lunedì, ottobre 26, 2015

boxNcone 25/28

Le persone con così tanta forza di sopportazione che mi hanno seguito per 25 post cominceranno ad avere un'idea del fatto che le casse sono una cosa complessa.

Altrettanto cominceranno a pensare, sia per via dei post appena citati, sia per la maggior parte di quelli che ho pubblicato nell'arco di questi anni che riguardano casse e amplificatori, che di nuovo non è successo niente praticamente da cinquant'anni.


Certo la matematica è migliorata soprattutto grazie all'uso dei computer e questo ha reso più normale progettare cose complicate come ad esempio il  bass reflex.
L'abbassamento dei costi dell'elettronica ha permesso il fatto che un amplificatore non costa più decine di stipendi per via dell'elettronica con valvole così costose ma se ci pensiamo ci sono degli integrati che costano ben sei euro che sono in grado di erogare un centinaio di watt.
Per assurdo la parte più costosa di un amplificatore oggi non è più l'elettronica ma bensì il trasformatore e anche questo è sceso di prezzo grazie alle  macchine che lo montano praticamente senza manodopera.


Ma guardando bene le cose che hanno impattato veramente sulla qualità d'ascolto scopriamo che le marche HiFi che hanno creato il mondo odierno sono oggi le più snobbate, anzi forse lo sono sempre state.








Se all'interno di piccole cricche di esperti in marchi migliori hanno un'ottima accoglienza nella realtà dei fatti quando si parla del popolo bove che non accetta la fisica ma preferisce un mobile lucido, non vuole ascoltare bene ma desidera mostrare all'amico qualche numero grosso appiccicato con un autoadesivo da 10  euro perché è glitterato tutte le novità sono state cassate.

Le prime casse acustiche in sospensione pneumatica molti le snobbavano,
così come altri hanno  snobbato per anni il bass reflex.

L'uso di altoparlanti montati all'interno della cassa perché il progetto faceva sì che suonassero meglio in quella posizione sono stati trattati come dei paria.

Non è importante sentir altoparlante ma vederlo.

Casse decisamente fuori dal comune come le audio pro che avevano un suono ineccepibile un costo tutto sommato ragionevole e un'elettronica di altissimo livello ci mancava poco che un qualche grillino ne chiedesse la sospensione dal commercio.

Anche marchi assai diffusi ogni tanto facevano delle cose molto particolari e di eccellente qualità, come non ricordare il tangenziale di Pioneer, ma spesso non avevano il look adatto perché un simile apparecchio avrebbe dovuto essere di pelle umana e costare almeno il triplo.


Altre marche si lanciavano su sintonizzatori veramente notevoli in grado di agganciare segnali sostanzialmente inesistenti con una precisione da chiodo nel muro eppure l'utente li snobbava preferendo la radio “con i numerini” perché il nixie azzurro è molto sexy.



Vi voglio parlare di un'azienda che ha appena ceduto il ramo audiovideo per pochi soldi a un'azienda giapponese di qualità non eccelsa.

È un'azienda che ha fatto parecchie cose nel campo dell'audio non solo hi-fi ma anche hiend.

Ha inventato gli amplificatori in classe D: proprio quelli con cui qualche anno fa c'hanno stracciato le scatole.

Ha inventato l'audiocassetta, un supporto audio che sebbene utilizzato a una discreta qualità così tanto da vivere tranquillamente tra il 1963 e superare di slancio l'anno 2000


nel 1979 per evitare una guerra di formati, ricordiamoci quello che successe poi con persone meno intelligenti riformati successivi, si accordò con Sony nonostante avesse già pronto il nonno del CD ritardando mentre l'ingresso sul mercato di ben 4 anni. Infatti prototipi funzionanti esistevano già dal 1979 a 14 bit e con piccole modifiche rispetto lo standard attuale.

Dimenticando un attimo altre eccezionalità dovute marchi acquistati come Marantz possiamo vedere qualche cosa di assurdo.

Praticamente il 99% delle casse di alta fedeltà fanno uso tweeter a cupola.
Il primo Tweeter fatto così arrivava da Philips e nonostante qualcuno avesse brevettato nel contempo qualcosa del genere sarebbe stato impossibile metterlo in produzione in tempi così brevi ed è quindi più probabile un invenzione avvenuta contemporaneamente come successo in altri campi.


Ma la cosa più sconvolgente non era la quantità di altoparlanti di altissima qualità, di buoni amplificatori, di compact disc e tutto sommato anche di radioloni ben sonanti a poco prezzo che quest'azienda ha sparato fuori nell'arco di decenni ma ha fatto come abbiamo visto vera innovazione.


Il compact disc ha rivoluzionato il mondo dell'audio.

L'audiocassetta ha rivoluzionato il mondo dell'audio anni prima.

Quante aziende che oggi raccontano megapixel possono dire di aver rivoluzionato la nostra vita, anzi quante aziende hanno rivoluzionato la nostra vita? Veramente poche e nessuno ha fatto diverse volte un risultato del genere.

