mercoledì, maggio 11, 2016
PECcato che esisti!
Ogni tanto conosco persone che sono “abbastanza” sicure che delle PEC inviate non siano state ricevute nonostante la PSEUDO ricevuta della PEC. Normale e gia' detto, no?
(occhio che questo post e' infinito, scritto male e noioso... come la PEC)
Succede spesso nei concorsi.
Vediamo un esempio che e' uscito dall'anonimato in quanto conosciuto in molti dettagli e analizziamolo.
Partiamo con un nome strano.
Mibact, una volta si chiamava ministero dei beni culturali.
Siccome bisognava dargli importanza hanno aggiunto dei pezzi che ovviamente facevano parte del nome, non bastava semplicemente dire che il ministero dei beni culturali si sarebbe occupato anche dell'attività culturali e/o del turismo: bisognava esplicitarlo anche nella sigla.
Nasce così il “Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo” (e della patata e della festa e della luna e di questo e di quest'altro e...).
Non si può certo continuare a chiamarlo ministero dei beni culturali, è necessario tutte le volte scrivere la manfrina altrimenti sembra che perda di qualche importanza. (sfondo: eric clapton, cocaine)
Il disastro annunciato prende corpo quando vi dico che sul ponte di comando del ministero dalla sigla impronunciabile vi è una conoscenza di questo blog che ha già dato dimostrazione di essere una persona culturalmente molto piccola: Franceschini Dario Avvocatino.
Il nostro tomo è già noto per imprese informatiche:
1-aveva fatto sito culturale destinato ai visitatori di Expo in una sola lingua parlata in un piccolo paese rurale e acceso pochi istanti prima dell'evento. La prossima volta magari il sito lo farà in dialetto napoletano per la gioia di un giapponese.
2- chiudiamo entrambi gli occhi sul portale dello stesso ministero che si chiama Italia.it (la terra dei cachi).
3- il piccolo tizio aveva sfidato il fondatore di google (proprietario di YouTube) nel definire cos'e' un video di successo. Next: insegnare ai gatti ad arrampicare.
Terzo e importante ingrediente: la PEC, immaginate uno come Franceschini cosa riesce a fare con la PEC.
Il fatto:
Lo Stato italiano decide di regalare 8.000.000 di euro, non sono tantissimi ma non sono neanche noccioline, per cercare di generare una piccola rete che, con molta fortuna, faccia da volano e riesca a far partire un pochino di quel turismo che non siamo in grado di fare.
Per complicare il ministro fornisce una casella di posta PEC. L'inizio della fine.
Partenza 7 febbraio (pubblicazione bando)
Scadenza 9 maggio 2014 (fine presentazioni)
Come già successo in tante altre occasioni la casella ha cominciato fin da subito a rifiutare parte dei messaggi. Sarebbe ora di smetterla con sta PEC? Nooooo troppo bello avere problemi.
Vediamo cosa dice il nostro caro ministero all'alba della fine 2015
In Pratica i privati hanno 3 mesi per fare un superprogetto e lo stato ANNI per decidere. Ovvero rendere vecchiume qualsiasi progetto presentato.
Nello specifico ci mettono anni 1.7 per capire che nella PEC non ci sono tutte le mail.
Questo e' il comunicato:
a) anomalie di natura informatica, per mancata recezione totale o parziale di alcune PEC, di mancata apertura c leggibilità di alcuni file contenuti nelle PEC pervenute, di non rilevabilità della firma digitale su alcuni file recanti la documentazione;
b) anomalie di carenza documentale rispetto a quanto richiesto dal bando anche in relazione alla pubblicazione sul sito del Ministero di un fac-simile predisposto dall'Amministrazione, recante l"elenco delle dichiarazioni da presentare in allegato l'istanza, non del tutto coincidente con lc dichiarazioni richieste dal bando stesso
In pratica ci stanno dicendo che per beccare 200.000 euro a cranio la gente ha mandato la PEC facendo un progetto significante costi.
Dopo secoli il bando viene ucciso e rifatto da zero. Chi se ne frega degli imprenditori.
Ma leggiamo le motivazioni per bene
anomalie di natura informatica,
"Non è colpa nostra è colpa del compiutero che cosa la cosa yabba dabba uh". Quante volte ho sentito questa stronzata.
per mancata recezione totale o parziale di alcune PEC,
Qualsiasi posta elettronica o manda completamente il messaggio o non lo manda.
