lunedì, novembre 16, 2009

essere stupidi


Per quanto vi potra' sembrare strano il Il codice del consumo (d.lgs.206/05), tanto osannato dalle associazioni di buffon, ops, consumatori, riviste pornografiche come l'altro consumo, media, radio e tv a me fa orrore.
È abbastanza chiaro che chi ha disegnato la norma in particolare agli articoli dal 128 al 135, regolano la garanzia legale sui beni di consumo venduti ai consumatori, non ha ben chiaro come vengono costruiti oggi gli oggetti. La norma prevede due cose: l'elevare il venditore a responsabile e dimenticarsi del produttore.
Il perché è abbastanza ovvio: se una massa di deficienti acquista cose strambe e importate più o meno di contrabbando presso quegli contenitori che si chiamano centri commerciali non esiste un modo facile per l'acquirente di avere la garanzia. Acquistare un televisore di marca ping-pong che ha varcato la frontiera nottetempo ( o più probabilmente con bustarella) da un salumiere che non sa neppure se funziona o è guasto fa si che il centro assistenza più vicino possa trovarsi a 2000 km in un paese dove l'italica lingua non sia neppure conosciuta. Per cercare di sanare questa situazione anziché delegittimare i centri commerciali per qualcosa che non sanno fare, vendere oggetti complessi, si è preferito legittimarli anche per qualcosa che qualsiasi venditore non può fare. Con il risultato che alla GDO fanno spallucce e gli acquirenti lo prendono nel.....

Se questa lettura vi sembra bislacca andiamo da analizzare i termini.

1. Il venditore ha l'obbligo di consegnare al consumatore beni conformi al contratto di vendita.
presentano la qualita' e le prestazioni abituali di un bene dello stesso tipo, che il consumatore puo' ragionevolmente aspettarsi, tenuto conto della natura del bene e, se del caso, delle dichiarazioni pubbliche sulle caratteristiche specifiche dei beni fatte al riguardo dal venditore, dal produttore o dal suo agente o rappresentante, in particolare nella pubblicita' o sull'etichettatura;

Qua siamo nella più completa banalità. Ci stanno dicendo che nella scatola del frullatore ci deve essere un frullatore. Ci stanno anche dicendo che dev'essere conforme alla pubblicità. Questa cosa non l'ha ancora notata nessuno, per esempio tutti i televisori di una certa marca potrebbero venir sostituiti perché nella pubblicità c'è scritto che devono avere una soluzione doppia di 720. Dal momento che non abbiamo associazioni di consumatori non se n'è fatto nulla anche se i casi sono centinaia. Anche sky e' nelle stesse condizioni.

non e' conforme alla descrizione fatta dal venditore (o riportata sulla confezione) e non possiede le qualita' del bene che eventualmente il venditore abbia presentato al consumatore come campione o modello

Per esempio questa frase automaticamente rende non conforme il 100% dei televisori venduti dalle grandi aree nella mia zona. I televisori sono reclamizzati come full HD e spesso sono di dimensioni infime, 32" o meno, nei volantini della GDO che inquinano la nostra zona, bisogna anche smaltirli, viene data una distanza di divisione per la quale non rispettano la definizione tanto reclamizzata. Propongo che si ritorni tutti fra 22 mesi a cercare la sostituzione presso i centri commerciali: non possedendo la qualità del bene apposta sul volantino otterremo la sostituzione con un 50"!



Il difetto di conformita' che deriva dall'imperfetta installazione del bene di consumo e' equiparato al difetto di conformita' del bene quando l'installazione e' compresa nel contratto di vendita ed e' stata effettuata dal venditore o sotto la sua responsabilita'.


E questo i supermercati lo sanno benissimo. Infatti il contratto di installazione non viene fatto a nome della grande area ma bensì viene dato un buono per accedere ad un servizio fornito esternamente. Come si vede i centri commerciali sanno benissimo come gestire questa cosa e lasciare il consumatore in mezzo al niente.


Tale equiparazione si applica anche nel caso in cui il prodotto, concepito per essere installato dal consumatore, sia da questo installato in modo non corretto a causa di una carenza delle istruzioni di installazione.

Anche questa norma è bislacca: data l'ignoranza media vorrebbe dire fornire centinaia di pagine di di prescrizioni stupide per evitare una non corretta a installazione. Per esempio il 99% dei computer sono installati in maniera non corretta poiché non viene dato accluso il manuale istruzioni di Windows. Se fosse applicabile questa vorrebbe dire che potrà restituire il computer al centro commerciale e chiedere la risoluzione del contratto, ovvero avere indietro i soldi dopo aver consumato per due anni il povero computer.
Comunque per divertirci i manuali piu' necessari stanno migrando su cd-rom. Se io in quel luogo non ho un pc?



