpine da 5E che vedevano indossate erano un pochino troppe e rescinde il contratto ma, ovviamente, continuano a produrne (come spesso accade, in toscana possono andare avanti 50 anni scordandosi persino come era fatto in origine).
Del resto ha piu' appeal di una maglietta completamente bianca. 

Cosi' gli ex collaboratori vanno in tribunale, Bruns sostiene che la Fin.esse, nonostante fosse stato rescisso il contratto, continuava a produrre merce e a venderla sui mercati. 
Accusa che la difesa dell'azienda locale rigetta completamente sostenendo, tra l'altro, che la merce sequestrata era in magazzino ed era stata prodotta quando il contratto di licenza era ancora in vigore tra le parti, del resto se hanno  venduto in nero non ci sono prove che la produzione sia recente.

non si sa come va a finire, quello che si sa e' che Simone Sidoti è agli arresti domiciliari per associazione a delinquere in altra roba.

Oggi il fatturato di A.style e'  € 2.000 (2019) 

Rimane una potente dimostrazione che non conta il prodotto, alla fine erano prodotti primo prezzo assolutamente banali, ma il consumatore puo' essere disposto a spendere cifre consistenti essendo di fatto ignorante.
Sottolinea che se hai successo perche' pensi di essere furbo puo' anche andarti bene, ma, una volta finito l'Hype, e' facile schiantarti a terra se il prodotto non ha motivazioni di vendita che siano trasversali.

 

lunedì, agosto 04, 2025

solare a Trino




 Photo: l'impianto.

l parco solare ha una potenza di circa 87 MW e produrrà circa 130 GWh ogni anno
 è integrato a un sistema di accumulo di batterie agli ioni di litio (why litio?) con una potenza di 25 MW e una capacità di accumulo pari a 100 MWh

 la foto sopra ci da l'idea della dimensione ENORME, chilometrica, solo se vediamo gli altissimi condensatori a camino da un altro lato

 


 


Questa vicenda ci permette di avere anche chiaro il costo del solare e del nucleare come ordine di grandezza.

Il nucleare produceva a regime circa 2TWh annui di baseload, in 10,6 anni consumò 4,6 tonnellate di uranio producendo 26 TWh di energia elettrica e occupando il piccolo spazio che vedete in foto.

Fu demolito praticamente da nuovo per ragioni politiche, ci sono affari simili ancora in funzione, diluendo di fatto i costi di costruzione.
Si puo' dire di fatto che una centrale nucleare gira tranquillamente oltre mezzo secolo, le piu' recenti vengono spacciate per avere vite operative maggiori.

L'impianto solare che lo sostituisce e' fatto da 160mila pannelli motorizzati e batterie per evitare di andare a produrre solamente durante il giorno.

 

Per ogni pannello abbiamo una staffa motorizzata e tarata singolarmente, aumenta notevolmente il rendimento, pur sembrando solo monoassiale (una medda), spara i costi in orbita. 

occupa 1.3Km2, per chi e' abituato ai metri quadrati sono 1 300 000 (un milione e 300mila)

costo della generazione?
94 milioni di euro, di cui 15 milioni per i muratori per la posa dei 171.948 moduli fotovoltaici.
Come era la cosa che i pannelli costano sempre meno?
Chissenefrega possiamo dirlo?

Costo delle batterie?
Come al solito non e' dato sapere, ad occhio viste le 1000T di batterie non dovrebbe costare meno di 70-100 milioni.
Batterie che, viste le dimensioni piccolissime, possono traslare circa 1/3 del prodotto medio da un orario all'altro.
OVVERO quando leggete che risparmieranno CO2 e metano a manetta e' sempre "per finta" visto che occorre sempre una sorgente che butta metano per sorreggere la giornata storta.
Le batterie servono per spostare il grosso della produzione che dura 4 ore, 6 con le code asfittiche e farle diventare 8-9 piu' costanti.
In estate o giu' di li.
In inverno continuera' a rimanere quasi spenta, pur guadagnando qualcosa rispetto al solito (1/5 della produzione) per via dei motori.

Possiamo buttare metano con rendimenti pessimi (turbogas) o rimanendo a buttare metano a 600C, non cambia la sostanza i numeri di CO2 sono ampiamente una presa per il... naso.

Tenete conto che a Trino un campo molto economico non edificabile di 30.000m2 costa 60KE, con una  interferenza abbiamo che solo di superficie, se non fosse "regalata" costerebbe 2-5 milioni di euro.

Comunque facciamo finta per un secondo che la media sia costante (buhahaha!) e abbiamo:

205 milioni  e 1.3 km2 per produrre 0,13TWh, ma dopo pochi anni le batterie saranno sfondate (ricordiamo che fanno praticamente un ciclo al giorno per mesi), gli inseguitori pur essendo molto minimal si devono muovere tutti i giorni, con qualunque temperatura, per decenni basta veramente niente (animali, metalli diversi, lubrificazione, cavi irrigiditi, salcaxx) per avere problemi.
Di fatto dopo 5-10 anni andranno incontro a pesante manutenzione.
Facendo le proporzioni 15 volte meno dell'impianto nucleare, ovvero ci vorrebbero oltre 3 miliardi e 20 Km2 di spazi per fare la stessa produzione lorda.

Gli spazi, gia'.
Pare che in cambio del piantare qualche alberello gli spazi siano stati dati praticamente gratis.
Capisco veramente, per una volta, le bestemmie dei coltivatori che devono pagare la terra e al solare viene regalata o quasi.
Pero' le cose hanno un costo, se viene levato spazio piano altri pagheranno quei costi,  es i contadini o le industrie, il costo dalla bolletta finisce altrove in maniera perniciosa sul pomodoro, sullo stipendio o sull'affitto.

