lunedì, gennaio 08, 2018

saccheeeetiiii



Per i sacchetti di plastica fatti in quasi plastica si sta generando un caos non da ridere.

Innanzi tutto devo ricredermi su quelli per la spesa. Il fatto di fornire quelli in materbi alle casse ha fatto si che la gente si attrezzasse diversamente. 
Il fatto di dare degli inutili cosi che si squagliano dopo solo una rampa di scale lanciando barattoli ovunque ha costretto all'uso dei sacchetti pesanti riutilizzabili.
Presumo che lo stesso risultato si sarebbe avuto dando dei sacchetti di banale plastica ma altrettanto delicati.
Sarebbe da quantificare il risparmio visto che per tanti usi oggi si usano piu' sacchetti di plastica specifici (spazzatura, scarpe ecc). Ad occhio direi che e' stato fatto un gran caos per un risparmio relativamente contenuto ma dal costo imponente. Qualcuno potrebbe ipotizzare meglio poco che nulla. Ma se nessuno fa i numeri mi viene da pensar male.

Qualche genio ha ora deciso che dovevano essere fatte 2 cose.
La prima e' che anche i sacchetti dell'ortofrutta “faidate” dovessero essere in materbi.
La seconda e' che il costo del sacchetto dovesse essere esposto.


Novamont e' uno spin-off di montedison e di proprietà sostanziale di BCI.
Il fatto che l'obbligo dell'uso della bioplastica non e' mai decollato come sperato per i motivi visti sopra.
Certo in francia sono passati anche loro ai sacchetti di materbi, ma comunque non vi e' stata “la conquista del mondo” come previsto.
Ad oggi il sacchetto compostabile, la plastica biodegradabile, e' un'esclusiva italiana che e' messa in discussione nei tribunali. La produzione e' circa 100KTon annue dando lavoro a 650 persone direttamente e sostenendo BCI.
BCI e' di banca intesa, una banca che ha dei crediti di favori da riscuotere presso il governo (atlante&simili, dice nulla?) come molte banche.
In pratica e' facile ipotizzabile che piu' che una manovra green, si sia vedendo una manovra economica.
Se fosse stato “green” si dovrebbe anche parlare della quantita' di risorse che costa il maledetto sacchetto, per un green, e se fosse green, sarebbe un doublewin. Ma se non ne parliamo non e' un win neppure col piffero.

La novamont piu' e piu' volte ci ha sfracassato dicendo che il processo era complesso e faticoso.
Per un sacchetto che e' leggero come l'aria di plastica e quello in mater bi, che si spera reggere un melone o, peggio, delle castagne alla fine di materiale ne devono cacciar dentro per evitare figure barbine.
Quanto petrolio si usa, alla fine, per ottenere il medesimo scopo?
La novamont non lo dice.
Segreto.

La norma dei sacchettini e' cacciata in tutta fretta nel decreto per il mezzogiorno il 12 agosto (poi dicono che il mezzogiorno e' lasciato a se stesso, forse sarebbe il caso...) per essere applicata solo 3 mesi dopo.
Lascio immaginare come saranno contenti coloro che fanno contratti di fornitura annuali e/o continuativi, con morti e feriti ma soprattutto con aggravio di costi. Quando non di liti.
Inoltre, guarda caso, uno degli stabilimenti (130 persone) e' a Terni dove in tempi recenti hanno avuto piu' di qualche problema.
Come fare per incrementare la produzione itaGliana della plastica “orgoglio degli italiani inventori du mundo”?
Semplice, nel decreto fumo, freddo e fastidio si piazza anche come deve essere composta sta plastica:
dal 1º gennaio 2018, possono essere commercializzate esclusivamente le borse biodegradabili e compostabili e con un contenuto minimo di materia prima rinnovabile non inferiore al 40 per cento dal 1º gennaio 2020, possono essere commercializzate esclusivamente le borse biodegradabili e compostabili e con un contenuto minimo di materia prima rinnovabile non inferiore al 50 per cento) dal 1º gennaio 2021, possono essere commercializzate esclusivamente le borse biodegradabili e compostabili e con un contenuto minimo di materia prima rinnovabile non inferiore al 60 per cento.

