martedì, gennaio 29, 2008

28 gennaio 1986


Attivissimo ricorda questo tragico evento (e gli copio la foto)

mi ricordo dell'avvenimento come se fosse ieri, vidi tutte le volte che veniva trasmesso il filmato in cui si vedeva benissimo il trasformarsi nell'astronave in un pezzo di lamiera che cadeva verso l'oceano. E nonostante che i nostri telegiornali negassero la possibilità che vi fosse qualcuno ancora in vita regolarmente sostenevo il contrario. Fino all'ultimo la struttura della cellula abitativa sembrava intatta e verso la fine, ma forse è stato solo un effetto dell'aerodinamica del velivolo, sembrava che ci fosse un richiamo, il tentativo di alzare il muso.

Qualcuno disperato che tirava la cloche verso di se' con tutte le sue ultime speranze.... questa era la mia tragica sensazione del momento.

Fu uno shock anche scoprire che quello che era un vanto mondiale, un manufatto che odorava di stelle, il protagonista dei miei poster diveniva un banale oggetto meccanico guasto la cui difettosità uccideva gli occupanti con la stessa enormemente tragica banalità di un furgone guasto.

lunedì, gennaio 28, 2008

Contagio!




Capita di attaccare il virus del weblog

per chi vuole assaggiare la cultura del sol levante

Hi!

domenica, gennaio 27, 2008

16:9, sedici noNNi

Diversi siti, cataloghi, pseudo-esperti ed aziende stanno pompando all' inverosimile un formato di visione che e' alquanto bislacco: il sedicinoni.

Sebbene io avessi mostrato più volte perplessità a proposito di questo bizzarro formato continuo a ricevere indicazioni devastanti anche le persone vicine che sono state rese edotte dalle fonti di cui sopra.

Innanzitutto è necessario sapere da dove arriva questo formato: quando si stava disquisendo sul formato da adottare nell'alta definizione DVB giunse la proposta di utilizzare una via di mezzo. A fronte di non poter utilizzare più gli obiettivi, i teloni, le macchine da presa ecc. degli altri formati avrebbe avuto il vantaggio di minimizzare le bande nere ma rendendole ovviamente sempre presenti.

In soldoni hanno fatto la media di tutti formati esistenti. E' una scelta come un'altra che qualcuno puo' anche condividere.

Questo vuol dire che se per progetto un tv 16: 9 avra' quasi sempre bande nere da qualche parte si ribadisce ancora piu' clamorosamente la mostruosa gaffe dell' Adiconsum gia' esaminata qui


Questo però non tiene conto di una cosa: che la media fra i formati non è la media di ciò che vediamo. Per fare un esempio se dovessi mettere una marcia unica fra 20 e 300 km/h è abbastanza facile intuire che essendo la velocità media delle nostre autovetture sui 60 km/h sarebbe una marcia inadeguata nell'99% delle volte.


La maggior parte dei contenuti disponibili in ambito televisivo possiedono due formati: la maggior quantità proviene dai cari amici quattro terzi, dopotutto i telefilm, i telegiornali, i documentari, le partite, lo sport in genere ovvero tutto ciò che era destinato alla televisione è stato prodotto in questo formato. L'altro formato e' quello vigente, se parliamo di film, nei cinema. Oggi è il formato cinemascope (22:9) qualche tempo fa era il panasvision e tornando ancora indietro nel tempo ritroviamo magicamente il quattro terzi: già, il formato televisivo che era identico a quello cinematografico per poterne utilizzare i contenuti.

Definito il formato è partita una campagna per far capire alla gente che questa scelta era assolutamente migliore. Il modo più semplice per ottenere questo era, ed è ancora, prendere un'immagine sedicinoni e mostrare troncandola ciò che si andrebbe a perdere se visualizzata su di un formato diverso: bella forrza!. Se notate quasi tutte le dimostrazioni promosse in tal senso mostrano gruppi di persone che si sviluppano in orizzontale oppure catene montuose.

Se facciamo il contrario, allarovescia non per nulla, forse scopriamo che il formato che ci stanno propinando forse non è così felice poiché manca dell' ariosità verticale nonostante le immagini che vedrete hanno sviluppo orizzontale.

