venerdì, ottobre 23, 2015

Rai, cannone di maria



Una delle cose Strane che appaiono bene in questi tempi e che alla gente non interessa sapere veramente del proprio futuro ma semplicemente si interessano delle solite baggianate.

La prima cosa che e' abbastanza bizzarra perché si tratta del canone Rai. 
Anche si questo sfigoblog  ha destato un certo prurito.

Come per dire che il 90% dei nostri problemi a livello statale derivano dal banale fatto che versiamo il canone alla Rai. 

Molte ricerche hanno definito questo versamento come la tassa più odiata dagli italiani e anche la più evasa visto che intere regioni del sud Italia non la pagano.

A mio sindacabile ragionamento il problema è che nessuno vuole pagare ma contemporaneamente vedere lo stesso.


Innanzitutto bisogna dire che in tempi passati, fino a praticamente all'insediamento completo politico della Rai, quest'ultima ha fatto un buon lavoro e ha comunque proseguito successivamente facendo anche parecchia ricerca.
Il dramma è giunto quando ci si è abituati ad averla senza pagare che oggi si vuole continuare a farlo.
Sembra quasi il discorso capitato con la musica e gli MP3. È una questione che ricorre molto spesso in maniera ciclica su ormai tutti i prodotti di fantasia come possono essere film, libri e anche ovviamente la televisione.

Sinceramente non solo non guardo programmi Rai perché dico di non farlo (il 90% degli italiani lo dichiara, poi nella frase sucessiva per sbaglio nomina un programma visto la sera prima.) ma semplicemente perché non ho un ricevitore collegato all'antenna da almeno 15 anni. Non che ne fruissi molto prima della TV.  Diciamo che a 16 anni ero un teledipendete, e' come il fumo e l'alcool, penso. Non si smette, si sospende all'infinito.

Chi legge regolarmente questo blog, oltre ad avere una certa nausea per lo stile di scrittura, sa perfettamente che posseggo un ricevitore digitale di ignobile marca coreana che regolarmente giace o in cantina o in un box e solo saltuariamente ho provato a toglierlo dal suo confino. Dopo 2 giorni torna per mesi o anni nel suo confino. Non lo butto solo perche costato $$$. Da quando ho fatto il trasloco sinceramente non ho neanche un'idea molto chiara di dove sia: magari è sul fondo di qualche scatola sparse per casa, di quelle persistenti che durano decenni.

Ho scoperto solo negli ultimi giorni che è possibile vedere i programmi televisivi rai in streaming. Bisogna infatti ricordare che questa cosa esiste da pochissimo tempo visto che in precedenza avevano un non-sito utilizzabile solo con una strana cosa di Microsoft che è stata talmente buona da essere soppressa dallo stesso produttore.

Oggi si parla di metterla nella bolletta energetica della casa e per evitare doppioni deve essere la prima casa.

Molti si sono lanciati nel dire che ci saranno famiglie che la pagano due o tre volte: una cosa probabilmente vera visto che spesso volentieri gli italiani dicono di risiedere da una parte non vera per ottenere uno sconto di tassazione. Ho dei conoscenti che dichiarano di vivere, anziché in Lombardia dai genitori, nel sud Italia. La casa delle vacanze o dei nonni diventa la casa principale.

L'unico modo per non pagare questa tassa è dimostrare che nella casa in cui si vive non esiste una connessione Internet cosa indimostrabile visto che basta essere titolare di una qualsiasi Sim per telefoni cellulari che automaticamente abbiamo anche la nostra connessione dati.

Almeno stando a quanto dichiara Renzi.
Perche poi il sottosegretario dello stesso, il giorno dopo, dice il contrario: come Befera afferma e' necessario un sintonizzatore.
Per gli umanisti non esiste cosa certa e matematica ma tutto e' incertezza. Le leggi si fanno AD CATZUM. non sanno leggere neppure cio' che scrivono: asini di natura!
Passare con il rosso o il giallo? Ma forse sul codice che avevamo scritto era il verde? Ma perche non il melange?

La tassa inoltre avrà un aumento vertiginoso perché se veramente riusciamo a farla pagare a tutti, come racconta il renzi, o il valore di quest'ultima deve decrescere ben sotto il 50% oppure si tratta di aumentare il valore consegnato nelle mani di rai e del governo del doppio.