Prima o poi il solare dovra' diventare adulto e pagarsi le sue paturnie.

Giusto per avere un idea visto che molti paragonarono il santo solare con carissimo nucleare, va a capire perche' paragonare cose cosi' diverse, vediamo 2 numeri.

ogni GW  di capacità nucleare  costano tra i 2 e i 10 miliardi, prevalentemente il delta e' un prezzo dato da dimensione e soprattutto politica. 
Il fatto di fermare la costruzione per ragioni poLLitiche fa si che sia un investimento rischioso con rientri incerti sia come tempi che come fattibibilita'.
Ovvero il finto green, con giravolte poLLitche ha un costo di MILIARDI anche sul nucleare.

Un GW di nucleare produce poco meno di 10TWh  con un prezzo, se si fa con decisione, grossomodo di 5 miliardi.
Ovvero un centrale "normale" da 2-2,5GW produce quasi 20TWh di energia con circa 10 miliardi di spesa.

Per il solare la cosa e' piu' complessa.
Per arrivare con le stesse cose di un impianto nucleare tipo, con le cameristiche di dell'impianto solare di Trino, ovvero che non muore alla prima nuvola, parliamo di 32 miliardi.... MA:

1) 200 Km^2, come dire... la superficie totale delle pianure in Sicilia ammonta a circa 3640 km2, quelle idonee saranno un terzo (non vanno bene a nord dei rilievi), tolte le strade e le citta', potremmo dire che disboscando brutalmente con una enorme cementificazione di 1/5 della sicilia ci riusciamo di certo. Pero' questo causa:
2) quando aggredisci cosi' il mercato le risorse diventano contese, scordati di asfaltare tutta quella roba con solo qualche decina di miliardi. Mano a mano che copri superficie o la comperi dallo stato, se ne nessuno e' stolto, costera' cifre sempre piu' alte.
3) altri costi arrivano dall'interconnessione che sarebbe complessa ed estesa, difficile immaginare un campo unico largo 2Km e lungo 100Km senza in mezzo nulla, e senza fare passaggi per le persone che non debbono essere costrette a girare intorno a questo coso, no?

diciamo che se ci riesci con meno 50 miliardi sei bravissimo.

Uno direbbe 50 miliardi contro  10 miliardi.
Ma non e' finita.
Se e' vero che la manutenzione di una nucleare necessita di strumenti costosi, i ricambi costano uno sfacelo e i lavoratori sono super pagati, mentre dall'altro sono per lo piu' animali con la scopa in mano vi ricordo una cosetta:
Stiamo parlando di un incubo con 25 milioni di pannelli e una collina di batterie.
25 milioni di pannelli, 100 milioni di connessioni, 100 milioni di tratte, 25 milioni di motori che ogni giorno per 30 anni fanno un ciclo, 275 miliardi di cicli.
Un cavo fissato male, un topo che rosicchia (siamo all'aperto, che ti credi?), un guasto...

Giusto per avere un'idea: se un pannello-motore-connessione avesse una vita media fra i guasti pari a 50 anni, non ci credo neppure se lo vedo, ogni anno vanno riparati 500.000 pannelli motorizzati.
Anche se basta una coppia di professionisti per squadra, serve un furgone,ricambi ecc.
Se ci mette un ora a trovare il guasto (stiamo sempre parlando di una struttura grande come una provincia) e un ora a sostituirlo e tararlo servono sempre 420 squadre:
1000 persone (3 milioni annui di stipendi)
420 furgoni (se li cambi ogni 10 anni un milioncino annuo)
+ricambi e strumenti.
Poi devi pulirli, diciamo almeno una volta ogni 3 anni, ovvero devi pulire 8 milioni di pannelli annui.
Mettiamo che con le spazzole a pressione e un trattore riesci a farne uno ogni 3 minuti (ricordiamoci le dimensioni, devi arrivarci) ti servono
20 stipendi
20 trattori
20 rimorchi
+usura delle spazzole rotanti e menate.
100K per te diverrà un unita' di misura, roba da pezzenti.

Ma non e' finita.
Le batterie al litio se usate tutti i giorni, beh in 30 anni le cambi almeno 4-5 volte. I costi di manutenzione e pulizia pannelli ti sembreranno briciole.

Colpo finale, della strega, l'energia prodotta dal solare ha meno valore di quella di un baseload, non puoi venderla allo stesso prezzo, soprattutto se hai necessita'.
Se le metriche sono quelle

L'industria nucleare ha dei costi mostruosi.
Ma nessuno nega la cosa, perche' a braccetto hai una produzione altrettanto cicciona.

Quando pero' scali l'industria solare non e' piu' il pannellino di medda per caricare il citofono-videogioco

Ma una cosa ha costi piu' grandi di fare un ponte sul fiume: cercarlo di fare con il Lego.
Perche' il lego "standard" costa davvero poco, con 50E quelli cinesi ti danno degli scatoloni pieni e ci puoi costruire una botta di roba.
Ma quando scali di dimensione e devi fare un manufatto grande come una casa (vedi James May...) le cose diventano piu' complicate e costose e il lego non e' piu' tanto economico come sembrava.

Alla fine ricordiamo cosa e' una vera centrale elettrica solare, non quei giocattoli che servono solo a sballare la rete italiani:
Un enorme macchina, concettualemtne semplice, montata all'aperto da muratori fatta da milioni di pezzi.

Se vi e' cara l'idea "quello che non c'e' non si puo' rompere", ecco, qui esiste tanta roba montata in mezzo al prato dove fare errori e' semplice e basta che passi un topo o un uccello e puo' fare danni non da ridere.