Ogni tanto mi tocca partecipare o
sentire uno dei dibattiti che di tanto in tanto ritornano come ondate
dopo la risacca.
A cosa divertente è che come certe
credenze popolari e quando non vengono espresse comunque permeano
l'aria.
Una di queste leggende metropolitane di
cui tutti sono convinti sostenitori è che i film siano meglio del
telefilm: i film sono opere d'arte, i telefilm sono prodotti
commerciali di scarsa qualità. SEMPRE.
In cima portano con sé la parola arte,
musa ispiratrice della poesia dell'animo umano mentre il porco
telefilm è semplicemente un prodotto dozzinale di cui è impossibile
che l'umano ingegno possa avervi trasfuso qualcosa può più di
quello che c'era in un mobiletto dell'Ikea.
La cosa è tragica perché quando una
convinzione diventa così forte da classificarsi come granitica: la
mia marca di cellulare è assolutamente migliore della tua e
viceversa. Automaticamente diventa passibile di grandi errori.
Mi sembra un po' la stessa menata della
parola classica riferita alla musica
un altro bellissimo esempio riguarda la
parola fantascienza che viene spesso utilizzata a sproposito da chi
afferma di odiarla ma ne esalta invece degli esempi calzanti come
roba classica.
Mi dispiace per tutti questi signori ma
il film è un prodotto commerciale né più né meno del telefilm.
Certo ci sono i registi indipendenti, il festival dove si tende a
premiare qualcosa che sia insegnante, ma possiamo dirlo
tranquillamente che poi i film che vengono veramente distribuiti se
non sono sorretti da qualche sponsorizzazione politica come accade in
Italia alla fine non vengono visti da nessuno se non sono anche "piacevoli".
Basterebbe “La prima cosa bella”
un'opera fallace nella narrazione e impropria nell'uso del flashback
per condannare un filmetto recitato malamente da ¾ del cast a
condannare la parola film.
“La prima cosa bella” ha delle
riprese sciatte, simili a quei telefilm italiani dove la
professionalita' e opzionale, una colonna sonora rubacchiata qui e
la.
Il film definibile come arte, nel senso
che portano qualcosa di importante fra di noi e ti vengono cultura
accettata spesso sono inaspettati. Se pensiamo alla definizione di
una frase qualsiasi come “non fare Rambo” abbiamo appena
utilizzato un tassello molto importante della cultura popolare e
persino chi come me non ha mai visto nessun film della serie sa
perfettamente chi era Rambo, che faccia aveva e cosa faceva.
In pratica Rambo pur essendo un film
d'azione, il genere che considerato una schifezza dei cultori
dell'arte filmica, è diventato in realtà un tesoro comune della
cultura popolare dell'intero pianeta tanto che si può andare
tranquillamente da un inglese o da un francese e probabilmente la
frase mantiene il suo significato mentre ad esempio dire piovono
gatti non ottiene il medesimo scopo.
Quindi Rambo è sicuramente cultura,
sulla parola arte che ha già una definizione Incerta... sorvolerei.
Prendiamo
il caso di film molto acclamati come Pacific Rim, vera e propria
tavanata che di bello ha solo il ritmo e qualcuno potrebbe dire gli
effetti speciali. In pratica hanno preso Evangelion e Brain Powerd e
dopo averli saccheggiati si sono dimenticati di fare una trama.
Altro film assolutamente inguardabile
per chi non è interessato a vedere gli ultimi sviluppi della
tecnologia di Ray tracing, battleship, dimentica persino il fatto che
la marina durante la seconda guerra mondiale era molto diversa dal
mondo odierno e per degli uomini in uniforme degli anni 40 accettare
ordini da una sconosciuta, donna quindi, per di più il colore su di
una nave senza neppure porsi una domanda è semplicemente
impensabile.
Così come pensare che un incrociatore
sia rifornito e armato durante il disarmo è quanto meno bizzarro.
In pratica il film battaglia navale era
una brutta accozzaglia che non ha una trama, non ha la sospensione
dell'incredulità non è neanche lontanamente logico con quattro
vecchi di almeno ottant'anni che si portano a spalla un'automobile Il
risultato è quantomeno pessimo.
Se prendiamo invece altro film
d'azione, fatto da gente che evidentemente aveva un'idea, guerre
stellari, sicuramente per un quindicenne di oggi non è così
esaltante ma all'epoca era qualcosa di mai visto prima. Ed e'
trasversale perche' comunque ha una storia, una trama. Non ha buchi
narrativi, non e' statico.
Ci sono tanti film che hanno lasciato
il segno, ci sono tanti film bellissimi, ci sono tanti film che a mio
giudizio rientrano appieno nella definizione arte.