La parte successiva della catena in caso di parzialità considera non terminato il lavoro avvisando il mittente.
In questo primo caso ci sarebbe da definire immediatamente illegale il sistema di posta utilizzato o almeno il gestore. Evidentemente la PEC, nella persona dei gestori autorizzati dallo stato, non sanno neppure tirar su un server di posta. Scherziamo?
Più credibile la ricezione della e-mail fallita in toto.
Questa è una cosa che capita abbastanza spesso con questa tipologia di mail fatta a metà che si chiama PEC perché il personaggio che deve ricevere non solo deve avere un secchiello abbastanza grande, avete verificato vero di averlo?, ma anche lo spazio per le varie pseudo ricevute. Finito lo spazio, fine del divertimento... e in alcuni casi non viene comunicato perche la PEC e' fatta con soft non standard ma modificati alla benemeglio.
Il ministero sostanzialmente sta decretando quello che si è sempre saputo: non è possibile sapere se la mail PEC è stata ricevuta o meno.
Le ricevute di ritorno che sono state consegnate a chi ha inviato queste e-mail descrivono semplicemente che il messaggio è giunto sul sistema dei gestori di posta: quello che è successo dopo, se sia stato regolarmente gestito e consegnato al ministero, non è dato sapere.
QUELLA e' una ricevuta di spedizione e non di ricezione come invece viene fatta passare.
In pratica si può definire tranquillamente quello che è la logica: la posta elettronica cretina (PEC) è un errore logico e siccome la logica se ne strabalta della politica la PEC va immediatamente eliminata e in tribunale deve contare come una mail qualsivoglia.
Se un ministero ha detto che non e' in grado di certificare la consegna con la PEC chi puo' farlo?
Io banale suddito?
Lo ha appena detto un ministero: la PEC non giunge a destinazione e lo fa senza darne conto.
O ha ragione il mibact, allora eliminiamo la PEC, o ha ragione la PEC: licenziamo i dirigenti del mibact ed estraiamo le mail dalla PEC in questione visto che conservano per 3 anni l'infinito e oltre.
di mancata apertura e leggibilità di alcuni file contenuti nelle PEC pervenute,
Anche qui la logica non regna padrona.
Se si fosse utilizzata una posta elettronica certificata anziché la PEC si sarebbe avuta la certezza di cosa stato inviato e in quel caso il fatto di non aprire un file è un problema del mittente e non del destinatario in caso sia corrotto.
di non rilevabilità della firma digitale su alcuni file recanti la documentazione;
Ma questa è la parte in cui ci cadono i gioielli nei calzini. Plonk!
Nel momento stesso che si usasse una posta elettronica certificata, non certo la PEC, nell'istante della spedizione l'intero pacchetto è automaticamente certificato come inviato da quella persona fisica. Il pacchetto stesso viene firmato AUTOMATICAMENTE ed è impossibile cambiare le carte in tavola.
Ovviamente usando la PEC (posta e ciccioli) e' necessario firmare... ma con quale firma digitale?
Con una delle tante incompatibili fra loro dello stato itaGliano (e allora rilasciata da chi?) o con una firma elettronica vera, riconosciuta dagli enti certificanti?
Ma non e' finita.
Il problema maggiore di questo bando e' che non sono stati specificati i tipi di file accettati poiché magari qualcuno un pochetto troppo avanti gli ha cacciato un CAD.
leggiamo cosa descrive il bando:
progetto siglato in ogni pagina e sottoscritto elettronicamente/digitalmente da parte del legale rappresentante
Come si vede è necessaria una firma multipla:
la firma su ogni pagina perché siamo ancora nell'epoca dell'ottocento,
quella digitale ma sarebbe da sapere quale delle tante prodotte dalla nostra poderosa pubblica amministrazione
e la terza che è mancante e che genera le altre due dal fatto che non si è utilizzati una posta elettronica certificata ma la PEC che non identifica il mittente.
Dal momento che il progetto va siglato in ogni pagina questo automaticamente esclude i formati digitali e obbliga i poveracci che vogliono utilizzare questi soldi per fare impresa a stampare documenti su carta, scandirli, e inviare, sostanzialmente, una foto del progetto.
