venerdì, dicembre 03, 2010

stereo & surround for dummies 1.0

stereo & surround for dummies parte 1


Ultimamente, non si capisce perché, si folleggia allegramente su casse buffe e si continua a utilizzare spesso una parola, subwoofer, in continuazione, a sproposito,  come se fosse la soluzione a tutti problemi.
In realtà l'uso di un altoparlante anziché un altro è dettato da un preciso progetto, così come mettendo un  alettone su di una Panda non diventerà mai una formula uno chiamare subwoofer un altoparlante scalcinato da radiolina non ci donerà un gran suono.

Partiamo innanzitutto da quando gli altoparlanti erano mono.
Da subito si è notato che un singolo altoparlante (un largabanda) non poteva coprire l'intera gamma udibile. Per questo motivo qualsiasi uso che non sia di bassissima qualità come potrebbe essere un mangiadischi, le radioline, il telefono o il beep del pc non può che essere equipaggiato almeno da secondo driver, un tweeter (un altoparlante specializzato per le alte frequenze) e un largabanda.








La parte alta dello spettro è quella che ci porta più informazioni per quanto riguarda la localizzazione e la precisione del suono. Un attacco di batteria senza un'adeguata quantità di alti diverrebbe molto gommoso e meno aggressivo. Degli alti pessimi inficiano tutto il nostro messaggio audio.



Ecco perche se un woofer (un altoparlante specializzato per le basse frequenze) e' sempre e sostanzialmente un cono da piu' di 50 anni   i tweeter sono stati prodotti con cupole, coni, nastri, fisarmoniche, fiamme, ogive, origami e quanto altro veniva in mente per migliorare.
L' altoparlante a due vie, un tweeter e un woofer,  è sempre stato considerato un buon compromesso fra la complessità e il risultato. Poca spesa tanta resa.
Nell'alta fedeltà molto utilizzato e' anche il sistema a tre vie: a fronte di una certa complessità il risultato è molto interessante, in particolar modo quando il woofer e' bello grosso fa fatica a salire. un tweeter, un midrange (un altoparlante specializzato per le medie) e un woofer.



Frazionamenti con un numero di vie maggiore hanno tendenza ad avere effetti collaterali non sempre controllabili o costi notevoli non sempre giustificati.
Ricapitolando: un impianto monofonico può suonare molto bene ma mancherà di dimensionalità: sembrerà che tutti gli strumenti provengano all'incirca dallo stesso punto.








Il suono di qualita' idonea alla musica comunque sara' prodotto da almeno 2 altoparlanti e questo non e' un segreto dal 1950.

2 commenti:

Anonimello ha detto...

Avendo da poco scoperto il tuo blog me lo sto leggendo, con calma, a ritroso e sono capitato ora nei 10 post "audio for dummies". Innanzitutto complimenti, oltre al fatto che condivido praticamente tutto quello che ho letto fin'ora.
Tornando in topic, visto la tua notevole cultura ed esperienza nel settore vorrei farti una domanda che mi assilla da anni, e cioè: come c@220 fanno le 901 a riprodurre tutte quelle frequenze se sono sostanzialmente monovia? Vero che sono dotate di 9 altoparlanti per ogni diffusore, ma sono tutti dei full range; e ciò cozza con quello che hai scritto nel post, che condivido, sul fatto di fare riprodurre le varie frequenze a diversi driver (woofer, tweeter, ecc.) per una migliore resa sonora.

blu-flame ha detto...

le 901 sono cose "furbette" e mostrano quanto era genio l'Amar
Sono casse che nascono per casa e quindi, subito, ha rinunciato alle altissime e alle bassissime.
Fatto questo alleggerimento si e' concentrato sul fronte dell'ariosita' che in altoparlante standard in caasa e' un bel poblemone (vedi Roy Allison)

Per cercare di recuperare il tutto ha picchiato un equalizzatore elettronica che riequilibra il tutto (si fa per dire).

Costruisci il tutto con vangate di matematica e aerodinamica e vedi che il risultato, sopratutto 50 anni fa dove il reflex era una bestia indomabile, era davvero sorprendente ed oggi non e' neanche male.

Dopotutto non puoi avere capra e cavoli ed e' una scelta come un altra