Purtroppo ci sono anche tanti film che
rientrano nella definizione martellarsi gli zzzz.
Spesso volentieri sono quelli
considerati in qualche modo artistici probabilmente perché chi li
propugna questa maniera o è una persona estremamente noiosa dentro
per il quale tedio e la sofferenza rappresentano piacere oppure
semplicemente non hanno capito dove sta il messaggio o dove sta la
logica del racconto (perché e' questo che sono i film: un racconto)
e allora Classificandole come arte si pongono nella situazione di
dire: io ho capito il messaggio criptico e se voi non lo vedete
allora siete delle capre.
Mi sembra un po' la situazione che ci
fu quando il libro “il nome della rosa”: riscosse un esagerato
successo. A me il libro piacque, tranne la fatica delle prime pagine,
e lo trovai intrigante. Il 90% della popolazione all'epoca si vantava
di averlo letto ma in realtà aveva sfogliato al massimo una decina
di pagine e quando dopo aver sentito che avevano letto il libro in
maniera così gioiosa entravo nel discorso questi viravano verso
altri lidi in maniera da non dover sostenere una discussione su
qualcosa che non conoscevano. Anche di questo libro fecero il film,
non era un gran film, questo diede a molti l'idea che avendo visto
la versione in celluloide potessero ormai considerarsi degli esperti
anche della versione cartacea che è piuttosto pingue. Ovviamente si
ripresentavano le situazioni precedenti.
Questo racconto per dire che sebbene
molti considerassero arte e ingegno un buon romanzo e per tale motivo
siccome era stato molto pompato tutti volevano farne parte ma in
realtà a nessuno fregava niente. Il tipico lettore che aveva letto
il nome della rosa in genere era un divoratore di libri che non si
spaventava davanti a quattro dita di carta ed era tutt'altro che una
un romanzo popolare.
Per salvaguardare i film inutili e
pessimi esistono bizzarrie (accordi, scambi o buste?) per premiare i
film peggiori.
“La prima cosa bella”
(sottotitolo: sono sfigato, stolto e mammone)
Miglior compositore delle musiche bari
festival.. ma stiamo scherzando? Patric hernandez?
Miglior
sceneggiatura... (David di Donatello, ciack, alkbarda...). Casso ma
allora gli altri in concorso come erano? Come quelle opere
d'avanguardia che celiano nei racconti con il cast immobile per 2
ore? Un film sulle scorenege? un documentario sulla velocita' del bradipo in real time?
In pratica il peggior film che ho visto
negli ultimi 4 anni ha fatto strage di premi?
Evidentemente qualcosa non funziona...
Ma stavamo in realtà parlando del
confronto tra i film e telefilm.
I telefilm nascono inizialmente come
qualcosa di più povero non tanto perché volessero o non volessero
essere arte ma perché il budget era ridotto e contemporaneamente era
richiesta una serialità che permette di abbassare i costi oltre a
creare affezione.
I migliori film non vengono presi da
dei romanzi complessi, altrimenti ne sono solo una versione ridotta
che in taluni casi fanno sorgere solo un sacco di domande perché
manca sempre qualcosa. Il film assomiglia più racconto, una cosa
breve quello praticamente che si può scrivere in un centinaio di
pagine poco più. Ovviamente ci sono delle eccezioni.
Il telefilm per dire la sua serialità
ha sempre avuto dei limiti dati dalla lunghezza del singolo episodio,
dal fatto che esiste un altro episodio e dalle spese che devono
essere obbligatoriamente ridotte. La truppa del film, in particolare
il regista e il cast, spesso dopo una tirata di qualche mese vengono coperti d'oro e
si riposano per qualche anno per “riprendersi” della fatica.
Per questo motivo inizialmente i
telefilm si basavano su una serialità ripetitiva come uno stampino.
Come costruire in fabbrica.
Tutti gli episodi erano fatti come dei
film in formato ridotto e tutti gli episodi erano identici al primo.
Questa nasceva come un'esigenza che
all'epoca veniva viste maniera assoluta: la necessità che uno
spettatore che avesse saltato una o più puntate non si trovasse in
difficoltà.
Ricordiamoci anche che negli anni passati non tutti in casa avevano una televisione e quando c'era era una. Era raro riuscire a seguire un telefilm. Più facile vedere un paio di puntate.
Nel contempo questa forte similitudine
tra gli episodi aiutava a non perdere il pubblico acquisito.
Possiamo vedere questa serialità nei
racconti che sono stati portati in tv del duo ELLERY QUEEN.
