lunedì, novembre 09, 2015

boxNcone 27/28






Parliamo infine di un piccolo tasto presente sulla maggior parte degli amplificatori e purtroppo su molti di quelli  economici.

Il motivo per il quale ne parliamo è lo stesso per il quale abbiamo parlato del fatto che le casse non devono essere colorate mentre spesso l'utilizzatore inesperto tende a colorarle in maniera pesante.

Innanzitutto vediamo cosa serve il  loudness, se serve qualcosa,  e i principi di funzionamento.


Quando si portò per la prima volta l'alta fedeltà in casa intorno agli anni 60 ci si rese conto di una cosa: in casa non è come al concerto.

Inizialmente sebbene erano già stati fatti degli studi in tal senso, non fu subito chiaro quale fosse la motivazione principale perche' un pieno orchestrale sembrasse vuoto,  per la quale a casa non si poteva provare l'emozione, la qualità, dell'ascolto rispetto alla musica dal vivo.

Per poter capire questo bisogna innanzitutto capire come funziona sia il nostro sistema uditivo sia l'integrazione con quel computer di bordo che è il nostro cervello:
Un DSP.

L'evoluzione ha fatto si che la nostra attività di prede o predatori ponesse l'accento della sensibilità intorno a qualche migliaio di hertz perché era più importante sentire un fruscio nel bosco, capire che quel fruscio era un topo e non una tigre, piuttosto che avere la sensibilità di ascoltare tutta l'escursione di un violino non ancora inventato.

Nel contempo l'orecchio doveva essere in grado di ascoltare suoni forti come ad esempio durante un attacco o un temporale.

Queste due modalità di funzionamento fanno sì che quando si parla di suoni forti l'orecchio è abbastanza lineare ovvero i bassi e gli alti quasi allo stesso livello dei medi come percezione.

Quando invece si fa silenzio il nostro orecchio, e tutto quello che c'è collegato insieme, e' molto più bravo ad ascoltare le medie frequenze e tende ad oscurare gli estremi di gamma.

Anche l'occhio ha un funzionamento simile passando in b/n quando non esiste luce sufficiente per la visione a colori.

In soldoni vuol dire semplicemente che se noi ascoltiamo una musica a basso volume anziché ascoltarla allo stesso volume dell'intera orchestra anche se il nostro impianto è perfetto la andremo a percepire come assolutamente diversa.

Non è un problema dell'impianto ma bensì è un problema del nostro orecchio-dsp-forma-della-testa-padiglione.

È un problema mica da poco: non possiamo mica ascoltare tutte le volte la musica a palla!
Oltretutto molti impianti non riuscirebbero neanche a riprodurre il suono con la stessa intensità di quello originario.
Provate ad ascoltare i pink floyd a palla alle 3 di notte in condominio muro cartavelinoso.... Vi arrestano.

Allora qualcuno ha inventato un bel sistema che si chiama loudness:
in pratica consiste nell'incrementare gli estremi di banda con una curva che ricordi più o meno in negativo le deficienze dell'orecchio.
Tutti gli amplificatori dell'epoca di fascia alta avevano questa novità che in italiano veniva addirittura tradotta sui pannelli con “filtro fisiologico”.

Appariva inizialmente in quelli che all'epoca erano di altissima qualità come i marantz o i Telefunken e il filtro era per implementato in maniera corretta: mano mano che si alzava il volume anche con il tasto premuto il tasto  l'effetto cambiava fino a scomparire circa a metà volume.

Non solo, nei casi di eccellenza, l'effetto non era fisso ma regolabile con una manopola e poi comunque  parcellizzato dal volume stesso.

In pratica il filtro fisiologico era attivo solamente per i volumi ridotti, come dovrebbe essere, ed è questa l'unica implementazione che a mio giudizio può veramente chiamarsi loudness.

È implementato in questa maniera  su tutta l'alta fedeltà degna di questo nome, su molte autoradio di fascia alta, e persino su alcuni pre-amplificatori.

Il problema nasce quando un circuito che è piuttosto complesso, ricordiamoci che se oggi quattro o cinque chili di elettronica costano a peso meno dell'imitazione del cioccolato autarchica, negli anni 60,70 e 80 una curva variabile legata al volume, in pratica alla corsa del primo quarto della manopola del volume, non era certo una passeggiata.