4:3



16:9




cinema






4/3



16:9




dop aver visto cosa succede ad immagini con sviluppo MOLTO orizzontale.... scordiamoci infine di fare pan&scon di un mostro verticale




Alcuni di questi bei tomi che spingono sedicinoni parlano della zona di visione che avrebbero gli occhi dimenticando che la fovea e' grosso modo circolare. La visione periferica inoltre far sì che ci rendiamo conto di ciò che esiste sopra di noi a scopo difensivo una zona che non verrà più illuminata dagli schermi molto schiacciati.

Leggendo fin qui sembrerebbe che chi ha inventato il cinemascope sia sostanzialmente un idiota, cosa assolutamente non vera.

La realtà è che questo formato nasce per illuminare una parete, quella del cinema, che altro non è che un antico palco di un teatro. Già di base questo ambiente si sviluppa parecchio nella larghezza, la parte bassa è occupata dagli spettatori e se fosse illuminata le file posteriori non potrebbero scorgerla. Il formato cinemascope è perfettamente idoneo a illuminare questa parete, la parte rimasta scoperta, in maniera perfetta: e' come si dice un formato che ha una ragione di esistere.

Nelle nostre case accade invece di avere sulle pareti dei mobili, credenze, sedie e quant'altro, spesso il punto di visione non è una bassa poltrona ma una alta sedia. Queste premesse hanno fatto sì che il formato precedente fosse considerato idoneo. Almeno in Europa un locale ha le pareti intorno ai 4 m con un'altezza poco meno di tre. Dove possano esistere, come comunicato da Samsung, una dimensione di televisori media da 70 pollici in sedicinoni quando ci sono delle pareti che stentano a superare 2 m di larghezza non è dato sapere.

e... ricordiamoci che Dash lava piu' bianco!

Un affermazione vera e non tecnica.

Di cosa lavi piu bianco, cioccolato, sapone, cenere o limonata non e' dato sapere.

Anche qui' se partiamo da una prefazione errata e' normale che il 16-nonni sia meglio sempre. Se e' vero che potrebbe avere delle positivita' questo e' il modo migliore per nasconderle.


mercoledì, gennaio 23, 2008

Pro-Vista



" milioni di persone si trovano più che bene con XP, e non vedono motivo per passare a Vista. " La scadenza per XP sarebbe vista come "un avviso di sfratto da un appartamento in cui si è vissuto alla grande per anni"

La cosa divertente degli ultimi vent'anni consiste nel fatto che la maggior parte degli utenti tutte le volte che Microsoft rilascia una major release dei propri sistemi operativi, o della sola GUI, la gente si lamenta per anni del fatto che"quello vecchio era migliore" salvo poi cambiare idea al cambio successivo.

in realtà a quello che sta succedendo non è una cosa nuova, al limite La novità consiste che essendoci molti più computer di prima coinvolge un numero di persone decisamente più elevato. Ho conosciuto centinaia di persone, per via del mio lavoro, che si sono lamentati di quando la Windows 3 si è passati a Windows 4 ( quello comunemente chiamato 95). Le stesse centinaia di persone si sono lamentate quando è arrivato il service pack a pagamento chiamato 98.
Infine costoro che se si erano lamentati di Windows 98 erano pronti a strapparsi i capelli e piangere sull'avvento XP definendo addirittura quell'assurdo, anacronistico, malfunzionante, bradipesco, accrocchio a 16 bit migliore di XP.

Questa situazione dovrebbe già far riflettere ma in realtà ci sono molte motivazioni per questa resistenza al cambio di versione.

La prima io la chiamo la paura del nuovo. Quando si usa per sei anni la stessa attrezzatura è ovvio che si conosce dove sono le cose, soprattutto nel caso di un'interfaccia così poco coerente come quelle prodotte da Microsoft. Dopo aver perso giornate di lavoro per scoprire dove erano nascosti i comandi a trovare che questi ultimi erano scomparsi nuovamente non è certo piacevole. La stessa motivazione è quella che spinge la gente a continuare ad acquistare gli stessi programmi con cui erano abituati e non trovare nulla di nuovo come potrebbe essere ad esempio open office oppure linux. Meno le persone sono avvezze all'uso del computer più forte questa resistenza che diventa granitica quando la cultura della persona rasenta lo zero.