In realtà ci sarebbe una rivoluzione leggermente meno importante che però s non se l'è filata nessuno.

E se infatti philips ha sempre fatto una marea di ricerca al contrario di alcune robe che sapete che mi sono molto “simpatiche” che identifico tutte insieme sotto la nomea di cino coreani.

Dentro questa tonnellata di brevetti, brevetti veri che nascevano su delle ricerche vere non come molti brevetti che adesso infestano le riviste poco serie come wired che si spacciano per essere avanti, come il lettore di impronte che e' sul telefono anziche' sul tavolo.

 Molti di questi STUDI hanno migliorato la nostra esistenza anche se non ci rendiamo conto perché sono nascoste negli apparecchi.


Una delle più incredibili cose, che nascono dagli notevoli studi sugli altoparlanti che fece Philips, riguarda una serie di casse acustiche sconosciute ai più.

Se mi avete seguito fino adesso, chissà come siete annoiati, avete visto che un altoparlante oggi è un componente squisitamente passivo.

Anche nei casi in cui contiene l'elettronica questa in un certo senso non collabora con l'altoparlante o meglio l'altoparlante è rimasto un componente praticamente identico a quello degli anni 30.
La bobina,
la sospensione,
lo spider,
il magnete e
il coprì polvere.

Bene, per Philips non era così.

Fece degli altoparlanti che irridevano i mostri sacri del altissima fedeltà che costavano cifre anche 10 volte più alte.

Infatti a questi tecnici era venuta un'idea grandiosa: rendere l'altoparlante attivo nel senso all'interno dell'elettronica.

Per chi conosce la progettazione degli amplificatori sa perfettamente che la maggior parte degli amplificatori oggi in commercio hanno una questione che si chiama feedback.

Ovvero una parte del segnale uscente viene comparata con quella all'ingresso e l'eventuale differenza
viene utilizzata come correzione dell'elettronica.

Sebbene alcuni mostri sacri dell'amplificazione vi dicano che il feedback causa morte e pestilenza sappiate che non sempre e' così.

Fare un amplificatore semplice e ben suonante è relativamente difficile ma fare un amplificatore complesso e ben sonante è un'opera completamente diversa per il quale una persona da sola raramente riesce.

Philips così mette all'interno del woofer un po' di elettronica appesa all'equipaggio mobile.
Ma vediamo un po' come funzionava la questione.

In pratica quando si va a sollecitare un altoparlante ci sono tutta una serie di problematiche:

altoparlante può avere un'inerzia tale che parte con un certo ritardo e per la stessa motivazione
continuare a muoversi una volta cessato l'impulso.

Nel muoversi la bobina mobile non spinge con la stessa forza per tutta l'escussione, così facendo il moto è tutt'altro che lineare.

Altra causa di problemi sono le sospensioni che essendo meccaniche portano con sé una qualche non linearità se non altro per effetto che con più si flettono più spingono.

Anche le risonanze all'interno del mobile, il caricamento dell'altoparlante portano con sé tutta una serie di distorsioni che si manifestano con un movimento che poi alla fine c'entra relativamente poco con quello che viene dato dall'amplificatore.

Perché noi stiamo sempre a fare tutta una serie di menate con i numerini che identificano le qualità di un amplificatore ma quest'ultimo una volta che gli schiaffi su una ventina di kilogrammi di alimentatore è abbastanza difficile da sbagliare con le informazioni di oggi.  Posso tranquillamente affermare che un cippo da 100 W dal costo di sei euro suona tutt'altro che uno schifo.

Su altoparlante invece è molto diverso ed è raro trovare altoparlanti dalla distorsione contenuta visto che la normalità sono un errore di due cifre percentuali.

Così si  inventano nuova cosa, non è tutta farina del suo sacco e' un'idea che comunque spesso accade gira nell'aria, ma loro concretizzano e così prendono due fet, una lamina piezoelettrica che farà da microfono la accordano in maniera che abbiano risposte frequenza e una risonanza ben precisi e utilizzano tutto questo ben di Dio montato, ricordo, all'interno dell'equipaggio mobile per determinare l'esatta posizione del nostro cono.

Queste altoparlanti sono così composti: sono dei tre vie spesso triamplificati con crossover attivo (e già qua siamo oltre di brutto alla media dell'alta fedeltà ancora oggi)
con Tweter e midrange a cupola
e con l'amplificatore destinato al woofer che ha il feedback legato alla posizione dell'altoparlante.


In pratica  non solo queste casse hanno una dinamica eccezionale per via dei tre amplificatori,

non solo se guardiamo come sono realizzate viene voglia di usar lanciafiamme in molti stand delle fiere di alta fedeltà

ma se il woofer si muove in maniera non prevista l'amplificatore lo acchiappa e lo riporta dove deve stare.