Così gli amplificatori più scarsi hanno cominciato a mettere il loudness pure loro, ricordiamoci che l'utente essendo poco furbo vuole tanta roba allo stesso prezzo, ma ovviamente non potevano implementarlo correttamente senza alzare il prezzo in maniera congrua.

Così fecero una cosa abbastanza banale visto che i controlli per gli alti e bassi esistevano da sempre misero un tasto che rinforzava entrambi in maniera fissa. In alcuni casi anche solo la parte bassa.

Ovviamente stava all'utente utilizzare il tastino solo durante l'ascolto a volume da studio dentistico ed escludere la funzione appena andava alzare il volume.

Il problema è che per una ragione psicologica, il volume più alto ci permette di ascoltare più particolari, per lo stesso motivo lo troviamo più gradevole. Lasciando inserito il tasto abbiamo  collateralmente un incremento del volume del doppio o addirittura del quadruplo.

Ovviamente al consumatore sembrava di aver trovato una bellissima cosa: premi un tasto e senti che pompa. Aho'. anveddi.

Ad oggi con la discesa qualitativa incredibile che c'è stata nel campo audio dove un amplificatore se supera i 20 W bisogna gridare al miracolo anche se sull'etichetta ce ne sono scritti almeno 500, il tasto non si fa più mancare nessuno.

Addirittura negli anni 80 inizio 90 qualche casa aveva provato a chiamarlo con un nome consono al suo compito per tamarri: superbass o qualche altra di declinazione come iperbass megabass superbass ultrabass e pirlabass.

Ma il consumatore si è subito lamentato poiché la mancanza del tasto vecchio, mancava la scritta che tanto conosceva come piacevole e allora ci sono stati dei casi in cui c'era sia il tasto pirlabass sia il tasto loudness (nella versione finta) e l'animale di turno capitava che schiacciasse entrambi ovviamente a volume alto così da mandare subito in distorsione l'amplificatore e bruciare Tweetter come cerini.

+6dB +6db Vuol dire mandare in distorsione un amplificatore da 200 W partendo da  un volume tutto sommato modesto oppure trovarsi con in mano un woofer.

Ancora una volta quindi abbiamo uno strumento, un tasto, che ha una sua utilità e posso garantire che sulla pre e  finale della Telefunken che ho in casa, molto recenti rispetto a quelli citati prima,  è tutt'altro che sbagliato.
I progettisti ne erano così convinti che addirittura è il modo di funzionare standard di quell'oggetto, comunque hanno lasciato la possibilità di togliere tutti i controlli per abbassare la distorsione.

http://john.ccac.rwth-aachen.de:8000/telefunken/rm300/index.html

http://john.ccac.rwth-aachen.de:8000/telefunken/rp300/

potere divertirvi e notare che sono veramente slim e notevoli per essere del 1981.Certo non sono dei mostri ma non sono certo stupidi anche visti 35 anni dopo...

Ancora una volta abbiamo che il marketing, seguendo le indicazioni chiare del consumatore,
trasforma uno strumento utile in un coso, che ovviamente non mancherà di cosare il nulla, diminuendo la qualità dell'oggetto e trasformando quello che era una buona idea in una schifezza colossale.

In pratica oggi avere il tasto loudness al 99% vuol dire avere un inutile tasto premendo il quale peggiorerà suono mandando in crisi le vostre casse.

4 commenti:

Stefano ha detto...

Mi ricordo, nella mia ormai lontana gioventu', di aver fatto diversi preampli e in molti di loro era previsto il famoso "loudness". Non era per nulla complicato o "superelettronico" stracostoso. L'unica cosa costosa era il doppio potenziometro logaritmico "con presa fisiologica" (si chiama ancora cosi'), dove si collegavano due-tre condensatori e qualche resistenza, nulla di "lunare". Appena superavi il quarto di giro l'effetto svaniva lentamente.

Mi ricordo che senza "loudness" agivo sull'equalizzatore grafico (anche quello acutocostruito) da 11+11 bande e la "piacevolezza" del suono a basso volume ricalcava la curva di sensibilita' dell'orecchio (come ho scoperto in seguito), anche se agli estremi ho sempre messo un "calo" (quindi avevo una specie di sinusoide con minimo sui 1000 Hz e due cali sui 15K e 60K e non una "U" come in teoria), forse causato dalle casse un po' "esuberanti" sui bassi e sugli acuti (o piu' probabilmente il rinforzo dei bassi delle casse vicino giocoforza alla parete e un tweeter piuttosto esuberante non attenuato a sufficienza).

