lunedì, ottobre 09, 2017

in sardegna si drogano

Ho letto che c'è stata una conferenza tutta eccitata per un impiantito solare. 
Siccome uno dei nomi erano noto per essere ignorante sono andato subito vedere di cosa si trattava.


L'impianto solare in questione viene considerato ibrido semplicemente perché due impianti solari sono stati messi insieme: un classico fotovoltaico e, a mezzo kilometro di distanza, un impianto termico solare.

In tutto questo non mi sembra ci sia da strapparsi i capelli, ma vedremo che anche un'altra particolarità alquanto bizzarra. Non mi sembra che si possa in qualsiasi maniera definire come in conferenza sperimentale. 
Parliamoci chiaro, qua di sperimentale non vi è nulla. 
La sperimentazione si fa in campi in cui non si conosce risultato per poter, appunto, sperimentale ciò che non si conosce correttamente.
Andiamo conoscere l'impianto.

Il bidone ha una potenza elettrica complessiva di 1 MW di targa



La sezione da 400 kWp sfrutta il principio della conversione fotovoltaica, tramite celle multi-giunzione ad alta efficienza abbinate a lenti Fresnel. 
Quale sia il rendimento non e' dato sapere

Bisogna anche ricordare una cosa ben precisa: non solo un sistema del genere necessita un puntamento molto preciso ma le lenti tagliate incrementano la precisione necessaria. 
Ogni pannello avrà quindi un inseguitore motorizzato che deve essere di grandissima precisione e ogni pannello deve essere tarato singolarmente. 
Negli anni ogni staratura deve essere compensata singolarmente. 
Questo il motivo per cui di pannelli a concentrazione fatti in piano non ce ne sono molti. A ulteriore nocumento bisogna ricordare che il panino complessivo fatto dal pannello solare, lo spazio necessario la focalizzazione, la lente e il vetro che va a proteggere la lente stessa che altrimenti diverrebbe immediato ricettacolo di polvere per via delle scanalature diviene con un peso e una coppia risultante abbastanza importante. 
In pratica una vela che deve essere mantenuta in posizione con scarti decimali.


Questa sezione dell’impianto ibrido è dotata di una batteria con autonomia di un’ora.
Anche in questo caso nonostante ci siano almeno 12.000 risultati sul nostro motore di ricerca nessuno dice con quale tecnologia quale rendimento
Andando per logica, stiamo parlando di un impianto statico in cui il peso non c'interessa minimamente, parleremo probabilmente di un impianto fatto con delle batterie al piombo e relativa elettronica in ingresso e di uscita.
Può sembrare banale ma una volta che le batterie hanno sopperito alla nuvola di passaggio può durare anche più di un paio di minuti vanno ricaricate e questo comunque necessita di grandi quantità di energia provenienti dall'impianto stesso.

Non bisogna dimenticare che l'insieme del caricabatterie, batteria, survoltore di uscita porta con sé un abbassamento del rendimento che può arrivare a sfiorare il 50%.
Inoltre le nuvole sono un fenomeno piuttosto diffuso e un parco batterie dopo 300 cicli è da buttare. Tenuto conto che in tutte le stagioni abbiamo delle nuvole di passaggio possiamo tranquillamente affermare che quel parco batterie se riesce da raggiungere l'anno e' gran festa.

La manutenzione della parte fotovoltaica e relativo sistema di accumulo prenderà questa parte dell'impianto assolutamente sconveniente dal punto di vista economico poiché ogni anno richiederà ingenti quantità di danaro per la manutenzione in particolare dal secondo anno.
Anche su questi costi di gestione e' silenzio assoluto 





La sezione da 600 kWp invece, è costituita da un campo di concentratori solari lineari che focalizzano la radiazione solare su un tubo ricevitore posizionato a qualche metro sopra il loro piano.

Nel tubo ricevitore, prodotto dall’italiana Archimede Solar Energy, scorre un olio.

In pratica stiamo vedendo la versione arcaica di molte centrali che esistono in giro per il pianeta, ad oggi dovrebbero essere circa 200, il primo impianto fatto esattamente così con le stesse componenti è targato 2001 è è stato realizzato in Sicilia. Di tali impianti ne abbiamo parlato gia' a lungo.

Il fluido che viene riscaldato e accumulato in un sistema con un serbatoio, che permette un’autonomia della sezione 5 ore di produzione elettrica a pieno carico, anche in assenza di sole.

Sarebbe una bella idea per la nuvola di passaggio ma bisogna anche ricordare che come tutte le cose esiste un premio da pagare. 
Immaginando pure che la sezione delle turbine abbia meno potenza di quella prodotta dall'impianto solare, comunque sarà necessario attendere per entrare in produzione almeno cinque ore dopo il sorgere del sole. Bisogna infatti ricordare la banalità che quando il sole sorge la potenza dell'impianto non sarà certo su culmine. 
L'effetto benefico è il poter proseguire la produzione anche dopo il picco massimo.

