martedì, giugno 17, 2014

desertZAPcrash




i furbetti  hanno fatto questa immagine.
È da anni che ogni qualche mese salta fuori che qualcuno la commenta dicendo che con un piccolo pannello in mezzo all'Africa si potrebbe saziare tutto il pianeta.
In realtà questa non è altro che la pubblicità fatta da qualcuno che vuole vendere pannelli perché non c'è nessuna ragione logica di fare una cosa del genere. O sbaglio?

Innanzitutto guardiamo la dimensione del pannello, sembra piccolo vero?
Meno del mignolino, vero?
Sembra piccolo, e quindi fattibile, semplicemente perché è posto come disegno all'interno di un continente esageratamente grande ma se guardiamo le misure a seconda della foto che stiamo guardando è un piccolo affare quadrato di 300 o 500 km di lato a seconda del redattore.
Come dire la distanza tra Milano e Roma ma in quello spazio non ci starebbe perché l'Italia non è abbastanza larga.

A questo punto qualche fessacchiotto potrebbe obiettare che si, è vero, che è molto grande ma li non ci vive nessuno. Immagino che quei milioni di persone avrebbero da dire... ma tant'e' diciamo pure che sia COMPLETAMENTE DESERTO.

Ancora quando gli si fa notare il costo o l'eventuale problematiche come mi è capitato quando qualcuno mostra la foto con il disegnino mi dicono che è comunque da fare perché ecologico. Anche il suicidio e' ecologico.


Allora noi, poveri pirla, potremmo decidere oggettivamente ricostruire questo piccolo pannello usando tecnologie attuali, non il motore di un ufo o qualcosa del genere, ma tecnologia esistente sulla faccia da terra.
Ad oggi sulla terra si consumano circa 20.000 TWh.
Prendiamo allora una centrale sempre nel deserto che abbia caratteristiche simili e io, spataflummen,  andare a prendere la mia preferita (e avanzatissssima) che si trova vicino a Las Vegas.


1.6 km² = 0,12TWh
In pratica 270.000Km^2

a questa prima stima sembrerebbe che ALCUNI ottenebrati abbiano ragione, un quadrato di 519 km di lato l'opera più grande mai realizzata dall'uomo la più grande cementificazione mai pensata da un essere umano (ma i Verdosky non dovevano essere contro il cemento?), sarebbe fattibile. 

Anche se comunque è già grande quattro volte alcune delle immaginette proposte.
l'area di una centrale non e' un pannello come dicono alcuni i gran figli di poiché dovrebbe apparire ovvio tutti che non stiamo parlando di un pannello unico ma di una centrale dove tra pannello pannello ci deve essere un camminamento ed una struttura. Abbiamo già ucciso tre quarti dei VERDOSKY quando ipotizzano dimensioni molto minori.

Cominciamo a dare a quest'incubo la sua VERA dimensione:
lo stato dell'Honduras sarebbe grande la metà
Non basterebbe neppure aggiungere la superficie dell'Honduras.
Aggiungiamoci pure la superficie del costa Rica 
e quella di Panama. 
Non siamo ancora arrivati alla dimensione necessaria.

Proviamo con stati più grossi come la Colombia: se fosse piatta come un tavolo da biliardo la centrale prevista dagli sciocchi ci starebbe ma siccome ci sono le Ande non ci sta neppure li.

Riproviamo con gli Stati europei? 
Belgio più 
Olanda più 
Danimarca più 
Austria più 
Croazia. 
E ancora non basta anche se provassimo a immaginarli piatti come un tavolo.

In pratica questo piccolo quadrato possiamo cominciare a pensare che non è tanto piccolo come sembrava sulla mappa, adesso sembra grande come deve essere? Pensate ancora che sia poca roba?

Fortuna che sulla mappa sembra così piccola, vero? 
Provate a immaginare cosa costi semplicemente trasformare il Belgio in un'unica gettata di cemento (e dove ne trovate cosi' tanto?). 
Bene, pensate che lo dovete fare 10 volte.

Mettiamo pure che uno sciocco decida di trovare i soldi per trasformare in una lastra di cemento una superficie che è più grande della maggior parte degli Stati nel mondo. A questo punto sorgerebbe un piccolo problema come sanno i velisti: non essendoci più neppure le dune il vento accelererebbe a velocità soniche stracciando letteralmente pannelli. L'oceano non e' il laghetto.
Ma ammettiamo, per far felici i propugnatori,  che non esista questo PICCOLO problema perché i nostri pannelli sono speciali costano come un razzo apollo (per gli amici Saturn) per ogni watt prodotto e riescano quindi a reggere a qualsiasi evento.

Così noi abbiamo fatto la nostra centrale solare in mezzo al deserto dove… Non interessa a nessuno.

In questo calcolo abbiamo già dimenticato una piccola cosa: quando si ha a che fare con una distribuzione di energia elettrica quale è questa occorrono tutta una serie di meccanismi, come ci ha insegnato la centrale solare più grande d'Europa che e' in Italia a Montalto. Nel caso specifico sara' grande circa il 10%. In pratica l' "interruttore" ( i cavi, bracker, livellamento, sala controllo...) per farla funzionare è grande come l'Olanda. 
Già solo il trasporto energetico all'interno di questo enorme generatore porterebbe via un 5% almeno di energia totale.
Giusto per chi non vuole intendere ricordiamo infatti che aumentando la tensione i cavi non possono stare molto vicini altrimenti si avrebbero effetti collaterali. 
Non solo grandi forze tra conduttori, forza elettromotrice (FEM), ma la possibilità che collassi la rigidità dielettrica dell'aria.

Adesso però continuiamo ad avere tanta energia dove non interessa nessuno. Mettiamo di doverla portare nella vicina a Berlino che dista solamente 5000 km circa. 
Già perché secondo le intenzioni dei verdosky se una piccola parte verrà utilizzata vicino la maggior parte sarà oltre i 15.000 km.
Una linea di trasmissione lunga 5000 km a una tensione di 1.000.000 di volt, tensione che offre già tutta una serie di problematiche tecniche assai onerose, può arrivare a perdite del 50% e solo con casi molto particolari, molto più costosi di un banale un elettrodotto, scendere intorno al 30%.
Figuriamoci cosa vorrebbe dire trasportarla fino nel nuovo mondo o fino in Cina.
Abbiamo appena scoperto che la supercentrale ,il sogno dell'amante dell'asfalto, in realtà non può andare oltre al continente Europa.

Ma ci siamo appena dimenticati che nessun motore o generatore gira a 1.000.000 di volt. Vuol dire che se all'inizio che alla fine di questa enorme linea ci dovranno essere dei trasformatori che sebbene siano macchine perfette, arrivano quasi al 100% di rendimento, sono oggetti abbastanza ingombranti e probabilmente ruberebbero un altro 5% di spazio dovendo essere raffreddati visto che mal tollerano le alte temperature.
Se poi anziché come la grande centrale del deserto americano volessimo seguire la strada del fotovoltaico dovremmo aggiungere un 5-10% di spazio per le elettroniche e un altro 2% per tutta la rete che serve per la riparazione degli stessi.

Adesso accendiamo la nostra centrale che è fatta da milioni di componenti, se abbiamo scelto la via elettronica avremmo un problema con le alte temperature e i condensatori, la via invece termica avremo delle macchine rotanti con la relativa usura e anche la necessità dell'alimentazione: dovremo trovare acqua. Infine ci saranno gli addetti alla pulizia di una vetrata grande come diverse nazioni.

Qualunque sia la scelta vorrà dire che noi avremmo delle piccole città sparse per l'impianto, ricordiamoci che questo oggetto è grande come diversi stati messi insieme, che sostanzialmente saranno abitate da degli schiavi che dovranno riparare le centinaia di guasti giornalieri che possono capitare in un impianto fatto da così tanti pezzi.
Queste città, e relative necessità come strade, energia, acqua, cibo e relativi magazini e mezzi aumenteranno di un altro 10% la dimensione dell'impianto.

Per i ricambi ovviamente occorrerà un'infrastruttura che produrrà inizialmente quello che servirà per la costruzione e successivamente verrà utilizzato per la produzione della ricambistica. Possiamo stimare la dimensione di questo oggetto circa un altro 5% ad impianto operativo.

In pratica avevamo fatto un segnetto sulla carta che doveva corrispondere a una produzione di 20.000 tera wattora scoprendo poi che erano 10.000 una volta trasportati in Europa e con tutto quello che serve per far funzionare la centrale quel quadratino, che poi non è tanto ino, basta appena per l'Europa.

Sì, abbiamo appena scoperto che su quella superficie non deve appoggiare semplicemente un pannello a 10MV monolitico ed eterno che hanno portato lì i marziani ma gli effetti pratici sono quelli che la più grande macchina mai immaginata al di fuori dei romanzi di fantascienza e tale macchina deve avere una manutenzione che alla fine di tutto il caos porta via quasi metà della superficie.
La nostra macchina da 20PWh è appena diventata sufficiente per l'Europa che consuma 5100TWh .



Se guardiamo bene l'immagine però e analizziamo la didascalia sembrerebbe che l'impianto sia sostitutivo. 

FULL NEED!

Total area of solar panels required to power the world!

Basterebbe fare il quadratino per alimentare il pianeta!

Per fare questo il nostro piccolo impianto deve obbligatoriamente sostituire le fonti esistenti. Purtroppo più del 50% dell'energia viene richiesto fuori dal tempo di funzionamento.
Succederà sicuramente che delle nazioni ad est dell'impianto inizino a consumare energia prima che il sole arrivi sul nostro super pannello e quelle a ovest inizieranno un furibondo consumo quando il sole magari se ne sarà già andato.
Ricordo, viste le bugie mandate in giro da gente come Greenpeace e GCIL, che i picchi energetici nelle nazioni industrializzate tendenzialmente sono 2 uno intorno a 12 intorno alle 19.
sicuramente una parte di questi consumi europei sarà durante la produzione ma la maggior parte avverrà fuori dalle tre ore in cui l'impianto è al suo picco.
Occorre quindi una cosa chiamata batteria.
Le batterie hanno un rendimento che fra quello proprio della cella (R ed autoscarica) e quello del contorno inteso caricabatterie ed elevatore di tensione necessario è all'incirca 50%.

