martedì, novembre 28, 2017

web tax stolt peone



In questo stupido blog abbiamo già visto che ci sono molti motivi per i quali il nostro paese ha un costo di gestione enorme e nessun vantaggio.

Dopotutto si continua a dare una serie di aiuti a delle persone che potrebbero avere dei problemi ma in realtà questo continuo di elargire a pioggia aiuti ha causato intere zone di persone che, anziché lavorare, preferiscono godere della paghetta mensile gratuita.

Come solito esempio, perché colossale, la storia del 28.000 forestali siciliani. Ricordiamo che in Sicilia c'è un altro blocco di 20.000 persone che sostanzialmente si gratta il naso.

Il problema fiscale e che 48.000 persone assolutamente inutili sono fra tasse e contributi 1.500.000.000 l'anno. Il problema che non sono gli unici benedetti da Roma.

Questo e altro hanno sottratto risorse alla ricerca, alle aziende, e, come successo col discorso della casa, alle banche per i prestiti alle aziende.



Ci troviamo così in un paese
povero,
senza servizi,
con un'istruzione molto bassa
ma con un costo fiscale degno di società dove lo stato fornisce tutto.

Questo vuol dire tra le altre cose che non abbiamo grosse aziende in Italia, la stessa Fiat è fuggita. Le aziende che rimangono in Italia, escludendo le coop furbette, sono di una taglia piuttosto contenuta e rimangono nel nostro paese più per incapacità di fuggire che per una vera e propria scelta.

Appare ovvio che qualunque azienda nata in posti più fortunati abbia le risorse e le capacità per piallare le nostre aziende piccole con poca liquidità e scarso knowhow.

Dopo gli annunci da stracciarsi le vesti ora arriva la Web tax studiata da Massimo Mucchetti (Pd). Una tassa piu' volte annunciata come salvifica per lo stato!


Si tratta di una flat tax del 6% da applicare alle prestazioni di servizi effettuate con mezzi elettronici.... SUL FATTURATO!

Un buon modo come vedremo per riportarci all'era del 1900 occidentale o al 1972 italiano con l'IGE

(L'imposta generale sull'entrata o IGE era un'imposta italiana sostituita in seguito dall'Imposta sul valore aggiunto (IVA) a causa dei suoi effetti distorsivi)


Quale fine economista fine conoscitore della rete ha prodotto tale cosa?
Massimo Mucchetti:
Laurea in filosofia all'Università Statale di Milano, praticamente laurea in sega mentale e autoindulgenza.
giornalista professionista dal 1981, un raccontastorie
Da Presidente della Commissione Industria si è occupato di importanti dossier, tra i quali il caso Ilva, quello di Telecom Italia e Alitalia, dimostrando che o erano amiche (TI) con licenza di uccidere o ha affossato le aziende (almeno per quanto ne sappiamo).

Il passo successivo e’ far formulare una legge ad un punkabestia.

Capire ora cosa sarà realmente tassato non è del tutto facile.
Diciamo impossibile. Ma proviamoci, vedremo che il govenro ha le idee ancora meno chiare.

I provvedimenti attuativi che dovranno rendere operativa la nuova imposta digitale dovranno spiegare cosa fattivamente verra' coinvolto sara' prodotto entro il 30 aprile 2018.

Poi il direttore dell’agenzia delle Entrate dovrà indicare le modalità di segnalazione al Fisco come fattivamente operare e come pagare le operazioni che derivano da “prestazioni di servizi con mezzi elettronici”.
E li sara' da ridere.

Casso vuol dire servizio e’ gia abbastanza da ridere. Tutto e’ un servizio nel mondo moderno.

Faccio esempi:

Secondo costoro la pubblicita’ e’ un servizio. Quindi aumenteranno i prezzi della merci pubblicizzate.

Quindi lo e’ amazon, quando non vende direttamente offre il servizio di intermediazione. Quindi aumenteranno i prezzi della merci vendute?

Pero’ lo e anche il corriere di amazon (es TNT). Quindi aumenteranno i prezzi della merci vendute, 2 volte.

Ma lo e’ anche il prodotto, un servizio. Se nel telefono abbiamo un abbonamento o la telecamera ha un servizio FTP (per gli imborniti: cloud) va pagato? Direi di si. In che percentuale?