Corollario di questa situazione è che un documento di due righe, poche decine di Byte, assommano dimensioni colossali di miliardi di byte sfondando la mail del ricevente se non opportunamente pensata per tempo. Dimensione Gargantua! (audio: attivazione Mawaru-Penguindrum in giapponese)
Se l'inviante è stato elegante, acculturato ed educato riceveranno un GROSSO Pdf con le pagine in ordine. Altrimenti potrebbe essere che per un documento di 200 pagine arrivino ben 200 file sparsi con tutto ciò che ne comporta.
Infine la chicca:
molte PEC hanno limiti ridicoli per gli allegati, compatibili certo per un uso da posta elettronica ma non da plico come questo.
10, 20, 30 MB sono la norma.
Un SINGOLO foglio A4 a colori in risoluzione FAX-fine (200DPI) con sfume continue non e' lontano da questi limiti, parliamo di circa 5MB.
Come sia possibile fare un concorso e mandare un intero progetto RIFOTOGRAFATO in questi miseri spazi e' un mistero.
Immagino che per un contributo di 200.000 euro il progetto medio sia un affare da 2 milioni con decine di attori. Un progetto del genere ben descritto e' fatto di planimetrie, accordi, attori&c.
Come si fa a pensare di usare una posta elettronica?
FTP, 1971, mai sentito?
Oppure stiamo aspettando di fare il trasferimento di file certificato sicuro TFCS perche' non sappiamo del sFTP?
Copia della carta di identità o del passaporto in corso di validità dei legali rappresentanti
Come vedete non si fidano ancora. La firma digitale prova in maniera inequivocabile, molto di più che una fotocopia sbiadita di un pezzo di carta, la propria identità. Ma questi signori ancora richiedono una fotografia di un pezzo di carta che può essere alterato in tutte le maniere possibili. La firma digitale richiesta e' evidentemente una itaGlianata.
dichiarazione sostitutiva della certificazione antimafia
In pratica questi vogliono che uno scriva su un pezzo di carta che non è un mafioso. Siamo ormai ai limiti del ridicolo. Non basterebbe nel bando scrivere che non è permesso l'accesso mafioso?
Un pezzo di carta cui una persona dichiara qualunque cosa è un semplice pezzo di carta. (audio: fantozzi a caso)
Next: dichiarazione sull'odore delle puzzette domenicali.
Il problema non si pone all'interno di uno schema dato da una determinata serie di sfortunati eventi ma è una continua e precisa serie di eventi che nascono da un solo, e uno solo, problema: una colossale ignoranza.
Gli stessi legislatori, figuriamoci gli utenti del servizio, continuano a pensare che la PEC sia la soluzione quando invece è una semplice complicazione che porta a situazioni come quella di cui sopra.
Già in passato molti bandi&c sono stati annullati per un problema alla PEC ma non era un assestamento e perdura ancora oggi.
Gli stessi problemi sono infatti incorsi un molti altri bandi, da quelli nazionali (aree urbane degradate 2015 dice nulla?) a quelli dei comuni.
Anche le universita' e gli ospedali hanno problemi.
Il fatto che poste italiane, uno dei prescelti a fornire il servizio, arrivo' al 2013 non avendo neppure una (UNA) PEC e ancora oggi non possiede pec oltre a quelle istituzionali ben nascoste e soprattutto nessuna PEC pubblicata per le aziende satellite. Mail standard.
Dovrebbe dirla lunga, no?
La PEC e' MEGLIO non usarla MAI.
Cominciamo con un riassunto sui tipi che esistono di questa "cosa fetida marrone" perche' non funziona e perché, ovviamente, perseverare e' diabolico.
La prima ovviamente è la versione classica PEC.
È una e-mail che al pari di quelle gratuite consente di scambiarsi un messaggio, con o senza allegati,o fornendo una prima ricevuta di avvenuta trasmissione verso il nostro provider.
Fino a questo punto è assolutamente una mela normale con la differenza che la ricevuta è esplicitata anziché essere contenuta nel nostro client.
Inoltre viene fornita una seconda ricevuta di trasmissione da parte della società che gestisce la posta del destinatario. Questa ricevuta di invio viene chiamata impropriamente ricezione ed è valida agli effetti pratici come avvenuta lettura.
Come corollario: un morto legge la posta.
Messo in altri termini se ricevete una multa mentre siete in vacanza al ritorno dovrete pagarla il doppio. Come si vede non è assolutamente equivalente ad una raccomandata.
La CEC-PAC
per gli amici la PACco.