Ovviamente anche i capannoni con dentro le batterie occuperanno una grande superficie e consumeranno energia sia per la ventilazione sia per il trasporto e la rifusione delle piastre. Perché, non dimentichiamo, che dopo un certo numero di cicli le batterie al piombo, soluzione più ovvia per uno stivaggio del genere e le uniche che sono quasi integralmente riciclabili, vanno praticamente ricostruite fondendole, laminandole eccetera.
100Wh al Kg di stivaggio vuol dire per 20000.000.000.000.000Wh 200 milioni di tonnellate (la pruduzione di 20 anni nel mondo) di piombo da gestire, muovere, controllare: personale, mezzi e impianti.

Questo vuol dire che non solo il 50% dell'energia prodotta dall'impianto costerà il doppio aumentando del 25% la superficie e i costi dello stesso ma poterebbe anche un altro 10% di area destinata al stoccaggio e alla lavorazione del piombo. Lavorazione che inciderà dal punto di vista energetico aumentando ancora di un 2% l'area.
Adesso finalmente il nostro quadrato può effettivamente sostituire in alcune nazioni tutta l'energia prodotta. Non certo del mondo, non certo dell'Europa e nemmeno della comunità europea. Diciamo di qualche stato.

Oppure aumentiamo in maniera notevole la dimensione del manufatto..



Vediamo di dimensionarlo per la sola europa, una schifezza (il 25% in pratica) rispetto all'idea di poter alimentare l'intero pianeta ma converrete con me che abbastanza stupido portare l'energia molto lontano perdendone poi il 90%, forse l'intera Africa non basterebbe.

Secondo terna e altre fonti auto autorevoli in Europa complice anche molti Stati messi veramente male come l'ex-Iugoslavia si consuma molto poco circa 5100 tera wattora. Giusto per capirci da solo il Giappone ne consuma 1000 e la Cina quasi 4000.


partiamo quindi con il numero 5100.
Sono 68.000Km^2 ed è già un quadratino di 260 km di lato più grande della maggior parte di quelli proposti da vari ecotonti che pensano ad un pannello singolo che piove dal cielo portato dai silurani. 
E stiamo parlando sostanzialmente della sola parte generatrice.
Con tutto quello che serve per farla effettivamente funzionare arriviamo a 93000 305 km di lato.
Poi aggiungiamo trasporto che come abbiamo visto si mangia relativamente poco quando dovrò portarlo nel sud Italia ma quando dovrò raggiungere persino la perfida albione o addirittura la Svezia dovrò pagare pegno e quindi ho appena raggiunto i 180 mila kilometri quadrati ovvero 424 km di lato.
A questo punto mi basterà semplicemente aggiungere le batterie per dire che posso alimentare l'Europa con solo quella roba lì. 246.000 km² che sono un rettangolo di 500 km circa.

Il rettangolino schifoso che doveva alimentare il mondo abbiamo scoperto non solo che non è un rettangolino ma è un'enormità colossale ma riesce appena ad alimentare l'Europa.

In realtà si potrebbe fare anche maniera più compatta per esempio mettendo tutti gli oneri come i trasformatori, le persone e le industrie correlate sotto i pannelli anziché di lato ma questo incrementerebbe ancora di più tempi e  costi in maniera esagerata.



Molti commilitoni della grande forza verdosky sono disposte sparare chiunque dica il contrario di quello che hanno insegnato loro vi dirà tutta una serie di fesserie come:
un aumento colossale del rendimento dei pannelli,
un trasporto energetico in corrente continua da infiniti volt
e altre amenità.

Nel mondo reale è già un viaggio per la corrente andare da una parte all'altra del super pannello desertZAPcrash.

Quando blaterano di queste cose non si rendono conto neppure che la maggior parte degli interruttori, sto parlando solo degli interruttori, che ci sarebbero dentro in un affare del genere per sezionare l'impianto sarebbero grandi qualche decina di metri (lo vedete l'omino?). Ne servirebbero a centinaia.


Sì, perché parlare e blaterare è una cosa ma non prendersi neanche una domenica per andare in una qualsiasi centrale elettrica e guardare con il naso all'insù come e' fatto l'interruttore principale è troppo fatica.

Oltretutto il desertzapturbopixel renderebbe assolutamente vulnerabile l'Europa perché basterebbe una decina di chili di diserbante per mandare al buio 806 milioni di persone.


Ma proviamo a vederlo in un altro ottica: cosa abbiamo costruito?
Abbiamo costruito qualcosa che somiglia moltissimo ad abissi d'acciaio o qualche altro romanzo di fantascienza dove interi pianeti o lune vengono trasformati in macchine.
Stiamo parlando di qualcosa al cui confronto la grande muraglia sono quattro mattoni appoggiati a terra e le piramidi giocattoli da tenersi in giardino.

Ma questo e' ancora NIENTE!

La solar one del Nevada è stata costruita da un team che è variato tra le 850 persone e le 450. Chi ha preparato il basamento ovviamente a metà dell'opera non aveva più necessità di essere li (montaggio ad inseguimento) quindi definiamo 600 persone medie per un anno e mezzo. Questo ovviamente non comprende le ore di lavoro indirette come quelle necessarie a costruire i prezzi ma solo il tempo di puro assemblaggio. Per assemblare questa piccolina  in 10 anni basterebbero  60 persone. In pratica 56 persone per kilometro quadro.
OVVERO per il solo lavoro di assemblaggio daremo lavoro a 14.000.000 di persone per 10 anni che con l'indotto, devono mangiare anche loro oppure possono ammalarsi, parliamo di circa 20.000.000 di persone. In questa situazione se non vogliamo evitare qualche rivolta dobbiamo pensare di non trattarli più come schiavi E allora cominciamo a pensare al terziario: locali di intrattenimento come il cinema, commercialisti, avvocati, pompieri, polizia e altro che occorrono in quanto con una massa così esagerata di persone cominceranno ad esistere degli scambi che vanno oltre a dei banali convenevoli.
In questo tempo alcuni dei montatori potrebbero anche partorire ed ecco quindi una ulteriore classe necessaria: tutto ciò che serve ad un neonato. In pratica, per via semplicemente delle sue dimensioni, ci lavoreranno circa 30.000.000 di persone per 10 anni...
Il programma Gemini e Apollo al confronto sembrano i "lavoretti" che vengono fatti all'asilo.
Solo per garantire la presenza di queste persone occorrerebbero una decina di aeroporti che ovviamente si abbatterebbe ulteriormente sull'area occupata, treni, stazioni per costruire i quali ci vorranno altre persone e quindi altra area.

Per preparare a questa piccola centrale che alimenterà la l'Europa occorrerà anche un afflusso di merci continua ovvero un porto specifico e una linea ferroviaria ramificata. Anche questo ovviamente sarebbe da conteggiare sulla superficie visto che un migliaio di kilometri di binari non li chiamerei propriamente niente.
Intanto in Europa sarebbe necessario preparare tutto ciò che andrà montato: un enorme industria pesante che produrrà gli specchi, i supporti le aste. Un'industria elettromeccanica che preparerà i generatori e soprattutto trasformatori. Delle fonderie che divoreranno rame e ferro in tonnellate al secondo.
Insomma l'altra faccia della centrale europea saranno almeno altri 100.000.000 di persone impiegate nell'impresa.

Un altro lato che non è chiaro e che qualsiasi produzione del genere non potrà essere fatta in tempi brevi poiché non possiamo certo mandare 30.000.000 di persone in mezzo al deserto a mangiare sabbia e pisciare in un buco.
Quindi molto probabilmente ci sarebbero qualche migliaio di persone che preparerebbero la prima ferrovia, il porto e delle prime unità abitative. Mano mano che il processo avanza arriverebbero altre persone che abitando in queste prime unità potrebbero iniziare a montare e così via. Prima di arrivare al culmine dovendo reggere le infrastrutture tale peso probabilmente ci vorrebbero anni, forse decenni.

In pratica abbiamo creato uno stato in mezzo al nulla che ha il solo scopo di costruire una centrale.
Se si esclude Francia Germania Italia Regno unito e Spagna in Europa non esistono Stati con più abitanti.

Quindi colonizzeremmo Un'area grande come uno stato di discreta grandezza con una popolazione piuttosto ben dimensionata, il triplo di Israele per intenderci, aspettandoci che nell'area nessuno abbia niente da dire. Sarebbe interessante anche capire dal punto di vista politico se questi 30.000.000 di persone siano uno stato e che quindi non possono poi successivamente venire sloggiate a piacimento della compagnia desertec (o altro) o possano decidere di risiedere lì.

Dimenticavo: 30 milioni di persone stabilmente nel deserto con il condi a palla e docce calde  consumano altri 400TWh almeno...  dobbiamo fare un aumento di altri 10.000Km^2, ma ormai sono noccioline e una Liguria o meglio due non si nega a nessuno...


Qualcuno e' veramente convinto che sia fattibile?
Dai, non scherziamo.






P.s.
Qualcuno potrà contestare la leggerezza dei dati come per esempio dare per scontato ricostruire un pezzo di centrale elettrica, un edificio di tre piani. un parcheggio o un ospedale costi la stessa manodopera.
Il punto non è capire se ci vogliono 10.000.000 o 30.000.000 di persone Alla fine anche fossero solo 5.000.000 e la costruzione andasse avanti solo per un decennio dalla posa della prima pietra anziché almeno vent'anni come ipotizzato non cambierebbe molto come non cambierebbe molto se ci mettessero 10 anni in più.
Lo scopo è spannometrico e serve per far capire che certamente, e su questo penso che non possa negarlo nessuno, che definire piccolo o fattibile un quadratino messo in maniera subdolamente furbetta sulla carta come soluzione tutti i mali è pura cattiveria.

Forse sarà possibile fare delle enormi centrali magari non per la produzione elettrica sul territorio africano rimanendo comunque all'interno della parola enorme e non folle. Centrali di qualche (5, 6 o forse anche 20) kilometri quadrato ci possono essere e probabilmente ci saranno così come verranno costruite, salvo opposizione di quelli che guadagnano sulle paure altrui, delle centrali nucleari fertili.