In pratica succederà questo
Alla mattina l'impianto rimarrà sostanzialmente spento nonostante il sole già alto.
Durante la giornata avremo una produzione abbastanza lineare soprattutto dopo il mezzogiorno e nonostante qualche nuvoletta di passaggio.
Alla sera avremo il vantaggio di avere una coda di produzione che sarà in base al tipo di giornata fino a un massimo di 3/4 ore probabilmente ottenute solo durante l'estate.
In caso non ci siano le condizioni ottimali per entrare a regime l'accensione dell'impianto non avverrà proprio perché l'inerzia lo costringerà a stare fermo o funzionare a signiozzo senza accumulo. Probabilmente una parte delle giornate invernali potrebbero lasciar fermo il giocattolo.

Alla fine della fiera sono due impianti con due tipologie di accumulo per evitare saliscendi da otto volante tipici degli impianti solari. Rimane comunque una curva giornaliera e una curva stagionale.

Quanto producano questi impianti non è dato sapere. 

Nonostante 
i 20 comunicati stampa, 
i TG, 
 i 50 articoli di giornale locale 
e qualche articolo nazionale 
nessuno ha detto quanto ci si aspetta che produca questo abominio lungo 6 (SEI) km.
Possiamo andare solo naso ipotizzando che per via dell'inseguimento riusciamo guadagnare qualcosa di più di un impianto fisso ma che parte di questo guadagno ce lo fumiamo per i sistemi di accumulo che sono piuttosto pesanti. 
Visto che ci troviamo più o meno metà Italia possiamo ipotizzare una produzione di circa 1.5GWh avendo 1MWp.Poi vedremo che anche fosse molto di piu' non cambierebbe molto.

La vera questione è quanto costa questo oggetto: 12.000.000 di euro. Il progetto è stato realizzato dall’ENAS e finanziato dall’Assessorato dell’Industria (10 milioni di euro) e dall’Assessorato dei Lavori Pubblici (2 milioni di euro). 

WOW. sono tanti soldi.

Nel 2016 il costo medio MWh e' stato di 44E. Fonte GSE

In soldoni vuol dire che l'impianto produce circa 66.000E annui di energia elettrica.

Praticamente andiamo pagare il costo di una centrale a petrolio, il carburante necessario per un totale di 300 anni.

Dopo di che il nostro impianto andrebbe in pareggio.
Peccato che i tubi pieni di olio sono garantiti 25 anni e dubito fortemente che gli inseguitori, che sono meccanici, possano sopportare trecento anni in cui tutti i giorni vanno avanti indietro. Non parliamo poi delle batterie che saranno da sostituire una volta all'anno con un esborso non lontano dal costo dell'energia transitata.

In pratica possiamo tranquillamente affermare che una centrale fatta così del costo di 12.000.000 di euro è semplicemente da gelato in fronte.

Giusto per capire, razionalizzare, la potenza che è in grado di generare questa cosa nell'arco dell'anno vorrei mostrare un oggettino che ne produce il doppio.




Basterebbe connetterci un generatore dal costo di qualche 1000$ per generare anche durante i picchi.
Ora vediamo i politici invece cosa ne pensano di un oggetto che produce come un motore auto del 1969, e dal costo praticamente inesistente, quando vanno pagarlo 12.000.000 di euro

Cosa dicono i poLLitici?


Si tratta di un impianto sperimentale importante perché è un esempio di ciò che si può fare con lo sviluppo di smart grid all’interno delle aree industriali

Ora verrebbe dire che la questione con lo smart grid c'azzecca come i cavoli a merenda. Non abbiamo fatto nessuna griglia né tantomeno quest'ultima ha una qualche intelligenza governata da produzione e richiesta. Però il politico consumato sa che esistono delle parolacce da utilizzare a sproposito. Oppure e' un becero ignorante.


Il nostro obiettivo è rendere attrattive le zone a vocazione imprenditoriale come quella di Ottana, dove è nostro intento, e l’inaugurazione dell’impianto di oggi ne è una prova, creare infrastrutture per consentire una ripresa produttiva, a partire da settori quali l’agroalimentare e soprattutto quelli alternativi al vecchio modello industriale.

Non sappiamo quale sia il futuro, parliamo del passato, diciamo che gli imprenditori (ormai tutti morti dopo averli vessati) tutto sommato non erano cattivi perché con la loro scomparsa gli operai sono a spasso. In una parola sono una stupida e non so cosa sto dicendo.

Il messaggio che parte da Ottana è chiaro: dal Centro Sardegna si può ripartire con esempi di infrastrutture che puntano all’innovazione e alla ricerca.