Qualcuno ha fatto notare che e' la radiografia della produzione nazionale (non ho sinceramente controllato la fonte)
Rimane il fatto che sembra piu' la manovra
“facciamo i sacchetti in italia”
che la manovra
“stiamo tutti verdi”.


Il cartellino del prezzo.
Il fatto che il governo attuale sia di sinistra e' evidente. La regolazione del libero mercato e' l'aspirazione del “compagni” perche' nulla deve essere lasciato al mercato ma tutto deve essere incasellato e normato nei minimi dettagli.
Il sacchetto deve essere pagato da tutti in maniera uguale.
Il costo del sacchetto e' fonte di educazione.
Sostituire il latino con la chimica, no?
Mah.

La maggior parte dei commenti si lanciano su assurde filippiche sul dannato costo dei sacchetti, un “pesante” 0,01E cadauno.
Cioè, non e' che prima non li pagavate o erano gratis, e' solo che il prezzo era mediato nel valore dell'acquisto.
0,01E comunque sono 5-10E annui che pagavate, grossomodo, anche prima.
Anzi probabilmente, oggi li pagherete molto di piu' del prezzo esposto perche il materbi e' un prodotto maledettamente costoso perche' brevettato e momopolizzato.
Lo 0.01/2 e' stato fatto perche e' il minimo registrabile dalle casse, un valore minore, PER LEGGE, la cassa lo arrotonderebbe a 0.

Il problema e' che gli 0.01E dimmerda sono l'ennesima goccia di una pioggia incessante.
Se e ' vero che per il 90% piove sulle partite iva, le subdole manovre per portare il soldo allo stato sanguinario ormai sono folli.
Imu, tari, tasi, e bolli a non finire coadiuvati da multe stradali ormai ai limiti del ridicolo.
Richieste, variazioni e annullamenti.
Tasse e canoni estorti.
Se fai una mangiata di fagioli e fai una loffa arriva la richiesta di pagamento per odori molesti.
Ovvio che quando arriva l'ennesima goccia si scatena il pandemonio.

Invece di lamentarsi per i 0,01E: tutti quei rossi sfegatati che si lanciano contro i monopoli delle aziende multinazionali bruciando simboli dove casso sono?
Oppure ci si lamenta (spaccando vetrine e bruciando auto) solo quando fa comodo, quando i leader di mercato sono aziende estere, magari amerikane, ma se toccano il nostro orticello spelacchiato stiamo tutti zitti e a testa bassa?

Il problema non e' il costo del sacchetto in se.
Il problema e' tipico dei nostri governi basati su delle ideologie biislacche e fin a se stesse:

i verdosky che basta che sia naturale, che sia arsenico non importa.
Che sia naturale e' la risposta jolly, confondendo, ovviamente, il significato della parola con “che mi piace e che sia vacanziero”

I rossi old style che basta che le aziende vengano uccise e gli operai glorificati. Dimenticando che gli operai sono tali solo se le azinede esistono

I newrossi, pensano che tutto cio che e' la dialettica sia tutto e solo imponendo la propria visione, fatta di assoluti, il mondo migliorera' per la grazia concessa dal fatto di essere “dalla parte giusta”

I destri sono sostanzialmente identici, ma sono meno assoluti. In teoria e' un bene. Il loro problema e' che pensano, come i newrossi, di essere nel giusto con le PROPRIE idee. E le idee sono tutte diverse, non essendo omologati per ogni argomento, ci sono 200 modi giusti per farlo e, a seconda dell'oratore, i restanti 199 sono errati. Peccato che sono tutti e 200 sbagliati, come quello dei precedenti gruppi.