Un'altra cosa e' credere che sia il caso di costruire un ponte fra il Portogallo e NY. Tanto e' solo una piccola linea.
Se è vero che il futuro è tutto da scrivere bisognerebbe punire coloro i quali instillano idee sbagliate sapendo che lo sono







lunedì, giugno 16, 2014

donne in carriera



Ogni tanto rimango bloccato in un dibattito sulla condizione femminile in Italia.
La cosa divertente è che nel 90% dei casi mi ritrovo ad essere bollato come mostro o come insensibile soprattutto se la persona con cui sto parlando è molto orientata politicamente e/o non è una persona che ha dei traguardi lavorativi.
Persone simili invece si stupiscono, in altri ambiti perche' io sia cosi' PRO donne.
Ma e' solo perche' mi piace il giardino oltre la siepe, no?

Mettiamoci gli occhiali.

Una volta le le femministe, nobili suffragette che pilotavano aeroplani e facevano a gara a dimostrare di essere “piu' “ di un uomo non ci sono piu'.
Costoro dimostravano di essere superiori alla visione precedente della donna superando l'uomo in quelli che si pensavano essere i campi tipici maschili.
Come quelle che per dimostrare LEGALMENTE della cosa si laurearono in legge e dimostravano usando gli stessi mezzi che vietavano la cosa l'inconsistenza in se delle leggi dell'epoca.
Erano donne in grado di lottare, con la passione, con la forza e l'intelletto.
Anche se alcune erano solo piantagrane e ultras complessivamente era una giusta causa e spesso senza eccessi.
Ricordiamo che spesso le donne erano schiave del loro destino e sebbene spesso idolatrate erano anche, spesso, poco considerate.
L'emancipazione fu dunque un processo importante non per coloro le quali si esponevano, il fatto che lo facessero era spesso simbolo che loro avessero gia' varcato la soglia, ma per quelle che non pensavano ad una vita diversa dalla cucina.
“L'emancipazione, nel senso più esteso del termine, si riferisce a tutte quelle azioni che permettono a una persona o a un gruppo di persone di accedere ad uno stato di autonomo attraverso la cessazione della dipendenza (dell'assoggettamento) da una qualche autorità o potestà.“


Oggi ci sono solo queste sparasentenze che non fanno altro che parlare di pari opportunità mancate perche “oggi esiste il maschilismo!”.
Dicono maschilismo intendendo che qualcuno che non sia donna sta cercando di ricacciare le donne in qualche situazione dell'anno 1000 oppure semplicemente che odia le donne e quindi non le vuole vedere in ambito lavorativo.
Alcune volte si dà la colpa addirittura le aziende, come dire che le aziende interessa qualcosa del sesso di chi produce: all'azienda interessa che si produca e basta.



Pensiamoci bene ma in Italia una persona di sesso femminile che oggi ha almeno trent'anni soprattutto se è nata in sud Italia ha buone probabilità di essere stata educata in maniera che ha un solo scopo  importante: cercare di sposare qualcuno e mettere al mondo bambini.
Ovviamente questo non solo ha molteplici sfumature che causano problemi ancora piu' grossi, ma
ho qualche amica che riuscendo in età molto giovane comunque a studiare, nonostante le pressioni di alcuni familiari, e si sono trasferite altrove ed oggi, nonostante le difficoltà, possono dirsi sicuramente più che realizzate.
Possiamo quindi dire, tranquillamente, che sebbene esistano delle “pressioni”, in alcune zone la donna in italia e' pienamente emancipata e come diritti sicuramente egualitaria rispetto all'uomo.

Evidentemente le grandi lotte che ci sono state in passato hanno sortito l'effetto desiderato: oggi la donna è uguale all'uomo, salvo che desideri diversamente, ma si sa che esistono pure persone che si comprano persino un SUV.

Detto questo per introdurre le tematiche che di recente girano in itaGlietta.

Il maschilismo farebbe si, stando ai propugnatori delle nuove quote rosa, una negazione all'accesso di molti lavori da parte delle donne. In pratica la cosa funzionerebbe così: se sei una donna non ti do lavoro.

Per compensare questa cosa anziché capire le origini di questa eventuale problematica legata, così dicono loro, al maschilismo si vorrebbero introdurre delle quote rosa per obbligare l'assunzione di una percentuale fissa di donne.

In pratica però il correttore potrebbe introdurre problemi più grandi di quelli che vorrebbe risolvere. Nel decidere di assumere ci si ritroverebbe a dover scegliere magari una donna incompetente che un uomo che non lo è semplicemente perché ci si è obbligati. Vi sono settori che tradizionalmente alle donne non piacciono come lavorare su un tornio e anche viceversa.

Ma la domanda reale, quella si dovrebbe porre magari dopo un approfondito studio è perché in alcuni lavori le donne non ci sono. Sebbene io non sia un ricercatore che ha fatto studi molto approfonditi particolari alcune cose, macroscopiche, le vedo benissimo.

Innanzitutto una delle cose più evidenti e' che dove le donne sfondano sono in alcuni lavori che sono tradizionalmente “roba loro”.
Perché la possiamo menare quanto vogliamo ma ci sono dei lavori che per tradizione o per differenze proprio date dal diformismo sessuale, sono tipiche di uno dei due sessi: lavoratrici tessili che sulla macchina da cucire rappresentano quasi il 100%, segretaria di accoglienza, magazziniere edile, giocatore di calcio, stilista (sono quasi tutti gay), idraulico, maestra o muratore.
Costringere un'azienda ad assumere come stilista un eterosessuale o imporre una quota rosa al Muratori o agli spurghi mi sembra alquanto un controsenso visto che probabilmente nel primo caso sarebbe comunque una forzatura e nel secondo non penso che si riesca a trovare una quantità di donne sufficienti anche se si mettessero lì a far le belle statuine.

Ma leggendo bene le statistiche portate dai propugnatori delle quote rosa il loro obiettivo non è quello di favorire l'ingresso alle donne in settori tipicamente maschili come gli spurghi o gli antennisti, ma rompono le scatole sui posti di prestigio.
Perché tutti quelli che non vogliono fare il muratore devono automaticamente diventare amministratori delegati.
Se poi guardiamo i posti dove le donne sono nella maggioranza e sono posti importanti notiamo che sono quasi tutti pubblici e che quindi probabilmente esiste già una forzatura per imporre una certa quantità di donne.

Tolte le attività specifiche dei sessi, tolte quelle con forzatura, è necessario andare a fare un bel pensare perché mai alle donne riesce così difficile a salire la scala gerarchica espresso si fermano alla segreteria o poco più.
Che poi e' quello di cui continuano a rompere le scatole questi agitatori popolari.

Prima di tutto dobbiamo notare che esistono le donne manager ed esistono le donne che sono arrivate ad occupare posti di altissimo livello. Quindi non esistono problematiche legate al fisico o alla mente: anche più rintronati non possono affermare che la donna sia diversa dall'uomo dal punto di vista intellettuale e o di capacità.

Tutte queste donne però raccontano che spesso non vengono credute oppure che le altre persone, anche donne, non credono alle loro capacità possedute.
Quando queste donne dimostrano di saperci fare con i fatti l'incredulità e' generale.
Quasi tutte le donne ad alto livello raccontano che la scalata a parer loro è più difficile di quella che può avere un uomo proprio perché si dà per scontato che una donna non abbia le capacità di un uomo.

Perché quando una donna dice “sono capace di fare questo” nessuno gli crede?
Questa è la domanda importante di tutto il blaterare.

Il motivo per cui alle donne non si crede in ambito lavorativo e' semplicemente perché mediamente raccontano un sacco di balle.
Con questo non voglio dire che tutte le donne siano baliste ma semplicemente che una grossa percentuale di loro lo e'.
Quando una percentuale che supera le due cifre dice bugie, si comporta in maniera non corretta, approfitta della situazione, il restante 90% è ormai squalificato perché comunque la nomea è quella.
E come quando vado dall'estero che nessuno crede che io sia italiano perché non distruggo la camera e non urlo al ristorante. L'italiano gode di una pessima reputazione e così le donne sul lavoro. Vediamo perché.

Le donne hanno due modi per essere molto bugiarde agli occhi del datore di lavoro soprattutto se di piccole dimensioni:

la pianificazione familiare e' il piu' grosso.
Volenti o nolenti che mette al mondo i figli e' la donna.
Per poter far questo in maniera il più possibile indolore dal punto di vista economico ci sono molte leggi che proteggono la maternità e purtroppo non proteggono in maniera adeguata il datore di lavoro.

Se parliamo della Fiat potrebbe non essere così grosso problema per via della distribuzione della cosa in ambito temporale, ma una piccola azienda ha delle scadenze da rispettare e le piccole aziende sono il tessuto italiano.
Generalmente una piccola azienda ha un organico di una decina di persone e se lavora nel tessile o in altri campi tradizionalmente vicini alla donna il rischio che il 90% o addirittura la totalità dei salariati sia di sesso femminile è una possibilità tutt'altro che remota.
In questa situazione il datore di lavoro ha una paura folle della maternità non tanto per i costosi oneri che si ritroverà ad affrontare, ma per l'incertezza della pianificazione della produzione.
Si arrivava in passato addirittura a far firmare una lettera di dimissioni alle donne contemporaneamente a quella di assunzione per arginare il problema.
Due donne in maternita' improvvisa vuol dire ridurre la produzione del 50% e rischiare di fallire. Se in un settore chiave azzerare l'azienda.

Vediamolo dal punto di vista dell'imprenditore, generalmente cattivo bastardo ma purtroppo a sua volta soggetto a entità più grossi di lui e ancora più cattive bastarde
A loro volta succubi del più cattivissimo dei cattivi: il consumatore.