Io mi sono fatto mandare la SIM del cello per telefono e’ un servizio! 6% del traffico da qui all'eternita'?

Con Enel ho fatto la fornitura pagandola digitalmente: dovrei pagare la bolletta il 6% in piu’?

Aribnb dopo la grande cedolare secca (che si e' gia' ritorta contro lo stato) costera' altri 6%? le tasse sulle tasse?

Itunes?

Youtube?


Insomma: tutto quello che non e’ una gallina comprata dall’allevatore dove andate a piedi inciampa in questa norma?

Nonostante tutto questo caos il non sapere a chi, cosa e come e soprattutto che dimensione del mercato stiamo andando a colpire il gettito atteso viene dichiarato con precisione CENTESIMALE.

Abbiamo definito un quadro filosofico “a wuebbe ce deve paga'”, non sappiamo neppure la dimensione del mercato, ma sappiamo quanti soldi ci devono pagare le multinazionali kattive amerikkane.

Appunto laureato in filosofia: noi bianchi, voi neri e gli altri rossi. La guerra dei bottoni e il fascio komunista verde klingoniano.

la relazione tecnica della Ragioneria prende come primo riferimento certo l’impatto della web tax sui ricavi della pubblicità online e' pari a 1,9 miliardi di euro nel 2016. Un dato preso dai tre principali player di mercato che non stanno certo a nascondere dati di tal fatta.

Secondo la Ragioneria è possibile stimare un importo minimo dei ricavi due volte superiore perche' FORSE, il ricavo da altri servizi che non si conoscono bene saranno almeno il doppio. Pero' potrebbero essere 10 volte tanto o la meta'.

Figo, no?

Non sanno cosa vogliono tassare ma fanno delle stime.

Dopotutto l’ISTAT dice che in italia il commercio elettronico non esiste.

Avete capito bene: quando fanno le varie statistiche sul consumo delle famiglie tutto cio che e’ commercio elettronico non rientra nelle statistiche.

Quando vi dicono “i consumi sono scesi dello 0,5%” magari sono pure saliti. Dal momento che non sanno che pesci prendere, banalmente, per loro non esiste. Amazon e’ un fantasma.

Applicando il 6%, l’imposta digitale garantirebbe non più di 228 milioni, forse la meta ma financo il doppio. Ma potrebbe, ragionevolmente, essere molto di piu'.

Oltretutto 228 milioni non bastano neppure per la meta' del reddito di cittadinanza, ops, dei forestali fancazzisti della sicilia.

Forse anziche' sbanarsi sulla webtax da quasi 3 anni sarebbe bastato licenziare qualche forestale.

Viene da chiedersi, oltrettutto, se mancano i dati, come possano definire il 6%. Forse e' apparso un angelo? Oppure hanno nostalgia dell'IGE (4%). Perche' non il 20% molto piu' africano?


Questi non hanno neppure l’idea di quanto sia il movimento online in italia.

Ho diversi conoscenti che le vacanze le comprano online.
Sono servizi.
Anche belli costosi.
E dalla crisi delle agenzie di viaggio direi che online e’ un mercato togo.
Quindi?

Quindi le vostre vacanze, un mercato online di servizi che in italia, a seconda dei report, vale fra i 2 e i 15 miliardi annui costeranno il 6% in piu’.

Figo, ne so piu' di un esperto del PD (Poveri Dementi?)

Forse non avevano fatto i conti?

Una vacanza da 2000E che costa 120E in piu’ fa ridere se pensiamo che le tasse le ha gia’ pagate.


Secondo le turpi menti sarà lo spesometro a stanare i non pagatori di gabella.

Ora mi sovviene che il 90% del mercato online sia pagato dai privati.

Quando un privato paga un airbnb o l’esselunga (clicca il pomodoro) poi non fa lo spesometro.

Ma anche dare uno spesometro che scenda a questo livello di informazioni mi pare un tantinello lesivo per un’azienda.


Lo scopo evidente sono i “i big della rete” che ovviamente non sono italiani ma provengono da dove l'innovazione e' stata premiata e non massacrata.

Il problema e' che comunque a questi servizio le stonate aziende poco competitive italiane si appoggiano aumentare i costi del 6% equivale ad azzopparle ancora di piu'.
Lo scopo e' forse smettere di avere aziende in italia?