Fare il loudness solo come filtro attenuatore di banda (media) costante sul volume e' da dementi e non costa assolutamente meno. Solo che il consumatore, "demente", quello vuole. E quello ha.

blu-flame ha detto...

non e' che e' proprio nulla.
Da una parte, con un po' di fortuna, introduci un tasto e una R (sbattendoli sul circuito del manettino dei bassi)
Dall'altra come ci dici ci vuole una manciata di componenti e il potenziometro del volume che anziche' costare 2E ne costa piu' di 10. Il costo di posizionamento componenti e saldatura, il costo di quei componenti e la gestione della mauntenzione (stock) fan si che sia molto costoso. Almeno 15E. Escludendo il case e l'alimentatore rischia di costare come l'ampli se non e' particolare. Ci sono ampli che usano pack da 100W per canale da 4E (e servono pochi altri componenti) e il pre e' fatto da 10 componenti il piu' costoso dei quali costa 2E (la manopola dl volume). Alla fine la cosa piu' costosa sono i condensatori.

Ora per andare su di un mercato e' meglio avere un'ampli con il vumeter o con un pannello spazzolato o con manopole belle o il loudness "giusto"?

Oppure se pensiamo a una tiratura di 20.000 pezzi a 300.000E di pubblicita'?

Se poi pensi alla questione in un'epoca dove i componenti andavano inseriti a mano o misti e non esisteva il made in china (fino a quasi il 2000) vedi che non erano 2 soldi ma una cifra consistente

Pensa che la CPU/flash memory (antelitteram) del mio pre tfk e' su due chip perche non ci stava tutta quella roba su di un solo die e i due package son saldati A MANO uno sopra all'altro da un crucco.

Ecco perche', oltre alla comprovata demenza del consumatore, e' errato pensare che e' di uguale costo.

Oggi visto che tutto e' ottenuto via DSP non costerebbe nulla aggiungere la funzione ma verrebbe considerato guasto un tasto che non funziona (ad alto volume)cosi' come viene considerato sbagliato un volume con la serigrafia corretta (in fondo 0 e all'inizio infinito) e il cliente ti chiede se non si puo' avere il prodotto con una scritta
seria
giusta
che rispetta la potenza
come dev'essere
....
tutte cose capitatemi...

Anonimo ha detto...

Bell'articolo. Alcune cose le sapevo, ma non mi erano chiare.
Noto pero', nel mercato attuale, un problema: ormai gli ampli stereo hifi, non AV, di qualita' medio-alta (1000-2000 euri, per capirsi) sono tutti senza controlli di tono, figurati il loudness. Dal mio punto di vista il controllo almeno sui bassi e' indispensabile per attenuare un po' il punch da loudness war e da riequalizzazione tamarra.
Volendo prima o poi cambiare l'ampli (integrato), ho provato a guardare un po' in giro e, a parte Denon e Marantz, che tenderanno sempre di piu' ad essere la stessa cosa (essendo proprieta' dello stesso fondo), ho trovato molti ampli sicuramente ben suonanti (e uno dei migliori in assoluto e' italiano!), ma tutti rigorosamente senza controlli di tono e loudness. Il problema, come dici tu, e' che il volume che si tiene in negozio non e' lo stesso che si tiene a casa. Ed e' quasi diventato impossibile ascoltare in un negozio Denon e Marantz a due canali, visto che sono ormai solo pieni di esoterici, veri o finti che siano.
E mo', che m'accatto?
Fred
p.s. mica male il Telefunken... non li conoscevo!

blu-flame ha detto...

Io non ho mai avuto problemi a non avere i toni, una volta che sai che a basso volime sentio un po meno...
Trovo piu' interessante un EQ con almeno una ventina di bande per canale (es i 31 bande di DBX) regolati con un analizzatore di spettro per fare un room maching.

Inoltre se l'ampli e' giusto come il DVD a 0dB non hai necessita' e anzi sarebbe controproducente.

Telefunken ha inventato MOLTE cose dal videoregistratore alla tv moderna.
Poi i peones, preferendo le etichette PICCICATE sopra, dell'immagine non importa facendo fallire poi le marche serie come
telefunken,
philips AV
thomson
seleco (anche se aveva gia prodi, ops, la peste)
grundig
colossi che hanno inventato tutto.