Infine la new entry: un gruppo di idioti che pensano che urlando tutto andra' al loro posto. Inoltre immaginano un mondo dove a lavorare saranno gli altri, l'inquinamento lo fanno gli altri e loro potranno essere pagati per andare a spasso con la loro auto che, ovviamente, non inquinera' come quella che guidano gli altri. Se pensavate che i rossi piu' invasati, quelli sono motivo di imbarazzo persino dai loro compagni, erano il top, dovete ricredervi: questo e' tutto un piano nuovo di imbecillita'. In fondo al pozzo si puo' sempre scavare.

Appare ovvio, in questo contesto, che parlare della banalita' del costo/beneficio equivale a parlare di meccanica quantistica a una parratina.

5 commenti:

stephen ha detto...

non è una questione di impronta ecologica (quanto petrolio serve vs quanto mais) ma per ridurre le plastiche perenni che entrano nel circolo nutritivo e che quindi ci mangiamo assieme all'orata. é una manovra sull'end non sul pre. le tecnologie "eco" costano tutte di più, un motore costruito di precisione, calcolando anche il pelo di culo per estrarre ogni joule costa di più. saremmo ancora ai giganteschi 4litri altrimenti.
va da se che alcune soluzioni "eco" vadano costrette. la ue ha dato la direzione, l'italia l'ha implementata valorizzando un'azienda che detiene un brevetto nostro, qualcosa di buono partorito dalle poche menti rimaste.

qual è il problema?

blu-flame ha detto...

stephen
al di la che un 4 litri V6 o V8 inquina MOLTO meno che un gasolio da 1.6 TuBBo (dal doppio di legge a 40 volte nella realta'). La questione non e' la cubatura, anzi la grande cubatura favorisce un basso inquinamento, erano ottimi motori, robusti, dalla cubatura adeguata. Il problema era l'uso dei carburatori. Infatti mente i V8 smattevano di inquinare noi impestavamo l'ambiente con la panda 30, 600cc che sputano cancro come un raduno di corvette (salvo che facciano i donuts).
La storia della cubatura e' stata messa in giro dai governi di sinistra che vietavano i motori oltre i 2000cc e chiedevano che la TV fosse in bianconero perche' il popolo italiano non deve poter spendere i soldi come meglio crede.

La questione che ci scassano i coglioni alcuni dopo che si e' fatto notare che il 60% e' ancora plastica (in pratica la durata e' minore ma non certo quella della carta o di un foglia di palma) e' quello del pesciolino incastrato o dell'uccellino soffocato.

Mi dispiace ma il problema piu' del materiale, salvo usare la carta sottile, si chiama dispersione.
In lombardia la dispersione e' talmente bassa che non fara' differenza rilevabile.
In tunisia la costa e' una discarica di 1000Km principalmente di sacchetti... Quando si alza il vento in molte zone e' lanterna cinese senza fiamma.

Il fatto che sia bio puo' portare le persone ad abbandonarlo (visto in puglia) sotto la sabbia. Tanto e' bio-4k-megapixel, no?

Forse renderebbe di piu', er tornare all'orata, sensibilizzare il 90% degli utilizzatori, che non sono in nazioni civilizzate, ma usano i sacchetti con dispersioni vicine al 100%, a farne un'uso corretto.

A Ubud quando ho visto cosa ne facevano, e ho posto domande, mi hanno chiesto perche' mai uno dovesse pagare per la spazzatura quando basta fare un buco o dargli fuoco (e poi la plastica brucia bene, ah, ah.) Per loro siamo pazzi. Loro trovano sano anche bruciare la plastica sui campi coltivati.
L'indonesia sono 255 milioni di persone che usano sacchetti di plastica in quantita' che non pensavo possibile e non sanno cosa sia un inceneritore o una gestione dei rifiuti.

E' meglio, a parita' di costi, abbassare la dispersione o fare i sacchetti in megacosi che cosano?