Pare che vogliano considerare “kattiva multinazionale” chi fa piu' di 1.500 transazioni o piu' di 1,5 milioni di euro.

Ci sarebbe da definire che 1.5ME li fa un negozio di 500m^2. In molti settori non e' una cifra da BIG ma da very very small.


Una volta constatato nel corso di un semestre il superamento di questi valori da parte di un soggetto non residente senza stabile organizzazione nel territorio dello Stato l’agenzia delle Entrate lo invita... a niente.

Provate a pensare a gearbest o aliexpress. Sono societa' di servizi che veicolano merci o permettono la creazione di store virtuali. I server sono in cina, i manager parlano cinese e incidentalmente vendono anche nel paese dei cachi.
Per noi sono grosse cifre, per loro una cifra minima.

Scusate, ma quando ricevono una telefonata dagli italiani che li invitano a prendere l'aereo per venire fino a milano con costi di traduttori, alberghi&c loro rispondono:

“che bello andare a sentire un idiota che chiede tasse che contrastano ogni accordo internazionale”
oppure
“cazzo volete?”


Quando poi una netflix qualsiasi, che fa circa 250.000 abbonati, quei 20-30 milioni all'anno, non ha bisogno di sedi fisiche in italia. Perche' mai dovrebbe versare il 6% facendo aumentare il costo per la sola italia? dovrebbe cambiare anche il sito per la sola italietta.

“buon giorno, senta vorrei applicare un'accisa che si cumulera' con le tasse che lei paga dove lavora. Puo' essere cosi' gentile da regalarci questi soldi in spregio di qualsiasi norma fiscale le debba rispettare?”
Piu facile che colpisca il cubomeddovion di telecom italia.

La competenza degli accertamenti sulla web tax sarà affidata alla direzione regionale delle Entrate della Lombardia. Banalmente perche in sicilia non sono in grado neppure di stampare le cartelle (Mr fiumefreddo fu silurato per voler la normalita')

Visto che non e' possibile assoggettare uno che opera in vietnam con delle tasse italiane, ci pensate se ognuno dei 196 stati facesse leggi da rispettare negli altri stati che casino?,
Si dovrebbero conoscere milioni di leggi. In un paese che ogni anno aggiunge 2500 pagine di norme all'ordinamento sembra normale.

hanno partorito un'altra minchiata:

Banche come sostituti d’imposta

Eggia'. Lo stato italiano pensa che i privati siano schiavi e, nonostante una enorme quanita' di lavoratori fancazzisti pubblici delega con il bastone a fare il lavoro dello stato.

Il datore di lavoro deve pagare la tasse per i dipendenti e visto che se questi ultimi non le pagano arrivano multe colossali al datore di lavoro (non, come sarebbe logico, a chi non le ha pagate) allora paga professionisti costosissimi. Inoltre l'azienda puo' essere pignorata al posto del lavoratore venendo trascinato in tribunale insieme a quest'ultimo. Il datore di lavoro e' un distaccamento dell'agenzie delle entrate.

L'azienda che paga un professionista deve versare parte del compenso non al professionista ma allo stato. Se poi quelle erano tasse non dovute chissenefrega: le vedrete fa 5 o 6 anni. Intanto prendiamo.

Lo stesso accade in altre decine di casi: lo stato trasforma il pagatore in gendarme quando, come nel caso dei commecialisti, in veri e propri delatori.


Così alle banche viene affidato il ruolo di sostituti d'imposta e dovranno applicare una ritenuta d'imposta con obbligo di rivalsa sul soggetto che percepisce i corrispettivi.
A nessuno di questi geni viene in mente che la maggior parte dei pagamenti sulle piattaforme digitali viene operato attraverso carta di credito le banche che non sono certo residenti in Italia.

Viene da chiedersi il costo di questa operazione se le banche si organizzassero veramente per uscire a capire un pagamento se viene operato ad una delle società considerate cattive oppure banalmente, magari dalla medesima società come amazzonia, viene comprato un bene fisico.
Perché un'azienda italiana potrebbe comprare un bene fisico come può essere una licenza per il pessimo office di Microsoft così come un computer che e' una cosa fisica.
anche ammettendo che il computer sia operato come intermediario, la cifra spettante all'erario dovrebbe essere 6% solo della commissione e non dell'intero prodotto.
Come una banca riesca a fare questi distingui è solo nel cervello di chi ha studiato filosofia. Spaccare il capello in quattro non vuol dire che si possa lavorare spaccandolo ogni 0,2 secondi. La filosofia non rientra nelle capacità di un sistema informatico ed oggi le banche sono questa cosa qui.