Gli autori, noti anche per aver ideato
Colombo
riadattarono alcuni dei racconti brevi compresi nelle raccolte più
famose
Se guardiamo oggi Queste 22 puntate
prodotte nel 1975, in Italia arriveranno solo negli anni 80 sparse un
po' ovunque come orario, notiamo c'è un prodotto ancora vedibile,
con una buona narrazione, non particolarmente lento e i semi di molte
produzioni anche italiane che verranno solamente scritte trent'anni
dopo. La serie ruota attorno a pochissimi personaggi, in genere
l'azione finisce sempre con le stesse scene: il figlio che spiega il
padre cos'è successo. Nonostante ciò è più fresco di tantissimi
telefilm odierni.
ELLERY QUEEN È il prototipo e' la
sintesi della serialità vecchia maniera ed è difficile capire quale
sia la sequenza anche vedendo le puntate a ritroso non è possibile
capire che l'ordine è stato invertito.
Questo per alcuni sminuisce l'oggetto
telefilm per quanto non è sempre un problema.
Ma gli anni passano e non esiste
semplicemente la serialità e questa viene pian pianino arricchita di
piccole cose inizialmente con timidezza come ad esempio succede in
happy days dove non avendo idea di dove si sta andando alla fine ogni
pretesto è buono per mettere dentro un'aggiunta alla ricetta cosa
che poi non si può cancellare. Ma i giorni felici un telefilm in
un'epoca d'oro passata dell'immaginario collettivo americano, e
successivamente europeo, dove le donne erano casalinghe felici, gli
uomini lavoravano e i figli cominciavano scoprire la parola libertà
per quanto ci abbiano segnato in realtà non è tutto questo gran
prodotto.. Lo era per il fatto che non esisteva niente di altrettanto
bello e felice in circolazione. E i film non erano molto meglio.
Verso metà degli anni 80 ci si
rende conto che forse il grosso limite dei telefilm fino a quel
momento era una questione di budget. Forse è il caso di utilizzare
una truppa più consistente durante la produzione non basta
riprendere tre volte la stessa auto rossa con la striscia bianca sul
fianco guidata da due protagonisti nella stessa via e utilizzare il girato per 10
episodi perché non ci sono i soldi per fare delle riprese
successive. È forse il caso di utilizzare una seconda macchina da
presa una seconda truppa che si impegni a fare il riempitivo, come
già accade nei film, e magari evitare quelle riprese fatte con
l'auto appoggiata sul camion dove si vede benissimo che è molto più
alta delle auto che scorrono lateralmente. In realtà sono problemi e
difetti che hanno anche alcuni film a basso costo girati magari in 8
o 16 mm.
Però la gente sta diventando più
esigente e arriva il primo telefilm che pur mantenendo una serialità
comincia a parlare lo stesso linguaggio del cinema: spendiamo.
Miami vice Fu la prima serie TV a
sfruttare tecniche fino a quel momento soltanto cinematografiche,
come la fotografia, le luci, il montaggio e soprattutto la musica
scritta appositamente, che allora non veniva ancora solitamente usata
nelle produzioni televisive.
Perché alla fine del 1984 il grosso
della differenza tra un telefilm un film per i denigratori del primo
non era il racconto, dopotutto alcuni erano tutt'altro che pessimi,
ma era la questione industriale di costi. Così si arriva a spendere
e ovviamente il successo colossale della serie non si fece aspettare
e non solo fu una pietra miliare dal punto di vista qualitativo e
scenografico ma impose anche moda, modi di dire e spostò le
classifiche musicali.
Tutto era
curato: i vestiti avevano uno stile, le auto, l'illuminazione era
brillante, i colori erano saturi (per quanto mortificati dall'ntsc e
dalla dimensione della pellicola), tutto era SCELTO o creato su
misura come la colonna sonora (non certo una porcata come “l'ultima
cosa bella”).
Si può tranquillamente affermare che
questa serie televisiva ha avuto un effetto dirompente sulla cultura
e sulla società rappresentando in maniera, per quanto stereotipata,
notevole quello che sono stati gli anni 80. Un fuoco d'artificio.
Oggi anche i telefilm meno costosi
fanno uso di una truppa composta di tecnici per le luci, hanno una
colonna sonora specifica, e se avanzano qualche soldo importano
qualche hit del momento.
Ma le cose non si sono certo fermate al
1984 quando si preparava i telefilm capirono che forse era il caso di
andare oltre la mera serialità e oggi tutti telefilm, anche quelli
più seriali, contengono avviluppate delle altre storie anche se
minimali. CSI, scena di un crimine, rappresenta uno dei prodotti di
punta dei telefilm. Non è un prodotto innovativo dal punto di vista
narrativo e di produzione: ripetitivo, seriale eccetera. Nonostante
questo all'interno della trama della puntata i personaggi crescono e
lo fanno in maniera più convincente e lineare di una volta.