Alcuni  si lanciano nella questione dell'asma card (la urlano da anni fino a provocare la raucedine) per limitare l'accesso: io non voglio pagare e decido di non volere l'accesso.
Questo ragionamento fallace, per non dire furbetto, per due motivi:

il primo motivo è che chi fa questa affermazione spesso volentieri si aspetta che altri attori privati prendano il posto come fornitore della partita di calci negli stinchi piuttosto che della telenovela fornita da una Rai che ne verrebbe indebolita.
In pratica chi se ne frega degli altri che crepano tanto io la partita la vedo lo stesso.

Il secondo motivo per cui è sbagliato ragionamento del genere è perché per fare un accesso condizionato occorre obbligare le persone ad avere un televisore con un accesso condizionale compatibile con la tecnologia di accesso scelto.
Perché ricordiamoci una cosa molto banale: se dovessimo avere una criptazione il costo di sviluppo di quest'ultima sommato al costo di gestione e al costo dell'apparecchio finale ricadrebbero nuovamente sugli utenti finali ovvero lo stato e non è pure immaginabile che una televisione nazionale, intesa come organismo statale, protuberanza dello Stato e dei cittadini stessi, non sia ricevibile in maniera completa sull'intero territorio. Anzi ricordiamoci i nostri all'estero.

Quindi salvo voler obbligare la vendita di tutti i televisori con una dotazione speciale, anzi tutti sintonizzatori, videoregistratori e computer compresi, Non sarebbe possibile ottenere un accesso condizionale degno di questo nome per una televisione di Stato. In pratica o si creerebbe un cruento contrabbando, cosa che già avviene ad esempio per i DVD vergini, altrimenti vorrebbe dire che alcuni oggetti del valore tutto sommato banale come una ventina di euro automaticamente salirebbero intorno ai 100. In più molte di apparecchi che non possono essere adattati in qualche maniera diventerebbero automaticamente illegali. Ovviamente questo se consideriamo la televisione di Stato quello che è: la televisione di Stato e non una televisione allo stesso livello di Canale cinque e di radio Maria.

Il problema più grave dopotutto è che non si è mai deciso in Italia cosa deve essere una televisione di stato. Dopo l'abbuffata politica avvenuta quando si è capito che la televisione non era poco di più della radio ma era qualcosa di sconvolgente.
In altri stati dove i manager statali erano un pochino più seri hanno utilizzato questo strumento, come del resto anche in Italia all'inizio delle trasmissioni, per cercare di portare cultura all'interno della popolazione.
In Inghilterra per esempio non solo la BBC è considerata la televisione migliore del pianeta nonostante molti programmi siano un pochetto barbosi con repliche a tradimento ma negli anni ha pubblicato corsi su come ad esempio progettare e realizzare una cassa acustica oppure realizzare programmare un personal computer. Se non fosse stato per queste trasmissioni oggi il vostro telefono cellulare non sarebbe dotato di un microprocessore così avanzato: L'azienda che realizzava il computer della BBC a 8 bit ne aveva pronto uno successivo assai potente. AcornRiscMachine e' sostanzialmente un monopolio come lo era intel ai tempi del 286

In Giappone durante gli anni 980 la radio trasmetteva programmi su come realizzare la qualità totale e oserei dire che hanno avuto un ottimo successo.

Ancora ai giorni nostri se noi prendiamo ad esempio i programmi della televisione svizzera ne troviamo alcuni sono veramente interessanti e per quanto riguarda la radio vorrei citare per esempio il giardino di Einstein che regolarmente offre in interviste a premi Nobel e vincitori di altre onorifenze simili. http://www.rsi.ch/la1/programmi/cultura/il-giardino-di-albert/puntate/


Un altro problema di italiani che sono sempre stati faciloni e anche nella televisione questo si evidenzia come quelle schifezze in grado di addormentare un tirannosauro che rispondevano al nome di programmi dell'accesso: una delle più grandi occasioni mancate dalla nostra rai

Perché grazie al fatto che in Italia abbiamo degli umanisti che continuano a rompere le balle con il “latino”: ovvero la cultura fine a se stessa da citarsi come un pappagallo, abbiamo continuato a spingere l'idea che cultura voglia dire noia, barbosita' e ripetizione: “ah tu catullo cosa speri” (ovviamente detto in una lingua straniera con un'accento incoprensibile a catullo che era un madrelingua).