Per fortuna è stata eliminata qualche tempo fa con felicità di quei pochi, ma si tratta sempre di migliaia di persone, che la utilizzavano e che così si sono giocati un indirizzo e-mail.
In pratica la differenza sostanziale è che non è possibile mandare un e-mail a chiunque ma solo a un ristretto pool di indirizzi corrispondenti alla pubblica amministrazione.
Come venisse definito questo elenco, chi ne faceva parte, non è mai stato chiarito.
Serviva come volano di lancio della PEC classic ed era "gratuita" per i cittadini essendo pagata a forfait dallo stato.
Con 150 milioni di euro spesi per 160.000 utenti iscritti e' la mail piu' costosa della galassia. Devono aver usato dei server alimentati bruciando biglietti da 500E (Mario Draghi hai visto che servono?).
La PEC INPS
L'ente, evidentemente non ha nient'altro da fare, ha implementato una sua versione e ovviamente a la limitazione di funzionare solo all'interno della comunicazione da e verso se stesso e i suoi malcapitati utenti. Come non farsi mancare niente?
Dopo aver speso X hanno chiuso tutto.
La PEC CPECPT
quando è stato fatto il processo telematico ovviamente non si sono appoggiati standard internazionali ma neppure hanno utilizzato la normale mail.
La PEC classic avrebbe consentito fughe di notizie, accessi indesiderati e altri problemi.
cosi' e stata vietata. Piu' volte.
Avete capito bene: La posta elettronica certificata, è stata vietata nel processo penale e nel processo civile con circolare del 7 gennaio 2010 dal direttore generale della Giustizia per i sistemi informativi e automatizzati.
In contemporanea (luglio2010) lo stato, piccato, dice che va usata la PEC ma grossa come un elefante (al momento manco esisteva) e che gli avvisi di ricezione debbono essere estratti A MANO dagli avvocati e tenuti a disposizione. Come non e' chiaro. Al solito, no?
Roba da drogati di crack che rimanda all'improvvisazione, alla buona volontà dell'utente, al ricordarsi eccetera. Eggia' la PEC non ha la generazione automatica della ricezione!
Sul come conservarli, poi, e' una barzelletta.
Così, nonostante la legge, si sono inventati una terza via e spediscono i documenti attraverso una posta java con certificati farlocchi.
Ovviamente non la chiamano e-mail perche' altrimenti si capirebbe che e' un escamotage.
Inutile dire che e' un gruppo chiuso e nessuno che non sia nel pool non puo' immettere o ricevere messaggi.
Insomma gli avvocati non usano la PEC ancora nel 2016, nonostante ne abbiano l'obbligo, ma la reputano legale in tribunale.
Quando la useranno ne avranno 2 ma forse 4 o 5 visto che quella che fecero ai tempi non e' detto che possa essere ingrandita a sufficienza e comunque in poco tempo la ingolferanno. Casini in arrivo.
Usare la SMIME e un bel FTP avrebbe azzerato i problemi degli avvocati. Tutta roba che esiste da sempre.
La PEC-ID
Questa è l'ultima arrivata, nel 2015.
Stiamo parlando del fatto che qualcuno ha scoperto che non certificando nulla era possibile mandare/ricevere virus, malware, spam e scherzi.
Per questo ne hanno fatto la versione che, per lo meno, identifica il mittente.
Per certificare l'avvenuta trasmissione ne riparleremo tra 10 anni.
Magari faranno la PEC-id-ciapala'
Non venendo aggiornate le PEC "classic" la PEC-id e' compatibile solo con se stessa.
Quindi al momento abbiamo 2 PEC incompatibili fra loro e con la posta certificata. In piu' una gran serie di mondi strani come gli avvocati, il cites, dogane eccetera che hanno regole loro.
Da questo caos normativo si evidenzia un disegno di ignoranza colossale che nasce dal fatto che i legislatori non conoscevano l'argomento neppure da lontano. In piu' la mano sinista non solo non sa cosa fa la destra ma non sa neppure cosa e' stato fatto tempo prima dalla mano stessa.
Non sapendo che esiste la ruota hanno cominciato a disegnarne una.
Poi ogni volta che si scopre una magagna anziché ricorrere alla posta elettronica certificata che si usa in tutto il mondo da decenni il legislatore di turno si alza e inventa qualcosa a membro di cane sperando che faccia funzionare la PEC.
