venerdì, gennaio 18, 2008

Download illegali chi li vuole?





Regolarmente, vuoi anche attraverso pubblicità tremende al cinema, si viene a contatto con il piagnisteo dell'industria dei contenuti.
Industria discografica continua a piangere miseria, continua a informarci di aver perso un sacco di soldi per via del download dei loro materiali attraverso Internet.
Sempre con la stessa regolarità ci viene spiegato da costoro che il 90% della popolazione sono ladri, pirati o altri malfattori.

Talmente malfattori d'aver pagato perché gli Stati formulassero legislazioni così bizzarre da punire maggiormente coloro i quali producevan un copia di un CD piuttosto che accoppare il vicino di casa. Se queste frasi sembrano eccessive potete vedere qui, o qui. E la mia etichetta.

Comunque ricordo, in Italia, chiunque effettua il download di un'opera protetta dal diritto d'autore e la mette in condivisione commette un reato penale (è l'art. 171, lett. a-bis, lda).

La norma è chiarissima: è punito chiunque lo fa "senza averne diritto, a qualsiasi scopo e in qualsiasi forma."

"a) riproduce, trascrive, recita in pubblico, diffonde, vende o mette in vendita o pone altrimenti in commercio un'opera altrui o ne rivela il contenuto prima che sia reso pubblico, o introduce e mette in circolazione nello Stato.."

inquietante e' il "recita in pubblico a qualsiasi scopo" : se canto per la via pubblica una canzone....


La realtà dei fatti per chi ha seguito la storia dell'inizio è semplicemente che discografici, prima, e le case di distribuzione dei film, dopo, abbiano fatto tutto ciò che era possibile per produrre la situazione attuale. Guardandola fin dall'inizio sembra la situazione in cui il cane da pastore spinge lentamente le pecore verso la stalla, che in questo caso corrisponde alla situazione di copia selvaggia.

Fin dagli albori la copia e' sempre esistita, era normale e considerato banale comprare un lp fra quattro amici e produrre quattro cassette. Il costo complessivo era ridotto notevolmente e la qualità del prodotto diveniva superiore. Già, non bisogna dimenticare che spesso le cassette vendute da queste aziende erano talmente orripilanti da danneggiare fisicamente i deck migliori, le altre spesso si suicidavano. Io ad esempio, salvo rari casi, non avrei mai messo in una piastra della Nakamichi una cassetta di tal fatta.

Successivamente arrivò sul mercato il CD, supporto fantastico e ben studiato. Le case discografiche inizialmente proposero un prezzo"novità" per giustificare gli investimenti delle fabbriche di stampaggio. La promessa, che ricordo detta più volte nelle varie conferenze stampa, era quella di riallineare il prezzo di questo nuovo supporto quando questi investimenti fossero stati ammortizzati. Ovviamente questo non è mai stato fatto ed io sono qui ancora ad aspettare questo abbassamento di prezzo.
Nel frattempo il prezzo della musica continuava a salire mentre la tecnologia rendeva possibile, sebbene a caro prezzo, incidere dei CD vuoti.
La cosa che ricordo bene di quegli anni che era della presenza di alcuni personaggi che compravano il masterizzatore ed i CD vuoti con il solo scopo di risparmiare pochi soldi: la differenza tra il supporto vergine e quello registrato che era minima e il costo dell'hardware faceva sì che difficilmente il costo complessivo dell'operazione sarebbe stato vantaggioso per costoro. Semplicemente "faceva figo" incidere questi dischi e a regalarli come reliquie agli amici.

In quel momento, in quell'istante, sarebbe stato semplicissimo, e mi chiedevo perché non stava succedendo, uccidere questo fenomeno, antipatico pure a me perché puzzava di spocchia, abbassando il prezzo della musica di una percentuale tutto sommato accettabile. Allineando la musica supporto vergine, o poco più, si sarebbe ottenuto uno spazio di un paio d'anni di tregua che avrebbe potuto evitare il divenire di questa mania un'abitudine.

L'abitudine e' ciò contro cui è difficilissimo combattere poiché ha tendenza a divenire un fatto culturale. Persino K. Lorenz si è in trattenuto parecchio su questa forza della natura, presente in tutti gli animali.