La poca cultura che abbiamo visto sui programmi rai oltre ad essere orari vergognosi e lì al limite arrivano da due personaggi un po' fuori dalle righe che per motivi non ben chiari sono rimasti nell'ambito delle trasmissioni. Sto parlando di Sgarbi che quando per caso s'incrociava era maledettamente chiaro da essere antipatico così come lo snobismo tracotante ma sotto sotto affascinante di Daverio. Che poi spesso parlano di roba che come minimo ha 500 anni la dice lunga.
Del resto, a parte altra roba molto all'acqua di rose che sotto sotto era un contenitore di filmati esteri (qualcuno ha detto quark?), poco o niente. Niente di paragonabile ai giochi di james may (action man e' favoloso).

Non è un caso che in Italia non si faccia più cultura, ovvero non se ne produca di nuova. 
In Italia continuiamo dire di esser è un paese pieno di cultura perché in realtà l'hanno fatta i nostri trisnonni o peggio pentavoli. 
Non abbiamo compositori degni di questo nome da dire: cavolo ha fatto una cosa nuova! Il nostro massimo che portiamo come se fosse un grandissimo artista un interprete, un cantante sostanzialmente una macchina, di musica d'opera. 
Peccato che l'opera non ascolti più nessuno da almeno cinquant'anni (nessuno si intende percentualmente).
Abbiamo giusto un paio di architetti ma la grande architettura ormai si fa in posti come New York.
Perché siamo fermi a dire che la torre di Pisa è la torre di Pisa. Peccato che stata costruita un pochino di tempo fa, e dopo?

Il giappone fa cultura, alcuni anime (cartoni per i miei coetanei), hanno colonne sonore che sono belle da impazzire (cowboy beebop?) per non dire della trama e dei personaggi ben compatti (psycopass?). Certo con un'industria che produce centinaia di serie annue qualcuno dira' che e' facile. 
Se e' facile perche' non lo facciamo noi?

Tutto questo per dire che anche nella televisione siamo succubi delle trasmissione che arrivano dall'estero. Non abbiamo infatti piu' una industria che è in grado di elaborare la quantità di prodotto che noi consumiamo. Le produzioni Rai quasi sempre sono tra il disastro e tristezza con una professionalità che va molto bene se la paragoniamo a un club di adolescenti ma che sul mercato internazionale fa un pochino ridere. Una per tutti i bicchieri che si riempiono mentre l'attore beve oppure le luci che disegnano sulla faccia degli strani mostri.
Non parliamo di mediaset. E' un paio di gradini sotto. Per non parlare dei veri imperi del disastro di pochi anni fa che sono peggio di alcuni video fatti dai ragazzini annoiati la domenica (ipantellas?)

La Rai dovrebbe invece assicurarsi un livello di produzione di alto livello che non si ottiene semplicemente compiacendo il politico di turno oppure inseguendo, battendo, i concorrenti alle aste internazionali perche' gonfi di danari.

Perché problema è sempre quello se si intende elevare la qualità vuol dire dare meno prodotto ma migliore.
Vuol dire per esempio generare prodotti in proprio compartecipando o altro.
E questo in un paese in cui il massimo della vita e' la partita e politica vuol dire urlare in piazza che gli altri sono cretini... vuol dire essere tagliati fuori.

Ecco perché in Italia la Rai è quello che è. La Rai è un'espressione dell'italiano:
poca qualità,
informazione molto leggera,
tanto spettacolo e
molti “li migliori semo noi” che poi si tratta di ballaro' o del milan cambia poco.
Esser della squadra “dei meglio”, del giovin fascio o della merda secca non importa.

Poi, ovviamente, competere con mostri partoriti dalla HBO e' impossibile in queste condizioni. Non e' solo un problema di budget alla trono di spade: In tutto lo staff della rai in pochi capiscono le battute di BBT (se ci pensate sono 4 location 20 truppisti e 5 attori ma tanta professionalita'. Paragonatelo con un serial italiano, quanti si salvano?), figuriamoci a scrivere un serial di giovani ricercatori in un paese dove i ricercatori sono paria da allontanare e quando non vi si riesce mobbizzarli con stipendi da bidello.

La maria del filippi con i grandi pianti in diretta sono buoni prodotti nel paese dei uarra Cascio che di lavoro favevano il guarda pini che crescono.
Milioni di persone che passarono 8 ore su di una sedia a vedere se il tronco del pino cresce, che tv vuoi fare: La programmazione di un CNC e la scelta della fresa?, Un corso di C++? tecniche per l'uso del MIDI. Accordare un pianoforte?