Quando si usa la parola certificata A SPROPOSITO fornisce una falsa sensazione di sicurezza, ovvero che qualcosa effettivamente e' stato certificato quando non e' vero.
vedi il vocabolario:
certificazione: Dichiarazione scritta, rilasciata da una pubblica autorità o anche, in casi specifici, da un privato, con cui si manifesta la conoscenza dell’esistenza o della verità di un fatto o si esprime il risultato di una valutazione
In effetti la posta S/MIME e' ok per il vocabolario la PEC no. Il legislatore della PEC non sapeva del vocabolario?
Questo lo si vede bene ad esempio da altre leggi seguenti all'invenzione della PEC (posta esilarante economica?). si vede bene che il legislatore di turno intende certificata come il vocabolario non come la PEC. Legifera sulla PEC senza aver letto il testo della PEC. Sta legiferando su di una legge che ignora.
comma 28 dell’art. 17 del Decreto Legge anticrisi: l’autore di una comunicazione e' identificabile “attraverso le credenziali di accesso relative all’utenza personale di posta elettronica certificata”.
Visto che la posta elettronica pseudocertificata italiana non certifica assolutamente l'identità del mittente ci sarebbe da chiedersi come un messaggio in arrivo possa essere considerato attendibile come identità del mittente stesso.
In pratica e' molto semplice mandare una mail spacciandosi per altri usando la PEC.
Il fatto che esiste la parola certificato da l'idea che sia verificata in realtà è proprio questo il problema: si è voluto utilizzare una parola che nulla ci azzecca con quello che effettivamente è una banalissima e-mail con la differenza che bisogna utilizzare un gestore previsto dalla legge. Potremmo chiamarla posta politica italiana.
Un'altro ubriaco
DPCM 22 febbraio 2013 (Regole tecniche in materia di generazione, apposizione e verifica delle firme elettroniche avanzate, qualificate e digitali, ai sensi degli articoli 20, comma 3, 24, comma 4, 28, comma 3, 32, comma 3, lettera b), 35, comma 2, 36, comma 2, e 71) che prevede all’art. 61:
L’invio tramite posta elettronica certificata di cui all’art. 65, comma 1, lettera c-bis) del Codice, effettuato richiedendo la ricevuta completa di cui all’art. 1, comma 1, lettera i) del decreto 2 novembre 2005, recante «Regole tecniche per la formazione, la trasmissione e la validazione, anche temporale, della posta elettronica certificata» sostituisce, nei confronti della pubblica amministrazione, la firma elettronica avanzata ai sensi delle presenti regole tecniche.
Anche qui mi devono spiegare come se non esiste un modo per accoppiare biunivocamente la persona alla PEC come questa possa essere identificata.
Di fatto questo articolo uccide la firma digitale: se e' GIUSTAMENTE richiesta, io posso glissare e mandare una mail spacciandomi per qualcun altro.
L’uso della PEC consente di produrre atti firmati legalmente senza firmarli. Figo!
Anche qui si sta scambiando la posta certificata (s/mime) che ha in se la certificazione del mittente con una mail stile @libero.it come la PEC.
Un altro legislatore dopato forte senza aver letto cosa e' la PEC scrive: (decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 6 maggio09)
“l’invio tramite PEC costituisce sottoscrizione elettronica ai sensi dell’art. 21, comma 1 del decreto legislativo n. 82 del 2005″
In pratica l'invio di una banalissima posta politica italiana (PEC) viene ancora equiparato alla firma digitale che è una cosa molto diversa. Guarda caso la firma digitale è alla base della posta elettronica certificata vera (S/mime).
In pratica si sta confondendo l'uso di un certificato d'identità digitale con l'uso di una banale posta elettronica non certificata (PEC) e il problema nasce dal fatto che questa posta elettronica voluta dalla politica di entrambi gli schieramenti ha il grosso difetto di essere stata chiamata certificata quando invece non lo è. Da qui tutti problemi.
Inoltre, da 10 anni, la posta PEC dovrebbe essere compatibile con quella certificata. Una cosa ribadita anche nel 2009 da apposite leggi-cartaigenica.
“anche al fine di garantire l'interoperabilità del sistema di posta elettronica certificata con analoghi sistemi internazionali”
Esiste un problema tecnico banale: una posta elettronica certificata (S/mime) non può comunicare in amaniera certificata con una posta elettronica non certificata come la PEC.