Per non penalizzare le imprese italiane e quelle residenti nel territorio dello Stato entra in gioco il credito d'imposta pari all'imposta digitale versata sulle transazioni digitali.
In pratica la metà di questo valore potrà essere utilizzato per pagare le tasse ma solo se dovete pagare.

Provate a immaginare una società che sta partendo, quelle che oggi si chiamano in maniera ignobile start up. All'inizio, generalmente per i primi 3-5 anni, le spese saranno tali da non ha generare nessun reddito o quasi. Questo vuol dire che le tasse che dovrete pagare saranno, se non negative, molto basse.
Immaginiamo di essere una società di quelle che lavorano su Internet che tutti desiderano ma in posti senza cultura come il nostro sono difficili da far partire. I loro acquisti probabilmente saranno principalmente fatti sulla rete e quindi avranno un credito d'imposta esagerato che andrà a pesare esattamente come se fosse una società spagnola o Svizzera.

A questo punto, visto che basta fare da Milano 80 km per essere Svizzera, è meglio traslare la società in uno stato più equo e dovendo vendere anche agli italiani dubito che qualcuno vada a chiedere agli svizzeri quel dannato 6%. La legge svizzera non lo prevede. In pratica oltre alle tasse normali saranno dimezzate avremo anche uno sconto del 6% sugli acquisti digitali.
Come perdere aziende. Capitolo 10.


Per farla molto breve e ricapitolando un po' questa è una legge che può essere stata solo immaginata da un idiota.

La legge, così come, presuppone che sia di fatto una tassa d'importazione e quindi completamente illegale sia per quanto riguarda gli accordi comunitari sia per quanto riguarda il WTO.

La tassa inoltre presuppone un aumento di costi bancari che si riverseranno immancabilmente ci correntisti,

un aumento di lavoro per quanto riguarda le aziende per cercare di capire come gestire questo 6% aumentando i costi aziendali italiani ovvero aumentando i costi dei consumatori

un aumento di tasse sproporzionato come valore visto che in alcuni settori il margine operativo è molto più basso del 6% rispetto al fatturato e si andrebbe a prefigurare un raddoppio delle tasse già elevate in Italia

una diminuzione della competitività italiana nei confronti del mondo per via di questi costi


inoltre noi vorremmo mettere le tasse sui servizi perché non siamo stati in grado di avere aziende che producono valore moderno, servizi, perché soverchiate di tasse.

Ammettendo anche che non sia illegale e ridicola provate a immaginare cosa succederebbe se tutti gli Stati mettessero tasse similari.

Per esempio la Cina potrebbe definire una tassa per il lusso per capi di vestiti che superano i cinque dollari azzerando di fatto la nostra presenza in quello stato
Stati avanzati come gli Stati Uniti potrebbero imporre delle tasse anziché sui servizi sui beni. Di fatto massacrandoci.
Stati come la Germania o la Spagna potrebbero mettere questi dazi sull'agricolo.

Si tornerebbe in pratica ad un Far West non coordinato. Fine dell'Europa e fine di qualsiasi organizzazione mondiale.

Questa norma appare molto strana perché firmata da coloro i quali hanno sempre amato la globalizzazione portata come bandiera.
Forse dopo decenni di desiderio quando e' arrivata si sono accorti che non era quello che credevano: la globalizzazione vuol dire competizione. Anche fra stati. Non era solo "gioia di consumatori" ma anche il rovescio della medaglia: massacro aziendale.

Infine e' una tassa maledettamente ingiusta non facendo pagare coloro che GUADAGNANO di piu' ma quelli che fanno piu' fatturato. In pratica punendo i fornitori piu' economici per i consumatori.