Ma alla fine la questione e' non il COSA ma il COME


La furbetta:
rimane incinta non lo comunica fino all'ultimo per paura che al ritorno trovi un rimpiazzo e  gli pregiudichi la carriera.
Il datore di lavoro si ritrova nella situazione di fare un passaggio di consegne in completa corsa ad ostacoli che causerà costi elevati e perdita di tempo dirigenziale. 
Inutile dire che comunque la furbetta verrà mobbizzata chiedendosi poi per qualche strano motivo il capo la odia.

La stronza:
sono tre anni che fa la casalinga decide di farsi assumere perché così qualcuno gli paghi la gestazione. Si fa assumere  regolarmente ed entro 13 mesi dall'assunzione scodella il figlio evidenziando che dal giorno dell'assunzione definitiva ha buttato via preservativi.

Esiste anche la versione quadratica: durante l'assunzione vi dirà che i bambini non gli interessano e non ha neppure il fidanzato, ma quest'ultimo appare diviene marito e feconda in un istante lungo soli 2 mesi dall'assunzione definitiva.
A me è capitato due volte di incontrare la versione cubica in aziende sull'orlo della crisi e questo ovviamente ha sicuramente aiutato a chiudere.
In pratica ho chiesto a queste persone non di rinunciare ai figli, ma se per cortesia evitavano di scodellarli nei prossimi due anni. Mi sono ritrovato col 30% delle persone maternità in un caso e il 50% in un altro. Perche  li sincronizzano le stronze.

La versione Tesseract finito il periodo di congedo pagato si licenzia: in pratica è rimasta in azienda a pieno ritmo sei mesi ma e' stata maternità due volte o piu' rimanendo a casa anni e anni.



La chi se ne frega dell'azienda:
vedono nella maternità l'occasione della vacanza così come il datore di lavoro vede nel dipendente l'occasione di un aumento di produttività.
In pratica appena rimane incinta la iena vola dal medico, chiedendo in tutte le maniere possibili di avere il bollino della gravidanza a rischio quando non c'è problema alcuno.
Ecco spiegato perché anche quando esiste oggettivamente un problema fetale nessuno crede.
Ci sono aziende che hanno il 90% delle lavoratrici con gravidanze a rischio.
A quel punto svanisce all'improvviso dall'azienda, che annaspa per riuscire a tappare il buco, in una maniera o nell'altra per quasi 2 anni.

Nella versione quadrata al ritorno lavora per circa sei mesi dopo di che svanisce per una seconda complicatissima gravidanza.

Quando torna la “La chi se ne frega dell'azienda” vorrebbe esattamente le stesse mansioni di prima che per due anni (o piu') sono state occupate da qualcun altro.
Siccome intanto l'azienda è andata avanti e le procedure sono cambiate, in realtà non è più neppure in grado di fare quello che faceva prima e quindi si sente declassata e sente che “la nuova” e' stata presa al suo posto.  La chi se ne frega dell'azienda anche se sulla carta ha le stesse mansioni di 3 anni fa (e ne ha lo stipendio) in realta' e' l'aiuto di quella nuova che prende meno soldi e sulla carta e' una sciacquetta.
Cosi' lavora svogliatamente, non puo' certo essere l'aiuto sciacquetta!, il datore di lavoro non può neppure licenziarla e assumere definitivamente chi in realtà il lavoro lo fa evitando di pagare 2 stipendi mentre spera che prima o poi quella ritornata si svegli.
Spesso accade che la donna in prova quando fa per andarsene diviene definitiva, il datore di lavoro non ha scelta, e il capo continua maledire la presenza di donne in ufficio mentre gli rode il tarlo di cosa potrebbe succedere se anche quella nuova per sbaglio rimanesse incinta diventando un ulteriore inutile stipendio a bassa produttivita'.

la versione cubica della cosa. Alla fine del permesso del secondo figlio la sventurata scopre che nonostante tutti i suoi bei proclami sul fatto che volesse occupare un posto importante nell'azienda (e diventare presidente del WTO) di quest'ultima non gliene frega niente e decide di fare la mamma. Ovviamente comunicandolo solamente al termine di un congedo di maternità è stato più lungo della barba di Matusalemme.
Potete immaginare il datore di lavoro che per quasi quattro anni ha dovuto inventarsi soluzioni perché non poteva assumere nessun altro avendo posto bloccato e non ha potuto contare su persone valenti (donne che non possono ambire a quel posto bloccato!), poiché non avrebbero accettato di andarsene alla fine della maternità, come sta fumando dalla rabbia. Saperlo prima, no?
La tizia invece non capisce torna a casa raccontando alle amiche che il datore di lavoro e' uno stronzo perché quando è andata a ritirare la liquidazione il capo ci mancava poco che se la sbranasse.
Il capo sempre un stronzo. No?



La io ce l'ho.
La tizia in questione è cosciente che il fatto di possedere qualcosa fra le gambe è motivo di vantaggio. In realtà non ha tutti i torti tutti gli uomini sono un po' tontolotti e tendono a favorire le donne.
In pratica se una donna chiede un favore a un uomo anche se quest'ultimo non ha secondi fini ha tendenza a concedere una cortesia più facilmente una donna che a uno dello stesso sesso.
Ovviamente la questione si ferma brutalmente quando questa donna anziché dover fare cose semplici si ritroverà a dover operare in maniera complessa.
Per quanto tonto nessun uomo si metterà a fare un complesso progetto con lei semplicemente a titolo di cortesia.
La presenza di questo tipo di personaggi l'azienda diminuisce l'efficienza poiché il lavoro di questa donna causerà semplicemente una distribuzione dei compiti, per quanto parziale, e nessun progresso. Dal punto di vista della donna questa non potrà mai ambire a salire di carica salvo di concedere più di qualche sorriso e contribuirà all'immagine della donna leggera e stolta.
Perché se arriverà ad un posto importante SOLO per le sue grazie ribadirà che una donna carina e' stupida. la leggenda che si fa cariera scopando non e' tanto campata per aria e si scopre solo quando arrivano a posti che non dovevano occupare.


In realtà l'esistono anche altre donne bugiarde e furbette, spesso queste cose passano sotto silenzio e non rappresentano casi eclatanti come questi che arrivano a torturare giornalmente gli imprenditori. Quelle di cui sopra sono evidenti poiché ricadono in statistiche aziendali in casi multipli e costanti che sono ben scolpiti nella testa dei dirigenti o degli imprenditori.

Non parliamo poi di casi che sono una combinazione di quelli che abbiamo visto come la tizia che rimane assunta semplicemente durante il periodo di maternità: si fa assumere prima delle gravidanze e si licenzia dopo rimanendo in congedo i secoli.
In alcuni luoghi e in alcune aziende, imprenditori che conosco benissimo, sono Percentualmente tante.
In pratica l'imprenditore sa perfettamente che assumendo una donna come commessa anziché un uomo andra' incontro ad almeno uno dei casi di cui sopra.

In pratica trovare una “ chi se ne frega dell'azienda” con “furbetta”  e accessori non è una rarità ma è normale amministrazione.

Quando dico queste cose solitamente vengo tacciato come mostro se si sta e che odia il fatto di dover in qualche maniera sostenere le donne incinte.
Nulla di più sbagliato. 
A me sembra la solita cosa all'italiana: dai un potere qualcuno per risolvere un problema è questo utilizza questo potere per i propri fini.
Non dico che sia sbagliato avere il concedo di maternità.
Non dico che sia sbagliato avere tutta una serie di sicurezza intorno a una donna che sta per avere un figlio.
Dico però che dal momento che oggi la maggior parte dei figli non capitano così per sbaglio sarebbe il caso di gestire meglio la cosa.

L'ultima volta una ragazza, quando ho portato questa tesi, oltre avermi detto delle cose non tanto belle, era molto arrabbiata perché, a suo giudizio, il datore di lavoro dopo un rientro di maternità deve assolutamente dare lo stesso posto di lavoro, con le stesse identiche mansioni, alla persona che è stata assente.
La tesi di questa persona e che non si può far fermare una carriera semplicemente perché una donna rimane incinta un paio di volte.

Secondo me è un caso di priorità.
Se la donna ha una priorità verso la carriera ovviamente farà di tutto per mantenerla e cercherà per quanto gli è possibile non scollarsi da quest'ultima.
Un'assenza breve, strumenti di comunicazione che ci sono da decenni come il telefono o il computer in VPN, indicano un focus portato a voler far parte del mondo del lavoro.
Una donna che svanisce per secoli e non fornisce indicazioni al telefono perché sostanzialmente è in vacanza e guai a disturbare (“sono in maternita' non e' compito mio sapere certe cose chiedi a raffella!”) identifica chiaramente che questa persona non ha interesse nella vita lavorativa, ma è semplicemente una fonte di reddito gratis.
Se a questo aggiungiamo il fatto di una o più furberie abbiamo perfettamente identificato una persona che non vuole fare carriera.
Non gli interessa.
Non vedo perché dare l'opportunità di fare qualcosa che non vuole fare.


Dopo la maternità esistono le questioni legate alla competenza.
Spesso le donne sono più incompetenti degli uomini. 
Non è una mera questione di cattiveria, ma di volontà personali. 
Vogliono eccellere in altri ambiti.
Nell'ambito dell'esempio della programmazione spesso volentieri le capacità sono tutt'altro che di genere eppure le donne sono piuttosto rare.
Nella vendita di automobili una donna potrebbe vendere molto di più di un uomo eppure è un settore praticamente esente dalle lavoratrici femminili, tutto il mondo auto che e' ENORME.

Così come nei negozi sportivi se si esclude la parte dei vestiti che ormai è importante, un punto vendita del genere trovare una donna che ti parla di sci piuttosto che di basket è una vera mosca bianca.
Si potrebbe andare avanti ad oltranza ma quando una persona sceglie di non aver nulla a che fare con tre o quattro ambiti che rappresentano quasi il 40% del lavoro italiano ed entrare, a questo punto in maniera schifata, solo come segretaria di Tizio o Caio ha sostanzialmente scelto di avere il 40% di probabilità in meno di ottenere un lavoro qualificato.