Il sacchetto e' ovvio che sia un problema. Ma non mi sembra che la via sia stata pensata. E' stato calcolato l'impatto, i costi e I BENEFICI?

Anonimo ha detto...

@stephen:
I problemi sono due:
1) questa e' l'ennesima vessazione che noi, il popolino uso pagar le tasse tacendo si riceve. Non sono i 10-15 euro all'anno a dare fastidio (non cosi' tanto, per me, non cosi' poco per alcune classi sociali che vivono gia' all'osso), ma la solita sensazione di essere nient'altro che sudditi. Sudditi? I sudditi di un sovrano in genere avevano, in teoria, l'estrema possibilita' di rivolgersi al sovrano stesso per ottenere giustizia. Noi a chi ci rivolgiamo?
2) plastiche: fare questo in un paese dove i biscotti sono incellofanati uno ad uno, e poi a pacchetti, e poi a confezione [ma cosa vedi quando fai la spesa.. o compri solo da Eataly]?
Basta andare in Francia per vedere che il packaging e' almeno la meta' di quello italiano. E qui ci menano il to22one con i sacchetti? Perche' non costringono le aziende a mettere meno packaging intorno ai loro prodotti? E perche' costringono i consumatori ad acquistare i prodotti in vaschetta di plastica o di polistirolo, non soggetti alla ridicola imposizione? Perche' e' cosi' che finira':la GDO si organizzera' e vedremo crescere i prodotti preconfezionati con vaschette e cellofan/retine pesantissime, ma non oggetto della nuova legge.
E, guarda caso, solo negli ultimi mesi e' saltato fuori nei TG il problema della plastica diffusa nelle acque. Prima non se ne parlava.
Si raccontava invece che la raccolta differenziata avrebbe risolto ogni problema. E la poca robaccia residua sarebbe finita negli inceneritori, che generavano pure energia aggratis.
p.s. mi ero reso conto che la notizia era strana, ma non avevo realizzato che si trattava di preparare il terreno...
p.p.s. @Blu-Flame: il sacchetto in ecocoso costa in media 0.02 euri. Anche 0.03.
Da quanto ne so, c'e' solo una grande catena dove lo fanno pagare 0.01, ed e' una catena molto diffusa nel milanese. Molto meno a Torino, ahime' (dove abito).
Fred

OlatusRooc ha detto...

@ Fred:
Non trovo particolarmente problematico il fatto che una confezione sia... abbondante: basta che sia veloce e semplice da gettare. Quando andavo alle medie (ed avevano appena iniziato a fare la differenziata nel mio comune, 1999) avevo la merenda con la confezione in plastica; facilissima da buttare dopo aver imparato colori e lettere dei bidoni. L'anno dopo hanno modificato la busta, inserendo dentro un cartoncino ondulato per separare i cracker: non è stato molto più complesso separarli e buttarli in due bidoni diversi (plastica in una mano, cartone nell'altra).

La cosa VERAMENTE fastidiosa sono quei sacchetti (o imballaggi) senza l'indicazione dei materiali: ne trovo ancora in giro e mi fanno perdere un sacco di tempo per riuscire a smontarli.

Anonimo ha detto...

@Olatus Rooc:
Sono d'accordo con te per quanto riguarda la difficolta' nel separare.
Ma rimango dell'idea che sia necessario ridurre il piu' possibile la produzione di plastica, intervenendo su tutti gli usi, incluso il packaging.
E' di questi giorni la notizia che la Cina ha vietato l'importazione di rifiuti in plastica (prima riciclata per produrre prodotti in plastica che poi ci venivano rivenduti). Per capire l'importanza della cosa: UK esportava, fino all'anno scorso due terzi della propria monnezza in plastica, la Germania ne esportava la meta'. L'Italia... non e' dato saperlo (non mi stupisco).
Se continuiamo a produrne con questo ritmo, anche separandola, dove la mettiamo?