La seconda è la più ragionevole: uno dei motivi per cui si succedono le versioni in casa Microsoft è per divorare risorse e spingere le persone ad acquistare un computer più potente. Ovviamente chi pensa di aver investito delle cifre consistenti e pensava di mantenere per qualche tempo in più il proprio computer, magari aggiornando solo il soft, si ritrova fuori carreggiata. Non solo, quello che è successo con vista, era già capitato con XP e pure con 95: il computer minimo per il sistema operativo nuovo è praticamente il massimo costo esistente sul mercato. I computer in grado di far funzionare correttamente sistema operativo ad un prezzo" umano" giungono con un anno e mezzo di ritardo rispetto sistema operativo. Vista è sul mercato da circa un anno ma un PC sotto i € 1000 in grado di farlo funzionare perfettamente non sono ancora in commercio. Ridicolo il discorso BD/hdmi....

il terzo motivo, anch'esso molto ragionevole, consiste nel fatto che da sempre Microsoft rilascia un prodotto fatto metà, l'altra metà viene consegnata a spizzichi bocconi attraverso Internet. Passare da un sistema operativo ormai funzionante ad uno ancora non terminato ripetendo il travaglio già percorso è un bel disincentivo al passaggio.

In realtà bisogna dire che le versioni nuove del sistema operativo si sono sempre distinte per dei miglioramenti notevoli, ovviamente rispetto a quella uscente:
la GUI Windows 95 è realmente, oggi nessuno può dire il contrario, migliore di Windows 3. Erano state introdotte molte novità: interfaccia grafica che copiava spudoratamente il sistema operativo OS2 (ma quello era a 32bit ad oggetti), finalmente una gestione delle stampanti umana, una miglioria in tutti gli ambiti, rendeva di fatto molto meglio quest'interfaccia grafica.
Con il service pack chiamato 98 molti errori venivano corretti veniva migliorata la gestione della memoria, venivano introdotti il supporto ai nuovi media e venivano finalmente corretti molti bug che dalla versione 3 ci si era portati dietro alla 4.

Ma la grossa differenza veniva fatta con il prodotto chiamato Windows XP. All'inizio fu molto contestato soprattutto da coloro i quali facevano finta di capire i computer ma in realtà non capivano un accidenti. Finalmente Microsoft decide di abbandonare i 16 bit e il SO ms-dos e riunisce le due linee di prodotto consumer e professionali sotto un unico ombrello. Il solo pensiero di poter confrontare un sistema operativo 16 bit come MS-DOS rispetto ad un sistema operativo a 32 come XP (in realta' nt) o tutti quelli che esistevano da un decennio, mi sembra, e sembrava, alquanto ridicolo: eppure così succedeva.

Ovviamente dopotutto questo calvario e dopo aver provato l'ebbrezza di un sistema operativo a 32 bit finalmente funzionante mi sembra normale che ci sia della gente che abbia paura a tornare qualsiasi altra condizione precedente: chissà cosa succederebbe a far provare a costoro un sistema operativo professionale come può essere linux, Solaris o os2.

Sebbene le caratteristiche salienti di vista verranno consegnate attraverso il service pack nei prossimi mesi probabilmente è veramente migliore come racconta Microsoft, rimanendo ferme le necessità, oggi considerate mostruose, di macchina e la pazienza di possedere i prossimi aggiornamenti sistema. Rimaner arretrati in teoria non dovrebbe giovar nessuno a meno di voler comprare oggi un computer portatile a € 500 e pretendere di montarci sopra quel mostro vorace del nuovo vista. Ma forse non e' un problema di MS ma dell'utonto.

Indipendentemente che piaccia o no l'azienda Microsoft l'unica cosa vera e questa: se si desidera usare prodotti di questa azienda, se si decide che vanno bene forse sara'meglio ad ascoltare quello che ha da dire. Se Microsoft dice che il sistema operativo oggi e' vista, con tutte le sue conseguenze economiche (699 euri non son bruscolini), è giusto che sia così.

