lunedì, settembre 14, 2015

boxNcone 19/28

Un grande dimenticato dalla massa e' l'uso di un accordo passivo. In pratica e' una massa sospesa che sembra un altoparlante ma non e' collegato a nulla.








Pur avendo molti vantaggi, uno per tutti la minor problematica di mantenere la precisione come sul reflex, non e' amata dai consumatori.
Innanzi a tutto vi e' la questione che “ha poche vie” rispetto al numero apparente degli altoparlanti e poi vi e' la solita roba che al consumatore non piace cio' che e' per lui nuovo.

Il consumatore ama le cose vecchie ma sbandierate come hi tech e chiamare 4.0 affari dal risultato mono e' OK ma un cono passivo sa di schifo.

Per aver successo si doverbbe chiamare “Kramer fantastico S6 plus mega bakur”

Cosi' salvo qualche KEF di rado ho sentito questo tipo di altoparlanti...

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Penso che sia la stessa idea che ha avuto Bose nelle piccole casse bluetooth e che poi tutti hanno più o meno ripreso e scopiazzato. Poi i risultati su cubature e con driver così non so come siano.

Ficusretusa ha detto...

Ciao, è da un po che seguo il tuo forum.

Non sono un appassionato di hi-fi, ma a scuola (più di 20 anni, oramai) pensavamo che le KEF con "woofer passivo" erano una cosa pazzesca: il doppio del suono con un solo attuatore.

A pensarci, però, l'aria all'interno della cassa è comprimibile e quindi al passivo "arriverà meno" (passami il termine terra-terra) di quanto "produce" il woofer attivo.

Ha veramente senso questa soluzione?
E poi, se il reflex è molto più problematico, perchè non è stato abbandonato a favore di questa soluzione?

Ciao,
S.

blu-flame ha detto...

"il doppio del suono con un solo attuatore"
non e' cosi'.
Devi come gia' detto immaginare la cassa come un unita' risonante.
in pratica oltre ad aggiungere massa il passivo assomiglia al reflex ma e' meno rognoso.

Anonimo ha detto...

Voglio ricordare la nostrana RCF che realizzò alcuni modelli a radiante passivo, e suonavano pure benino.