Sul perché tendenzialmente le donne si comportino in maniera non corretta col datore di lavoro e colleghi non è chiaro.. ma è chiaro il fatto.
Non è chiaro il motivo per il quale uno dovrebbe volere un televisore con più pixel o un'automobile che si ribalta da ferma figuriamoci capire perché tendenzialmente un gruppo di persone non sia interessato al mondo del lavoro.
E poi essere interessati a lavorare rovinandosi la vita per, di base non è già molto furbo.
Forse questo l'errore non e' delle donne: immaginare di desiderare di ammazzarsi di lavoro, che figata!

Quale sia la motivazione per la quale quelle donne che desiderano altro come fare carriera e vogliano dare il loro contributo al mondo che li circonda dal punto di vista lavorativo si ritrovano ad essere bollate nel migliore dei casi come eccezione e vengano costrette a dimostrare continuamente di non essere “come le altre” mi sembra invece molto più ragionevole.

Così quando si dice che le donne in carriera devono dimostrare di essere meglio degli uomini in realtà non è vero: 
devono dimostrare di essere certamente NON come "quelle donne" che hanno creato la nomea.

Portare una certa quota di donne in maniera obbligatoria al governo, come hanno più volte blaterato alcuni ridicoli bambolotti, può voler dire solamente di aumentare i nostri problemi di stima verso le donne.

Oggi le donne hanno veramente pari opportunità legali e gestionali gli uomini con una piccola, ma grossa differenza:  molte donne non vogliono che le donne siano trattate come gli uomini.
fino a quando le donne non vorranno loro stesse essere considerate serie è inutile cercare di metterci una pezza


PS
Per quelli che pensano che io non ami le donne, le donne che lavorano o altre astrusità del genere sappia che probabilmente e' una medusa.

lunedì, giugno 09, 2014

telefim VS film



Ogni tanto mi tocca partecipare o sentire uno dei dibattiti che di tanto in tanto ritornano come ondate dopo la risacca.
A cosa divertente è che come certe credenze popolari e quando non vengono espresse comunque permeano l'aria.
Una di queste leggende metropolitane di cui tutti sono convinti sostenitori è che i film siano meglio del telefilm: i film sono opere d'arte, i telefilm sono prodotti commerciali di scarsa qualità. SEMPRE.
In cima portano con sé la parola arte, musa ispiratrice della poesia dell'animo umano mentre il porco telefilm è semplicemente un prodotto dozzinale di cui è impossibile che l'umano ingegno possa avervi trasfuso qualcosa può più di quello che c'era in un mobiletto dell'Ikea.

La cosa è tragica perché quando una convinzione diventa così forte da classificarsi come granitica: la mia marca di cellulare è assolutamente migliore della tua e viceversa. Automaticamente diventa passibile di grandi errori.

Mi sembra un po' la stessa menata della parola classica riferita alla musica
un altro bellissimo esempio riguarda la parola fantascienza che viene spesso utilizzata a sproposito da chi afferma di odiarla ma ne esalta invece degli esempi calzanti come roba classica.

Mi dispiace per tutti questi signori ma il film è un prodotto commerciale né più né meno del telefilm. Certo ci sono i registi indipendenti, il festival dove si tende a premiare qualcosa che sia insegnante, ma possiamo dirlo tranquillamente che poi i film che vengono veramente distribuiti se non sono sorretti da qualche sponsorizzazione politica come accade in Italia alla fine non vengono visti da nessuno se non sono anche "piacevoli".
Basterebbe “La prima cosa bella” un'opera fallace nella narrazione e impropria nell'uso del flashback per condannare un filmetto recitato malamente da ¾ del cast a condannare la parola film.
“La prima cosa bella” ha delle riprese sciatte, simili a quei telefilm italiani dove la professionalita' e opzionale, una colonna sonora rubacchiata qui e la.

Il film definibile come arte, nel senso che portano qualcosa di importante fra di noi e ti vengono cultura accettata spesso sono inaspettati. Se pensiamo alla definizione di una frase qualsiasi come “non fare Rambo” abbiamo appena utilizzato un tassello molto importante della cultura popolare e persino chi come me non ha mai visto nessun film della serie sa perfettamente chi era Rambo, che faccia aveva e cosa faceva.
In pratica Rambo pur essendo un film d'azione, il genere che considerato una schifezza dei cultori dell'arte filmica, è diventato in realtà un tesoro comune della cultura popolare dell'intero pianeta tanto che si può andare tranquillamente da un inglese o da un francese e probabilmente la frase mantiene il suo significato mentre ad esempio dire piovono gatti non ottiene il medesimo scopo.
Quindi Rambo è sicuramente cultura, sulla parola arte che ha già una definizione Incerta... sorvolerei.

Prendiamo il caso di film molto acclamati come Pacific Rim, vera e propria tavanata che di bello ha solo il ritmo e qualcuno potrebbe dire gli effetti speciali. In pratica hanno preso Evangelion e Brain Powerd e dopo averli saccheggiati si sono dimenticati di fare una trama.
Altro film assolutamente inguardabile per chi non è interessato a vedere gli ultimi sviluppi della tecnologia di Ray tracing, battleship, dimentica persino il fatto che la marina durante la seconda guerra mondiale era molto diversa dal mondo odierno e per degli uomini in uniforme degli anni 40 accettare ordini da una sconosciuta, donna quindi, per di più il colore su di una nave senza neppure porsi una domanda è semplicemente impensabile.
Così come pensare che un incrociatore sia rifornito e armato durante il disarmo è quanto meno bizzarro.
In pratica il film battaglia navale era una brutta accozzaglia che non ha una trama, non ha la sospensione dell'incredulità non è neanche lontanamente logico con quattro vecchi di almeno ottant'anni che si portano a spalla un'automobile Il risultato è quantomeno pessimo.


Se prendiamo invece altro film d'azione, fatto da gente che evidentemente aveva un'idea, guerre stellari, sicuramente per un quindicenne di oggi non è così esaltante ma all'epoca era qualcosa di mai visto prima. Ed e' trasversale perche' comunque ha una storia, una trama. Non ha buchi narrativi, non e' statico.
Ci sono tanti film che hanno lasciato il segno, ci sono tanti film bellissimi, ci sono tanti film che a mio giudizio rientrano appieno nella definizione arte.
Purtroppo ci sono anche tanti film che rientrano nella definizione martellarsi gli zzzz.
Spesso volentieri sono quelli considerati in qualche modo artistici probabilmente perché chi li propugna questa maniera o è una persona estremamente noiosa dentro per il quale tedio e la sofferenza rappresentano piacere oppure semplicemente non hanno capito dove sta il messaggio o dove sta la logica del racconto (perché e' questo che sono i film: un racconto) e allora Classificandole come arte si pongono nella situazione di dire: io ho capito il messaggio criptico e se voi non lo vedete allora siete delle capre.

Mi sembra un po' la situazione che ci fu quando il libro “il nome della rosa”: riscosse un esagerato successo. A me il libro piacque, tranne la fatica delle prime pagine, e lo trovai intrigante. Il 90% della popolazione all'epoca si vantava di averlo letto ma in realtà aveva sfogliato al massimo una decina di pagine e quando dopo aver sentito che avevano letto il libro in maniera così gioiosa entravo nel discorso questi viravano verso altri lidi in maniera da non dover sostenere una discussione su qualcosa che non conoscevano. Anche di questo libro fecero il film, non era un gran film, questo diede a molti l'idea che avendo visto la versione in celluloide potessero ormai considerarsi degli esperti anche della versione cartacea che è piuttosto pingue. Ovviamente si ripresentavano le situazioni precedenti.

Questo racconto per dire che sebbene molti considerassero arte e ingegno un buon romanzo e per tale motivo siccome era stato molto pompato tutti volevano farne parte ma in realtà a nessuno fregava niente. Il tipico lettore che aveva letto il nome della rosa in genere era un divoratore di libri che non si spaventava davanti a quattro dita di carta ed era tutt'altro che una un romanzo popolare.

Per salvaguardare i film inutili e pessimi esistono bizzarrie (accordi, scambi o buste?) per premiare i film peggiori.
La prima cosa bella” (sottotitolo: sono sfigato, stolto e mammone)
Miglior compositore delle musiche bari festival.. ma stiamo scherzando? Patric hernandez?
Miglior sceneggiatura... (David di Donatello, ciack, alkbarda...). Casso ma allora gli altri in concorso come erano? Come quelle opere d'avanguardia che celiano nei racconti con il cast immobile per 2 ore? Un film sulle scorenege? un documentario sulla velocita' del bradipo in real time?
In pratica il peggior film che ho visto negli ultimi 4 anni ha fatto strage di premi?
Evidentemente qualcosa non funziona...


Ma stavamo in realtà parlando del confronto tra i film e telefilm.
I telefilm nascono inizialmente come qualcosa di più povero non tanto perché volessero o non volessero essere arte ma perché il budget era ridotto e contemporaneamente era richiesta una serialità che permette di abbassare i costi oltre a creare affezione.