Altrimenti faccio la figura di quello che va dal dottore, lo paga, e appena uscito straccia la ricetta delle pillole blu e va a comprare le pillole verdi di sua sponte.

Se non mi fido, forse è meglio cambiare fornitore.
no?


venerdì, gennaio 18, 2008

Download illegali chi li vuole?





Regolarmente, vuoi anche attraverso pubblicità tremende al cinema, si viene a contatto con il piagnisteo dell'industria dei contenuti.
Industria discografica continua a piangere miseria, continua a informarci di aver perso un sacco di soldi per via del download dei loro materiali attraverso Internet.
Sempre con la stessa regolarità ci viene spiegato da costoro che il 90% della popolazione sono ladri, pirati o altri malfattori.

Talmente malfattori d'aver pagato perché gli Stati formulassero legislazioni così bizzarre da punire maggiormente coloro i quali producevan un copia di un CD piuttosto che accoppare il vicino di casa. Se queste frasi sembrano eccessive potete vedere qui, o qui. E la mia etichetta.

Comunque ricordo, in Italia, chiunque effettua il download di un'opera protetta dal diritto d'autore e la mette in condivisione commette un reato penale (è l'art. 171, lett. a-bis, lda).

La norma è chiarissima: è punito chiunque lo fa "senza averne diritto, a qualsiasi scopo e in qualsiasi forma."

"a) riproduce, trascrive, recita in pubblico, diffonde, vende o mette in vendita o pone altrimenti in commercio un'opera altrui o ne rivela il contenuto prima che sia reso pubblico, o introduce e mette in circolazione nello Stato.."

inquietante e' il "recita in pubblico a qualsiasi scopo" : se canto per la via pubblica una canzone....


La realtà dei fatti per chi ha seguito la storia dell'inizio è semplicemente che discografici, prima, e le case di distribuzione dei film, dopo, abbiano fatto tutto ciò che era possibile per produrre la situazione attuale. Guardandola fin dall'inizio sembra la situazione in cui il cane da pastore spinge lentamente le pecore verso la stalla, che in questo caso corrisponde alla situazione di copia selvaggia.

Fin dagli albori la copia e' sempre esistita, era normale e considerato banale comprare un lp fra quattro amici e produrre quattro cassette. Il costo complessivo era ridotto notevolmente e la qualità del prodotto diveniva superiore. Già, non bisogna dimenticare che spesso le cassette vendute da queste aziende erano talmente orripilanti da danneggiare fisicamente i deck migliori, le altre spesso si suicidavano. Io ad esempio, salvo rari casi, non avrei mai messo in una piastra della Nakamichi una cassetta di tal fatta.

Successivamente arrivò sul mercato il CD, supporto fantastico e ben studiato. Le case discografiche inizialmente proposero un prezzo"novità" per giustificare gli investimenti delle fabbriche di stampaggio. La promessa, che ricordo detta più volte nelle varie conferenze stampa, era quella di riallineare il prezzo di questo nuovo supporto quando questi investimenti fossero stati ammortizzati. Ovviamente questo non è mai stato fatto ed io sono qui ancora ad aspettare questo abbassamento di prezzo.
Nel frattempo il prezzo della musica continuava a salire mentre la tecnologia rendeva possibile, sebbene a caro prezzo, incidere dei CD vuoti.
La cosa che ricordo bene di quegli anni che era della presenza di alcuni personaggi che compravano il masterizzatore ed i CD vuoti con il solo scopo di risparmiare pochi soldi: la differenza tra il supporto vergine e quello registrato che era minima e il costo dell'hardware faceva sì che difficilmente il costo complessivo dell'operazione sarebbe stato vantaggioso per costoro. Semplicemente "faceva figo" incidere questi dischi e a regalarli come reliquie agli amici.

In quel momento, in quell'istante, sarebbe stato semplicissimo, e mi chiedevo perché non stava succedendo, uccidere questo fenomeno, antipatico pure a me perché puzzava di spocchia, abbassando il prezzo della musica di una percentuale tutto sommato accettabile. Allineando la musica supporto vergine, o poco più, si sarebbe ottenuto uno spazio di un paio d'anni di tregua che avrebbe potuto evitare il divenire di questa mania un'abitudine.

