Mentre si discuteva su cio' che poteva essere piu' o meno importante nella finanza, dimenticandosi di dire perche' era iniziata, contemporaneamente un nuovo mostro alieno si protendeva sul mondo.
Gia' perche dire che la crisi economica nel 2008 ha avuto un netto peggioramento.
Ma a guardar bene negli stessi mesi cominciava un'arrampicata enorme del prezzo del greggio.
Dal momento che i consumi erano in calare era alquanto strano il fatto che il prezzo di una risorsaCon meno richiesta aumentasse di prezzo, no?
I casi erano 2: era aumentata la domanda o era diminuita la produzione.
Se si guardano le statistiche sia dei produttori di petrolio sia delle agenzie energetiche si può scoprire tranquillamente che ormai da almeno un decennio la produzione di petrolio è pressoché piatta.
Nel 1956 un certo hubber, che non era un pistola qualsiasi, disse che il pertrolio sarebbe finito e ne descrisse ls modalita'. Chi arrivo' dopo di lui usando quelle basi arrivo' a pensare ad un declino intorno al 2005-2015.
Cominciate ad avere paura?
All'aumentare della richiesta se non aumenta la produzione automaticamente vi deve essere un aumento del prezzo al barile: è quello che è successo durante il 2007.
Se si guarda bene l'aumento del prezzo del greggio ha coinciso con la definitiva entrata in vigore della crisi. Il petrolio quindi è ridisceso momentaneamente di prezzo, le persone senza lavoro e le aziende senza commissioni non possono consumare energia, appena ci sono stati dei piccoli segni di ripresa il prezzo del petrolio è immediatamente tornato ai livelli del 2008.
Sebbene un piccolo quantitativo di petrolio potrà essere messo in circolo a questi prezzi, per via degli alti costi di estrazione dalle sabbie bituminose, il prezzo del petrolio non potrà che rimanere molto alto e salire ancora in caso le aziende inizino nuovamente a lavorare.
La situazione soprattutto per paesi come il nostro nei quali le superfici sono molto basse e importiamo tutto dall'estero, pummarola compresa, potrebbe riflettersi in costi nella vita di tutti giorni molto, molto, elevati.
Purtroppo non è a breve possibile pensare di avere fonti energetiche altrettanto notevole come quella rappresentata dal greggio e il rifiuto all'energia nucleare, che potrebbe procrastinare di qualche anno queste vampate, non sembra una strada politicamente percorribile.
La cosa assurda di questa situazione è che la gente continua a pensare che basti protestare perché il prezzo di questa risorsa finita e non modificabile possa scendere.
Ci sono centinaia di petizioni su Internet per manifestare contro il caro benzina, ci sono una serie di scioperi da parte di svariate organizzazioni sindacali per imporre una diminuzione al gasolio. Se le associazioni dei pescatori e quelle degli autotrasportatori sono Imbecilli o peggio ancora arraffone. Quello che invece so è che è sbagliato che costoro chiedano il loro carburante ad un prezzo diverso da quello di altri attori ma soprattutto è molto sbagliato che lo Stato conceda, come ha fatto in più occasioni, dalle sovvenzioni per comprare altro carburante defiscalizzato. Finche' accade i consumatori saranno abituati al “subito”.
Questa azione, quella di far credere che il carburante abbia un prezzo elastico modellabile dalla politica o da chissà cos'altro, costituisce nella testa delle persone un pericoloso precedente perché non fa capire che è una risorsa finita e che sta finendo.
Nella storia degli ultimi cinquant'anni il prezzo è andato sempre in salita e proporzionalmente alla quantità di persone che erano agganciate al mondo industriale.
Negli anni 60 di industriale c'era sostanzialmente poco e anche il nostro paese era sostanzialmente un paese quasi agricolo. Gli anni 80 hanno coinciso con l'esplosione dell'economia e anche il prezzo del petrolio ha seguito questa linea. Possiamo tranquillamente vedere e tutte le volte c'è un minimo problema nella produzione della petrolio esso cresce in maniera notevole.
Basta semplicemente pensare alla guerra del Golfo dove se ci pensiamo bene le nazioni coinvolte sostanzialmente erano un paio. Nonostante ciò quell'anno il petrolio costava notevolmente di più.
Il problema è dato dal fatto che se negli anni 50 il carbone era il combustibile piu' utilizzato dagli anni 70 il 90% dell'energia alla fin fine arriva dal petrolio. Con buona pace dei verdosky che pensano di esser verdi.
Quindi vedendo i grafici del 2006, 2008 eccetera, nel contesto del prezzo degli ultimi 30 anni si puo' vedere che il prezzo del greggio e' fin troppo similile all'andamento della crisi.
Con questi dati, il prezzo del graggio e le importazioni dall'oriente (Cina intesa come tutta l'area) senza export che sembrano ricalcare fedelmente i picchi della crisi qualcuno pensa che sia colpa di qualcun altro o del popolo che consuma carrettate di energia e acquista prodotti solo se fatti a 5000Km di distanza da un bambino vietnamita?
Alla luce di questi dati non vi sembra che i giornali siano stolti e i governi azzardati?