Il risultato di queste casse e' che in alcuni casi riescono per tutta la gamma prevista a contenere la risposta in frequenza all'interno di 1,5 dB.

Queste risposte in frequenza così esageratamente lineare e' anche ottenuta con una distorsione bassissima e una discesa nei bassi incredibile.

In pratica nel 1969 Philips aveva prodotto l'altoparlante definitivo a un prezzo Philips.

Se avete capito quello che ho detto fino adesso sapete che potete andare a prendere tutto ciò che viene raccontato come alta fedeltà, ma soprattutto come avanzato,  e tirarlo nel cesso.


Il fatto che nessuno oggi utilizzi questa tecnologia che sarebbe decisamente più semplice da applicare visto che un accelerometro un amplificatore integrato oggi costerebbe qualche centesimo di euro come dimostrano quelle montati sulla maggior parte dei cellulari che addirittura hanno quattro assi da da pensare.

Perché il gioco vale la candela, i vantaggi ci sono e sono evidenti. 

Il costo di implementazione per un apparecchio è banale, addirittura oggi si potrebbe utilizzare anche nella fascia supereconomica.

I software di simulazione potrebbero tranquillamente tirar fuori delle correzioni da applicare non solo per il sistema altoparlante cassa ma addirittura per l'intera stanza visto che oggi tutti gli amplificatori contengono grossi computer.

Il problema di una simile tecnologia è uno solo: non si vede.

Oggi il cliente non esiste più, ma forse non è mai esistito del tutto, l'importanza di un tubo fluorescente violetto incastonato in una cassa acustica è superiore al vantaggio di una audio decisamente superiore alla norma e poi, parliamoci chiaro, che comprerebbe mai una cassa acustica da Philips quando esistono marchi che si chiamano super terremoto (terremoto moto oto oto, con un bel rining di M) oppure scrivono di avere 1650 W.

Comunque le casse Philips MOTIONAL FEEDBACK rappresentano uno di quei tanti passi in avanti che consumatori non vogliono fare perché preferiscono la roba vecchia.
Alcuni di questi passi sono avanzamenti interessanti altri come questo sono intere rampe di scale che si possono fare con un solo passo.

Per me è l'evidenza che le aziende hanno sempre fatto, quelle più serie, un sacco di ricerca per i loro clienti e se il prodotto oggi non è quello di un mondo ideale non è certo colpa delle multinazionali cattive perché come abbiamo visto queste ultime hanno fatto delle cose eccezionali, veramente notevoli.

Philips ha prodotto un qualcosa di semplice, elegante e funzionale che potrebbe essere utilizzato ovunque in maniera pervasiva tutti gli apparati che conosciamo dal portatile al car audio oltre che la cassa da casa.

Se nessuno lo utilizza è solo un grande peccato.
no?

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Le Philips MFB erano uno dei miei sogni da ragazzino (e da qui potete dedurre la mia eta'). Il problema era che non avevo i soldi... Quando riuscii a permettermi qualcosa di piu' di un compatto (sempre Philips, ovviamente... come qualita' prezzo non c'era nulla di meglio in assoluto) non erano piu' in vendita. O forse erano passate di moda (si fa per dire: di moda non lo sono state mai).
Ebbi occasione di sentire solo la piu' piccola dei tre modelli, ma non in comparazione con altre. Quindi non so dire quanto bene suonasse. Se ricordo bene era una due vie. Ma ricordo chiaramente che le varie riviste presentavano grafici che cosi' lineari non ce n'erano altri, ANCHE SUI BASSI. E ne parlavano benissimo.
Anch'io ho sempre amato Philips. Il lettore DVD-CD-SACD ancora in mio possesso suona molto meglio di un analogo lettore Pioneer comprato 5 anni dopo e pagato quasi il triplo. Sui CD non sento differenza tra il Pioneer e il vecchissimo Philips che uso come muletto, per la musica di sottofondo (era il primo in tecnologia bitstream).
Pero' l'articolo mi ha dato veramente un brivido. Sono abituato alla prosa cangiante di Blu-Flame. A volte scrive molto bene, altre volte butta giu' e manda "in stampa". Leggo pero' sempre gli articoli, che trovo sempre interessanti, e che non di rado condivido.
Ma da lui vedere scritto "Twitter" invece che "Tweeter" proprio non mi va giu'.
Ti meriteresti un'ora di ascolto del tuo CD preferito, riprodotto con un surround da 100 euri/1000 watt!!! ;-)
Fred

blu-flame ha detto...

santa cipolla!
Che errorazzo, adesso vado dai looney toons e mi faccio punire dal bastardissimo Tweety.

blu-flame ha detto...

ti sei perso che da un'altra parte aveva... DUE T twetter (HARg!):-)

Anonimo ha detto...

L'avevo visto, ma l'avevo considerato un banale refuso...
Vabbe'... vista la contrizione puoi mettere anche un CD che non ti piace, sul surround cinocoreano ! Gna' gna' gna' !
Ciao
Fred