Quello che era un passatempo da sfigati, registrare i CD, con l'abbassamento verticale dei costi del masterizzatore, un abbassamento consistente del supporto vergine, ma soprattutto una costante e inesorabile crescita del prezzo della musica proveniente dalle case discografiche, divenne piano piano conveniente economicamente e un modo di fare non solo socialmente accettato ma addirittura cultura popolare. Per dirlo con parole semplici " con quello che costano i CD sei un pirla se non li copi". A guardare bene c'erano delle ragioni: un'autoradio costava come un CD di Jovanotti.

Ancora una volta industria discografica decide di continuare in una politica suicida. Come risposta a questa situazione il prezzo della musica continua a salire e in contemporanea si diffidano e si portano in tribunale delle aziende che avevano creato un nuovo dispositivo, mai visto prima, che permette di riprodurre musica senza nastri: la Rio aveva inventato il lettore MP3. Sempre in questo momento c'è richiesta di musica proveniente da un nuovo canale, un affare che fino a pochi anni prima veniva utilizzato solo da qualche hacker e da qualche professore universitario: Internet.

Anziché di saltare sul cavallo che sta galoppando cercano di tagliargli la gola, denunciano la Rio in maniera plurima, e intimano a chiunque di non poter vendere musica su Internet.

Ma queste due cose sono frutto del mondo che avanza non si possono fermare nonostante discografici proseguono a suon di bustarelle e convincimenti a imporre nei vari Stati la loro idea di giustizia: un mondo dove bisogna carcerare chi scarica un brano di musica dal CD regolarmente acquistato sul proprio lettore MP3 e dove è Internet deve continuare esclusivamente a proporre del semplice testo.

L'opposizione alla vendita su Internet è un'altra spinta verso l'illegalità: non esistendo servizi a pagamento è normale che l'unica fonte di musica in quel mondo sia sostanzialmente illegale.

Siamo arrivati al punto in cui ormai è divenuto prassi procurasse la musica illegalmente e usufruirne tramite computer, o per pochi con un lettore MP3.

Industria discografica cerca di correre ripari ma ormai la frittata è fatta e la loro ignoranza del mezzo, la diffidenza dei discografici verso il mezzo Internet prosegue e li porta a fare degli esperimenti senza troppa convinzione.

Convinzione che invece proviene da una azienda di computer, la Apple.
Costoro conoscono bene il mezzo, Internet, conoscono il software ed infine producono da qualche tempo lettori MP3. Da questa posizione privilegiata e iniziano vendere musica nonostante le cassandre gli diano contro. In realtà l'unico 'motivo dell'eventuale insuccesso non sarebbe insito in ciò che è proposto ma bensì nel fatto che ormai è divenuto normale, abitudinario, associare la musica a Internet esclusivamente nell'accezione di gratuito. Nonostante tutto questo in pochi anni un singolo sito, itunes, ha venduto la bellezza di 4 miliardi di brani (leggi 4 miliardi di euri) . Il record sarebbe stato raggiunto nel giorno di Natale 2007, con 20 milioni di brani venduti nelle 24 ore (leggi 20 milioni di euri) . Ci sarebbe da chiedersi cosa sarebbe successo se anziché snobbare questo modo di vendere si fosse partiti per tempo.

Nonostante questo successo che porta un fiume di denaro esagerato nelle casse dell'industria musicale, quest'ultima continua a proseguire nella sua linea di pensiero: aumentare il costo dei CD, aumentare il costo dei brani anche nel negozio Apple (gli scontri con l'amministratore delegato per ottenere un aumento del prezzo di vendita sono ormai finiti nella leggenda), cercare di imporre nuove leggi e cercare di dare delle limitazioni mostruose all'acquirente che tira fuori i soldi e, non ultimo, bruciare i brani gia' acquistati dal cliente per ottenere un riacquisto (vero microsoft? pray for sure!).

Un'industria discografica è arrivata addirittura ad infettare ai propri clienti il personal computer per evitare che colui che aveva pagato il CD non potesse farsene una coppia neppure da tenere in auto: grazie Sony.

La morale di questa storia, a mio modesto e sindacabile parere, e' che è impossibile criminalizzare o punire coloro i quali oggi copiano musica per il semplice motivo che quello che è stato perseguito e desiderato fino in fondo dalle case discografiche. Oggi si copia musica a tutti i livelli della popolazione sia se lo si guarda dal punto di vista anagrafico che di censo, e le case discografiche hanno fatto di tutto perché questo risultato sia stato possibile ed adesso, sempre per via dell' abitudine, sarà molto difficile che si torni indietro ai livelli di quando incidere una cassetta non era reato.