A questo punto come al solito consiglia di guardare cosa fanno gli altri, tutto sommato tre quarti del mondo si è trovato davanti al dilemma di come sovvenzionare la tv pubblica.

Prima di iniziare dobbiamo ricordarci di una cosa che molti dimenticano: il canone della televisione così come ce lo presentano in realtà è il sottoprodotto di due entità da sommarsi: la parte che è il canone Rai  che va a sovvenzionare  Rai. La parte invece che è la licenza a fruire, ad occupare quelle determinate frequenze. Con i nostri televisori anche se noi non guardiamo la Rai ma ad esempio Canale cinque siamo obbligati a versare quell'obolo allo stato.

Alcuni Stati hanno gettato la spugna e non hanno piu' una  tv pubblica. o non c'e' mai stata.
È una scelta che ha dei pro e  contro..
come quando alcuni politici seguiti da una certa massa di gente, che come al solito non vuole pagare il canone, dice che sarebbe il caso di privatizzare la Rai.
In italiano corrente privatizzare vuol dire vendere qualcun altro che non è lo Stato e questo  automaticamente fa si che un organismo statale dipenda dai capricci di un privato che può avere anche idee malsane come abbiamo visto durante lo tsunami: il secondo quotidiano italiano si e'  sostanzialmente inventato un dramma nucleare che non è mai esistito. Gli interessi del privato soverchia quindi gli interessi della comunità.
Se ci fosse una grande quantità di offerta da molteplici fonti questo varrebbe un po' attenuato ma in Italia sostanzialmente la televisione è fatta da due poli per quanto riguarda la fetta più grande e anche scendendo alla fine poli non diventano più di quattro. La Rai, Mediaset e sky sostanzialmente bastano a fare la maggior parte delle visioni in quasi tutte le giornate.
Detto questo e' bene da ponderare se e' il caso anche in questo settore di dichiarare lo stato italiano sconfitto. 
I super liberisti ovviamente esultano all'idea che lo Stato si allontani dall'informazione ma proprio perché sono liberisti dovrebbero pensare che anche lo Stato dovrebbe poter dire la sua nel senso che deve esserci una voce non legata ad attivita' commerciali.
In più ci sono ottimi esempi di cosa può fare la tv pubblica è proprio la BBC al punto di dire che senza di loro la televisione per come la conosciamo non sarebbe mai esistita.


Alcuni stati invece pensano che la televisione debba essere pagata dalla pubblicità. 
Anche questo è un errore perché una televisione che può essere presa per fame da un gruppo di grossi acquirenti pubblicitari o trovarsi nella situazione di preferire un'informazione poco corretta alla perdita del budget.


Esistono stati, come l'Italia, in cui il finanziamento la televisione e' ibrido. 
Parte arriva dalla pubblicità e parte arriva dal canone. 
Il problema nasce quando la parte pubblicitaria è relativamente grossa perché la parte di canone serve ad evitare l'eccessivo potere degli sponsor. Non prendere soldi dallo sponsor e' sicuramente problematico ma non decreta la morte dell'emittente semplicemente una riduzione del budget. In Germania ad esempio questa cosa funziona piuttosto bene tanto che sostanzialmente la gestione dell'intero budget e della programmazione della televisione di Stato è completamente svincolata dallo Stato stesso e quindi non può metterci il naso. In pratica un colosso di 22 canali televisivi e 66 radio con una forte radicazione all'interno dei lander completamente svincolata dalle logiche sia di mercato e politiche. Almeno ufficialmente.


Alcuni stati invece decidono e per mantenere completamente svincolata la televisione da interessi commerciali, quando non addirittura interessi di stati in concorrenza o addirittura non amici, la televisione debba essere pagata dallo Stato attraverso il canone o il prelievo dalla fiscalità collettiva. Bisogna tener conto che alcuni degli Stati che tanto vengono citati perché non hanno un canone in realtà ce l'hanno sotto un altro nome: se io prelevo da una famiglia 150 euro attraverso un aumento percentuale delle tasse non è che sia cambiato qualcosa, no?
Il problema quando esiste questa configurazione che parte di coloro i quali gestiscono la cosa pubblica si sentono nella possibilità di utilizzare la cosa pubblica come loro megafono perché in un certo senso, come gli sponsor nel caso della televisione pagata da introiti pubblicitari, chi elargisce il grano sa di avere un potere.