I migliori film non vengono presi da dei romanzi complessi, altrimenti ne sono solo una versione ridotta che in taluni casi fanno sorgere solo un sacco di domande perché manca sempre qualcosa. Il film assomiglia più racconto, una cosa breve quello praticamente che si può scrivere in un centinaio di pagine poco più. Ovviamente ci sono delle eccezioni.
Il telefilm per dire la sua serialità ha sempre avuto dei limiti dati dalla lunghezza del singolo episodio, dal fatto che esiste un altro episodio e dalle spese che devono essere obbligatoriamente ridotte. La truppa del film, in particolare il regista e il cast, spesso dopo una tirata di qualche mese vengono coperti d'oro e si riposano per qualche anno per “riprendersi” della fatica.
Per questo motivo inizialmente i telefilm si basavano su una serialità ripetitiva come uno stampino.
Come costruire in fabbrica.
Tutti gli episodi erano fatti come dei film in formato ridotto e tutti gli episodi erano identici al primo.
Questa nasceva come un'esigenza che all'epoca veniva viste maniera assoluta: la necessità che uno spettatore che avesse saltato una o più puntate non si trovasse in difficoltà. 
Ricordiamoci anche che negli anni passati non tutti in casa avevano una televisione e quando c'era era una. Era raro riuscire a seguire un telefilm. Più facile vedere un paio di puntate.
Nel contempo questa forte similitudine tra gli episodi aiutava a non perdere il pubblico acquisito.
Possiamo vedere questa serialità nei racconti che sono stati portati in tv del duo ELLERY QUEEN.
Gli autori, noti anche per aver ideato Colombo riadattarono alcuni dei racconti brevi compresi nelle raccolte più famose
Se guardiamo oggi Queste 22 puntate prodotte nel 1975, in Italia arriveranno solo negli anni 80 sparse un po' ovunque come orario, notiamo c'è un prodotto ancora vedibile, con una buona narrazione, non particolarmente lento e i semi di molte produzioni anche italiane che verranno solamente scritte trent'anni dopo. La serie ruota attorno a pochissimi personaggi, in genere l'azione finisce sempre con le stesse scene: il figlio che spiega il padre cos'è successo. Nonostante ciò è più fresco di tantissimi telefilm odierni.
ELLERY QUEEN È il prototipo e' la sintesi della serialità vecchia maniera ed è difficile capire quale sia la sequenza anche vedendo le puntate a ritroso non è possibile capire che l'ordine è stato invertito.
Questo per alcuni sminuisce l'oggetto telefilm per quanto non è sempre un problema.
Ma gli anni passano e non esiste semplicemente la serialità e questa viene pian pianino arricchita di piccole cose inizialmente con timidezza come ad esempio succede in happy days dove non avendo idea di dove si sta andando alla fine ogni pretesto è buono per mettere dentro un'aggiunta alla ricetta cosa che poi non si può cancellare. Ma i giorni felici un telefilm in un'epoca d'oro passata dell'immaginario collettivo americano, e successivamente europeo, dove le donne erano casalinghe felici, gli uomini lavoravano e i figli cominciavano scoprire la parola libertà per quanto ci abbiano segnato in realtà non è tutto questo gran prodotto.. Lo era per il fatto che non esisteva niente di altrettanto bello e felice in circolazione. E i film non erano molto meglio.

Verso metà  degli anni 80 ci si rende conto che forse il grosso limite dei telefilm fino a quel momento era una questione di budget. Forse è il caso di utilizzare una truppa più consistente durante la produzione non basta riprendere tre volte la stessa auto rossa con la striscia bianca sul fianco guidata da due protagonisti nella stessa via  e utilizzare il girato per 10 episodi perché non ci sono i soldi per fare delle riprese successive. È forse il caso di utilizzare una seconda macchina da presa una seconda truppa che si impegni a fare il riempitivo, come già accade nei film, e magari evitare quelle riprese fatte con l'auto appoggiata sul camion dove si vede benissimo che è molto più alta delle auto che scorrono lateralmente. In realtà sono problemi e difetti che hanno anche alcuni film a basso costo girati magari in 8 o 16 mm.
Però la gente sta diventando più esigente e arriva il primo telefilm che pur mantenendo una serialità comincia a parlare lo stesso linguaggio del cinema: spendiamo.

Miami vice Fu la prima serie TV a sfruttare tecniche fino a quel momento soltanto cinematografiche, come la fotografia, le luci, il montaggio e soprattutto la musica scritta appositamente, che allora non veniva ancora solitamente usata nelle produzioni televisive.
Perché alla fine del 1984 il grosso della differenza tra un telefilm un film per i denigratori del primo non era il racconto, dopotutto alcuni erano tutt'altro che pessimi, ma era la questione industriale di costi. Così si arriva a spendere e ovviamente il successo colossale della serie non si fece aspettare e non solo fu una pietra miliare dal punto di vista qualitativo e scenografico ma impose anche moda, modi di dire e spostò le classifiche musicali.
Tutto era curato: i vestiti avevano uno stile, le auto, l'illuminazione era brillante, i colori erano saturi (per quanto mortificati dall'ntsc e dalla dimensione della pellicola), tutto era SCELTO o creato su misura come la colonna sonora (non certo una porcata come “l'ultima cosa bella”).

Si può tranquillamente affermare che questa serie televisiva ha avuto un effetto dirompente sulla cultura e sulla società rappresentando in maniera, per quanto stereotipata, notevole quello che sono stati gli anni 80. Un fuoco d'artificio.

Oggi anche i telefilm meno costosi fanno uso di una truppa composta di tecnici per le luci, hanno una colonna sonora specifica, e se avanzano qualche soldo importano qualche hit del momento.
Ma le cose non si sono certo fermate al 1984 quando si preparava i telefilm capirono che forse era il caso di andare oltre la mera serialità e oggi tutti telefilm, anche quelli più seriali, contengono avviluppate delle altre storie anche se minimali. CSI, scena di un crimine, rappresenta uno dei prodotti di punta dei telefilm. Non è un prodotto innovativo dal punto di vista narrativo e di produzione: ripetitivo, seriale eccetera. Nonostante questo all'interno della trama della puntata i personaggi crescono e lo fanno in maniera più convincente e lineare di una volta.

Ma successo CSI non rientra nella trama, che tutto sommato è la stessa delle migliaia di puntate di telefilm passati e dimenticati, ma appoggia su due grossi cardini.
Il primo cardine che in Italia non abbiamo ancora si chiama professionalità. Ogni ripresa è fatta con le luci giuste, professionalmente, in maniera ineccepibile e ad alto livello. Molti film non raggiungono questi standard. Il secondo cardine è rappresentato che almeno nella prima serie del 2000, dopo scivolerà progressivamente verso la fantascienza, il laboratorio della scientifica così citato nelle serie precedenti diviene non solo attore primario ma raccontato con dovizia di particolari mai visti prima. Una sorta di spettacolo alla National Geographic ma molto più pirotecnico.
I paroloni che tutti conoscono perché ripetuti fino alla noia e allo sfinimento in tutti i polizieschi che siano di carta sul grande schermo o su quello piccolo finalmente hanno una faccia.
È stata data una risposta spettacolare a una serie di parole assai conosciute come suono ma mai come significato.
Questo non solo crea diversi spin off ma anche molti imitatori. Persino i film ormai seguono le orme lasciate da da questo telefilm. Un bel rovesciamento delle parti, non è più l'alunno che segue il maestro.

Ma non è finita perché In realtà sono anni che i telefilm sono usciti dalla serialità nel 1993 qualcuno fece un telefilm di fantascienza, un genere che viene snobbato da coloro i quali hanno la puzza sotto il naso ed è per questo che probabilmente come genere è uno di quelli che sperimenta di più, creano babilon5.
Per quanto è ancora parzialmente ancorato alla serialità è impossibile vedere una delle qualsiasi serie alla rovescia perché in ogni puntata c'è un tassello che porterà a delle conclusioni. Alcuni eventi che capitano nella prima serie si intersecheranno in maniera dura, inequivocabile, con quello che succederà due o tre anni dopo. E questo può succedere unicamente perché le cinque serie sono state scritte a tavolino prima di iniziare a girare e questo è l'unico caso conosciuto fino a quel momento.
Questo sembra una cosa di poco conto ma in realtà apre nuovi orizzonti narrativi e indica una cosa banale che se il film può permettersi cose che il piccolo schermo non può fare è anche vero il viceversa perché nessun film può durare 150 ore.
In realtà non è l'unico telefilm fatto così,Twin Peaks per quanto rimaneggiato durante la produzione doveva essere un prodotto analogo ma breve (miniserie si chiamano oggi) ma alla fine quando non si sa dove si vuole andare a finire in fuori solo un brutto pasticcio come del resto è capitato a LOST dove si sapeva benissimo dove partire ma non dover arrivare.

Se vogliamo vedere un discendente diretto di babylon5 dobbiamo attendere parecchio e andare su di un telefilm di cappa spada, oggi si direbbe fantasy.
Game of Thrones Irrompe sulla scena nel 2011 e diviene istantaneamente iconico. Non esiste più la serialità, non esiste piu' un budget da pezzenti. La storia è potente ed è già un discreto successo tra gli amanti del genere e per quanto scritta in maniera un po' ruvida sono 11 libri già pronti. Molti personaggi sono dettagliati in maniera molto più approfondita che nella maggior parte dei film. In pratica si possono permettere di fare quello che per anni i film non sono riusciti a fare.
Costo a parte sono più simili il trono di spade e i sei film sugli hobbit di quanto molti siano disposti a dire. La vera differenza tra i due è solo di soldi e di qualità degli effetti speciali. Ovviamente un libro che da mezzo secolo è nel gotha ovviamente produce immediatamente una risposta diversa ma noi qui stiamo discutendo della differenza che c'è tra un telefilm e un film.

Il problema di Peter jackson è sostanzialmente nella brevità del film e pur accorciando destra manca si è dovuto rassegnare a fare  sei puntate, Tre per libro.
Sostanzialmente ha creato un telefilm per il grande schermo. Se poi guardiamo la lunghezza in minuti un libro lo ha tradotto in sei ore che equivalgono grosso modo a nove puntate: la lunghezza di molti telefilm.
D'altro canto il trono di spade ha molta più acqua davanti a sé e marcia inesorabile verso la quarta serie e la quinta e la sesta. Ci sono scenari già scritti, dei che nascono, battaglie da vincere e draghi da cavalcare a lungo. (si, ho letto tutti i libri). Se riusciranno a mantenere lo sprint potrebbe divenire colossale.

Così come ci sono tantissimi film che sono seriali molto più di telefilm come colombo, basta pensare a quell'accozzaglia di gente ignorante di motori che va sotto il nome di Fast and Furious. Veloci e stupidi, mia traduzione personale, è l'apoteosi della serialità con un livello di spettacolarità altissimo e una conoscenza della fisica decisamente agli antipodi rispetto a CSI.
In pratica veloci e stupidi altro non è che una versione ad alto costo di Hazzard ma, se permettete, il secondo è decisamente migliore nonostante i decenni sulle spalle e il budget decisamente ridotto all'osso. La macchietta di P.Coltrane che vola nel fosso tenendo lo statico flash con orecchie svolazzanti sulle ginocchia e' pura ironia zuzzerellona.
Un duro che parla di auto facendo er dipiu' ma sbagliando perche' in quel cofano non e' possibile fare quello che dice e' solo piu' stupido e piu' muscoloso di Rosco Pervis Coltrane ma non mi fa sorridere. Perche' lo scemo del villaggio in genere viene deriso non elevato ad eroe figo e macho.