Perché se ciò avvenisse si potrebbe fare solo in due maniere ed entrambe romperebbero la certificazione. Cioe', comunichi, ma con lo stesso livello di due normali mail.
In alcune situazioni, addirittura, il destinatario con PEC non sarebbe in grado di leggere il contenuto perche la sua identita' e' dubbia.
È questo il motivo banale per il quale non può esistere la possibilità di inviare una posta elettronica certificata verso una PEC o il viceversa nonostante sia stato più volte dichiarato possibile dal nostro corpo legislativo.
E' un motivo BANALE: la PEC (posta elettronica cafona?) non e' una mail certificata.
Perché una cosa è dichiarare che la PEC sia certificata e l'altro che lo sia veramente.
Se io, per legge, dichiaro che tutti bulloni da 10 sono da 14 posso menare il torrone quanto voglio: su una vite da 14 non ci vanno.
Neppure a martellate.
Continuare a chiamarli 14 genera solo un gran caos ed errori a valanga fino a quando qualcosa di grave succederà.
Se nessuno si oppone e' perche' a tutti va bene di avere il beneplacito dello stato, avere le cosine "a norma cartacea".
Per l'uso della parola certificata all'interno dell'acronimo PEC dovrebbero sbattere in galera molte persone.
Poste Estrazione Ciccioli,
Posta Elevazione Cretini,
Postazione Elettronica Cerebrolesi,
sono tutte alternative molto più valide della nomenklatura scelta dal nostro legislatore.
Per lo stesso motivo, la presunta capacità di certificare qualcosa, la legge prevede che noi possiamo utilizzare al posto della PEC la posta elettronica certificata (S/MIME).
Nel corpo legislativo infatti non è obbligatorio come raccontano i vari commercialisti avere una PEC ma è possibile avere anche una piu' economica e più funzionale posta elettronica certificata.
Poi se la spedisci il ricevente, che e' generalmente tonto, va fuori di matto.
vediamo:
Art16 2/2009
6. Le imprese costituite in forma societaria sono tenute a indicare il proprio indirizzo di posta elettronica certificata nella domanda di iscrizione al registro delle imprese o analogo indirizzo di posta elettronica basato su tecnologie che certifichino data e ora dell'invio e della ricezione delle comunicazioni e l'integrita' del contenuto delle stesse, garantendo l'interoperabilita' con analoghi sistemi internazionali.
Questo comma infatti non solo dice che io posso usare una posta elettronica certificata SMIME ma addirittura sta dicendo che io sono obbligato a NON utilizzare la PEC in quanto quest'ultima non garantisce quello che il comma chiede: la ricezione della comunicazione l'interoperabilita' e l'integrita'.
I professionisti iscritti in albi ed elenchi istituiti con legge dello Stato comunicano ai rispettivi ordini o collegi il proprio indirizzo di posta elettronica certificata o analogo indirizzo di posta elettronica di cui al comma 6
Idem come sopra con patatine fritte
Le amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni, qualora non abbiano provveduto ai sensi dell'articolo 47, comma 3, lettera a), del Codice dell'Amministrazione digitale, di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, istituiscono una casella di posta certificata o analogo indirizzo di posta elettronica di cui al comma 6 per ciascun registro di protocollo
E ti voglio vedere un ministero che manda una PEC (posta NON certificata) in DE, CN, USA o in Fr... Sono obbligati ad avere una SMIME.
Ma non e' tutto Il Ministero dello Sviluppo Economico chiede Lumi all’ISCOM (l’Istituto Superiore delle Comunicazioni) visto che gli informatici continuano a rompere le scatole e dall'estero ci deridono.
L' ISCOM, non un pisquano qualunque, ma la massima autorita', risponde:la PEC e' roba da gente malata e mette pure una bella pietra tombale:
“La PEC non è dunque interoperabile e, proprio perché non basata su uno standard internazionale non è integrata nei software commerciali di gestione della posta ”
Insomma se inventi le ruote quadrate non puoi correre sulle autostrade digitali.
Dopo tutti questi disastri,
dopo circa 11 anni in cui vengono emesse leggi per cercare di far funzionare la posta politica italiana,
dopo un ulteriore ammasso di leggi,
dopo leggi semestrali per cercare di farla fuzionare,
dopo l'uccisione della versione PACco,
dopo aver visto che neanche il processo telematico vuole utilizzare la PEC, perché si sa che altrimenti non funziona un tubo,
dopo aver visto che comunque rimane tutt'oggi impossibile per un'azienda italiana mandare e ricevere comunicazioni, attraverso la presunta certificata italiana, soprattutto se inviate all'estero, la domanda sorge spontanea: perché non la facciamo finita?
