venerdì, marzo 18, 2011

cibo!

L'indice dei prezzi degli alimentari la dice tutta sulla situazione in Egitto e in Nord-Africa.

Paesi economicamente deboli, sovrappopolati rispetto alla loro capacità agricola, colpiti dalla siccità e dall'aumento dei prezzi del petrolio, che si riflette su quello dei fertilizzanti, pesticidi, meccanizzazione agricola, eccetera.

Ma qualcuno ha notato che il prezzo del cibo in africa e' aumentato in concomitanza alla nostra adozione del sacchetto della spesa in mais? Sicuramente non e' stata l'unica motivazione ma.....


4 commenti:

Insight ha detto...

se non sbaglio anche il biodiesel c'entra qualcosa.

Anonimo ha detto...

Beh, sono sempre almeno abbastanza d'accordo con te, ma questa volta proprio no. I sacchetti della spesa in mais, e anche il biodiesel, sono nulla rispetto alle dinamiche macroeconomiche.
Proprio negli ultimi mesi gli USA di Obama (ma anche la GB), hanno fatto operazioni di quantitative easing, definizione tecnica (e ipocrita) equivalente a "stampare moneta". Lo scopo dichiarato e' quello di sostenere l'economia americana, ma il risultato e' stato quello di dare foraggio agli speculatori (se c'e' tanto denaro che circola, questo costa poco, cioe' si pagano interessi bassissimi per prenderlo in prestito), che si sono gettati sulle commodities (altro termine ipocrita che sta per "materie prime").
Ora, tra le commodities, c'e' il petrolio, e gli effetti li vediamo alla pompa del carburante (l'aumento del prezzo alla fonte e' minimo rispetto a quello alla pompa, e non sono i gestori i colpevoli).
Ma, soprattutto, ci sono i beni alimentari. Gia' le aziende alimentari italiane hanno detto che i prezzi aumenteranno, ma il problema non e' qui: saremo un briciolo piu' poveri, ma rimaniamo ricchi. Il problema e' stato (ed e') nei paesi veramente poveri: le rivolte in Tunisia avevano quest'unico detonatore, e anche in Egitto c'era la componente "cosa mangiamo?".
E questo con tutte le conseguenze che anche noi paghiamo in termini di immigrazione: non venitemi a dire che tutti quanti sbarcano a Lampedusa (parlo dei poveri cristi, non dei criminali che sicuramente ci sono nel mucchio) sono contenti di lasciare il loro paese per venire in Europa: le ultime ondate sono composte soprattutto di tunisini affamati.
E il bello e' che la manovra di Obama non e' servita pressocche' a nulla per risollevare l'economia americana, che continua ad essere nel guado. Ma, gia', Obama doveva anche cambiare le regole del gioco di Wall Street, ed e' rimasto tutto, ma proprio tutto, uguale. Non ha neanche ripristinato il Glass-Steagull act [la causa principale della crisi del 2009] che quel fenomeno di Clinton (ho detto Clinton, non Bush, altro fenomeno, ma per altri motivi) aveva tolto.
Ciao!
Fred

Anonimo ha detto...

post scriptum: se qualcuno e' curioso sul Glass-Steagall act (non Steagull, come ho scritto erroneamente), deve consultare Wikipedia in inglese. In italiano non c'e' nulla.
Ri-ciao!
F.

blu-flame ha detto...

e' bello che fred sia in disaccordo, i punti di vista diversi, alla rovescia rispetto ai nostri, ci fanno crescere.
Per esempio non conoscevo la norma americana che cita.
In realta' ho fatto solo una supposizione non avvallata da alcunche', quindi probabilmente di nessuna valenza se non equivalente ad una pulce nell'orecchio.
Sarebbe interessante capire quanto cibo e' stato coltivato negli ultimi 10 anni per cosumo animale, umano e industriale. Se il delta e' intorno al miglionesimo ho sparato una colossale boiata.
La sensazione del mio naso, che non e' infallibile, e' che dopo aumenti gia' avvenuti il consumo di migliaia di tonnellate di mais nell'area fosse UNA delle gocce che han creato le rivolte un una situazione dove la balestra era gia' caricata.