Come vediamo chi sono quattro possibilità:
non avere una televisione di Stato,
averla pagata dai cittadini,
averla pagata dai cittadini e dagli sponsor,
averla pagata dagli sponsor

in tutti i casi comunque ci sono vantaggi e svantaggi e definire in maniera equilibrata qual'è la maniera giusta è difficile visto che questo è uno dei pochi casi che in ogni nazione esiste una ricetta diversa al contrario per esempio della fiscalità escludendo il caso italiano è generalmente improntata in una maniera precisa con una declinazione verso lo statalismo o meno.

Una volta scelta una delle quattro possibilità è necessario può scegliere il tipo di televisione vogliamo e personalmente penso che il carrozzone della rai abituato a decenni di politica mal si presta ad essere fasto. Inoltre un tipo di televisione particolarmente piena di informazioni non è neanche adatta all'italiano medio che passa le serate a guardarsi voi-ager.

Perché alla fine tutti continuano a dire che la Rai fa schifo però se guardiamo i dati non solo è tutt'altro che poco vista ma i programmi che tirano sono i peggiori.
Se per un attimo immaginassimo una rai sul livello della BBC non avrebbe un grande impatto mediatico. Le trasmissioni di james may non piacciono così come il più grande successo mondiale di una trasmissione televisiva europea che si Top gear In Italia le televisioni maggiori non lo hanno neanche voluto e viene ritrasmesso profondamente tagliato e spesso snaturato da tv minori.
 
È quindi chiaro che ancora prima di dire se è lecito cancellare il canone, se è lecito eliminare la Rai, se è lecito qualunque cosa di diverso oltre all'imposizione come quella che ha fatto Renzi quale sia esattamente l'alternativa.

Perché è ovvio non basta dire “tanto io non lo guardo” ma bisogna dare una risposta, seria, a che cosa vogliamo al posto della Rai o come vorremmo la stessa.

alrimenti e' una grillata.
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E tutto quello che ho detto sopra deve essere pensato per lo stato attuale delle cose.
Bisogna infatti pensare a una cosa ben precisa: entro 10 anni cambierà tutto.


Le avvisaglie ci sono già tutte che si chiamano Internet.

Come già detto non è certo che la gente si spaventi con un canone così basso è semplicemente che vorrebbe non pagarlo perche fa figo dire di non pagarlo.

Però in compenso paga una connessione Internet 40 euro al mese, 500 euro l'anno circa, per il semplice banale fatto di poter scaricare in fretta la televisione con e-mule. Altrimenti costerebbe 5E.

La tendenza poi attraverso piattaforme come YouTube di poter vedere subito apre un nuovo scenario.
È proprio di oggi la partenza di un primo servizio (netflix) che per una serie di motivi avrà una qualità abbastanza infima data dal fatto che la connessione media non è certo a livello dei 50Mbps netti necessari ad un segnale HD non eccezionale (o se preferite 200 lordi dichiarati alla telecom).
Certo tutto ciò è aiutato dal fatto che televisori sono spesso LCD, di marca incerta, Di piccola diagonale e insomma fanno abbastanza schifo.
Così abbastanza certo che nonostante esistano già delle piattaforme tutte italiane sostanzialmente sovrapponibili l'arrivo di un grande player mondiale cambierà le carte in gioco.
Perché la fruizione della televisione sta cambiando radicalmente soprattutto nei giovani.
Per esempio io sempre trovato insopportabile, forse per la mia scarsa memoria, dover aspettare una settimana per vedere la puntata successiva del telefilm. 
Oltretutto per lo stesso motivo spesso mi dimenticavo di doverla vedere. 

Ecco la chiave: doverla vedere.