L'azione diretta a far valere i difetti non dolosamente occultati dal venditore si prescrive, in ogni caso, nel termine di ventisei mesi dalla consegna del bene.

far valere i difetti non dolosamente occultati dal venditore!!
Si noti che il venditore puo' essere un truffatore di bassa lega! Forse bisogna ricordare che in italia vi e' gia' il reato di truffa... Forse con questa legge si vuole legittimare la truffa in grande stile?



Il venditore e' responsabile, a norma dell'articolo 130, quando il difetto di conformita' si manifesta entro il termine di due anni dalla consegna del bene.....entro il termine di due mesi dalla data in cui ha scoperto il difetto.

Questa secondo me è la parte più assurda. Il venditore potrà anche essere a responsabile, nel senso avere delle responsabilità, ma non può essere un'entità che sia risolutiva. Il venditore non ha le tecnologie per riparare un oggetto. Il venditore non possiede gli schemi degli oggetti, ed anche quando ne venisse in possesso non sarebbe in grado di effettuare una riparazione poiché non possiede il firmware che oggi aleggia nella maggior parte dei chip.
Addirittura per effettuare una riparazione potrebbe incorrere nella legge urbani e finire arrestato.
Fino a prima di questa norma esisteva un iter molto semplice che consisteva in questa cosa: la casa madre che possiede la tecnologia e il know-how per poter effettuare una riparazione a regola d'arte possedeva sul suolo del paese una rete di centri assistenza autorizzati.
Quando non esisteva la presenza diretta nella casa madre esistevano degli importatori autorizzati che a loro volta importavano insieme prodotti anche ciò che era necessario per effettuare una riparazione. Gli importatori avevano delle reti di centri assistenza autorizzati decisamente inferiori a quello delle case madre e la qualità del prodotto era ovviamente anche il costo della rete. Con la volontà di mettere tutti contro tutti per abbassare i prezzi ci si è trovati nella condizione in cui i supermercati spesso importavano partite di prodotto senza nessun contorno. Al consumatore, sinonimo di idiota, non sembrava vero di poter accedere a determinati tipi di prodotto a costi decisamente più bassi. In realtà l'abbassamento del costo non esisteva, l'unico abbassamento esistente era quello dell'etichetta e non del costo totale complessivo. Nonostante ciò i media e le fonti di informazione hanno cercato di far ritenere ai clienti di essere stupidi ad acquistare ad un prezzo più alto e hanno propagandato la trasformazione in consumatore. La parola consumatore viene appena accennata nel mio vocabolario del 1972, è inesistente in uno degli anni 50 ed è ben presente in uno recente.
Il risultato è che l'acquirente medio non è più in grado di ottenere garanzia dal momento che il supermercato non è in grado neanche di conoscere l'origine del proprio prodotto e per il 90% del venduto, per via del valore, non conviene neppure partire con un azione legale, solo il tempo perso....
Una legge a favore dei clienti avrebbe invece dato all'importatore l' obbligo di creare una rete di centri assistenza/ raccolta in grado di effettuare una riparazione/ sostituzione nel tempo medio di una settimana/10gg e l'obbligo ad avere i ricambi per 6 anni dalla data dell'importazione.
Questo è favorire il popolo il resto è FUFFA.
Dare dei compiti a chi non e' in grado di svolgerli equivale a renderli impossibili.
Automaticamente il costo del prodotto sarebbe stato più alto integrando obbligatoriamente la possibilità di riparazione di tutti i prodotti. Responsabilità del venditore sarebbe rimasta quella di consegnare un prodotto funzionante e i limiti delle sue capacità, scarse per un salumiere più alte per un professionista.
Infine, mancando una rete di CAT autorizzati anche quando si volesse riparare fuori garanzia un prodotto di 3 anni cio' risulterebbe impossibile. Conosco diecine di casi che una moria di un pezzo non reperibile ha determinato il riacquisto di un bene da centinaia di euro.

Cosa ci ha portato questa favolosa norma?
1) irreparabilita' del prodotto fuori garanzia o costi molto alti nel farlo.
2) difficile riparazione in garanzia, anche mesi.
3) importazione di prodotto senza garanzia
4) importazione di prodotto di marca con garanzia ridotta a 1 anno, si scopre in caso di problemi.
5) incazzature dei consumatori
6) costi maggiori per tutti gli attori
7)prodotti peggiori


Forse era meglio prima?
Dimenticavo, alla presentazione della norma dissi che sarebbe capitato qualcosa di simile. Evidentemente l'ovvieta' non e' un dato di fatto.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Complimenti per le capacità di analisi!
Non c'è che dire: profonda comprensione del testo della legge e cospiqua sequenza di osservazioni "appropriate".

Veramente divertente!