Ma successo CSI non rientra nella trama, che tutto sommato è la stessa delle migliaia di puntate di
telefilm passati e dimenticati, ma appoggia su due grossi cardini.
Il primo cardine che in Italia non
abbiamo ancora si chiama professionalità. Ogni ripresa è fatta con
le luci giuste, professionalmente, in maniera ineccepibile e ad alto
livello. Molti film non raggiungono questi standard. Il secondo
cardine è rappresentato che almeno nella prima serie del 2000, dopo
scivolerà progressivamente verso la fantascienza, il laboratorio
della scientifica così citato nelle serie precedenti diviene non
solo attore primario ma raccontato con dovizia di particolari mai
visti prima. Una sorta di spettacolo alla National Geographic ma
molto più pirotecnico.
I paroloni che tutti conoscono perché
ripetuti fino alla noia e allo sfinimento in tutti i polizieschi che
siano di carta sul grande schermo o su quello piccolo finalmente
hanno una faccia.
È stata data una risposta spettacolare
a una serie di parole assai conosciute come suono ma mai come
significato.
Questo non solo crea diversi spin off
ma anche molti imitatori. Persino i film ormai seguono le orme
lasciate da da questo telefilm. Un bel rovesciamento delle parti, non
è più l'alunno che segue il maestro.
Ma non è finita perché In realtà
sono anni che i telefilm sono usciti dalla serialità nel 1993
qualcuno fece un telefilm di fantascienza, un genere che viene
snobbato da coloro i quali hanno la puzza sotto il naso ed è per
questo che probabilmente come genere è uno di quelli che sperimenta
di più, creano babilon5.
Per quanto è ancora parzialmente
ancorato alla serialità è impossibile vedere una delle qualsiasi
serie alla rovescia perché in ogni puntata c'è un tassello che
porterà a delle conclusioni. Alcuni eventi che capitano nella prima
serie si intersecheranno in maniera dura, inequivocabile, con quello
che succederà due o tre anni dopo. E questo può succedere
unicamente perché le cinque serie sono state scritte a tavolino
prima di iniziare a girare e questo è l'unico caso conosciuto fino a
quel momento.
Questo sembra una cosa di poco conto ma
in realtà apre nuovi orizzonti narrativi e indica una cosa banale
che se il film può permettersi cose che il piccolo schermo non può
fare è anche vero il viceversa perché nessun film può durare 150
ore.
In realtà non è l'unico telefilm
fatto così,Twin Peaks per quanto rimaneggiato durante
la produzione doveva essere un prodotto analogo ma breve (miniserie
si chiamano oggi) ma alla fine quando non si sa dove si vuole andare
a finire in fuori solo un brutto pasticcio come del resto è capitato
a LOST dove si sapeva benissimo dove partire ma non dover arrivare.
Se vogliamo vedere un discendente
diretto di babylon5 dobbiamo attendere parecchio e andare su di un
telefilm di cappa spada, oggi si direbbe fantasy.
Game of Thrones Irrompe sulla
scena nel 2011 e diviene istantaneamente iconico. Non esiste più la
serialità, non esiste piu' un budget da pezzenti. La storia è
potente ed è già un discreto successo tra gli amanti del genere e
per quanto scritta in maniera un po' ruvida sono 11 libri già
pronti. Molti personaggi sono dettagliati in maniera molto più
approfondita che nella maggior parte dei film. In pratica si possono
permettere di fare quello che per anni i film non sono riusciti a
fare.
Costo a parte sono più simili il trono
di spade e i sei film sugli hobbit di quanto molti siano disposti a
dire. La vera differenza tra i due è solo di soldi e di qualità
degli effetti speciali. Ovviamente un libro che da mezzo secolo è
nel gotha ovviamente produce immediatamente una risposta diversa ma
noi qui stiamo discutendo della differenza che c'è tra un telefilm e
un film.
Il problema di Peter jackson è
sostanzialmente nella brevità del film e pur accorciando destra
manca si è dovuto rassegnare a fare sei puntate, Tre per libro.
Sostanzialmente ha creato un telefilm
per il grande schermo. Se poi guardiamo la lunghezza in minuti un
libro lo ha tradotto in sei ore che equivalgono grosso modo a nove
puntate: la lunghezza di molti telefilm.