E invece no.
siamo qui ancora a parlare di PEC.
Continuano a legiferare. Sono ANNI che legiferano e ogni 6 mesi aggiungono questo o quello...
La banana e' storta cerchiamo di raddrizzarla.
Faccio un esempio, il Ministero dello Sviluppo Economico, 9 maggio 2014, dopo un potente uso di peyote, ha precisato che
"alla luce della normativa vigente, risulta oggi indubitabile che per ogni impresa (sia essa societaria o individuale) debba essere iscritto, nel registro delle imprese, un indirizzo di PEC alla stessa esclusivamente riconducibile
certo, ovvio.
Essendo una mail che non certifica chi manda e chi riceve sono sconosciuti.
Nessuno sa chi tu sei e allora hanno fatto dei ridicoli elenchi ma spesso uno fa una PEC e poi la usa un po' per tutto e la presta alla moglie.
Tanto e' un contenitore VUOTO.
E allora facciamo una legge che dice che non posso usare una mail se non per uno specifico compito.
Magari, con una legge del genere, pensava il consumatore di peyote, riesco a capire chi mi sta mandando quel caspita di preventivo firmandosi solo con una riga "sono Jo, il tuo idraulico".
Nonostante la legge continuiamo a non sapere se la mail e' mandata dalla segretaria, dal contabile o dal cuoco.
Sappiamo giusto che PROBABILMENTE (ma non certo) e' inviata da quell'azienda.
Conseguenza: un amministratore delegato di 3 aziende avra'
1firma fisica
1 firma digitale
1 posta elettronica certificata
4 o piu' PEC che pero' saranno accessibili da 10 persone almeno.
Inoltre l'elenco degli indirizzi della CCIAA non e' verificato con nessun automatismo ma viene considerato perfetto dalla legge.
Se la tizia allo sportello scrive "cosa" anziche' "casa" sono azzi vostri.
E' piu' volte capitato che non fosse esistente l'indirizzo, non fosse corretto o non fosse piu' accessibile da parte dell'utente.
Tutta roba controllabile in automatico dalle CCIAA senza intervento umano.
Lo fanno tutti i blog, i forum, tutti i siti di e-commerce e lo fa persino lo spam.
Ma non lo fanno le CCIAA.
Lo stato non e' in grado di assumere un programmatore 10 minuti. Troppo impegnato a fare la prossima legge sulla PEC.
Evvai di processi a raffica! Evidentemente la giustizia e' troppo veloce.
In un caso addirittura sembra che il gestore di posta abbia assegnato la medesima mail a 2 societa'.
Fosse vero significa che lo stato non verifica coloro che dovrebbero rendere "speciale" la PEC.
Nessun software pronto le ottempera.
Lo stato non richiede i sorgenti.
Conseguenza: la PEC non e' affidabile.
Un'altra volta la camera di commercio pare abbia messo nel database un indirizzo gia' esistente.
Come sia possibile visto che e' vietato e' un vero mistero.
Tre quarti di questi problemi con la posta certificata (SMIME, cosa lo dico a fare?) non esistono: perche' usare la PEC?
I vari legislatori che cercano di aggiungere leggi su leggi per raddrizzare la banana, ormai purea tanto smartellata, non hanno ancora scoperto un fatto importante:
La PEC non certifica neppure il destinatario.
Sembrera' banale ma se noi mandiamo una PEC ad una persona non siamo sicuri da chi abbiamo mandato la missiva.
I legislatori dalla creazione in avanti sono rimasti alla considerazione della busta cartacea in un piccolo paese. Se mando all'indirizzo del barbiere la ricevera' il barbiere. No?
NO
Ecco perche le raccomandate di carta si firmano.
La PEC certificando il solo invio se ho sbagliato l'indirizzo non posso saperlo.
Per es
se mando una mail a "cosedicasa@insicuremail.it" o a "coseperlacasa@insicuremail.it" sono cavoli miei.
Come del resto se invio la pec selezionandomela incorrettamente.
