Gli ecologisti della domenica:
mi sembra impossibile che possa esistere la parola"ecologista"visto che non mi sembra di poterla associare a nessun essere umano che io abbia mai incontrato. Anche la parola ecologico, che dovrebbe indicare un prodotto di ridotto d'impatto ambientale mi sembra assai bislacca.
Se esistessero gli ecologisti non dovrebbero in teoria esistere altre cose, dal momento che basterebbe una piccola quantità di gente contraria ad operazioni contro l'ecologia per ottenere se non un successo almeno un piccolo putiferio.
Si parla spesso, complice anche quel mattacchione di Beppe grillo, dell'immondizia. Non ci sono realtà molte scelte oltre a seppellirla, bruciarla od inviarla nello spazio. Ovviamente tralasciamo fantascienza :-
)
l'unica cosa che veramente si può fare è ridurre in maniera sostanziale la produzione di spazzatura.
Se guardo nel mio bidone noto che gran parte di ciò che devo buttare consiste in imballaggi plastici.
Compro una mela e mi becco un vassoio di polistirolo espanso.
Compro del pesce e oltre al espanso mi trovo una scatola di cartone.
Alcuni biscotti sono confezionati in un affare che ha una massa superiore al biscotto stesso.
Perché trovo questi imballaggi così onerosi? semplice: la vendita non assistita della grande distribuzione organizzata non può permettersi il costo di qualcuno che serve il pesce ma il package deve essere autoesplicativo poiché gli azionisti necessitano di avere dei grandi guadagni, superiori al vecchio spizzicagnolo in periferia, nonostante abbiano dei costi di gestione decisamente superiori.
Insomma la carta di giornale e' idonea ad incartare le mele al mercatone ed e' ecologica ma poco "professionale" ed automatizzata.
Se poi andiamo sui prodotti "no-food" potremmo fare delle scoperte veramente micidiali.
Potremmo per esempio scoprire che il modo/mezzo di vendita, la parete attrezzata, che altro non è che un muro con dei chiodi a cui appendere la roba, necessita per la struttura stessa del supermercato che la merce relativamente costosa si venda da sola e che non possa essere facilmente rubata. Ecco quindi l'invenzione del blister: una conchiglia bivalva di plastica abbastanza robusta da poter essere chiamata anti taccheggio abbastanza bella e iridescente da esaltare il prodotto entro contenuto.
Si arriva al punto che l'imballo del blister pesa come quello che si andrà a disporre sulla parete e il prodotto finale peserà intorno al 15% di ciò che si butta.
Sostanzialmente il consumatore decide di acquistare l'imballo ed in omaggio troverà il prodotto.
Se il consumatore è così desideroso di acquistare così tanto imballaggio è normale che la spazzatura prodotta sia assolutamente in crescita visto che le aziende, soprattutto le multinazionali, sono molto attente alle necessità inespresse ma desiderate di questa categoria di persone: il consumatore.
Il consumatore è l'antitesi del ecologista ed è oggi una realtà al 99,9% della popolazione italiana.
Potremmo insomma scoprire che un ecologista non può andare in un supermercato.
Anzi, visto che inquina piu' di CAORSO dovrebbero pichettarli...
2 commenti:
IMHO il paradosso-ecologismo è una pericolosa arma politica (soprattutto perché vuole il bene di tutti, e chi è contrario è cattivo), infatti attira il peggio del peggio.
Il governo lo usa per limitare le libertà individuali (Euro 5, lampadine ad incandescenza, sovvenzione pannelli solari) e controllare il mercato.
Ma non giurerei che i supermercati siano più inefficienti dei negozietti.
Vero che consumatore=inquinatore, ma l'azienda non fa imballaggi che pesano troppo se questo costringe a usare più camion per trasportare il prodotto stesso... e poi carta e plastica si riciclano, l'umido può concimare, o dove antieconomico si può bruciare il tutto e produrre calore.
p.s.
per non parlare delle proposte oscenamente pericolose ed irrealistiche della cosiddetta DECRESCITA, l'espressione massima dell'autodistruttivismo totalitario!
:) e con questa ho dichiarato la mia paranoia!
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