D'altro canto il trono di spade ha
molta più acqua davanti a sé e marcia inesorabile verso la quarta
serie e la quinta e la sesta. Ci sono scenari già scritti, dei che
nascono, battaglie da vincere e draghi da cavalcare a lungo. (si, ho
letto tutti i libri). Se riusciranno a mantenere lo sprint potrebbe
divenire colossale.
Così come
ci sono tantissimi film che sono seriali molto più di telefilm come
colombo, basta pensare a quell'accozzaglia di gente ignorante di
motori che va sotto il nome di Fast and Furious. Veloci e stupidi,
mia traduzione personale, è l'apoteosi della serialità con un
livello di spettacolarità altissimo e una conoscenza della fisica
decisamente agli antipodi rispetto a CSI.
In pratica veloci e stupidi altro non è
che una versione ad alto costo di Hazzard ma, se permettete, il
secondo è decisamente migliore nonostante i decenni sulle spalle e
il budget decisamente ridotto all'osso. La macchietta di P.Coltrane
che vola nel fosso tenendo lo statico flash con orecchie svolazzanti
sulle ginocchia e' pura ironia zuzzerellona.
Un duro che parla di auto facendo er
dipiu' ma sbagliando perche' in quel cofano non e' possibile fare
quello che dice e' solo piu' stupido e piu' muscoloso di Rosco Pervis
Coltrane ma non mi fa sorridere. Perche' lo scemo del villaggio in genere viene deriso non elevato ad eroe figo e macho.
Dopo tutto questo sproloquio è chiaro
che entrambi i modi di raccontare sono sostanzialmente due facce
della stessa medaglia nei quali ci possono essere prodotti che
segnano un'epoca o minuti interminabili che non riescono a raccontare
nulla. Anzi, io li paragonerei più agli omologhi di carta che tutto
sommato ne rappresentano le radici.
Nei libri esistono diversi modi
di narrare: romanzi, romanzi brevi, racconti, raccolte di racconti
seriali (il club dei vedovi neri e' un telefilm su carta?) che
possono o meno essere in relazione tra loro e persino fumetti.
Alla stessa tregua anche racconti per
immagini non sono necessariamente migliori o peggiori a secondo del
genere di appartenenza inteso come film o telefilm ma si possono
classificare in buoni e meno buoni.
Noi andiamo verso una fruizione sempre
più rapida ed è per questo che film molto lunghi, diciamo intorno
alle tre ore, sono ormai una cosa rarissima se non unica.
Addirittura spesso per prendere più
soldi un film da tre ore viene venduto a distanza di pochi mesi come
due film diversi anche se già girato tutto insieme (hunger games).
Il telefilm rappresenta un buon sistema
per questa nuova fretta che ci assale così come i tre minuti di una
canzone rispetto ad una sinfonia.
Possiamo trovare prodotti ottimi,
artistici?, In entrambe le fruizioni così come pessimi.
Telefilm come Eli Stone con la sua
squinternata poesia a me piacciono molto mentre film idioti come
Battleship sono sicuramente inferiori al 90% dei telefilm nonostante
abbiano speso come un bilancio statale (225.000.000$ per la cronaca).
In pratica la differenza e' solo nei costi di piu' di 100 milioni orari per un film del cavolo che solo un'idiota manderebbe in produzione e da 1,5 (galactica) a 7 per un ora di telefilm (game of thrones) di fascia alta.
House of card Non sarebbe stato
fattibile in un formato da grande schermo salvo richiamare sei o
sette volte il pubblico in sala sperando che non se n'andasse sul più
bello vanificando la costruzione che si concretizza alla fine della
seconda serie.
Definire Band of Brothers come qualcosa
che è inferiore per definizione ad un film è semplicemente da
idioti visto che almeno il 95% dei film è definibile inferiore entro
i primi cinque minuti di visione. Se ti è piaciuto salvate il
soldato Ryan Questo è come il seguito del libro e non è di certo
considerabile inferiore ma anzi.
Non ha senso definire un metodo
narrativo migliore di un altro.
Non ha senso definire alcunché se non
il risultato.
3 commenti:
Preferisco quando spari a zero su questioni tecniche o politiche
Babylon 5...
che ricordi! Fantastico.
Quasi completamente d'accordo. Forse il limite del telefilm e della serie è nella sua durata obbligatoria, che impone dei ritmi narrativi che spesso sono incompatibili con il quadro complessivo dell'opera.
E così ti ritrovi con episodi in cui il momento epico, non interrompibile, viene compresso o spezzato in due, o alle volte eventi minori, ma di fondamentale importanza per il prosieguo della narrazione, vengono diluiti in episodi che, tra flashback e lentezza complessiva, sono poco più che un intercalare.
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