lunedì, settembre 01, 2025
amnesia di Gell-Mann
In breve, l'effetto amnesia di Gell-Mann funziona così.
Apri il giornale e leggi un articolo su un argomento che conosci bene. Nel caso di Murray, la fisica. Nel mio, lo spettacolo.
Leggi l'articolo e scopri che il giornalista non ha la minima comprensione né dei fatti né delle questioni.
Spesso, l'articolo è così sbagliato che in realtà presenta la storia al contrario, invertendo causa ed effetto.
Io li chiamo gli articoli "le strade bagnate causano la pioggia". I giornali ne sono pieni.
In ogni caso, leggi con esasperazione o divertimento i molteplici errori in un articolo, e poi giri pagina per parlare di affari nazionali o internazionali, e leggi con rinnovato interesse come se il resto del giornale fosse in qualche modo più accurato sulla lontana Palestina di quanto non lo fosse sulla storia che hai appena letto.
Volti pagina e dimentichi quello che sai."
— Michael Crichton
(Il nome " amnesia di Gell-Mann" è stato coniato dal romanziere Michael Crichton in un discorso del 2002, chiamandolo Murray Gell-Mann, un fisico premio Nobel con il quale aveva discusso il fenomeno)
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10 commenti:
"Chiamandolo dopo"? A cosa han fatto tradurre l'articolo, all'AI dei Puffi? :D:D:D
Dal pochissimo che ho letto (JJurassicrassic Park, in lingua originale) Crichton m'è parso uno scrittorino da cassetta senza particolari doti, se non quella di essersi documentato e fatro consigliare bene sui temi extra-letterari (medicina, genetica, informatica); in special modo gli estratti di listati sono complessi e credibili.
Al contrario Eco (scrittore mille volte superiore come caratura) fece una figuruccia solo pochi anni prima (1988) inserendo ne Il pendolo di Foucault un listatino elementare in Basic (versione spaghetti-code, con i numeri di linea) completamente errato.
Anche da queste piccole cose si vede tutta la differenza tra un paese tecnologicamente avanzato e un paese, ahimè, del terzo mondo.
@Celso, nel BASIC installato sui computer domestici degli anni 70 e 80 i numeri di linea facevano parte della sintassi.
A parte il fatto che nel 1988, data di uscita del romanzo, i numeri di linea erano già considerati una reliquia del passato, ma il punto è un altro: il programma, per come era scritto, andava in un loop infinito.
Ricordo un articolo su una rivista di informatica (dedicata all'Amiga) intitolato "Basic minimo per Umberto Eco", con la spiegazione e le correzioni.
Al fatto che la scrittura di un romanzo precede la data di pubblicazione aggiungi che la narrazione copre un periodo, a occhio, di almeno una decade.
A questo punto non so se ti basi unicamente sull'articolo della rivista o hai letto il romanzo. Vado a memoria, ma il programma in oggetto è appunto uno spaghetti code messo in piedi da un non professionista al puro scopo di mostrare come sia possibile usare il computer per commutare le lettere di una parola. I numeri di linea non sono una sciatteria e il loop non inficia la narrazione.
Piaccia o no, Umbertone era un romanziere e un intellettuale di rilievo internazionale, anche nella concezione ristretta di primo mondo alla quale sembri alludere.
Il romanzo contiene diverse ingenuità proferite dai protagonisti e smentite dalla narrazione. Questo secondo aspetto non è stato colto da tutti i lettori.
A me fa strano il riferimento a un magnete sottostante al pendolo, cosa che non mi risulta, ma anche questo potrebbe essere ascritto all'ignoranza di Causabon (o mia).
Certo che l'ho letto.
Ho scritto sopra che Eco lo considero uno scrittore di alto profilo, e quel romanzo è, incidentalmente, uno dei miei preferiti.
Ho solo detto che Crichton si è documentato molto meglio ed è andato molto più in profondità negli aspetti extra-letterari.
Un elettromagnete sotto al pendolo è necessario, altrimenti il movimento (pur mantenendo lo stesso periodo) si ridurrebbe via via di ampiezza fino a fermarsi... in caso contrario avremmo inventato il moto perpetuo.
Ecco dove trovare il listato in BASIC:
iris.unito.it/handle/2318/1727341
Cliccare sul pulsante Apri, scaricare il PDF e andare a pag. 172.
Ecco il listato in Basic di Umberto Eco:
10 REM anagrammi
20 INPUT L$(1), L$(2), L$(3), L$(4)
30 PRINT
40 FOR I1=1 TO 4
50 FOR I2=1 TO 4
60 IF I2=I1 THEN 130
70 FOR I3=1 TO 4
80 IF I3=I1 THEN 120
90 IF I3=I2 THEN 120
100 LET I4 = 10 - (I1+I2+I3)
110 LPRINT L$(I1); L$(I2); L$(I3); L$(I4)
120 NEXT I3
130 NEXT I2
140 NEXT I1
150 END
Il Pendolo si svolge tra anni '70 e 1984, quando i numeri di linea in un listato BASIC erano assolutamente la norma su tutte le pubblicazioni italiane e non che riportavano listati per le macchine più diffuse (lo so, ne copiavo tanti a manina per vedere la magia, e ricordo di aver letto anche l'articolo sulla rivista che citi: se non era Enigma era Amiga Byte).
Il primo a farne davvero a meno su una macchina a larga diffusione fu proprio Amiga Basic, che però data almeno al 1985: quando qualche anno dopo copiai il mio primo listato per Amiga pensai appunto "Toh, non ci sono più i numeri! E queste label sono proprio eleganti".
Se poi mi dici che con un po' di ricerca in più Eco poteva anche usare altri linguaggi senza numeri (chessò, Pascal o C), pienamente d'accordo, anche se forse il testo ne avrebbe perso in riconoscibilità tipografica: certo, il pubblico generalista ben poco ne sapeva e quindi tutto sarebbe sembrato ugualmente esoterico (in pieno accordo con il tema del libro), ma l'informatica stava crescendo in popolarità e per quelli con minima infarinatura a metà '80 programmazione era basic e basic erano numeri di linea a step 10 o 100 (cfr anche la popolare Enciclopedia del Basic della Jackson, in 4 volumi).
e poi, ripensadoci senza andare a rileggerlo, per quanto Belbo fosse coltissimo, come dice ThatGuy fargli usare un linguaggio diverso da basic sarebbe stato probabilmente "troppo" per il profilo di un redattore di casa editrice (possiamo ipotizzare che Abulafia fosse un PC con GW Basic che era di serie su macchine DOS).
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