Come in qualsiasi altra azienda che ha compiuto dei gravissimi errori a livello di pianificazione a lungo termine oggi l'intera industria discografica si ritrova nella situazione che per fermare veramente questa situazione che si è venuta a creare sarebbe necessario quello che gli americani chiamano lacrime e sangue. Una rivoluzione dal punto di vista della distribuzione, della gestione di queste aziende e notevoli variazioni verso il basso del prezzo del prodotto stesso. In soldoni evitare di guadagnare per un periodo le cifre a cui sono abituate e far cadere la maggior parte di teste che fanno parte dei direttivi. Solo così, dopo un tempo non brevissimo, sarebbe possibile riportare nella stalla molti dei buoi che sono scappati.

Negli ultimi due o tre anni non si sono viste queste misure e solo nell'ultimo semestre qualcuno ha iniziato a parlare della distribuzione dei brani a pagamento su Internet senza sistemi di bloccaggio che lo ancorino ad un lettore specifico.

La diffidenza dei nuovi mezzi è ancora una volta rimarcata dal fatto che quelle rare promozioni che avvengono nella musica arrivano da un canale bizzarro, l'edicola, a cui viene fatto distribuire impropriamente il prodotto CD ad un prezzo interessante: cinque euro.

Questa è una tipica dimostrazione bocconiana del come far cassetta: il manager dimostra che nel semestre ha fatto salire gli incassi e porta a casa i relativi premi. Il premio reale per l'azienda consiste nella diminuzione a lungo termine dei guadagni, sempre molto più importanti degli incassi. L'effetto collaterale infatti è molteplice:
da un lato si crea di disaffezione del cliente verso il negozio di dischi che è stato l'artefice dei guadagni ottenuti finora ottenendo così una diminuzione delle vendite del supporto fisico.
Dall'altro lato il cliente assegna un valore a questo supporto simile a quello della promozione, cinque euro, non capendo perché è la stessa cosa debba essere poi acquistata a quasi 10 volte tanto.
Infine l'acquirente che non va più nel negozio di dischi a farsi consigliare, necessita di maggior pubblicità, quindi costi, per poter essere informato del catalogo esistente e in contemporanea migliorerà verso tipologie di acquisizione difficili da controllare in quanto una volta che si trova su Internet è spesso più complicato acquistare un brano anziché copiarlo o nella maggior parte di piazze italiane il marocco di turno prende pure le ordinazioni senza incontrare difficolta'. Non parliano poi della GDO.

Forse questa lunga sparata si può racchiudere una frase

chi è causa del suo mal pianga se stesso e non sbatta in galera i suoi clienti ma faccia ammenda.


3 commenti:

Anonimo ha detto...

Grande sparacchiata!
Ho anche imparato una cosa nuova (quella della Sony)

una pregunta : ...ma che cosa sarebbe la GDO?

complimenti all'autore!

blu-flame ha detto...

ma che cosa sarebbe la GDO?

Grande Distribuzione Organizzata
alias i salumieri che hanno iniziato a vendere su migliaia di metri quadri dal motorino al TV al CD.

La storia di sony e' oltremodo grave: i CD audio infilavano addirittura un rootkit! se vuoi googla rootkit + sony come minimo 2 milioni di pagine.

complimenti all'autore!
Mi vado a nascondere: son divenuto rosso! Gheeee...

Anonimo ha detto...

Vedo che sei perfettamente in linea con quanto dice certo Cadeddu di TNT audio...

http://www.tnt-audio.com/edit/dicemb.html

Beh.. sentirti scrivere che i CD sono stati un supporto ben studiato ( e sopra tutto fino in fondo studiato ) non credevo ai miei occhi... oggi i lettori CD suonano bene, dai venti ai quindici anni fa quando gli ottimi Thorens venivano rottamati in luogo ai lettori CD era la sagra delle cifre ... oversampling 8x ... SN 120 Db e amenità del genere ma messi alla prova... come pura qualità come suonavano?

Per il discorso salumeria audio video della GDO (chiedo scusa all' accostamento irriverente ai salumieri) la preparazione è perfettamente in linea con il livello e (peggio ancora) della mentalità degli acquirenti... che come già detto altrove (e come nel caso dei lettori CD)non solo si fa abbagliare dalle cifre più che dalle prestazioni reali.. così succede che qualcuno arrivi anch e a pensare che i file mp3 siano di qualità superiore a quelli non compressi, oppure che un file in formato divx sia di qualità superiore al corrispondente su DVD di pari risoluzione ma con bit rate dieci volte superiore...

Ciao
delpifabio