L'abitudine e' ciò contro cui è difficilissimo combattere poiché ha tendenza a divenire un fatto culturale. Persino K. Lorenz si è in trattenuto parecchio su questa forza della natura, presente in tutti gli animali.

Quello che era un passatempo da sfigati, registrare i CD, con l'abbassamento verticale dei costi del masterizzatore, un abbassamento consistente del supporto vergine, ma soprattutto una costante e inesorabile crescita del prezzo della musica proveniente dalle case discografiche, divenne piano piano conveniente economicamente e un modo di fare non solo socialmente accettato ma addirittura cultura popolare. Per dirlo con parole semplici " con quello che costano i CD sei un pirla se non li copi". A guardare bene c'erano delle ragioni: un'autoradio costava come un CD di Jovanotti.

Ancora una volta industria discografica decide di continuare in una politica suicida. Come risposta a questa situazione il prezzo della musica continua a salire e in contemporanea si diffidano e si portano in tribunale delle aziende che avevano creato un nuovo dispositivo, mai visto prima, che permette di riprodurre musica senza nastri: la Rio aveva inventato il lettore MP3. Sempre in questo momento c'è richiesta di musica proveniente da un nuovo canale, un affare che fino a pochi anni prima veniva utilizzato solo da qualche hacker e da qualche professore universitario: Internet.

Anziché di saltare sul cavallo che sta galoppando cercano di tagliargli la gola, denunciano la Rio in maniera plurima, e intimano a chiunque di non poter vendere musica su Internet.

Ma queste due cose sono frutto del mondo che avanza non si possono fermare nonostante discografici proseguono a suon di bustarelle e convincimenti a imporre nei vari Stati la loro idea di giustizia: un mondo dove bisogna carcerare chi scarica un brano di musica dal CD regolarmente acquistato sul proprio lettore MP3 e dove è Internet deve continuare esclusivamente a proporre del semplice testo.

L'opposizione alla vendita su Internet è un'altra spinta verso l'illegalità: non esistendo servizi a pagamento è normale che l'unica fonte di musica in quel mondo sia sostanzialmente illegale.

Siamo arrivati al punto in cui ormai è divenuto prassi procurasse la musica illegalmente e usufruirne tramite computer, o per pochi con un lettore MP3.

Industria discografica cerca di correre ripari ma ormai la frittata è fatta e la loro ignoranza del mezzo, la diffidenza dei discografici verso il mezzo Internet prosegue e li porta a fare degli esperimenti senza troppa convinzione.

Convinzione che invece proviene da una azienda di computer, la Apple.
Costoro conoscono bene il mezzo, Internet, conoscono il software ed infine producono da qualche tempo lettori MP3. Da questa posizione privilegiata e iniziano vendere musica nonostante le cassandre gli diano contro. In realtà l'unico 'motivo dell'eventuale insuccesso non sarebbe insito in ciò che è proposto ma bensì nel fatto che ormai è divenuto normale, abitudinario, associare la musica a Internet esclusivamente nell'accezione di gratuito. Nonostante tutto questo in pochi anni un singolo sito, itunes, ha venduto la bellezza di 4 miliardi di brani (leggi 4 miliardi di euri) . Il record sarebbe stato raggiunto nel giorno di Natale 2007, con 20 milioni di brani venduti nelle 24 ore (leggi 20 milioni di euri) . Ci sarebbe da chiedersi cosa sarebbe successo se anziché snobbare questo modo di vendere si fosse partiti per tempo.

Nonostante questo successo che porta un fiume di denaro esagerato nelle casse dell'industria musicale, quest'ultima continua a proseguire nella sua linea di pensiero: aumentare il costo dei CD, aumentare il costo dei brani anche nel negozio Apple (gli scontri con l'amministratore delegato per ottenere un aumento del prezzo di vendita sono ormai finiti nella leggenda), cercare di imporre nuove leggi e cercare di dare delle limitazioni mostruose all'acquirente che tira fuori i soldi e, non ultimo, bruciare i brani gia' acquistati dal cliente per ottenere un riacquisto (vero microsoft? pray for sure!).

