nel 1997 sony produceva la mavica digitale raccontando dell'alta qualità fotografica con la bellezza di 410.000 pixel, il modello professionale aveva 850.000 pixel superati solo della Fuji da 1.300.000.
Inutile dire che tutti questi produttori raccontavano del l'alta qualità fotografica raggiunta dalle loro "cose".
Forse viene in mente che nello stesso periodo era in commercio la macchina fotografica di nuova progettazione della stessa Fuji: una macchina sviluppo istantaneo. Forse per introdurre un nuovo modello di macchina a sviluppo istantaneo, anzi una nuova gamma, voleva dire semplicemente che il digitale non rendeva così come veniva raccontato. La Polaroid intanto continuava da trent'anni a produrre ancora la 691 macchina fotografica a sviluppo istantaneo pieghevole e quasi tascabile, la preferita da Andy.
La Pentax 645N e' la prima grande formato AF.
Nel 1998 il marketing sul digitale comincia a farsi aggressivo la nikon presenta il modello colpix 900 che con un sensore da circa un milione di pixel "dovrebbe", in cambio di circa 2 milioni di lire dare una qualità fotografica. Costava molto piu' di una buona reflex. All'epoca il numero uno qualitativo era ancora kodak che successivamente si sposterà sulla fascia molto bassa oppure su macchine fantascientifiche.
Un altro oggetto dell'epoca era il fotoCD uno strumento per portare il digitale anche a chi non lo voleva. Il laboratorio quando stampava le foto automaticamente produceva anche questo oggetto placcato oro contenente le foto in una risoluzione, per l'epoca, elevatissima.
Nel 1999 la maggior parte di aziende della fotografia stava spendendo cifre pazzesche per pubblicizzare la fotografia su pellicola, molta parte del costo pubblicitario veniva riversato su di un sistema chiamato APS. Questo vuol dire che la qualità del digitale era tutt'altro che nitida se si pensava di aver lo spazio per un altro sistema a pellicola.
Fuji vende una macchina fotografica relativamente piccola ma con la pellicola 6x7. La qualita' e' un fatto!
Nikon presenta la sua prima macchina fotografica decorosa nella fascia digitale la D1. Con un esborso di circa Lit 10 milioni si entrava in possesso di una macchina fotografica ottimale soprattutto per i fotografi di cronaca e di sport che avevano l'esigenza di poter trasmettere un'immagine, non importava la qualità, dall'altra parte del mondo.
La tendenza per chi aveva i soldi del digitale era comunque di scattare con la pellicola, passare nello scanner e, memoria RAM permettendo, giocare con il computer.
Questo e' l'anno in cui la K1000 muore (in realtà si aggirerà come zombi per altri tre o quattro anni con il marchio cinese allstar). 34 anni in cui è stata prodotta di cui 24 con la baionetta K testimoniano un fatto banale ma sicuro: qualcosa sta cambiando. Non è stato l'autoSfocus, non sono nonostante tutto le funzioni inutili tanto care ad alcuni produttori leader di mercato come l'attivazione a mani nude o con l'occhio strabuzzato: un piccolo manipolo di appassionati è sempre esistito. Sta succedendo qualcosa di grosso. La quiete prima della tempesta.
Nel 2000 molti fotografi continuano a utilizzare la pellicola in bianco e nero poiché secondo loro nulla ha una qualità più alta. Le novità in campo fotografico continuano, soprattutto nella fascia alta, a parlare di di pellicola.
La leica introduce quest'anno una favolosa reflex la R8 un vero coltello affilato.
Le varie giapponesi continuano a presentare reflex come se il digitale non fosse mai esistito. Nikon F80, canon eos1n-v, Mamiya 645AF. Forse hanno ragione, il digitale non può che produrre fotogrammi dai colori evanescenti e dalla risoluzione quanto meno variabile. Soprattutto se non ci si di chiama Onassis.
Contax presenta la prima macchina fotografica digitale reflex a pieno formato. Purtroppo problemi di produzione su di un sensore così grande costringeranno il costruttore a non consegnare il prodotto in quantità e in tempo. La ricerca della qualità ha giocato un grande scherzo.
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