Io non devo niente è la prima volta che mi capitò di vedere una serie così di seguito era per soddisfare la curiosità a proposito dr who.
Io avevo visto due puntate completamente slegate quando ero piccolino e un'altra mezza puntata molto tempo dopo. Lo avevo trovato molto affascinante ma per qualche motivo sostanzialmente era impossibile capire quando veniva trasmesso ma soprattutto non lo è più stato. 
Ma continuavo a leggere citazioni ovunque.
Quando ebbi la prima connessione ADSL abbastanza veloce, in ufficio visto che costava una botta, nottetempo mi procurai le puntate che erano state editate in italiano. Vederle di seguito è stato tutto l'altra cosa. Ripetei l'esperimento mesi dopo Con un altro telefilm di cui ho sempre letto ovunque ma mai visto babilon 5 (e li cambia parecchio).
Da allora non sono stato più capace di vedere una singola puntata con la distanza di una settimana senza farmi prendere dal nervoso. Preferisco farmi registrare l'intera serie cercando di evitare gli spoiler degli amici. Solo quando è stata trasmessa l'ultima puntata cominciare a vederlo magari in una giornata di pioggia.
Perché se ci pensiamo a questa televisione del futuro sostanzialmente on demand e con l' ingresso dei grossi player USA possono permettersi delle grosse infrastrutture, mi dispiace, ma per la maggior parte degli altri non esiste trippa per gatti salvo di produrre qualcosa di 
veramente unico, 
originale e 
notevole.

Se ci avete fatto caso negli ultimi 10 anni, forse 15, la produzione di telefilm è cambiata in maniera drastica perché l'utenza in realtà non del tutto vedeva i programmi con la cadenza tipica degli anni 80.
Una volta che le connessioni Internet, ma soprattutto gli snodi di rete che ci sono dietro, permetteranno velocità sostenute continue almeno di cinque o sei volte quelle odierne con un traffico complessivo però un centinaio di volte almeno vedremo una rivoluzione che si sta già vedendo nel fatto che l'uso dello streaming illegale ha già sorpassato il peer to peer che viene ormai considerato una roba da vecchi. 
Le nuove generazioni infatti non vogliono attendere vogliono streaming

A questo punto un'altra domanda sorge spontanea:
ammettendo alle domande precedenti di aver detto che deve esserci,  una televisione statale che ruolo deve avere nel mondo streaming?
E se le next gen, come gia' avviene in molti stati, parleranno l'anglolingua  cosa pianifichiamo fra 20 anni?

Quali sono le soluzioni a breve, medio e a lungo periodo?
io ne ho qualcuna ma dire che sono quelle giuste non lo so.

vi sembra abbastanza carne al fuoco e di facile soluzione?

6 commenti:

Luca ha detto...

Penso che tu abbia toccato il punto in queste righe:
"mi dispiace, ma per la maggior parte degli altri non esiste trippa per gatti salvo di produrre qualcosa di
veramente unico,
originale e
notevole."
E' una legge di mercato e vale per qualsiasi prodotto.
Oltretutto come sottolinei molto bene il mondo TV si sta evolvendo con programmi su richiesta, streaming, P2P, ecc.
Agli albori RAI era all' avanguardia. Trasmetteva lezioni di Italiano, matematica e altre materie, oggi trasmette solo schifezze che io personalmente nemmeno conosco.
E' anche vero che ognuno ha una sua cultura quindi se trasmettessero delle lezioni di trigonometria io potrei solo addormentarmi, ma lo stesso effetto produce xfactor, grande fratello, ecc.
Quindi come fare? Decide il consumatore che non siamo solo io e te ma tutti.
Io ad esempio guardo solo Focus, Dmax e RealTime magari tu preferisci i documentari della BBC o FashionTv non lo so ma non e' questo che importa.
L'unico modo in cui una TV si puo' sostenere e' con il contributo dei suoi utilizzatori.
L'unico modo per avere buoni contributi e' trasmettere programmi interessanti per la maggior parte delle persone.
Per questo motivo RAI dovrebbe vendere delle semplicissime SMARTCARD di durata annuale senza le quali non sarebbe possibile ricevere il suo segnale.
Sara' il mercato come e' giusto che sia a decretare se diventera' una grande TV o un fallimento. Inoltre questo sarebbe da stimolo all' azienda stessa per produrre contenuti non dico di alto livello ma almeno accettabili.

Luca

Anonimo ha detto...

MA ne al governo ne alla RAI interessa minimamente tutto questo
.
a loro interessa RUBARE un tot di miliardi a chi lavora per poter mantenere se stessi e tutto il codazzo di nullafacenti che gli sta dietro .
.
il resto sono chiacchiere per giustificare il balzello .

blu-flame ha detto...