Un'industria discografica è arrivata addirittura ad infettare ai propri clienti il personal computer per evitare che colui che aveva pagato il CD non potesse farsene una coppia neppure da tenere in auto: grazie Sony.

La morale di questa storia, a mio modesto e sindacabile parere, e' che è impossibile criminalizzare o punire coloro i quali oggi copiano musica per il semplice motivo che quello che è stato perseguito e desiderato fino in fondo dalle case discografiche. Oggi si copia musica a tutti i livelli della popolazione sia se lo si guarda dal punto di vista anagrafico che di censo, e le case discografiche hanno fatto di tutto perché questo risultato sia stato possibile ed adesso, sempre per via dell' abitudine, sarà molto difficile che si torni indietro ai livelli di quando incidere una cassetta non era reato.

Come in qualsiasi altra azienda che ha compiuto dei gravissimi errori a livello di pianificazione a lungo termine oggi l'intera industria discografica si ritrova nella situazione che per fermare veramente questa situazione che si è venuta a creare sarebbe necessario quello che gli americani chiamano lacrime e sangue. Una rivoluzione dal punto di vista della distribuzione, della gestione di queste aziende e notevoli variazioni verso il basso del prezzo del prodotto stesso. In soldoni evitare di guadagnare per un periodo le cifre a cui sono abituate e far cadere la maggior parte di teste che fanno parte dei direttivi. Solo così, dopo un tempo non brevissimo, sarebbe possibile riportare nella stalla molti dei buoi che sono scappati.

Negli ultimi due o tre anni non si sono viste queste misure e solo nell'ultimo semestre qualcuno ha iniziato a parlare della distribuzione dei brani a pagamento su Internet senza sistemi di bloccaggio che lo ancorino ad un lettore specifico.

La diffidenza dei nuovi mezzi è ancora una volta rimarcata dal fatto che quelle rare promozioni che avvengono nella musica arrivano da un canale bizzarro, l'edicola, a cui viene fatto distribuire impropriamente il prodotto CD ad un prezzo interessante: cinque euro.

Questa è una tipica dimostrazione bocconiana del come far cassetta: il manager dimostra che nel semestre ha fatto salire gli incassi e porta a casa i relativi premi. Il premio reale per l'azienda consiste nella diminuzione a lungo termine dei guadagni, sempre molto più importanti degli incassi. L'effetto collaterale infatti è molteplice:
da un lato si crea di disaffezione del cliente verso il negozio di dischi che è stato l'artefice dei guadagni ottenuti finora ottenendo così una diminuzione delle vendite del supporto fisico.
Dall'altro lato il cliente assegna un valore a questo supporto simile a quello della promozione, cinque euro, non capendo perché è la stessa cosa debba essere poi acquistata a quasi 10 volte tanto.
Infine l'acquirente che non va più nel negozio di dischi a farsi consigliare, necessita di maggior pubblicità, quindi costi, per poter essere informato del catalogo esistente e in contemporanea migliorerà verso tipologie di acquisizione difficili da controllare in quanto una volta che si trova su Internet è spesso più complicato acquistare un brano anziché copiarlo o nella maggior parte di piazze italiane il marocco di turno prende pure le ordinazioni senza incontrare difficolta'. Non parliano poi della GDO.

Forse questa lunga sparata si può racchiudere una frase

chi è causa del suo mal pianga se stesso e non sbatta in galera i suoi clienti ma faccia ammenda.


domenica, gennaio 13, 2008

HDTV e prese in giro




Ogni tanto mi sembra di avere la sfera di cristallo, come anticipato qui, altre aziende, sicuramente da classificare fra le meno serie e le più bastarde nei confronti dell'utente finale si accodano nei confronti del volantino del post precedente.
L'utente ignorante desidera vedere un numero di pixel grande sul catalogo? ecco ci scriviamo il primo numero che ci viene in mente. La matematica non è una scienza è un'opinione da piegare dinanzi al dio marketing. Il consumatore è solo una pezza da piedi che non capisce nulla e bisogna raccontargli tante frottole per entrare nei suoi favori.
Giusto ieri guardavo il piccolo pop di cartone che viene incollato sul lato di un televisore di una famosa marca giapponese che era già rea di altre amenità del genere.