Forse, per i nostri politici, non siamo ancora abbastanza puniti.
Dobbiamo fare la fame come il congo. Siamo troppo grassi.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma di cosa stiamo parlando?
Abbiamo Andrea Orlando, ministro della Giustizia...
...avrà almeno la laurea in giurisprudenza o addirittura è avvocato!
Macché! Si è fermato alla maturità scientifica.
Beatrice Lorenzin, ministro della Sanità, maturità classica.
Giuliano Poletti, ministro del Lavoro, è perito agrario.
Ma dove vogliamo andare?
Tony

Anonimo ha detto...

Anonimo-bis

vero, la web tax, come proposta dal...filosofo, è mal strutturata.

Consideriamo però le società che "nascondono" la stabile organizzazione esistente in Italia

A mio avviso occorre colpire la "estero-vestizione", cioè non è sbagliata l'idea di tassare in Italia il reddito prodotto nel nostro Paese.

Penso ad es. alle multinazionali che operano tramite...peones locali, fanno raccolta pubblicitaria...in Pianura Padana, porta a porta, chiamando tutti i numeri dell'elenco telefonico, e poi mandano la fattura/invoice dall'Irlanda (mentre il target dei clienti raggiunti con la pubblicità è territorialmente ristretto, tipo venditori di TV 4K o come si scrive) .

Se invece, tramite Amazon, ordino un DVD vintage (film francese anni '30) che mi arriva per posta dai mangiarane, non ha senso far pagare IRES all'Agenzia delle Entrate

blu-flame ha detto...

x anonimo bis
E' una questione di numeri.
in realta' nessuno fa cose "sbagliate": prendiamo i tuoi esempi.

Il perone locale vende pubblicita' di facebook.
Il peone viene pagato PER IL SUO LAVORO in italia (aka le tasse in italia) e la GESTIONE viene fatta in in irlanda, i progemmatori in india e i server in DE.
IN questi quattro stati si pagheranno le tasse relative.
OVVIAMENTE essendo la sede principale in IE paghera' la principale fetta in IE.
La sede e' li perche si pagano meno tasse.
Come multinazionale le sedi si hanno in mezzo mondo.
In italia avrai solo un ufficio di raccolta che non fara' reddito ma solo fatturato essendo una commodity. Non e' il compito di uno che miete fare la focaccia.

Se cosi' non fosse il tuo DVD, visto che amazon ha sede anche in italia, dovrebbe venir tassato perche' comunque fa guadagnare in irlanda (amazon) e in francia (il produttore del DVD).

Il problema che ci si pone e' che alcuni stati sono molto piu' convenienti di altri e alcuni stati, come il nostro, non hanno neppure le infrastruttire (prova ad ordinare un the in inglese in un capoluogo di provincia, gia' in italiano fanno fatica).
A forza di svaccare le aziende oggi si importa tutto, beni e servizi, e non si ha un flusso di tasse che invece vanno in paesi meno fessi.
Si vorrebbero le tasse degli altri.

Anonimo ha detto...

Non sono d'accordo:
se i peones vengono organizzati per battere a tappeto le aziende italiane e raccogliere pubblicità per beni e servizi da vendere in Italia, ebbene si può dire che esoste stabile organizzaxione in Italia. Le tasse vanno pagate da noi a prescindere da dove si trovino i servers e/o il deus ex machina. E non mi sembra il caso di farsi fregare lasciando che i furbacchioni "scarichino" (mi si scusi la terminologia idraulico/fiscale) come costi le royalties per l'utilizzo di marchi o brevetti fittiziamente domiciliati in Stati a fiscalità privilegiata

Anonimobis -:)

blu-flame ha detto...

anonimo bis.
"se i peones... si può dire che esoste stabile organizzaxione in Italia"

Non dico che non ci sia "stabile organizzaxione"
ma non cambia nulla.
Facciamo l'esempio di una stampante tedesca venduta da un concessionario francese e pubblicizzata da chi va a "battere a tappeto le aziende italiane".
Ogni parte dell'organizzazione paga le tasse nel rispettivo paese, no?

Il problema che si pone (e che in un posto come l'itaGlia dove non si produce valore e' ininfluente) e' che spostando i centri di costo si spostano le tasse da un paese all'altro e in posti di merda come l'italia che sono al top come valore ma al pavimento come vantaggi si cerca di non lasciare sul tavolo molto.