Dopo tutto questo sproloquio è chiaro che entrambi i modi di raccontare sono sostanzialmente due facce della stessa medaglia nei quali ci possono essere prodotti che segnano un'epoca o minuti interminabili che non riescono a raccontare nulla. Anzi, io li paragonerei più agli omologhi di carta che tutto sommato ne rappresentano le radici. 
Nei libri esistono diversi modi di narrare: romanzi, romanzi brevi, racconti, raccolte di racconti seriali (il club dei vedovi neri e' un telefilm su carta?) che possono o meno essere in relazione tra loro e persino fumetti.

Alla stessa tregua anche racconti per immagini non sono necessariamente migliori o peggiori a secondo del genere di appartenenza inteso come film o telefilm ma si possono classificare in buoni e meno buoni.

Noi andiamo verso una fruizione sempre più rapida ed è per questo che film molto lunghi, diciamo intorno alle tre ore, sono ormai una cosa rarissima se non unica.
Addirittura spesso per prendere più soldi un film da tre ore viene venduto a distanza di pochi mesi come due film diversi anche se già girato tutto insieme (hunger games).

Il telefilm rappresenta un buon sistema per questa nuova fretta che ci assale così come i tre minuti di una canzone rispetto ad una sinfonia.
Possiamo trovare prodotti ottimi, artistici?, In entrambe le fruizioni così come pessimi.

Telefilm come Eli Stone con la sua squinternata poesia a me piacciono molto mentre film idioti come Battleship sono sicuramente inferiori al 90% dei telefilm nonostante abbiano speso come un bilancio statale (225.000.000$ per la cronaca). 
In pratica la differenza e' solo nei costi di piu' di 100 milioni orari per un film del cavolo che solo un'idiota manderebbe in produzione   e da 1,5 (galactica) a 7 per un ora di telefilm (game of thrones) di fascia alta.

House of card Non sarebbe stato fattibile in un formato da grande schermo salvo richiamare sei o sette volte il pubblico in sala sperando che non se n'andasse sul più bello vanificando la costruzione che si concretizza alla fine della seconda serie.

Definire Band of Brothers come qualcosa che è inferiore per definizione ad un film è semplicemente da idioti visto che almeno il 95% dei film è definibile inferiore entro i primi cinque minuti di visione. Se ti è piaciuto salvate il soldato Ryan Questo è come il seguito del libro e non è di certo considerabile inferiore ma anzi.



Non ha senso definire un metodo narrativo migliore di un altro.

Non ha senso definire alcunché se non il risultato.


venerdì, giugno 06, 2014

palestinesi poverini



Sono un bastian contrario e pubblico questo testo volutamente ipercritico per fare incazzare un po' di persone  che prima di PARLARE dovrebbero ALMENO leggersi wikipedia.
Poi passare a libri veri.
Non puoi avere un'opinione su cio' che non sai.

Non esprimo idee su quella che considero una una situazione che e' fermentata e quindi puzza.
Sono riflessioni che ho scoperto che fanno incazzare e fanno incazzare al quadrato chi e' ignorante sulla storia recente.

In genere faccio un'affermazione loro rimangono fermi a mezz'aria 2 secondi con i criceti a mille dopo di che cercano di remare come Will coyote mentre precipita e poi biascicano qualche parola incoerente usando un sacco di termini che hanno sentito in tv ma non conoscono.

Anche in questo caso e' colpa della scuola italiana una grossa parte delle leggende metropolitane. I miei insegnanti di STORIA si fermavano, quando andava bene, a Garibaldi.

Alcuni insegnanti per manifesta ignoranza altri perche' reputavano i testi pieni di stupidaggini e incompleti. Per farla breve le guerre mondiali sono per me conoscenze postume alla sQuola.
Perl Harbor la prima volta che ne sentii parlare ero ormai maggiorenne ed e' stato grazie ad holliwood. Alla fine non sempre i film americani sono male,n o?
Il progetto manhattan lo conobbi alle superiori durante uno sciopero. Se non fosse stato per la mancanza degli insegnanti sarebbe capitato piu' tardi.
Quindi gli italiani hanno un'idea distorta o mancante (me compreso) di cio' che e' capitato negli ultimi 150 anni in Italia ma ovviamente sono tutti esperti a cosa e' successo dall'altra parte del mediterraneo e guai a contraddirli.

Non e' il mio pensiero, che e' molto piu' complesso e sinceramente confuso perché nella situazione non vedo una facile uscita, ma solo alcune riflessioni.

Recentemente ho avuto da discutere con dei “politicamente orientati” a proposito dei palestinesi.

Ovviamente, e quando mai, la pensavano diversamente da me
La loro tesi era:
"i POVERI palestinesi sono ammazzati dai CATTIVI e RICCHI ebrei."
Gia' questa affermazione porta 4 errori con se.

Per me non esistono i buoni e i cattivi, salvo ad Hollywood, ma esistono solo circostanze e stupidida'.
Ma a chi della politica ne fa una religione, come con il calcio, vien fuori un litigio.

Poi ci sono i giornali e questi incorporano casi di eccellenza dell'oscurantismo come "repubblica" la quale dice che con le pile del cicciobello funziona l'acciaieria, mostra la foto di un gommone con la didascalia che dice che mostra balene scambiando la semiplanata per pinne, mostra pannelli solari idonei per un ipad sostenendo che vanno bene per 300 famiglie (nuova unita' di misura mks?) probabilmente congolesi.

Cosi' anche una semplice traduzione di un discorso del leader giordano va presa con le pinze non si sa mai che per i giornalisti come quelli italiani abili nel tradurre con google venga fuori che se imbracciano i fucili si scriva che danno del pistola a qualcuno.
Ovviamente “repubblica” che e' molto finto fine quanto poco serio cambierebbe poi copiando il testo dalla concorrenza in "parole dure" e un sottopagato compilatore del blog di beppe grillo capirebbe che "in fondo se voiono bbene" cosa che rimbalzerebbe su FB con gioia.

Salvo che non ci siano foto di cadaveri... e allora si tira a sorte per la “colpa” che deve essere in linea con il giornale e/o il capo come per le foto delle vacanze giapponesi sottotitolate con “esodo dalle radioattivita' di fukushima” mentre parte di quelle persone invece vanno proprio in quella direzione.

PENSIAMO BENE che se una percentuale significativa, anche se comunque fosse una minoranza, di "palestinesi" definisce quello che fanno. Come avviene per qualunque popolo.

Come il fatto che pur essendomi scagliato contro quel grosso problema che e' la PEC (Posta e Ciccioli?) dei tedeschi informatici mi abbiano accolto ridendo "italiano... pec! ah ah"
Io odio le cose inutili e costose (altro che gli stipendi del parlamentari, qui si parla di Soldi grossi!) ma come itaGliano sono la PEC. Questo perche' in italia abbiamo pochi Avvocati ma molti azzeccagarbugli. Come italiano, presentandomi all'estero, suscitero' sempre un risolino e le mie opinioni saranno prese meno in considerazione. E' una condizione automatica.

Non giustifico i morti, non lo sto facendo, posso pero' capire che se uno stato, un insieme di persone, viene infastidito ad oltranza possa reagire. O Magari esattamente il contrario di quello che sembra.

Di chi e' la colpa per i giornali italiani? Dei ricchi e opprimenti!
Mah!


Dopo le confuse premesse vediamo quali sono gli attori:

Israele:
Parliamo di uno stato che ha una produzione industriale e come ricerca ci apre in due come una banana pur avendo la popolazione del milanese. Quindi non parliamo solo di vaccari ma di una societa' completa e funzionale che e' in grado di operare ad alto livello con un istruzione piu' alta del nostro sud.
Se avete un pc portatile dentro ci sono molti brevetti israeliani o addirittura un processore completo (centrino dice nulla?)
I pomodori italiani sono semi loro.
I pompelmi tanto di moda negli anni 80 con il cucchiaino erano Jaffa: di chi pensate che siano?
Coltivano, investono, producono, costruiscono e studiano.


I "palestinesi" dalla loro sono famosi nella storia recente per invasioni, sommosse e rappresaglie.
Cosa hanno portato di altro?
Cosa fanno di lavoro?
In cosa sono specializzati?
E' ovvio che se hanno quella nomea non e' SOLO un processo di disinformazione ma forse e' colpa del Settembre nero in Giordania, della Guerra del Libano o dei numerosi fatti di sangue che ancora oggi li vedono protagonisti.


Stiamo paragonando un popolo di rissosi ultras assetati di sangue al soldo di chiunque (le armi costano alla faccia dei POVERI!) con una popolazione “civile”?
Non sarebbe una domanda piu' assurda di quello che dicono Giornalmente i leader grillini ma nessuno osa dire questo anche se ha del vero.
Interessante, non trovate?
Nessuno osa dirlo.
Neppure i giullari della lega.


Uno dei popoli piu' rissosi del pianeta (ed e' un fatto incontestabile) che regolarmente vengono definiti poveri (ma con molti soldi per le armi) e poveretti soggiogati dal loro bersaglio.
La Merkel si puo' dire che e' una stronza ma dire che il presidente palestinese se ne fotte del suo popolo poiche' nel 2008 avrebbe dovuto indire elezioni non si puo'.
Niente elezioni=carica a vita?
O la passa ai figli?



E poi esiste la questione del nome “palestinesi”
Nei giornali degli ultimi 15 anni con palestinesi si identificano un gruppo di pastori intineranti di origine araba che si e' insediato staticamente negli ultimi 30 anni.

I palestinesi vengono definiti diversamente a seconda delle fonti.
Fino agli anni 60 i palestinesi erano i residenti ovvero quelli che oggi chiamiamo israeliani e quelli che erano i filistei. (non trovate comica questa cosa?)
Ad un certo punto negli anni per far capire che nell'area esistevano altri si e' cognato il termine "arabi palestinesi".
Io ricordo al TG in bn (si, sono vecchio) che in una frase il mezzobusto diceva anche tre volte "arabi palestinesi" e che non esisteva palestinesi e basta.
Non capivo cosa dicevano ma ricordo bene "arabi palestinesi" e la pubblicita' di joe condor.
Poi i giornalisti, dimenticando il nome corretto e che palestinese indica la popolazione stanziale hanno iniziato a dimenticare la particella “arabi”.