Sul televisore infatti, splendeva una etichetta che parlava di 6 milioni di pixel.
Andando sul sito di questa marca, vedi i link, ( saranno assai contenti i miei tre commentatori ) si descrive la seguente oscenità:

"Pannello a 10 bit di Sony con risoluzione a 6,2 megapixel per una qualità video fantastica "

ma la cosa più divertente è che gli apparecchi della stessa marca in vendita in altri paesi riportano esattamente cio' che dico.

"Full HD 1080 There are a lot of ways to define high-definition but BRAVIA® Full HD means you’re getting the best resolution that high-definition has to offer consumers. With Sony BRAVIA HDTVs, Full HD 1080 means 1920 x 1080 pixels and 1080p video inputs. Your lifestyle demands the best in high-definition and with BRAVIA Full HD 1080 products you get it. 1920 x 1080 Native Panel ResolutionWhen it comes to high-definition TV the pinnacle of performance is achieved by using display panels. Full HD 1920 x 1080 panel resolution with over 2 million pixels 5(more than twice that of 720p HDTV) is exactly what you need to reproduce the 1080p content that can be delivered by our cutting edge 1080p Blu-ray disc™ player."

Insomma, il sito americano di questa strana azienda dice che la vetta raggiungibile, il massimo dell'alta definizione, il full HD, tutto ciò che si può a desiderare nella televisione sono 2 milioni di pixel.
A questo punto anche un completo ignorante dovrebbe pensare che o è diventato matto oppure lo stanno prendendo in giro.
Sicuramente è vera la seconda per la stessa operazione, 1920 x 1080, non è possibile avere due risultati.
Visto la stronzata, non è possibile nomenclarla in un'altra maniera, viene da fare il cattivo: come sempre quando si vede un adulto grande e grosso che picchia senza nessuna ragione un bambino solo perché non può opporre resistenza.
La legge italiana prevede in caso di applicazione di segni mendaci sui prodotti il carcere. Perché questo non venga fatto, o comunque perché nessuno prenda provvedimenti non mi è chiaro.

Altra cosa non chiara, ma forse è talmente chiara, sono fogli di carta in contenitore cartaceo, da non meritare commenti, è questa:
visto che in Italia ci sono diverse sedicenti associazioni dei consumatori che quotidianamente si lanciano in proclami, agenzie stampa, comunicati e altre amenità a loro care.
Visto che in Italia c'è una trasmissione popolata da una decina di persone che continua a dichiararsi amica dei consumatori strappandosi i capelli per questi ultimi senza far nulla per loro.....

insomma non riesco a capire perché nessuno di costoro si attivi per una roba che, dal punto di vista della prese in giro, è colossale ed e' semplice da capire.


giovedì, gennaio 10, 2008

idrogeno, inquinamento!





Per qualche motivo quando si parla di ecologia si tende a confondere la causa con l'effetto, il processo per lo scopo, l'energia di un fiammifero con quello posseduto da una centrale nucleare ed infine l'inquinamento globale di una nostra azione per quello istantaneo.

Molti ricordano per esempio lo show del simpatico beppe grillo:"sul palco per tutto il tour è il pioniere svizzero dell’energia solare Markus Friedli con il suo furgone a idrogeno. Grillo inala i fumenti di vapor d’acqua, spalmando di balsamo all’eucalipto il tubo di scappamento. Trascinati da Grillo sul palco, diversi sindaci, tra cui quello di Milano, sono costretti alle inalazioni" (tratto dal blog del comico)

I sindaci hanno appreso la lezione di marketing, un processo che somiglia molto a quello dell' illusionismo: nascondi quello che sta facendo una mano mostrando l'altra. Nascondi il processo inquinante che produce l'idrogeno e mostra il tubo di scappamento. Infatti ogni due o tre anni un sindaco, un presidente della regione o che altro in augurano un distributore di idrogeno, che verrà chiuso per la sua completa inutilità dopo due giorni, pontificano su inesistenti nuovi sistemi per procurarsi l'energia per farsi beffe di coloro i quali li hanno votati.

Dimenticavo, seppur pochi, anche i motori a combustione interna alimentati con l'H producono diversi inquinanti per via della presenza dell'azoto (N) e della CO2 nell'aria. Non e' quindi il caso di nascare con cotanta verve....