Mi scusi signora, io sinceramente non riesco a capire cosa intenda con la parola ricerca.
Ricerca non consiste nell'acquistare oggetti più o meno sperimentati in maniera esaustiva per più di vent'anni, assemblarli alla benemeglio e ottenendo risultati bizzarri.
il messaggio e' chiaro: non capiamo un piffero.

È la strada che stiamo tracciando grazie al Piano Energetico regionale che sta cambiando il modello energetico della Sardegna, dall’energia per l’energia all’energia che serve, sia per le imprese che per i cittadini, con lo sguardo rivolto anche alla salvaguardia dell’ambiente e alla riduzione delle emissioni associate ai consumi.

Cara aluatta Maria Grazia Piras, io lo so che dentro di le si agita un grillino.
Mi dispiace con i proclami non si può fare nulla.
Questo impianto non crea energia per le imprese, crea energia dalle commesse.

Se il costo dell'impianto fosse giustamente introdotto in bolletta, e spero che non sia così che non ci sia il fatto che metà dell'impianto lo paghi il povero operaio attraverso il GSE, la corrente elettrica generata da questo bidone costa così tanto da mandare in fallimento chiunque lo utilizzi.

Cara scimmietta, provi ad immaginare se una famiglia possa spendere 20.000 euro di energia elettrica all'anno o un'azienda vedersi arrivare una bolletta elettrica superiore al fatturato annuo.
Non penso che questo oggetto possa servire ai cittadini ne tanto meno alle aziende ma neppure all'ambiente perché nulla è stato detto di quest'ultimo.
Lei signora, mi scusi non è possibile con le porcherie che le ha detto che possa essere tale, con il piano energetico regionale ha già detto un sacco di minchiate
Per cortesia, vada a casa dove, davanti alla sua telenovela preferita, non farà questi danni.
Sarebbe anche da chiedere come cavolo sia finita una tale persona a fare l'assessore all'industria se del mondo industriale lei, in tutta evidenza, non capisce nulla.

Appena un idiota ha chiuso la bocca un altro è così felice che vuole donare altri soldi:

Nell’ambito del raggiungimento dell’autosufficienza energetica, l’ENAS porterà avanti il completamento degli impianti a Ottana, un progetto suddiviso in quattro lotti per una spesa complessiva di 59 milioni di euro

Evidentemente l’assessore dei Lavori Pubblici, Edoardo Balzarini Si droga forte.
Poi dice:

Un programma di interventi che, tra l’altro, porterà rilevanti cadute economiche nel territorio compreso tra Ottana e Noragugume


Ma forse, leggendo anche altre stronzate raccontate dai vari idioti, fa sorgere il sospetto che siamo ancora nell'Italia degli anni 40.
Non è importante cosa costruiamo, alla fine stiamo costruendo un oggetto che non ha nessun senso come le famose autostrade in mezzo al nulla che non venivano neanche interconnesse alla rete viaria.
Lo scopo di tutto questo oggetto non è la produzione elettrica che, come abbiamo visto, è abbastanza scarsa.
Quello che ci interessa è spendere 59.000.000 di euro per far lavorare qualche centinaia di persone per qualche anno ottenendo così un riconoscimento nell'ambito locale come benefattore della comunità. “mii ci dato u lavvuru Eddo' “

Quella comunità in cui al massimo sono zappaterra senza una qualsivoglia specializzazione o cultura, in grado certamente di buttare il cemento necessario ad infilare quattro pali, sufficiente a costruire i locali caldaie, sufficienti ad assemblare una struttura di questo tipo che arriva da fuori con i direttori lavoro ma inadatti a entrare nel mondo del lavoro, quello vero.

Le cose serie come fare un'ottima scolarizzazione per poi avere un della gente in grado di fare, questa volta si, innovazione e sperimentazione con conseguente aumento degli stipendi e miglioramento del tessuto sociale non sono neanche prese in considerazione.

Interessa solo buttare nel cesso 59.000.000 di euro per far dimenticare che i politici locali sono delle grandi merde.

Fortuna che i 3milioni per il ciao smarmittato dei ducthi mi sembravano tanti.


1 commento:

Stefano ha detto...

A proposito di "drogati", questi dati mi sembrano un po' "strafatti":
https://www.greenme.it/informarsi/energie-rinnovabili/25607-eolico-record-germania-2017#accept

Va bene quando ti arrivano gli uragani (ma attenzione, non troppo forti senno' ti disalberano il mulinello e ti tocca metterlo in bandiera a "produzione zero"), ma farsi con delle girandole il 110% della domanda elettrica mi sembra piuttosto azzardato... anche perche' questo ti capitera' per 1 giorno, per il resto dell'anno (come si evidenzia poco dopo che l'eolico garantisce la copertura del 10% del fabbisogno annuo) ti devi attaccare ad altro, magari un po' piu' "costante" come produttivita'.
Come mai questo non lo dicono??