Forse a luca e anche ad anonimo manca un passaggio.
Se Rai sparisse,criptata o fosse venduta, molto probabimente il ,ercato del DTT sarebbe sostanzialmente un impero di mediaset.
Ora fra un pessimo dualismo e un mercato di un berluscon qualsiasi siamo sicuri sicuri che il secondo sia meglio?

In altri paesi esistono molte realta' che si contendono lo share spezzzettato mentre in italia la parte del leone la fanno in 2.
Non e' un mercato e' un duopolio con intrusioni.
Quale sarebbe il mercato senza RAI?
Chiediamocelo prima di partire lancia in braccio.


Inoltre, caro luca, le smartcard sono tutto tranne che semplici o economiche.
Hai un'idea del costo di miliardi di euro per implementarle?

Oggi sembra tutto semplice come la telefonia cellulare ma una singola BTS solo per costi dell'HW e install fa venire il latte alle ginocchia ma ne servono migliaia!
Pero' sembra BANALE.
Come i GPS che addiruttura si spostano nello spazio e nel tempo. Il peone legge il numeretto ma dietro ci sono le equazioni di Einstein e centinaia di lanci spaziali che economici non sono.

L'uso di una "banale" smartcard se fosse obbligatoria potrebbe generare piu' costi del canone che odi.

Anonimo ha detto...

Il fatto è questo, a mio avviso. Ti obbliga qualcuno a guardare la rete berlusconia ?? (che poi è a sua volta spezzettata dentro, per esempio mi pare che certi tiggì siano condotti da gente più a sx di quelli di rai tre). No. Il problema dei monopoli - oligopoli in tal senso non è spesso un problema, nella misura in cui il mercato sia stato conquistato liberamente cioè per scelte dei clienti. (lo so che è controintuitivo ma ci sono librerie di letteratura economica in merito e a ben pensarci non mi pare mal detto. Non stiamo neanche parlando di strategie operate da una compagnia, come la standard oil, per far fallire potenziali concorrenti. Uno degli esempi di "posizione dominante" contro cui si è battuta l'ue ad esempio con motivazioni risibili e buffonesche da pari loro è stata Ms. Ebbene, dal momento in cui è possibile comprare un pc senza s.o., chi mai obbliga il consumatore a tenersi Ws ?? Nessuno. Evidentemente BS e Linux non sono sufficientemente di presa -ovvio- per chi vuol dare il pc alla segretaria e non rompersi le scatole , fermo restando la grande manchevolezza degli ultimi Ws.)
Resta il fatto che il dtt non è neanche la parte più interessante della tv. Con il centinaro di euri che questi merd*si ti sottraggono ti fai un bell'abbonamento a sky o a quel che preferisci e con una paraboletta ti prendi molto, molto di più. Sbaglio? una volta in albergo rimasi stupito dall'offerta che si poteva avere con una paraboletta.. in tal caso le risibili, pietose, penosissime trasmissioni rai e anche mediaset, brutta copia peggiorata molto spesso di format stranieri non sarebbero da guardare MAI, almeno per me.

Anonimo ha detto...

Ovvero: chi ti ha detto che resterà un monopolio, senza rai, e che tale monopolio, più o meno liberamente costituitosi (mai mediaset chiese canone od obbligò alcuno a guardarlo pistola alla mano), sia un male ? chi ha detto debba rimanere sempre tale? Ti pare che per evitare una posizione dominante in un mercato tutto sommato dinamico uno stato debba pesantemente intervenire con esiti di sicura scarsa qualità (o addirittura controproducenti) ed aumentando le spese e la tassazione ? A me no. Comunque sono sicuramente argomenti da ponderare molto meglio di quanto possa fare in un commento.

Anonimo ha detto...

(infine, oltre che per distorti ragionamenti economici e sociali a loro consueti - son trinariciuti od almeno socialisti, che ti aspetti-, per cosa credi che a loro prema tenersi la rai? per elevare la qualità delle trasmissioni ??? ahahhhhhhhhhhhhahhhh. Non c'è un italiano uno, a parte te, qualche professore di matematica e qualche primario, che sia in grado di valutare correttamente proposizioni di probabilità (altrimenti il gioco alle slot e le sale bigno fallirebbero miseramente, ok il gusto del gioco ma ci sono metodi molto più stimolanti anche per il gioco). No. A questi maledetti importa solo per giochi di potere (parcheggio delle loro ballerine) e per avere un minculpop. Punto. E io ho il pregiudizio - questo sì - che si starebbe meglio togliendoglielo)