Quindi, per tornare all'esempio di prima, l'auto usata dall'agente del "battere a tappeto le aziende italiane" verra' intestata alla filiale italiana per abbattere le tasse, mentre, se stesse vendendo in svizzera magari la stessa sarebbe acquistata direttamente dal concessionario francese rimanendo di proprieta' francese (le tasse FR sono elevate ma molto servizievoli) alle cui dipendenze e' comunque l'agente.

Con giochi simili, molto piu' complessi, e legali e' facile sottrarre tasse. Per esempio: la concessionaria delle stampanti potrebbe acquistare l'auto dell'agente in francia e fatturarla ad un prezzo piu' alto alla filiale italiana adducendo, correttamente, che la vendita ha un costo. In tal caso l'auto sposterebbe tasse da una nazione all'altra. Oppure per le zone ad alte tasse fatturare il prodotto ad un prezzo piu' alto. Questo diminuisce i margini e, di conseguenza, le tasse. Adesso hai capito perche' una rx8 il preventivo che mi avevano fatto a monaco erano 28KE e in ita 37KE?

E' chiaro che il problema di una nazione sfiga che nulla produce, non da servizi e ha tasse tanto alte da essere ridicole si pone nella situazione di non ricevere tasse e sbavare per quelle che pagano in paesi produttori come la germania. Mi dispiace in germania le tasse le pagano perche' sono poche e danno servizi e non guardaalberi.

A questo l'aggravante di nazioni in seno all'unione, come l'irlanda, dove le tasse sono basse e i servizi discreti.
Se devi fare una nuova societa' la fai in irlanda con tasse del 30%, personale plurilingua preparato, uno stato presente o in italia (con i collaterali arriviamo a picchi del 70% di tasse) dove lo stato ti tratta di merda e se chiedi un tea in inglese in milano si chiedono perche tu non debba parlare calabbressse come tutti, poi che cazzo e' un tea.
Io che bevo il caffe LUNGO faccio fatica a spiegare che no, non voglio un cucchiaino di caffe'. Dopo la spiegazione, lunga come vorrei il caffe', mi portano la tazzina con un dito di caffe'. Ho avuto meno problemi in indonesia.

Quindi, perche' dovremmo avere diritto ad avere le tasse degli altri?


Alla fine la stampante crucca e' venduta da un francese: che caspita di tasse vuoi?
Perche' se pretendi il 70% mi dici come spieghiamo ai francesi e ai crucchi perche i loro cittadini devono delle tasse agli sfigati italiani. Mi spieghi come la contrattazione del lavoro crucca debbe tener conto delle tasse italiane. Ma soprattuto come i francesi giustificheranno sul modulo delle tasse "non te le diamo: date ai agli italiani"
Per non parlare che il mondo, nel fare il business plan, dovra tenere conto delle diverse iperf del mondo intero (e gia' avevamo il problema dell'iva e dell'equo) visto che sono tasse che impattano sull'intero ciclo e non solo sul finale.

In pratica la webtax, per evitare tutto cio', e' proposta come un'accisa da far pagare agli itagliani sull'online.
Banalmente: un'aumento dell'iva per la roba online uccidendo ancora di piu' le startup che andranno in irlanda.

Piu' trasse per tutti per pagare la macchina statale che ostacola tutti.
si chiama autogoal.

Anonimo ha detto...

L'insipienza e la malafede del legislatore fiscale italiano non è in contestazione.

Idem per la webtax

L'esempio della stampante che tu dici prodotta in Germania (più probabile Cina...)e venduta da un francese non mi sembra calzante.

Se la multinazionale...sovrafattura prodotti e/o servizi alla controllata italiana va...bastonata.

Se l'azienda italiana organizza una girandola di fatture per spostare gli utili in uno Stato a fiscalità privilegiata è frode da recuperare a tassazione

Anonimo bis _:)

blu-flame ha detto...

Anonimo bis ammettaimo per un istante di essere d'accordo.
prova a definire sovrafatturazione:
il 10% in piu' per chi fa profumi puo' essere una giusta inezia. Per un TV japponese e' una strage.
Come sopra:
o fai un'impressionante corpo legislativo italian style che fa piu' danni che altro
o fai un solo sistema all'interno EU con semplificazione di leggi e impossibilita' di spostamenti che tu definisci furbetti.