C'è da chiedersi perché lo sviluppo di queste tecnologie SEMBRA arenato: la demagogia non era ancora arrivata, la sette sorelle erano ancora in fasce e persino la benzina come la conosciamo oggi non esisteva ancora.

La realtà è molto più semplice:
l'idrogeno non è una fonte di energia ma va prodotto, per scinderlo dall'acqua occorre tanta energia, almeno il 140% (addio Kioto) di quella che poi verra' utilizzata dalle ruote. Se poi si crea attraverso il reforming i costi ambientali salgono in verticale.
La questione non e' neppure far funzionare un auto ad idrogeno, saranno 50 anni che tutti i problemi funzionali del motore sono stati risolti. Spesso ci si dimentica di una cosa banale, le auto elettriche ci sono da sempre. Addirittura la prima autovettura a superare i 100 km/h, sembrerà strano, era una vettura a batterie dal corpo siluriforme. le auto ad idrogeno, prima della definitiva svolta verso la benzina, non erano una rarita' piu di quelle, precedenti, a vapore.

Sostanzialmente, insomma, si brucerebbe molto più petrolio usando l'idrogeno che immettendo direttamente la benzina nel serbatoio dell'autovettura.

Ma la storia non è finita qua, occorre una grande quantità di energia per comprimerlo o addirittura una enorme quantità di energia per liquefarlo rendendo così molto inquinanti, sicuramente MOLTO piu' di un'auto a benzina, le autovetture che producono il balsamo del comico. Ma questa non è una novità.

Ma la domanda furba e': dove si trova questa energia necessaria a PRODURRE l'H?
Bruciando metano, petrolio, olii pesanti, carbone o utilizzando centrali atomiche.
Questo vuol dire che l' auto ad idrogeno brucera' ancora benzina o anche di peggio come il canceroso e radioattivo carbone!!!!

Sempre alcuni ecologisti parlano di produrre energia con l' idroelettrico o l' eolico...... salvo poi opporsi quando si desidera installare queste attrezzature enormemente ingombranti. Altri personaggi parlano di costruire enormi campi di celle solari, dimenticando che la loro produzione richiede ingenti quantitativi di energia. In alcuni casi la cella deve funzionare 6 anni prima di arrivare al bilancio energetico; in piu' ogni cella richiede una accurata manutenzione (almeno qui' sulla terra) ed occupa enormi superfici non disponibili.

Ovviamente il crucco svizzero dell’energia solare Markus Friedli con il suo furgone a idrogeno immagina di produrre l'energia che ci serve usando un pannello solare da lui prodotto, un bel business visto che dovrebbe ricoprire l'intera terra e forse anche qualche altro pianeta. Ma anche questo è roba vecchia.


In realtà si continua a voler propinare cose vecchie, cosi' dimenticate da sembrare nuove, come una panacea a tutti i mali La cosa sorprendente è che la gente ci casca abboccando all'amo della straordinaria novità che ci salverà tutti.
In qualsiasi scienza umana dalla tecnologia alla matematica dalla robotica alla psicologia non avvengono mai, o quasi, salti epocali ma sempre evoluzioni lente da un passo dietro l'altro. Come sia possibile credere che qualcosa di assolutamente nuovo ci possa risolvere dei gravi problemi come quello dell'energia ed il suo corollario, l' inquinamento, è semplicemente da stolti.

Così ci abbiamo messo circa un milione di anni per passare dalla legna al petrolio. L'atomica, come era, è iniziata l'altro ieri e molti sperano che ci regalerà grandi quantità di energia, l'unica cosa che possiamo fare per il momento è evitare buttare via quel dono divino del cadavere di dinosauro bruciandolo in maniera sconsiderata ed inutile. Peccato che per le scimmie bruciare inutilmente risorse è considerato figo poiché dimostra la propria appartenenza a una determinata categoria sociale, vedi il fenomeno Hummer ed affini.


30 anni fa l' auto ad idrogeno veniva vista come possibile conseguenza dell' installazione di tante, ma tante, centrali nucleari a fissione, con la latente promessa della fusione.

E' ancora cosi'.