Cosi' aumenta la distanza e ci mostrano due popolazioni DIVERSE, diverse come nome.
Un nome che e' stato rovesciato (o forse no come vedemo).
Contrariamente ai raccoglitori i pastori non avevano villaggi statici ma intineranti attraverso quelle terre.
Con l'evolversi della storia le cose sono cambiate.
In realta' sebbene e' migliaia di anni che gli israeliani (i loro antenati) solcano quelle terre, inizialmente come tribu' esattamente come gli "arabi palestinesi".

Anzi probabilmente anche se nessuno lo dice perche' tutti si offendono come capre (sia i popoli che simpatizzanti) "arabi palestinesi",  israelopalestinesi e palestinesi ebrei sono tutti cugini. Forse 400 anni fa erano un unico popolo.
Basta vederli di profilo, il naso non e' acqua.
Probabilmente erano entrambi imparentati con i filistei e una figura improba come sansone potrebbe identificare uno split piu' che una liberazione.

PALESTINA=Philistia, "terra dei Filistei”. E' dei filistei! I nonni di entrambi?
Sarebbe divertente avere un sequenziatore e un paio di personaggi indigeni da generazioni.
Ma forse e' da non fare: se scoprissero di essere fratelli si arrabbierebbero anche di piu'!

Quindi il confronto con invasori e' un quantomeno fuori luogo anche se vi e' la questione del rientro..


Fra il 1900 e il 1948 vi e' lo sgancio del territori dalla Siria (erano territori dell'impero ottomano... aka turchi) e tramite una serie di guerre e brutte cose (genocidi come quello greco...), inglesi e menate si arriva a quello che abbiamo.

E forse, bello o brutto che sia, e' la base di partenza, israeliani di ritorno e nativi su quella terra, e non quella da demolire come dicono alcuni. Dopotutto nessuno sa quanti "arabi palestinesi" potevano veramente esserci nel 1920 essendo una popolazione spesso intinerante e certamente senza carta.

E anche fosse stata degli "arabi palestinesi" e' giusto ridarla a loro in toto?
E' giusto far sloggiare le famiglie e i discendenti di coloro che abitano li da dopo il 1920?
E anche se volessimo fare cosi' quanti palestinesi non arabi (ma che lo sono) erano li da prima e di loro cosa farne?
Come identificare i palestinesi-arabi che erano veramente li e non quelli che nei 20-30-50-100 anni dopo si sono insediati da tribu' lontane?

Anzi visto che fino al 1918 era turchia perche' non riannetterla alla turkia e voila' nessuno puo' rompere le scatole ne gli arabi-palestinesi ne gli israeliani: sarebbero tutti turchi!

Oppure diamo la terra ai filistei!
Troviamo il DNA dei filistei e facciamo di ogni filisteo un cittadino palestinese!

Molti portano come necessita' il fatto di dover restitutire la terra a chi era li (e ovviamente da' per scontato che siano i propri beniamini, tendenzialmente i palesinesi) ma abbiamo visto che e' complesso ma anche volendo....

La domanda in realta' e':
Quanto dobbiamo tornare indietro per identificare un momento "buono"?

Se uno stato ha vinto qualcosa in guerra la deve restituire?
Qual'e' il momento giusto per gli arabi-palestinesi? In realta' non lo sanno neppure loro.

Perche' rispondendo a queste domande verrebbe fuori che l'italia dovrebbe farsi ridare alcuni pezzi come il marchesato di verona (aka istria) che negli stessi anni erano nostri: prendiamo e partiamo in guerra per la restituzione?
Se poi torniamo indietro 10anni... e se poi arretriamo altri 20... ci troveremmo nei guai! Lo sapete di chi era l'Italia nei primi del novecento, vero? diciamo che probabilmente non avremmo avuto il problema del mezzogiorno.

Gia', perche sostanzialmente l'assetto della zona, e del mondo, e' sostanzialmente modellato ANCHE da 2 guerre mondiali.
Poi non si e' piu' mosso.
Ci si e' resi conto che non erano certo 20 metri di terra in piu' o in meno a definire uno stato ma la tecnologia, le risorse e le alleanze. Gli stati in gamba come i crucchi e i giap si sono attrezzati altri come l'italia meno.


Quando dico questo mi dicono "seguendo il tuo ragionamento anche i nativi americani devono farsene una ragione..."
Per quanto l'invasione degli europei in america sia stata cruenta e' avvenuta qualche annetto fa.
Certo! se OGGI i nativi americani compissero ogni tanto azioni con ak47 verrebbero puniti. Duramente.
Ed e' giusto cosi'.
Perche e' il male minore.
Altrimenti le due sicilie le perderemmo. Poi siccome alcuni hanno manovrato bene, si sono alleati con il nemico, hanno ricevuto molte concessioni rispetto ad un portoricano.

La soluzione e' sedersi intorno ad un tavolo e parlarne.

Ovviamente un popolo che ha molte cose da perdere, una vita europea, civile, organizzata e che ha dimostrato forza non vorra' certo compromessi.

Un gruppo di persone non riconosciute neppure nei popoli da loro detti amici, senza una sede e dovunque risiedano (siria, libano, egitto, giordania, cisgiordania e la Striscia di Gaza) costituiscono una spina nel fianco essendo piu' bravi con il mitra che come qualsiasi altro lavoro. E' un dato di fatto, non una supposizione.
Mai provato a leggere delle dichiarazioni di Abd Allah?
Cosa hanno da perdere?

Tutte le volte che vi sono stati accordi fra le due parti (un centinaio?), solitamente spinti dagli USA che vogliono avere prestigio in cio' (oltre a una buona dose di accordi commerciali, ricordate alleanze?) una parte degli arabi-palestinesi ha ricominciato.

quindi non si VUOLE far la pace e estremizzazioni da parte di simpatizzanti hanno permesso di allungare il brodo.
Fino a quando non si capisce che il deponete le armi e' il primo ed unico sistema per un popolo che tiene i mitra d'asssalto insieme al cous cous ed il resto viene successivamente.
Mi dispiace saro' antipatico a molti ma il mitra non mi piace proprio.
Una cosa poi e' avere un esercito facilmente riconoscibile e l'altra e' avere una massa di disperati identici a cittadini che non hanno insegne. Poi e' facile che ci si sbagli, no?


Ma non e' solo l'opinione di un distante europeo che vuole essere bastian contrario e suscitare reazioni nel lettore.
chiedere ad un nordafricano-mediorientale cosa ne pensano dei palestinesi e' decisamente peggio che chiedere ad un tunisino (con passaporto) cosa ne pensa di un algerino.
Quello che vi dira', riassunto assai, e' che cerca di stare il piu' possibile in Tunisia a spendere con la sua AMG per evitare la morte e che se puo' arriva alla violenza fisica con chi lo circonda.
E da li capite che in algeria le cose non possono essere semplici.
Per i palestinesi e' peggio: non ne vogliono neppure parlare, alcuni si lasciano andare a mezze frasi che contengono disgusto.
Non e' certo un rispetto del popolo.
Gli stessi gli parli degli israeliani ti dicono che sono nemici, cattivi eccetera. Magari sputano per terra. Almeno ne hanno rispetto.

A questo punto dico che e' colpa della propaganda politica che necessita di cattivi da estirpare per non far vedere al popolino le cose importanti. Gli Israeliani con i loro modi, la loro societa' sono completamente diversi dai beduini con tenda ignoranti che abitano insieme a loro.

E poi esiste il problema del "mussulmanesimo"
Attualmente (2009), nel mondo, i musulmani sono1,2miliardi:
il 20% della popolazione totale; prevedono che, entro il 2020,un quarto della popolazione umana sarà musulmana.
Sebbene stiano crescendo di numero,il reddito medio è inferiore ai 3700 dollari l'anno circa la metà della media mondiale 7350.
In base ad altre statistiche i mussulmani fanno parte della fetta piu' ignorante della societa' mondiale. (Se poi sia una colpa della religione, del censo o perché è un tipo di religione che piace molto alle persone che si trovano in determinate situazioni non cambia il dato che rimane lo stesso)
Ma la cosa peggiore e' che dove i mussulmani sono ricchi  hanno pochissima istruzione ed e' un problema di gestione (bisogna trovargli un obbiettivo).

In Arabia saudita, UAE e compagnia bella dove esiste un reddito di cittadinanza lavorare e' considerato un'insulto e studiare fa parte del lavoro.

In pratica sono pochi i giovani arabi mussulmani ricchi  che hanno un'istruzione superiore nonostante gli sforzi di molti governi.
Se questi ricchi ignoranti, poiche' tali sono, reputano fratelli (fratelli alla lontana come quel cugino che non sopportate ma e' purtroppo della famiglia) ignoranti in difficolta' i, palestinesi-arabi, e' ovvio che forniranno a questi ultimi ingenti risorse per compiere non la volonta' di un qualsivoglia Dio ma
La volonta' degli ignoranti.


E a quel punto la potente forza della stupidita' alleata con l'ignoranza e' un
game over.






PS

Lo so che molti di voi sono stati Incensati per sapere qual è la cosa giusta o chi ha ragione e chi torto.
La mia opinione è che quello che oggi vediamo è gente che risulta incasinata come un tavolo di Shanghai che è stato cotto ed estrarre il nero, tutto moscio e annodato come uno spaghetto agli altri, senza fare danni è sostanzialmente impossibile.
Non voglio ingenerare una serie di commenti irritati ma solo causare il fermarsi a pensare che forse forse tre quarti delle informazioni sull'argomento che ci hanno fornito sono incomplete per non dir peggio.
Per noi europei con i piedi al caldo e le mutande pulite è probabilmente impossibile capire veramente.
Anzi probabilmente non lo capiscono neanche i residenti.