Non e' banale visto che io dovrei identificare la PEC di destino da una serie di fantomatici elenchi fatti alla carlona, con manutenzione circense e dalla consultazione bizzarra.
A questo aggiungiamo l'errore umano.
Se guardiamo gli indirizzi sembrano tutti uguali: l'url e' sempre lo stesso (es insicuremail.it) e l'address sempre da ragazzino tipo paolo.rossi.23@insicuremail.it (il punto fra nome e cognome, maddai..) o serramenti@insicuremail.it
Una volta inviata ho la ricevuta dell'invio a pippo@insicuremail.it
Se esiste la casella pippo@insicuremail.it sembra tutto regolare.
peccato che non era la persona, l'ente, l'azienda con cui DOVEVO comunicare.
Io sono tranquillo: ho fatto l'invio.
Salvo scoprire, mesi dopo, che nessuno ha visto quei documenti urgentissimi.
Perdo la casa, vado in galera, perdo i 200.000E.
Perche'?
Perche usando la PEC ho mandato della roba alla persona sbagliata.
Ero tranquillo perche avevo la ricevuta legale dell'invio equiparata alla lettura.
Ecco perche' se dovete fare qualcosa di serio e' meglio, moooolto meglio, usare la raccomandata cartacea.
La S/MIME, al contrario, certificando l'avvenuta lettura incorpora l'identita' del destinatario che ha letto. Nome Cognome e codice fiscale: certifica la lettura con la persona e addirittura puo' negare la lettura a chi non e' il destinatario.
La PEC è uno dei tanti progetti che sono nati male.
La prima volta che ho sentito parlare era forse 15 anni fa: è transitata prima dalla sinistra poi dalla destra e poi di nuovo alla sinistra.
Si pensava che fosse l'ennesima boutade che mai avrebbe visto la luce. Oltretutto in un mondo gia' dotato di posta elettronica certificata, sia SMIME che PGP.
Nessuno ha voluto ucciderla perché probabilmente quando è arrivata ad una certa “altitudine” ormai erano stati spesi troppi soldi e quando si spendono troppi soldi si cerca di riparare la cosa anziché sopprimerla.
Buttiamola e facciamo tutti una posta certificata (s/mime),
Manteniamo l'address e le trasformiamo tutte le pec di m in SMIME.
A quel punto mandare una e-mail vorrà dire automaticamente essere riconosciuti come persone, firmare il contenuto ed evitare tutti questi casini a cui ci hanno abituato.
Purtroppo abituati alla PEC nessuno si lamenta piu'.
Sono ormai rassegnati.
Sembra solo l'ennesima "cosa" che lo stato ci obbliga a fare come l'autodichiarazione sull'uggiosita' umorale in 15 copie.
Peccato che poi quando i nodi vengono al pettine fanno male.
Ma tanto cosa fai, non arrivera' proprio a te quella megamulta o la notifica che stanno indagando su di te.... che non leggerai
La dichiarazione importante che hai spedito figurati se non e' stata letta: ho la ricevuta d'invio mandata ad un bengalese.
Ma alla fine scriverne e' inutile: dal 2005 si sapeva che la PEC era una roba da galline con abuso di met.
La cosa incredibile e' che le galline sono ancora vive e drogate.
Sembrano Ozzy Osburne: si cala di tutto ma e' sempre li.
Abbiamo Sid Barrett come legislatore!
Dopo tutta questa droga pesante interstellar overdrive ci sta, cerco l'LP e lo metto sul piatto.
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4 commenti:
Cosa commentsre? Tutto vero purtroppo.
E dopo gli ottimi risultati della PEC, siamo finalmente pronti per presentare al mondo....UDITE, UDITE
il fantastico e splendente SPID!
Chissa' cos'altro ci riservera' il futuro?
sulla spid ho gia' scritto un mese fa, devo solo metterlo alla meno peggio.
Raramente entro nei blog in quanto sono di quelli a cui non importa quello che scrivono gli altri ma solo quello che scrivo io e lo faccio solo per me stesso anche se nel giro dei 9 blog (se non me ne hanno chiusi altri)ho lettori a cinque zeri e passa.. azz ho perso il filo..ah no dicevo che ho letto la tua risposta alla PEC e incuriosito da come scrivi ed esponi le tue idee ho lumato sui tuoi scritti.. troppo forte davvero..bravo.. in tutti questi anni di web non ho trovato mai e dico mai uno come TE ..(finito con TE)
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